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SINTESI IN PRIMO PIANO – 17 maggio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Fisco, verso la riforma. I mercati e gli affitti spingono i prelievi alternativi all’Irpef mentre si prepara il riassetto e il Governo esclude di allinearli al 23%.
– Governo compatto verso l’eliminazione del Coprifuoco. Speranza e Di Maio: allentare e poi superare la misura. Salvini rilancia: con questi dati bisogna ripartire, anche al chiuso e alla sera.
– Conflitto Israele-Hamas: ieri il giorno più sanguinoso con 45 vittime a Gaza, tra cui 8 bambini. Cresce la pressione internazionale.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Il coprifuoco sarà eliminato – La road map del governo Così sparirà il coprifuoco
Tema: Coprifuoco e riaperture

La battaglia del coprifuoco, che imperversa da settimane, finirà con uno slittamento dell’orario di un’ora o due al massimo. La road map si avrà oggi, ma la rotta sembra tracciata: qualche settimana con il coprifuoco dalle 23 alle 5, poi si passerà alla mezzanotte e solo a luglio, se tutto va bene, la misura verrà archiviata. Sul tavolo del governo anche la ripartenza dei matrimoni (con green pass) tra il 15 giugno e l’1 luglio, il ritorno del caffè al bancone l’1 giugno e il via ai centri commerciali nei week end il 29 maggio. In due giorni, nel Lazio, almeno 20 mila over 40 hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca nel primo «open day» dedicato ai vaccini con prenotazione virtuale su una app.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Open day AstraZeneca in tutta Italia, nel Lazio per i maturandi. Doppio test di massa per le notti in discoteca – Le Regioni moltiplicano gli Open day Il Lazio: «Ora tocca ai maturandi»
Tema: Coprifuoco e riaperture

Un successo inaspettato. Migliaia di quarantenni in coda fino a notte fonda sabato e domenica per vaccinarsi. «Vogliamo tornare alla normalità il prima possibile»; «siamo quelli che lavorano, immunizzarci è fondamentale per tutti». È successo nel Lazio, dove in due giorni almeno 20 mila over 40 hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca nel primo «open day» dedicato ai vaccini con prenotazione virtuale su una app. Ma sta succedendo anche nel resto d’Italia, dove la formula «open day» sta diventando la soluzione per vaccinare in brevissimo tempo tutti coloro che ancora non rientrano nelle classi d’età programmate dalla campagna vaccinale. Una sortà di «liberi tutti» che permette cosi di accelerare le inoculazioni utilizzando le dosi che risultano in eccesso e aumentare quindi la copertura vaccinale della popolazione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Zapperi Cesare 
Titolo: Meloni e l’idea di Palazzo Chigi se gli italiani vorranno io sono pronta
Tema: Fratelli d’Italia

«Mi preparo a governare la Nazione. Sono pronta a fare quello che gli italiani mi chiedono di fare comprendendone la responsabilità. Mi tremerebbero le mani, ma cosa farei a fare politica se non fossi pronta a confrontarmi con le sfide?». Giorgia Meloni non si nasconde. L’ascesa nei sondaggi, con Fratelli d’Italia ormai ad un passo dal Pd e non lontano dalla Lega, rende possibile uno scenario che anche solo un anno fa sarebbe apparso inverosimile. Alla domanda di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più (Rai3) su un eventuale incarico da premier, la leader di FdI non si sottrae. Come non manca di mandare un messaggio, pur dicendo che presto governeranno insieme il Paese, agli alleati del suo schieramento politico: «Il centrodestra non è affatto diviso, i rapporti tra me e Salvini sono costanti, ci sentiamo, poi può esserci la settimana sbagliata. Certo le continue ricostruzioni giornalistiche non aiutano, ma poi ci sentiamo e ci ridiamo su. Ci si gioca parecchio».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: La spinta di Letta per fare le riforme E non vuole elezioni prima del 2023
Tema: PD

