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SINTESI IN PRIMO PIANO – 17 settembre 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Estensione del Green Pass: “Serve per tenere l’Italia aperta”, dice Draghi
– Caro Bollette, il governo punta al taglio del 30% sugli aumenti
– Patto Aukus anti-Pechino. La reazione di Parigi, tagliata fuori.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Logroscino Adriana 
Titolo: La spinta di Draghi per il via al decreto: è pensato per continuare ad aprire
Tema: Estensione Green Pass
Dal 15 ottobre per lavorare bisognerà esibire il green pass. Il decreto varato dal Consiglio dei ministri, valido fino al 31 dicembre, tiene insieme tutte le categorie che compongono la platea di 23 milioni di lavoratori: dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi, inclusi prestatori d’opera occasionali, collaboratori familiari, eletti, come sindaci e consiglieri, e volontari. E, dopo l’indispensabile passaggio — non formale — in aula, garantito dall’autonomia conferita agli organi costituzionali, anche senatori e deputati per partecipare ai lavori parlamentari dovranno mostrare il certificato verde. La trattativa ha superato agevolmente gli ultimi passaggi di condivisione, cabina di regia, tra governo e forze di maggioranza, e conferenza unificata tra ministri, Regioni ed enti locali, per arrivare, nel pomeriggio di ieri, al decreto approvato dall’esecutivo all’unanimità. L’onere di illustrare il provvedimento, a fine giornata, se lo assumono i ministri Roberto Speranza, Andrea Orlando, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta. Non c’è Giorgetti, ma «per un impegno», chiarisce. I ministri si soffermano sui tamponi, che non saranno gratuiti ma a prezzo calmierato e che garantiranno un pass valido per 72 ore. “Questo decreto è pensato per continuare ad aprire”, è la posizione del premier Draghi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Vitale Giovanna 
Titolo: Tutta l’Italia con il Green Pass – Green Pass per 23 milioni Draghi: “È ciò che serve per tenere aperta l’Italia”
Tema: Estensione Green Pass

II Consiglio dei ministri approva senza defezioni l’estensione del passaporto vaccinale a tutti i luoghi di lavoro a partire dal 15 ottobre. A essere interessati sono 23 milioni di persone. Evapora la resistenza di Matteo Salvini, passa la linea di Mario Draghi e Roberto Speranza. “Non ci fermiamo. Il Green Pass così ampio è quello che serve al Paese. È necessario per continuare a riaprire l’Italia”, dice Draghi. A sera, di fronte alla stampa, non c’è Draghi e neanche Giorgetti.Nessuno ha voglia di infierire o rispondere a domande su Salvini: conta il risultato. Dentro il consiglio dei ministri, tutto — o quasi — fila liscio, almeno sul fronte politico. “Con questo decreto — sottolinea il ministro della Salute — rendiamo ancora più forte la nostra campagna di vaccinazione e apriamo una nuova fase”. Il governo studia poi una revisione del sistema a colori ed una eventuale riapertura delle discoteche, su istanza leghista.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Tamponi validi per 72 ore. Scontro Speranza-Franceschini su cinema e teatri. Intervista a Gelmini: “Messo il Paese in sicurezza” – Franceschini- Speranza scontro sui teatri La resa di Salvini
Tema: Estensione Green Pass

Nessuna o quasi delle richieste su cui puntava Salvini passa in Consiglio dei Ministri: non i tamponi anti-Covid gratuiti, né l’esenzione dibuona parte delle attività che invece saranno vincolate all’obbligo del passaporto per i dipendenti. Giorgetti porta all’attenzione di Draghi i desiderata del leader. Ottiene che le farmacie siano vincolate per legge al prezzo calmierato di 15 euro dei tamponi rapidi, che avranno una validità di 48 ore per chi non ha il Green Pass. Con un emendamento in Parlamento, inoltre, Giorgetti si assicura anche i test salivari e 72 ore divalidità in caso di tampone molecolare. Pochi sono i margini che invece lascia Draghi sulle discoteche. Dopo un anno di stop causa virus, Salvini le vorrebbe riaprire subito, rendendole accessibili con il pass come cinema, teatri, palazzetti dello sport. Ma l’unica concessione che il premier fa a Giorgetti è la promessa di inserirle nelle valutazioni che il Comitato tecnico scientifico e il governo faranno per il primo ottobre. Se la curva dei contagi reggerà, allora si farà un passo in avanti. È la risposta che dà anche il ministro della Salute Roberto Speranza al collega della Cultura Dario Franceschini, del Pd, durante il Cdm. Quando la discussione vira sulla possibilità di allentare le misure di distanziamento, il confronto trai due è breve ma teso. Franceschini ha il fiato sul collo delle categorie dello spettacolo, attori, registi, vip che lo supplicano, con appelli, video sui social e interviste, di portare la capienza al 100%. «Hanno ragione – sostiene il ministro -: con l’obbligo delle mascherine e del Green Pass non vedo perché non si potrebbe…». «Aspettiamo il monitoraggio del 1° ottobre, vediamo cosa succede con le scuole» è la risposta che gli dà Speranza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Giorgetti alla fine salta l’incontro con i giornalisti: se no mi chiedono solo di Matteo
Tema: Estensione Green Pass

