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SINTESI IN PRIMO PIANO – 19 ottobre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Nuovo Dpcm, scontro Conte – Speranza: il premier impone la linea morbida: “Tuteliamo la salute ma anche l’economia”.
– Manovra 2021: Rinviate a luglio plastic e sugar tax. Altri sei mesi a moratoria mutui e Pmi.
– Fisco: fino al 31 dicembre stop a 9 milioni di cartelle esattoriali. Freno ai pignoramenti. Riforma fiscale dal 1° gennaio del 2022.
– Sanità: dote di quattro miliardi per fronteggiare l’emergenza Covid. «Mai più tagli», assicura il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
– Lavoro: il ministro Gualtieri tratta con sindacati e Confindustria sul decreto per l’estensione della cassa integrazione e lo stop alle uscite forzate. Sgravi per chi assume under 35.
– Esteri, Francia: manifestazioni in ricordo dell’insegnante decapitato per aver mostrato le vignette su Maometto in classe.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Nuova stretta, ecco tutte le misure – I sindaci potranno chiudere strade e piazze. Scuole aperte
Tema: Dpcm

Ecco le nuove misure restrittive, arrivate con il Dpcm dopo un duro confronto, per combattere la seconda ondata della pandemia da Covid: alle 21 i sindaci potranno chiudere strade e piazze così da evitare assembramenti; orari flessibili per la scuola (che resta aperta); locali chiusi a mezzanotte, alle 18 senza servizio ai tavoli. Accoglie dunque le richieste delle Regioni che avevano sollecitato di lasciare aperti i ristoranti, mentre ai titolari di palestre e piscine viene concesso una sorta di ultimatum di una settimana: dovranno adeguare gli impianti ai protocolli del Comitato tecnico scientifico, oppure verrà imposta la chiusura generalizzata. Conte: conciliare economia e salute. Oltre 11mila i nuovi contagi, più di mille i ricoverati.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Il nuovo Conte nemico del lockdown “Non voglio sentirlo nominare”
Tema: Dpcm

«Non possiamo permetterci un altro blocco totale – sostiene il premier Conte – perché non è sostenibile economicamente. Abbiamo la capacità di gestire la situazione, adesso. Rispetto a sei mesi fa abbiamo ospedali enormemente più attrezzati. Con mini lockdown mirati possiamo convivere con il virus». Convivere con il virus, dunque, scommettere che possa bastare. Che gli italiani lo seguano: barricati in casa quando chiese loro il sacrificio, prudentemente attivi adesso che li spinge a non bloccarsi del tutto. «I ristoranti non chiuderanno prima delle 24», ripete per due giorni. E poi l’insistenza con cui indica a tutti la luce in fondo al tunnel, «presto saremo inondati di vaccini». E ancora, ritrovarsi sempre più spesso d’accordo con i renziani e la ministra Teresa Bellanova, che per primi bocciarono il lockdown.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Così il premier evita il coprifuoco L’ira dei Comuni: scaricate su di noi
Tema: Dpcm
Alla riunione con i ministri, i governatori si sono presentati compatti e bellicosi, con il presidente Stefano Bonaccini determinato a incassare l’ingresso a scuola alle 11 e la didattica a distanza per le ultime classi dei licei, così da mettere fine all’assalto dei bus nelle ore di punta. Ma Lucia Azzolina si è metaforicamente incatenata ai cancelli della scuola, tanto che Decaro e Bonaccini, raccontano, «volevano far saltare il tavolo». Ci è voluta la mediazione paziente del ministro Francesco Boccia e poi del premier per arrivare a un compromesso che ha fatto esultare la ministra dell’Istruzione: «E’ passata la nostra linea. Saranno i presidi a decidere se implementare la didattica a distanza e scaglionare gli ingressi, ma dalle 9 e non dalle 11». Conte proprio non voleva farlo, questo decreto. La sua linea era attendere che le mascherine obbligatorie all’aperto e le altre restrizioni piegassero almeno un poco la curva. Ma il pressing degli scienziati e dell’ala dura della maggioranza, che invocava misure drastiche «per non dover richiudere tutto fra due settimane», lo ha convinto ad accelerare. La distanza tra due opposte scuole di pensiero lo ha però costretto a una estenuante mediazione. Con i govematori e con i suoi ministri, intenti ciascuno a tirare la bozza dalla propria parte, chi per la difesa dell’economia e chi per la supremazia della salute.
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: Calenda si candida per Roma e spiazza il Pd “No alle primarie, cerco un appoggio largo”
Tema: PD