E se Matteo Salvini stesse pensando di staccare la spina alla legislatura prima del tempo per andare al voto nel 2022? E’ la domanda che si stanno ponendo in questi giorni al Nazareno e nel centrosinistra in genere. Nei colloqui privati tra i big di quell’area è diventato un interrogativo ricorrente. E sabato scorso è stato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, a dare voce pubblicamente a questi timori: «Salvini dice che non si possono fare le riforme e che è pronto a votare Draghi alla presidenza della Repubblica. Insomma, sembra che non abbia in testa l’idea che questa legislatura duri molto». Dunque, nel centrosinistra ci si chiede, con una certa preoccupazione, quali siano le reali intenzioni di Salvini. Ne parlava l’altro giorno con qualche compagno di partito la capogruppo dem alla Camera, Debora Serracchiani: «Salvini mi sembra piuttosto confuso e preoccupato dall’ascesa della Meloni. E più i sondaggi confermeranno questo tre nd più lui vorrà andare a votare». Le elezioni nel 2022 coglierebbero impreparato il centrosinistra, perché dem e Movimento 5 Stelle, nonostante le reciproche rassicurazioni di Giuseppe Conte ed Enrico Letta, hanno ancora bisogno di tempo per dare vita a un’alleanza che sfidi il centrodestra nelle urne.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Chiellino Giuseppe 
Titolo: Sos ritardi del Sud: cura in sette anni con 210 miliardi – Chance unica di riscatto: 210 miliardi in sette anni da gestire in progetti veri
Tema: Fondi al Sud Italia

Non si può più dire che sia una questione di soldi. Se nei prossimi sette anni l’economia del Mezzogiorno non riuscirà a decollare per allinearsi ai ritmi di crescita del resto del Paese e magari anche un po’ di più, più vicina alla media europea, non dipenderà dalle risorse a disposizione. Nei prossimi sette anni le sette regioni italiane che secondo i criteri europei sono classificate come meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) avranno a disposizione circa 210 miliardi di euro di risorse pubbliche, per oltre due terzi finanziati dall’Unione europea attraverso il Recovery Plan, i fondi strutturali 2021-2027, compresi quelli destinati allo sviluppo rurale (Feasr) oltre che il Fondo sociale (Fse) e il Fondo per lo sviluppo regionale (Fesr). La quota nazionale arriva dal cofinaziamento obbligatorio dei fondi strutturali europei e soprattutto (56 miliardi) dal Fondo sviluppo e coesione che per&ograve ; guarda all’orizzonte del 2032. L’importo cresce ulteriormente se si considera anche la quota della programmazione 2014-2020 che l’Italia deve spendere entro il 2023.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Finizio Michela 
Titolo: Dai redditi al turismo i 20 divari del Sud da superare con il Pnrr
Tema: Fondi al Sud Italia

Solo tre donne ogni dieci lavorano nel Mezzogiorno, contro sei su dieci al Centro Nord. Nel reddito disponibile delle famiglie il divario territoriale tocca il 38% e la spesa sociale dei Comuni al Sud è pari a 78 euro pro capite rispetto ai 147 euro spesi nel resto del Paese. Le presenze turistiche per chilometro quadrato, infine, nonostante il potenziale del territorio, sono circa un terzo nel Meridione. Le statistiche misurano così, con alcuni indicatori territoriali emblematici, le distanze tra Nord e Sud del Paese che il Piano nazionale di ripresa e resilienza intende “accorciare” nei prossimi anni. La riduzione dei gap territoriali è uno dei tre obiettivi trasversali da raggiungere con gli investimenti delle varie missioni del Pnrr, ma deve fare i conti con una situazione di partenza che ha radici nel passato. Con una ricchezza prodotta quasi dimezzata rispetto al Centro Nord, il Mezzogiorno riflette un mix di ritardi che i recenti investimenti sono riusciti solo in parte a colmare.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: Fisco, la riforma fa i conti con tasse piatte da record – Flat tax, cedolare secca e sostitutive da record a quota 23 miliardi
Tema: Fisco

Cedolare secca sugli affitti, flat tax per i lavoratori autonomi e altre imposte sostitutive nel 2020 hanno raggiunto i 22,7 miliardi di gettito per l’Erario. Una cifra record che rende ancora più delicato il dossier dei regimi fiscali alternativi, in vista della riforma fiscale annunciata dal Governo. Per ora il premier Draghi ha messo pochi paletti, ma chiari. Primo: il sistema fiscale rimarrà «progressivo». Secondo: sarebbe meglio non modificare le imposte una alla volta. Terzo: entro il 31 luglio sarà presentato un disegno di legge delega che terrà conto del lavoro svolto finora dalle commissioni Finanze di Camera e Senato. Le audizioni si sono concentrate soprattutto sull’Irpef, ma rivedere solo questo tributo vorrebbe dire limitarsi a ridisegnare la tassazione per dipendenti e pensionati. La riforma dovrà invece coinvolgere anche i regimi sostitutivi dell’Irpef, a partire da quello forfettario degli autonomi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Draghi, via alle riforme – Dall’economia al fisco i tre mesi di Draghi per blindare il Recovery
Tema: Riforme