Dopo settimane di polemiche, di critiche da parte di Salvini, II capo del governo porta a casa l’estensione dell’obbligo del green pass in modo indolore, con nessun dissenso in Consiglio dei ministri. Ma Lega di piazza, quella che Matteo Salvini porta avanti quasi ogni giorno, può dire di aver ottenuto almeno due risultati, legati ad altrettanti rinvii (riforma catastale e provvedimento per calmierare gli aumenti in bolletta) che suonano come una sorta di scambio politico.  È curioso, ma non troppo, che Giancarlo Giorgetti sia stato uno dei ministri ad intervenire di più. Alla fine del Cdm ha chiesto in modo esplicito di non andare in conferenza stampa, «altrimenti mi fanno solo domande su Salvini». Come sempre il capo del governo è stato di poche parole, ha fatto i complimenti al ministro dell’Istruzione per la riaperture delle scuole, si è soffermato su alcuni dettagli tecnici, ha rimarcato che quello per l’estensione dell’obbligo di green pass in tutti i luoghi di, lavoro è «un decreto per continuare ad aprire il Paese», e che ove si introduce un obbligo lo si fa in tutti luoghi «dove è consentito e agevole il controllo delle norme».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cappellini Stefano 
Titolo: Intervista a Andrea Orlando – Orlando: “Ormai c’è una Lega di governo e un’altra che insegue Meloni” – Orlando “Per ora è giusto evitare l’obbligo vaccinale”
Tema: Estensione Green Pass

Le parole del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, sull’estensione del Green Pass decisa dal governo: “Si sono tfatti dei passi per ascoltare le ragioni del sindacato, il principio del tampone gratis avrebbe minato l’impalcatura della campagna vaccinale che è lo strumento chiave della lotta alla pandemia. La priorità è la sicurezza nei luoghi di lavoro e non possiamo permetterci nuove restrizioni in autunno. (…) C’è la possibilità di ottenere il Green Pass senza alcun costo e, peraltro, il nostro decreto prevede un prezzo calmierato per i tamponi. II sindacato ci ha chiesto perché non adottare l’obbligo vaccinale e noi abbiamo spiegato che, pur senza escluderlo, in questo momento preferiamo evitare una polarizzazione delle posizioni sul vaccino che sarebbe dannosa e controproducente”. E ancora: “Escludo che i circa quattro milioni di lavoratori non ancora vaccinati siano tutti No Vax. Anzi, sono sicuro che questi siano una esigua minoranza. La maggior parte dei non vaccinati è composta da persone che nutrono dubbi e perplessità”. Infine sulla posizione della Lega: “Ci sono due Leghe, una che investe nel governo e l’altra che insegue le posizioni della Meloni”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Intervista a Mariastella Gelmini – “Voterei anche l’obbligo vaccinale il Pass protegge economia e salute”
Tema: Estensione Green Pass

Il ministro per gli Affari regionali Maria Stella Gelmini, al termine della lunga giornata che sancisce l’estensione del Green Pass: “Nessuna difficoltà. Stiamo andando avanti senza tentennamenti perché la posta in gioco è altissima e la pandemia non è finita. Mettere in sicurezza il Paese, come facciamo anche con il decreto di oggi, significa proteggere salute ed economia. Il governo è nato per questo”, afferma, spiegando: “Abbiamo esteso il pass ai lavoratori pubblici, ai privati e ai professionisti. Il privato non è meno importante del pubblico. Specie per noi liberali. Proteggiamo il lavoro, ovunque esso sia, per crearne di nuovo. Era una richiesta che veniva dalle imprese oltre che da Forza Italia: non potevamo fare discriminazioni. Non ci sono figli e figliastri. Quanto all’obbligo, io non avrei difficoltà a votarlo, se necessario. Ma possiamo evitarlo: il traguardo non è lontano”. E ancora: “In questi primi quindici giorni di settembre ci siamo attestati intorno alle 250mi1a dosi inoculate al giorno. Il 75% degli over 12 è immunizzato, la diminuzione è fisiologica. Ma non dobbiamo mollare. Possiamo arrivare all’85% e l’estensione del Green Pass serve a questo fine. Inoltre abbiamo accolto anche la richiesta dei governatori di una grande campagna di comunicazione istituzionale per sconfiggere le fake news sui vaccini”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Campidoglio: Michetti avanti, Gualtieri favorito Il candidato FdI al ballottaggio dietro anche a Calenda – Campidoglio, Michetti avanti Gualtieri in pole al ballottaggio
Tema: Corsa al Campidoglio