Con quasi otto mesi d’anticipo Roma ha un candidato sindaco che spariglia le carte a sinistra. Carlo Calenda annuncia la sua decisione nel salotto buono della sinistra intellettuale di Fabio Fazio, «Che tempo che fa», e parla di «un dovere e grande avventura», auspicando che adesso il Pd lo segua, lo sostenga nonostante scombussoli i piani Dem. Nicola Zingaretti sta tessendo alleanze con i 5 Stelle, nella speranza di mandare al ballottaggio un uomo o una donna del centrosinistra che possa poi competere con il candidato del centrodestra, ricevendo i voti dei grillini. Oppure essere costretto a far vincere Virginia Raggi se fosse lei a passare il primo turno ed essere l’ultima trincea per sconfiggere l’avversario di destra. Calenda invece scombina i giochi e per il momento incassa solo l’endorsement di Enrico Letta: «Mi sembra una buona opzione, sarà poi Zingaretti a decidere: sta facendo un ottimo lavoro come presidente della Regione Lazio e come segretario del Pd». Presto dovrebbe arrivare il sostegno di Matteo Renzi. Ma questa candidatura, che per il momento viene etichettata da alcuni Dem al Nazareno «ZTL» per dire che non va oltre il centro storico e i quartieri bene della capitale, prescinde dalle primarie del centrosinistra.
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  De Carolis Luca 
Titolo: Di Maio, Taverna &C.: il manifesto dei big benedetto da Grillo – M5S, il manifesto dei big con il via libera di Grillo
Tema: M5S

Ufficialmente è una ricerca: 300 pagine disseminate di numeri, dati, proposte. Di fatto è già il manifesto politico dei maggiorenti del M5S. Un programma, per l’ex capo e leader di fatto Luigi Di Maio e Paola Taverna, la big da cui bisogna passare per tenere assieme il Movimento lacerato. Proprio per questo oggi arriverà anche la benedizione di Beppe Grillo, che come Di Maio e Taverna vuole per i 5Stelle una segreteria collegiale e un tavolo permanente con il Pd. Sarà il garante, l’ospite di riguardo via web della conferenza stampa di oggi in Senato, in cui il sociologo Domenico De Masi presenterà la su ricerca sull’Italia flagellata dalla pandemia e sulle priorità con cui dovrà ripartire: linee guida anche per il M5S, “per tenere dentro tutte le nostre anime e stabilizzare il Movimento” giura una fonte di governo.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Proroga dei bonus lavori 50-65% – Proroga dei bonus lavori 65 e 50% Plastic e sugar tax vanno a luglio
Tema: Manovra 2021
II rinvio al 1° luglio delle tasse su plastica e zucchero ha spianato la strada a un faticoso accordo nella maggioranza consentendo al Consiglio dei ministri sabato notte di dare l’ok al Documento programmatico di bilancio, atteso a Bruxelles, e di approvare “salvo intese” la manovra. Ma per l’invio del testo in Parlamento occorrerà attendere l’inizio di novembre dopo un nuovo passaggio a Palazzo Chigi. Tra le misure indicate “nell’indice” della legge di bilancio la proroga dei bonus lavori del 50 e 65% e l’attivazione di due specifici fondi peril Recovery fund, anche in funzione del rafforzamento del piano “transizione 4.0”, e per la delega fiscale. Già nei prossimi giorni arriverà un nuovo decreto legge anti-crisi per sostenere i settori più colpiti dalle nuove misure restrittive anti-Covid.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Una dote di 8 miliardi e un fondo anti-evasione per tagliare le tasse
Tema: Fisco

Doppio pedale del governo sul fisco con la manovra. La mossa più urgente, nella notte tra sabato e domenica durante il Consiglio dei ministri con un decreto che conferma il blocco dell’intera filiera della riscossione scaduto il 15 ottobre: fino al 31 dicembre non partiranno le vecchie cartelle (circa 9 milioni) congelate tra marzo e ottobre nel corso della prima ondata Covid neanche quelle nuove appena giunte dai ruoli degli enti creditori; stop anche ai pagamenti e a tutti gli atti esecutivi, dai pignoramenti alle ipoteche ai fermi amministrativi. Una operazione che blocca l’invio già da novembre di 2 milioni di cartelle esattoriali, 1 milione delle vecchie e 1 delle nuove e che sarebbe andata avanti a colpi di 1 milione di cartelle al mese. La seconda mossa riguarda la conferma dell’intenzione di partire con la riforma fiscale dal 1° gennaio del 2022. L’impegno è assicurato da una “dote”, per ora di 8 miliardi, cui dovranno essere aggiunte le risorse che confluiranno nell’apposito “Fondo per la fedeltà fiscale”, riformato nelle modalità e utilizzabile più velocemente, che potrà contare sulle risorse ottenute con la lotta all’evasione. «La riforma dell’Irpef – ha osservato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri -, verrà alimentata anche da un fondo in cui confluiranno le maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione fiscale, che insieme alla digitalizzazione dei pagamenti è una priorità di questo governo».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Di Branco Michele 
Titolo: Cartelle, moratoria per tutto il 2020 Sanità, 4 miliardi – Con il rinvio delle cartelle salvagente per tutti, anche per chi non ne ha bisogno
Tema: Sanità