Tre mesi per le riforme. Cruciali, delicatissimi, fondamentali. Un calendario denso che nelle intenzioni di Palazzo Chigi è destinato a portare frutti entro fine luglio e a fornire materia su cui lavorare a oltranza per tutta l’estate. Una tabella di marcia attorno a cui Mario Draghi intende concentrare molti dei suoi sforzi. Per mantenere gli impegni presi con il Paese e con Bruxelles. E per continuare il lavoro per cui il governo in carica è nato: dare attuazione al Pnrr e garantire l’erogazione delle ingenti risorse che l’Europa ha destinato all’Italia con il Recovery. Entro fine mese si punta ad approvare la governance del Pnrr e il decreto semplificazione. A giugno, l’attenzione dell’esecutivo si concentrerà sul via libera al decreto concorrenza, altro tassello fondamentale per dare attuazione al Recovery. Subito dopo, si metterà in cantiere la legge delega sul fisco, entro luglio. Infine, la giustizia. Il primo passo rispetto a questo delicatissimo d ossier dovrebbe essere compiuto con il via libera alla delega sul civile (che è attualmente in Senato). La missione è approvarla entro l’anno. Alla Camera, invece, si prepara l’intervento per il processo penale – anche questo con l’obiettivo di arrivare all’ok entro fine 2021 – e, subito dopo, la revisione del Csm e dell’ordinamento giudiziario. Sono riforme chiave, perché senza risultati si rischia di perdere una parte cospicua della tranche di fondi promessa da Bruxelles.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Landini: non è tempo di pace sociale – “Il governo ci deve delle risposte non è il tempo della pace sociale”
Tema: Intervista a Maurizio Landini

Maurizio Landini va in pressing sul governo: si aspetta risposte in tempi rapidi alle questioni sul tavolo, a partire dalla richiesta di prorogare il blocco dei licenziamenti. E poi, assieme a Cisl e Uil, chiede a Draghi di sedere ai vari tavoli del Recovery plan, da quello della cabina di regia ai ministeri a quelli con Regioni e Comuni. E boccia l’idea di risolvere la fine del blocco dei licenziamenti con la decontribuzione per i neo assunti
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Testata:  La Verita’ 
Autore:  Dragoni Fabio 
Titolo: «Il ministro della Giustizia non può ricattare il Paese sui soldi dei Recovery fund» – «Altro che piano Marshall Il Recovery ricorda Stalin»
Tema: Intervista a Giulio Tremonti

«I piani presentati in Europa li ho letti più o meno tutti. La quasi totalità ha due caratteristiche essenziali. Sono concentrati – solo o quasi – sui trasferimenti a fondo perduto e non sul debito. Inoltre, sono focalizzati soprattutto sul verde e sul digitale. Fanno eccezione i piani di Italia e Grecia. In questi si prevede un pieno utilizzo della parte a debito con una ipertrofica estensione degli obiettivi. Si parla anche di geografia e demografia; si va dalle infrastrutture per la mobilità, alle politiche di coesione e inclusione nel mercato del lavoro. Per dirla alla D’Azeglio, questo piano avrebbe l’ambizione di rifare gli italiani e l’Italia. Ma D’Azeglio alla figlia Alessandrina scriveva di non spendere soldi che non si hanno». «Il tasso di crescita finale del Pil italiano, potenziale, è previsto in misura pari all’1,4%. Se dopo tutta questa palingenesi pianificatoria te ne esci con un modesto +1,4%, vuol dire che il primo a non credere nel piano è il governo stesso. Delle due l’una: se la previsione è realistica, allora è il piano è surrealistico».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Nizza Sharon 
Titolo: Il giorno più cruento Ma si tratta la tregua – Il giorno più sanguinoso della guerra Israele-Hamas Ma si tratta sulla tregua
Tema: Medio Oriente 