La gara del primo turno finirà con Michetti in testa e Gualtieri poco sotto, e con i due pronti a sfidarsi al ballottaggio. Calenda si piazza terzo e la Raggi quarta. Questa la fotografia scattata da Swg a due settimane dal voto per il Campidoglio. E’ il sondaggio più fresco e più approfondito sulle elezioni a Roma e descrive, in vista del secondo turno, una situazione di bipolarismo centrodestra-centrosinistra con Michetti e Gualtieri che si combattono su percentuali tra loro vicine. Michetti si assesterebbe in una forchetta che va dal 29 al 33 per cento. Lo incalza Gualtieri con il 26-30 per cento. Seguono Calenda (18-22 per cento), Raggi (15-19 per cento) e gli altri (3-5 per cento). Poi però al ballottaggio, secondo questi rilevamenti, prevarrebbe il candidato del centrosinistra per 58 a 42, forte dell’arrivo di una quota dei voti andati ai calendisti e ai grillini in prima battuta.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  M.A. 
Titolo: Pd primo partito, FdI batte Lega Tonfo 5S: nessun effetto Conte
Tema: Corsa al Campidoglio

I partiti della coalizione che sostiene Michetti arrivano, secondo il report Swg, al 34,5. Quelli del fronte Gualtieri si fermano quattro punti e mezzo sotto: al 30,2. Centrodestra batte centrosinistra, insomma, al primo turno. Ma il partito più votato nella Capitale sarà, se le previsioni corrisponderanno ai numeri reali, il Pd, col 19.8%. Tallonato da Fratelli d’Italia che surclassa la Lega (18,3 per cento contro l’8,1) e mette a segno un ribaltone clamoroso nei confronti del partito salviniano. Tra M5S e liste civiche per la Raggi, il fronte della sindaca uscente nei voti di lista arriva al 16,5. Una cifra che, se confermata nelle urne, racconta la storia di una disillusione: quella dei romani nei confronti del movimento 5 stelle. Cinque anni fa, quando trionfalmente fu eletta la Raggi al Campidoglio dopo la gestione Marino, i grillini con il vento in poppa ottennero la cifra record da primo partito in città e si attestarono sulla vetta del 35,3 per cento. Ma già alle Europee del 2019, un calo notevole: M5S al 17,6 per cento. Ora, al netto dei consensi alle liste civiche e della Raggi, il movimento guidato da Conte – il quale non è riuscito a nascondere in queste settimane di campagna elettorale una certa freddezza nei confronti di Virginia che ancora non si è potuta avvalere dell’aiuto in campagna elettorale di Beppe Grillo – tocca il 12,2.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Raggi, Fico e Di Maio al vertice Così cambiano gli equilibri M5S
Tema: M5S

Virginia Raggi, Luigi Di Maio e Roberto Fico sono stati eletti membri del comitato di garanzia del M5S e Riccardo Fraccaro come nuovo esponente del collegio dei probiviri. Sono 30.073 i militanti pentastellati che hanno votato su Skyvote su circa 115 mila aventi diritto, ossia poco più di uno su quattro. Primo degli esclusi Andrea Liberati con 3.727 voti, seguito da Carla Ruocco (3.474) e Tiziana Beghin (3.112). Nel ballottaggio per un posto tra i probiviri la spunta Fraccaro su Grazia Di Bari con 21.097 voti contro 8.976. Una votazione fondamentale, quella per definire il comitato di garanzia, per due moti 4 vi: apre la nuova fase contiana del Movimento delineando subito degli equilibri più chiari, con un organo che si ritaglia le vesti di un vero arbitro nelle contese del Movimento (ha anche il potere di chiedere la sfiducia per Conte e Grillo) e in secondo luogo permette di far partire l’iter per le nomine politiche interne, che saranno dopo le Amministrative. Solo allora si vedranno le strategie dei malpancisti (una ventina), ma per adesso i venti di addii sono solo evocati. Di Maio, Fico e Raggi — che prendono il posto di Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri che si sono dimessi a inizio agosto — staranno in carica per quattro anni e dovranno adoperarsi da subito per stilare i regolamenti necessari per l’elezione del comitato nazionale.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina – Fotina Carmine 
Titolo: Caro bollette: il Governo punta a tagliare gli aumenti del 30% Tariffe verso il restyling – Tra una settimana il decreto – Caro bollette, il governo punta a tagliare il 30% degli aumenti
Tema: Caro Bollette