Quattro miliardi per la sanità. E’ questa la dote che il governo ha stanziato con la manovra per il 2021 per fronteggiare l’emergenza Covid. Le risorse serviranno tra l’altro, per il funzionamento del Servizio sanitario nazionale, la cui dotazione viene aumentata di 1 miliardo. Le diverse misure riguardano in particolare il sostegno del personale medico e infermieristico. Prevista la conferma anche per il 2021 di 30.000 fra medici e infermieri assunti a tempo determinato per la prima fase dell’emergenza Covid e il sostegno delle indennità contrattuali per queste categorie. Si introduce poi un fondo per l’acquisto di vaccini e per altre esigenze correlate alla pandemia che dovrebbe valere 400 milioni l’anno per il 2021 e il 2022. «Mai più tagli alla sanità, ma investimenti sulla salute, il nostro bene più prezioso», ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Licenziamenti, si tratta Gualtieri: investimenti per una ripresa forte
Tema: Cig 

Manca ancora un pezzo nel pacchetto della manovra finanziaria di fine anno. Non tanto il testo vero e proprio, articolo per articolo, che come al solito è in alto mare. Non solo il nuovo decreto in arrivo per gli aiuti ai settori più colpiti dalla seconda ondata. Ma il decreto legge che deve redistribuire le risorse avanzate per la cassa integrazione, allargando la rete di protezione fino alla fine dell’anno e prevedendo altre 18 settimane (almeno per ora) nel 2021. Il decreto arriverà tra qualche giorno ma c’è ancora un punto interrogativo che riguarda il blocco dei licenziamenti introdotto all’inizio della pandemia. Oggi la regola è che non può licenziare chi potrebbe usare la cassa integrazione, perché ha ancora ore a disposizione. La regola futura è molto più stringente, o selettiva come abbiamo imparato a dire in questi mesi di crisi. E cioè non può licenziare solo chi sta effettivamente usando la cassa integrazione.
L’idea iniziale del governo era quella di arrivare fino alla fine dell’anno. I sindacati premono per arrivare fino a marzo, ipotizzando che allora saremo ancora nei guai. Confindustria tira dalla parte opposta, il blocco lo vorrebbe togliere il prima possibile perché lo considera «anche un blocco delle assunzioni». Nelle ultime ore il governo pare orientato ad arrivare fino alla fine di gennaio, che al momento è anche la data di scadenza per lo stato d’emergenza legato alla pandemia. Lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri dice che «c’è un confronto in corso». Ma non ci sono ancora certezze. Mercoledì ci sarà un nuovo incontro con i sindacati che servirà proprio a discutere la questione.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Orsini Jacopo 
Titolo: Manovra, sgravi per le assunzioni degli under 35 – Sgravi a chi assume giovani Per la nuova Cig 5 miliardi
Tema: Nuove assunzioni

Il governo cerca di far ripartire l’economia puntando anche sul lavoro dei giovani. Dall’anno prossimo azzerati per tre anni i contributi previdenziali a carico delle imprese che daranno lavoro a persone con meno di 35 anni. Lo sconto si affianca a quello già previsto per le aziende del Sud.  «Far ripartire l’economia significa innanzitutto avere più lavoro, a partire dai giovani. Per questo in tutta Italia chi assumerà giovani sotto i 35 anni avrà i contributi integralmente pagati dallo stato, mentre con 200 milioni consentiremo a decine di migliaia di giovani di partecipare al servizio civile universale», ha spiegato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Mps, via libera di Conte alla privatizzazione – Mps, arriva la firma di Conte: ritorno al mercato entro il 2022
Tema: Banche

Arriva la firma del premier Conte al decreto di Palazzo Chigi che autorizza la scissione degli 8,1 miliardi di crediti deteriorati di Mps, e soprattutto avvia la fase finale del percorso che dovrebbe riportare tutto il Monte nelle mani dei privati. Operazione che in base ai tempi concordati con la Dg Competition della Commissione Ue andrà conclusa entro metà 2022, quando l’assemblea dovrà approvare il bilancio 2021 (in perdita, secondo l’ultimo aggiornamento del piano industriale).
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: «Siamo tutti Paty». Un oceano per il prof
Tema: Francia