È il giorno più sanguinoso quello che ieri ha segnato il conflitto tra Israele e Hamas, apertosi una settimana fa con l’attacco missilistico a Gerusalemme, degenerando in fretta in uno dei confronti più intensi che le parti abbiano mai affrontato. Nella notte di sabato, poco dopo una nuova pioggia di missili che ha colpito l’area metropolitana di Tel Aviv, per un’ora interminabile l’aviazione israeliana bombarda senza sosta il quartiere di Al-Wehda a Gaza City. Il conteggio dei corpi sepolti tra le macerie non è ancora definitivo: sarebbero almeno 45 le vittime, 33 uccise in un unico raid, tra cui 8 bambini e almeno 13 persone appartenenti a un unico nucleo famigliare, Al-Kulk. Secondo i dati del ministero della Salute palestinese, il bilancio dall’inizio delle ostilità è di 197 vittime palestinesi di cui 52 minorenni. Secondo fonti citate dalla stampa israeliana, almeno 75 sarebbero combattenti delle diverse fazioni fondamentaliste palestine si e almeno 8 sono stati uccisi da un razzo esploso all’interno della Striscia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frattini Davide 
Titolo: Il Papa e l’Onu: tregua Netanyahu: non è finita – Papa e Onu, voci per la tregua Netanyahu: non è ancora finita
Tema: Medio Oriente 

Non si placa il conflitto in Medio Oriente. Cresce la pressione internazionale. «Cessate il fuoco» invoca l’Onu. E chiede la pace anche papa Francesco. La Cina accusa gli Stati Uniti di aver bloccato una dichiarazione dell’Onu che chieda la fine degli scontri. Anche papa Francesco lancia un appello: «Tra le vittime ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro. Mi chiedo dove l’odio e la violenza porteranno. Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro?».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Robecco Valeria 
Titolo: All’Onu la Cina attacca gli Usa e si offre come mediatore
Tema: USA – Cina nel conflitto israelo palestinese

Circa 2.000 manifestanti filo-palestinesi sono scesi in piazza a Brooklyn al grido di «Palestina libera». «Joe Biden e il suo governo devono smetterla di sostenere gli omicidi. Sostenete le vittime, fermate l’oppressione», ha urlato Mashhour Ahmad, palestinese 73enne che da mezzo secolo vive nella Grande Mela. Altre proteste si sono tenute in diverse città americane, da Los Angeles a Boston, da Philadelphia a Washington, mentre in Canada i manifestanti si sono dati appuntamento in migliaia a Montreal e Toronto. La Cina, presidente di turno del Cds, si è rammaricata per il fatto che Washington abbia bloccato la richiesta di maggiori sforzi internazionali per fermare le violenze. «Serve un immediato cessate il fuoco», ha detto il ministro degli Esteri di Pechino, Wang Yi: «Purtroppo a causa dell’ostruzionismo di un paese non abbiamo potuto parlare con una sola voce. Chiediamo agli Stati Uniti di assumersi le dovute responsabilit&a grave;». Quindi, ha detto che il Dragone accoglierebbe favorevolmente rappresentanti israeliani e palestinesi per riprendere i negoziati.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Biden resiste al pressing in casa dem Luce verde a Netanyahu sui raid
Tema: USA – Cina nel conflitto israelo palestinese 

«Palestinian Lives Matter», le vite dei palestinesi contano. In un editoriale sul New York Times , Bernie Sanders ha riassunto così il turbamento della sinistra verso la guerra. «Netanyahu coltiva un nazionalismo razzista, intollerante, autoritario e anti democratico», scrive chiedendo a Biden un «approccio imparziale», dove si riconosca a palestinesi e israeliani lo stesso diritto di vivere in sicurezza: «Nessuno dice che Israele non ha diritto all’autodifesa. Ma perché non ci si chiede mai quali sono i diritti dei palestinesi? I diritti, le vite dei palestinesi contano». A premere sull’amministrazione, in realtà non c’è solo la sinistra: pure centristi come il deputato della Carolina del Nord David Price e quello del Kentucky John Yarmuth hanno espresso il loro disappunto. Qualcosa sta d’altronde cambiando nell’opinione pubblica americana, più critica verso l’alleato storico.
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