Con la manovra d’urgenza il governo punta sterilizzare quasi un terzo degli aumenti delle bollette di luce e gas in arrivo per il prossimo trimestre. Il 30% è  l’obiettivo che si sarebbe dato l’esecutivo al termine dei vari confronti tecnici degli ultimi giorni. Per questa riduzione dell’impatto sui consumatori finali occorrerebbe comunque una cifra molto consistente, trai 2 e i 3 miliardi, sulle cui coperture lavora il Mef. L’intervento non è stato esaminato dal Consiglio dei ministri di ieri, ma sarà parte di uno specifico decreto legge la prossima settimana. Mitigare i forti rincari in arrivo del 30% significherebbe comunque porsi al di sotto dell’asticella che era stata invece raggiunta a luglio, quando con un’operazione da 1,2 miliardi di risorse pubbliche si era riusciti in pratica a dimezzare gli aumenti che erano previsti nell’ordine del 20 per cento. Stavolta le stime parlano di incrementi in bolletta del 40% per la luce e di circa il 31% per il gas. Significherebbe una maggiore spesa complessiva sulla bolletta degli italiani in regime di maggior tutela di quasi 9 miliardi di euro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Bollette, l’idea di estendere il bonus Vertice Draghi-Cingolani-Franco
Tema: Caro Bollette

Se i rialzi fossero pari a quelli che teme il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e nell’ipotesi (incerta) che durino un anno, graverebbero sulle bollette elettriche degli italiani per quasi 16 miliardi di euro in più rispetto al 2019, anno pre-Covid.  Senza contare gli aumenti legati al consumo diretto di gas nelle case e nelle imprese. Il colpo sulla ripresa sarebbe durissimo. Il governo ha bisogno di tempo per trovare misure a protezione, parziale, dei consumatori. La complessità del quadro avrà senz’altro pesato sulla riunione che ieri nella mattina il premier Mario Draghi ha avuto con Cingolani e il ministro dell’Economia Daniele Franco. Si studia il modello Madrid, dove è scattata una riduzione per sei mesi dei «profitti eccessivi» di cui stanno beneficiando le centrali elettriche che non emettono CO2 questo taglio sui loro extra-profitti dovrebbe far recuperare 2,6 miliardi entro il marzo del 2022, da girare ai ceti più vulnerabili. Il ministro Franco sembra invece propenso a un pacchetto più composito: in parte portando alcuni «oneri di sistema» nella fiscalità generale (dove sarebbero distribuiti in modo più socialmente equo); in parte forse riducendo l’Iva sull’elettricità, anche se il beneficio per le imprese sarebbe molto ridotto; e in parte allargando il bonus elettrico, un aiuto che oggi esiste per le famiglie numerose con redditi fino a 20 mila euro.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Industria, i contratti di sviluppo ripartono con la clausola lavoro
Tema: Contratti di sviluppo

Da lunedì ripartiranno i contratti di sviluppo. Le domande per questo strumento di agevolazione sono congelate dal 9 agosto quando lo sportello è stato chiuso dal ministero dello Sviluppo economico con un decreto direttoriale per mancanza di risorse. Un nuovo provvedimento ministeriale in corso di pubblicazione riaprirà le domande a partire da lunedì 20 settembre. La chiusura dello sportello era scattata in seguito all’approvazione dell’articolo 31 del decreto Sostegni bis che prevedeva di trasferire fmo a un massimo di 400 milioni della dote di questo strumento alla nuova Fondazione Enea teche Biomedical destinata, tra l’altro, a supportare le iniziative italiane sulla produzione di vaccini. I contratti di sviluppo, gestiti da Invitalia, sono un mix di agevolazioni per investimenti produttivi industriali e innovativi che include finanziamento agevolato e contributi a fondo perduto. Da lunedì ripartiranno inglobando la clausola occupazionale che alla fine di agosto il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti con un atto di indirizzo ha chiesto alle varie direzioni generali di inserire nei provvedimenti di concessione degli incentivi che prevedono incrementi occupazionali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fregonara Gianna – Riva Orsola 
Titolo: Stipendi troppo bassi Scuole senza prof uomini L’Ocse: a loro non conviene
Tema: Lavoro