«Je suis Samuel». Decine di migliaia di persone sono scese in strada ieri a Parigi e a Lione, Lille, Tolosa e tante altre città francesi per rendere omaggio a Samuel Paty, il professore di Storia e Geografia decapitato venerdì a Conflans da un terrorista islamico. In place de la République, a Parigi, teatro della grande manifestazione dell’11 gennaio 2015 dopo l’attentato a Charlie Hebdo, c’era chi esibiva con orgoglio, ingrandite e attaccate con la colla sul cartone, le famose vignette su Maometto, quelle all’origine della strage del 2015 e anche dell’uccisione di venerdì: il 5 ottobre Samuel Paty le aveva mostrate in classe ai suoi allievi 13enni, come previsto dal programma di educazione civica. Da quel momento il professore 47enne, molto amato, rispettoso ed equilibrato, è stato oggetto di una campagna di odio islamista culminata con la decapitazione, per strada, all’uscita da scuola. La rabbia è rivolta contro il nemico dichiarato, l’islamo-fascismo, ma anche contro le autorità, che nei discorsi ufficiali esortano gli insegnanti a difendere le leggi della Repubblica ma poi sono accusate di non difenderli abbastanza nella vita reale.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martinelli Leonardo 
Titolo: L’urlo della folla “Si poteva salvare” – La rabbia di Parigi per il prof ucciso “Samuel si sarebbe potuto salvare”
Tema: Francia

Gli occhi sono puntati su uno strano personaggio, Abdelhakim Sefrioui, franco-marocchino di 61 anni, predicatore islamista. Nei giorni precedenti all’aggressione era stato una presenza costante accanto al padre di un’allieva di Paty, che aveva polemizzato con il docente per aver mostrato due caricature di Maometto, già pubblicate da «Charlie Hebdo», durante un corso sulla libertà di espressione. Nel mirino dell’intelligente da anni, Sefrioui avrebbe dovuto rappresentare un campanello d’allarme sulla gravità della vicenda. L’8 ottobre aveva accompagnato il padre della studentessa alla scuola. Avevano chiesto con veemenza alla preside l’allontanamento di Paty.  Il predicatore è classificato «s» dai servizi segreti, come tutti i sospettati di jihadismo e attività terroristica. Senza contare che il padre della studentessa ha una sorellastra partita nel 2014 per la Siria a «fare la jihad», da allora ricercata.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: La cura di Trump per il virus: se vinco torna tutto normale – «Rinchiudetela»: ora Trump attacca la governatrice nel mirino delle milizie
Tema: USA

Trump torna a sfidare il virus. Nei comizi per le presidenziali Usa ha ripetuto: «E’ sconfitto». E ha promesso: «Se vinco basta lockdown, si torna alla normalità». Accolto da poche mascherine e bagni di folla. Mai contagi volano: 50 mila casi al giorno.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: L’America mette a morte la prima donna dopo 67 anni
Tema: USA

II boia metterà fine all’atroce vita di Lisa Montgomery l’8 dicembre. E chissà se la scelta del giorno in cui i cattolici festeggiano l’Immacolata Concezione è un caso: o una tragica beffa. E se è coincidenza pure l’annuncio di voler mandare una donna al patibolo dopo 67 anni, fatto dal Dipartimento di Giustizia sabato sera: mentre in 400 città si marciava in difesa dell’aborto. Sì, perché Montgomery, 52 anni, è la folle assassina che a Skidmore, Missouri, nel 2004 strangolò con un cavo elettrico rosa la 23enne incinta Bobbie Joe Stinnett. Sventrandola, mentre ancora respirava, per rubarle la bambina dal grembo e spacciarla per sua. Una storia orribile, simbolo del malessere che da sempre stagna nella pancia dell’America profonda. «Lisa si è dichiarata colpevole, passerà la vita in prigione. Non c’è motivo di ucciderla: la malattia mentale scatenata dai traumi vissuti da bambina rendono la sua esecuzione una grave ingiustizia», dice ora Kelley Henry, l’avvocatessa che promette di battersi per lei fino all’ultimo. Certo, a due settimane dalle elezioni, l’amministrazione vuol esibire il suo pugno duro. D’altronde, già a luglio le esecuzioni federali sono riprese dopo 17 anni di moratoria non scritta, per volere di Trump. E da allora già nove condannati sono stati ammazzati.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Una donna al patibolo, è la prima volta dal 1953
Tema: USA

Lisa Montgomery diventerà la prima donna ad essere giustiziata per ordine delle autorità federali degli Stati Uniti da quasi settanta anni. Eppure, il tema della pena di morte non scalda la campagna elettorale, sia quella del democratico Biden sia quella di Trump confermando come l’argomento a Washington sia blindato da una sorta di tacita inviolabilità trasversale.
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