Secondo l’ultimo rapporto Ocse sullo stato dell’istruzione nel mondo Education at a glance 2021 pubblicato ieri, le prospettive di guadagno di un giovane che decide di andare a insegnare sono poco più della metà (fra il 56 e il 64 per cento) di quelle che avrebbe impiegandosi altrove.  Lo svantaggio retributivo di chi lavora a scuola si registra un po’ in tutto il mondo, ma in maniera molto meno marcata che in Italia: in media negli altri Paesi un insegnante (maschio) guadagna tra il 76 e l’85 per cento di quanto prendono i suoi ex compagni di studi che fanno altro. Insegnare da noi conviene poco anche alle donne, ma lo svantaggio non è così drastico come per i loro colleghi maschi: «un taglio» tra l’8 e il 20 per cento, a parità di titolo di studio, rispetto alle altre professioni. A giocare a favore delle maestre e delle professoresse, paradossalmente, è il fatto che in tutti gli altri lavori sono pagate molto meno degli uomini, mentre a scuola vige la parità dei sessi. In generale comunque gli insegnanti da noi guadagnano meno che in altri Paesi. Lo stipendio medio in Italia è di 38.978 dollari (circa 33 mila euro) a parità di potere d’acquisto nella scuola dell’infanzia e primaria (contro una media Ocse di 40.707 dollari), 41.800 dollari alle medie (contro 45.687) e 44.464 dollari alle superiori (contro 51.749).
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Testata:  Tempo 
Autore:  FIL. CAL. 
Titolo: Ecco cosa c’è dopo Quota 100
Tema: Welfare

In 340mila hanno approfittato dell’uscita con 62 anni e 38 di versamenti. Ma dal primo gennaio 2022 non sarà più possibile. Il cantiere della riforma è aperto. Senza una misura ad hoc il rischio è il ritorno alla Fornero cioè l’uscita a 67 annidi età anagrafica. Con il risultato che, dal prossimo primo gennaio, per uscire dal lavoro un occupato dovrebbe aspettare almeno altri 5 anni rispetto al collega uscito un giorno prima. Si tratta del cosiddetto «effetto scalone» che il governo vuole evitare anche sotto la pressione di sindacati e partiti. Le ipotesi sul tavolo sono molte e la loro applicazione è legata solo al costo necessario a finanziarle. I sindacati spingono per la Quota 41, e cioè il conseguimento del diritto all’assegno con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età. Mentre il presidente Inps Pasquale Tridico punta alla divisione della pensione in due parti da calcolare con metodi diversi. Una parte contributiva, legata esclusivamente al montante accumulato durante la carriera lavorativa, che si può anticipare con calcoli ad hoc. E una parte retributiva, legata invece alle retribuzioni dei primi anni di attività, che si otterrebbe solo a 67 anni. L’anticipo pensionistico per la parte contributiva si potrebbe dare a 62-63 anni mentre il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe a 67 anni .
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: Intervista a Mario Nava – Nava: «Cresciute in Italia l’attenzione sulle riforme e la voglia di voltare pagina»
Tema: Riforme

Le parole di Mario Nava, ex presidente Consob, oggi alla guida della Dg Reform della Commissione Ue che ha il compito di assistere nell’elaborazione e nell’attuazione delle riforme gli Stati membri che ne facciano richiesta: “L’Italia è tra gli Stati membri che hanno ricevuto maggiore sostegno, con ben 6o progetti dal 2017. Nel 2021, a beneficio dell’Italia sono stati selezionati 11 nuovi progetti di riforma, tutti relativi all’attuazione del Pnrr e quindi legati a Next Generation Eu, di cui i piani di ripresa fanno parte. Finora abbiamo riscontrato la massima cooperazione da parte degli interlocutori nazionali”, dice Nava; “La seconda tranche di finanziamenti è prevista a sei mesi di distanza dalla prima ed è condizionata al raggiungimento degli obiettivi intermedi che l’Italia ha indicato nel Pnrr. L’Italia è chiamata per prima cosa ad adottare le riforme previste dal piano entro la fine del 2021. Riguardano diverse aree di intervento: la Pubblica Amministrazione, la riforma del sistema giudiziario, la promozione della competitività anche mediante la Legge annuale sulla Concorrenza, il completamento del capitolo semplificazioni e razionalizzazione legislativa. In ogni caso, il piano italiano ha il pregio di riportare con chiarezza l’elenco delle riforme previste e la relativa tempistica”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: «Fisco, pensioni e occupazione col governo ora un confronto vero»
Tema: Sindacati

II green pass obbligatorio per entrare al lavoro, deciso ieri per decreto dal governo Draghi, viene digerito dai sindacati, con qualche mal di pancia in più nella Cgil, ma tutto sommato senza troppi problemi. E Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil) avevano avuto la conferma che era inutile insistere con la loro richiesta di fissare piuttosto l’obbligo di vaccinazione, che per il sindacato sarebbe stato più semplice da gestire. Anche una parte delle imprese (la Confapi, per esempio) avrebbe preferito l’obbligo del vaccino anziché del green pass, ma alla fine per gli imprenditori è importante che si faccia un passo in avanti verso la più ampia vaccinazione possibile. Se sarà necessario, le parti sociali si sono già dette disponibili ad aggiornare i protocolli anti-Covid. Tutto a posto, allora? Niente affatto. Il tormentone del green pass e il modo in cui si è risolto ha segnato per il sindacato una mezza sconfitta. E ora Cgil, Cisl e Uil cercano la riscossa su altri fronti aperti col governo Landini ieri ha concluso a Bologna l’assemblea nazionale dei delegati della Fiom lanciando una sorta di ultimatum a Draghi. II leader della Cgil per prima cosa ha detto al premier che il governo deve smetterla di chiamare i sindacati «all’ultimo minuto per comunicarci decisioni già prese». Aggiungendo: «Penso alla riforma delle pensioni, a quella del fisco, alla riforma degli ammortizzatori sociali. Abbiamo chiesto al governo che nei prossimi giorni su questi temi si apra un confronto vero, a partire anche dal fatto che le riorganizzazioni delle imprese non possono produrre licenziamenti o delocalizzazioni».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  De Biase Luca 
Titolo: Spid, il successo e la doppia faccia della vita digitale – La strada stretta tra semplificazione e universalità
Tema: Spid e Digitalizzazione

La disponibilità a conferire dati personali e tempo in cambio di servizi online che richiedono un identificativo e una password è molto diffusa. E così lo Spid comincia ad avere dimensioni ragguardevoli: su 50 milioni di italiani che potrebbero richiederlo, è stato erogato a 24 milioni, secondo l’Agenzia per l’Italia Digitale. Insomma, il processo di creazione dell’identità digitale pubblica italiana partito nel 2013 con il governo di Enrico Letta e il commissario al digitale Francesco Caio, dopo otto anni è cresciuto. Il periodo del lockdown deciso per rallentare il contagio del Covid-19 è stato anche un periodo di accelerazione ulteriore della digitalizzazione. Secondo i calcoli di McKinsey, dato il ritmo di crescita del digitale prepandemia, il lockdown ha accelerato l’adozione di tre anni nel mondo e in Europa.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Deutsche Bank, diventa un giallo lo studio contro la finanza tedesca – Ritirato studio Deutsche Bank che critica il sistema finanziario
Tema: Deutsche Bank

In  uno studio uscito in questi giorni a firma di un agguerrito analista di Deutsche Bank Research, si attacca frontalmente il sistema tedesco a tre pilastri, formato da banche private, banche pubbliche e banche cooperative, che avrebbe “provocato una perdita di quote di mercato quasi senza precedenti degli istituti di credito tedeschi su scala internazionale”. Il rapporto disegna un quadro particolarmente cupo: “E’ difficile che si sia al mondo un supervisore dei mercati che sia stato tracolto da così tanti scandali finanziari come quelli che hanno investito BaFin negli ultimi 15 anni”. Lo studio agita le acque a dieci giorni dal voto per il rinnovo del Bundestag.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: Flotta di sottomarini contro la Cina L’alleanza tra Australia, Usa e Gb
Tema: Intesa USA, GB, Australia

USA, Gran Bretagna e Australia annunciano un patto a tre per rafforzare la presenza occidentale nel Pacifico di fronte agli obiettivi strategici di Pechino. Washington e Londra si sono impegnate a fornire agli australiani la tecnologia per costruire 8 sottomarini a propulsione nucleare, armati con missili da crociera. Pur senza espliciti riferimenti a Pechino, è chiaro che i sottomarini permetteranno agli australiani di intervenire nel Pacifico, dando man forte nel contrasto della flotta cinese. L’accordo è storico anche perché finora Washington aveva condiviso il suo know-how sui propulsori nucleari per sottomarini solo con i fidati britannici. “Una prova di mentalità da guerra fredda”, dice il portavoce degli Esteri cinese. Ma la reazione più dura è quella francese, tagliati fuori da una commessa che valeva 37 miliardi di dollari.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Sottomarini nucleari nel Pacifico, schiaffo Usa all’Europa – I sottomarini nucleari Usa nel Pacifico la mossa di Biden per arginare la Cina
Tema: Intesa USA, GB, Australia

Washington offre i sottomarini a propulsione nucleare all’Australia, per cementare l’alleanza contro la Cina e lanciare un avvertimento a Pechino. La Francia però si infuria, mettendo a rischio la compattezza del fronte con gli europei, che in teoria doveva rappresentare la grande differenza strategica rispetto all’approccio scelto da Trump per contrastare la Cina. Il patto Aukus, annunciato mercoledì dal presidente americano insieme al premier britannico Johnson e quello australiano Morrison, prevede che Washington condividerà la tecnologia dei sottomarini a propulsione nucleare con Canberra. Gli Usa consegneranno otto unità, non armate con testate atomiche, che quindi non violeranno i trattati di non proliferazione, ma saranno in grado di lanciare missili convenzionali molto potenti. La decisione di Canberra di aderire al patto viene vista come una scelta di campo epocale, perché significa non solo restare al fianco degli Stati Uniti, tradizionale alleato, ma anche impegnarsi a combattere con loro in caso di conflitto con la Repubblica popolare.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: Parigi perde la commessa “Pugnalati alla schiena”
Tema: Intesa USA, GB, Australia

Il governo francese è stato messo davanti al fatto compiuto, ha scoperto che un’affare che vale oltre 50 miliardi di euro è stato spazzato via in una notte, con l’annuncio del nuovo patto di Difesa Aukus tra Usa. “Una pugnalata alla schiena”, commenta senza mezzi termini il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian. L’indignazione è tale che è stato annullato un gala previsto per oggi all’ambasciata francese a Washington in ricordo del 240° anniversario della “Battaglia dei Capi”. La sorpresa è la stessa a Bruxelles dove proprio ieri era prevista la presentazione della strategia Ue per la cooperazione nell’Indo-Pacifico. L’attualità ha stravolto il programma del capo della diplomazia europea, Josep Borrell, che ha dovuto amettere: “Non siamo stati informati, non siamo stati consultati. Lo deploriamo”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto – Nigro Vincenzo 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – Di Maio: “Subito la Difesa europea il G20 sull’Afghanistan si farà” – Di Maio “Serve subito una Difesa europea Il G20 su Kabul si farà”
Tema: Difesa Europea

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio annuncia: “Il G20 straordinario sull’Afghanistan (chiesto dal premier Mario Draghi, ndr) si terrà dopo l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York”. Sull’accordo tra USA, GB e Australia sui sottomarini nucleari, preso tagliando fuori l’Europa, Di Maio dice: “Afghanistan e Australia rilanciano la grande urgenza di una Difesa europea che preveda anche un coordinamento dell’industria continentale. Sarebbe un passo quanto mai importante e necessario non per contrastare i nostri alleati, ma per avere più peso contrattuale. Nessuno di noi di fronte a Stati Uniti o Cina può pensare di competere come singolo Paese”. E ancora: “Quella sulla Difesa è una discussione legata anche alla politica estera. In questi due settori vogliamo arrivare a poter adottare decisioni a maggioranza, sfuggendo alla paralisi dei diritti di veto in mano ai singoli governi. Si tratta di una svolta storica e urgente che credo debba arrivare anche sulla Sanità”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Magrì Fabiana 
Titolo: Il nonno di Eitan in tv “Un giorno mi dirà che io l’ho salvato”
Tema: Caso Eitan
I due rami della famiglia del piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, si danno battaglia mediatica, stasera, sui canali israeliani N12 e Kan13. N12 ha diffuso su twitter due brevi video che anticipano i contenuti di una lunga l’intervista a Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, raccolta poche ore prima che la polizia israeliana lo interrogasse e lo ingiungesse i domiciliari. Peleg, 58 anni, appare pacifico mentre la giornalista gli chiede se si rende conto che quello che ha fatto non è legittimo. “Davvero, non capisco – risponde -. Ho ricevuto un’opinione legale e sono passato attraverso un regolare controllo passaporti”. Nell’uomo, che meno di quattro mesi fa ha perso cinque membri della sua famiglia, l’emozione prende il sopravvento mentre risponde che è certo che Eitan, da grande, gli riconoscerà di aver fatto tutto per lui. “Mi dirà che l’ho salvato. E mia figlia – aggiunge -, quando un giorno ci incontreremo in cielo, sarà fiera di me per averlo portato a casa sua”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guastella Giuseppe 
Titolo: «Il nostro Eitan tornerà in Israele» Il nonno sui social prima del blitz
Tema: Caso Eitan

C’è tutto il dolore della tragedia del Mottarone nelle carte del procedimento che ha rigettato la richiesta dei nonni di Eitan di revocare la nomina della zia paterna a suo tutore. Quattro udienze sofferte da fine maggio a inizio agosto di fronte al giudice tutelare di Pavia Michela Finucci che alla fine inviterà il nonno materno Shmuel Peleg a riconsegnare il passaporto del bambino dopo che l’ufficiale in pensione dell’esercito israeliano prima del 6 agosto aveva già annunciato sui social che Eitan «sarebbe tornato in Israele», cosa che ha organizzato lui stesso con il rapimento di sabato scorso  per il quale ora è bloccato in casa a Tel Aviv dalla Polizia israeliana. Affiorano sensibilità diverse: i nonni che vivono in Israele, i quali vogliono caparbiamente che il piccolo cresca e maturi nella religione e nella cultura del Paese d’origine; la zia per la quale un trasferimento sarebbe un ulteriore choc.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Dragosei Fabrizio 
Titolo: Diplomazie – Si vota in Russia Putin in ansia (pur con trucchi)
Tema: Russia al voto

Ume aperte tre giorni, per spingere la maggior parte possibile di elettori ad esprimere il proprio voto. Il partito del potere, Russia Unita, deve assolutamente vincere la corsa per il rinnovo dei 450 seggi della Duma e deve ottenere almeno 301 deputati per avere così una confortevole maggioranza qualificata. Ma la situazione non è rosea perché quello che l’oppositore Navalny ha etichettato come «il partito dei ladri e dei truffatori» è tutt’altro che popolare. Allora da mesi il Cremlino è all’opera per allontanare i pericoli. Intanto si è provveduto a far arrivare sussidi straordinari a pensionati, militari e famiglie con figli. Poi sono stati messi a tacere gli oppositori: Navalny è in carcere e i suoi non hanno potuto correre perché il Fondo anticorruzione è stato dichiarato «organizzazione estremista». Sistemati anche i candidati non allineati nei partiti della cosiddetta opposizione di sistema, liberaldemocratici e comunisti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Scott Antonella 
Titolo: Alle urne dopo il giro di vite In Russia il voto è già scritto
Tema: Russia al voto

Russia al voto per il rinnovo della Duma. Elezioni precedute da un giro di vite senza precedenti: ultimo esempio, il blocco di Google Docs sui principali operatori russi, presumibilmente, spiega il servizio di monitoraggio GlobalCheck, per impedire agli utenti di accedere agli elenchi dei candidati suggeriti da Aleksej Navalnyj. Lui, sia pure dal carcere, non ha affatto rinunciato a partecipare come può al voto. La cura con cui il Cremlino ha cercato di togliere di mezzo chiunque possa seriamente ostacolare l’affermazione di Edinaja Rossija (Russia Unita, il partito del potere), tradisce la determinazione a non correre alcun rischio, questa volta. Il Parlamento che uscirà dai tre giorni di voto, tra oggie domenica, dovrà essere a prova di bomba: sarà la Duma che accompagnerà il Paese alle presidenziali del 2024: quelle in cui Putin deciderà il proprio futuro, ricandidandosi o affidandosi a un erede.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: I liberali di Fdp: con noi nessuna svolta a sinistra
Tema: Germania

Il leader del partito liberale di Fdp, Christian Lindner, ha messo sul tavolo della campagna elettorale tedesca il peso della sua formazione che punta a diventare l’ago della bilancia dopo il 26 settembre, quando dalle elezioni emergerà un quadro complesso. II calo dei consensi per la formazione centrista che candida come cancelliere Armin Laschet sta spiazzando la Germania. I due partiti che otterranno più voti, stando ai sondaggi, non potranno contare su una maggioranza confortevole e dunque la coalizione dovrà essere a tre. La Fdp, accredidata di un 11-13% dei voti, dice che con loro la Germania non andrà a sinistra. I liberali, infatti, secondo la tradizionale collocazione, dovrebbero governare con i conservatori di Cdu/Csu ma l’aumento nei sondaggi della Spd fa salire le possibilità di una coalizione che includa, oltre ai Verdi, anche i liberali. Ma Lindner si è mostrato freddo su questa possibilità.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Germania, volevano colpire la sinagoga
Tema: Terrorismo

Sventato un attacco terroristico in Germania: l’altro ieri la città renana di Hagen si è tinta per ore delle sirene della polizia: gli agenti hanno perquisito l’appartamento di un sedicenne siriano che viveva dal padre e si era fatto notare per alcuni messaggi su una chat. L’accusa è di aver progettato un attentato da realizzare durante lo Yom Kippur. Non è stato trovato materiale esplosivo in possesso del ragazzo e per questo la Procura generale non sa ancora se riuscirà a trovare prove sufficienti per tenere dietro le sbarre il sedicenne, sospettato di aver programmato l’attacco alla sinagoga. L’aspirante stragista è stato interrogato a lungo dalla polizia. Nelle conversazioni intercettate da agenti segreti stranieri, parlava di esplosivi e aveva espresso l’intenzione di piazzare una bomba. Secondo la soffiata dell’intelligence, il giovanissimo fondamentalista pianificava di far saltare per aria il tempio.
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