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SINTESI IN PRIMO PIANO – 15 giugno 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Vaccini: caos nelle Regioni sui richiami AstraZeneca.
– Reddito: il governo pronto alla stretta sui lavori stagionali.
– Covid-19: la variante Delta rallenta le riaperture in Gran Bretagna.
– NATO: Cina e Russia due sfide da affrontare.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Logroscino Adriana 
Titolo: Dai governatori la richiesta di dosi Pfizer e Moderna – L’Aifa dà il via libera al mix di vaccini Ma sulla seconda dose è caos Regioni
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Nonostante l’Ema ribadisca che «il bilancio rischi-benefici di AstraZeneca» resti «positivo e il vaccino autorizzato per tutte le fasce d’età», serpeggia la tentazione di rinunciare al richiamo. Soprattutto tra quanti, avendo meno di sessant’anni e avendo ricevuto come prima dose il siero di AstraZeneca, dovrebbero riceverne una di Pfizer o Moderna come seconda, dopo l’approvazione formale della vaccinazione eterologa da parte dell’Agenzia italiana del Farmaco. Un rischio, quello della sfiducia, da evitare ad ogni costo. I governatori, in attesa di un confronto già fissato per giovedì, provano a tenersi allineati. Ma i distinguo non mancano, dopo la clamorosa disobbedienza di De Luca, che ha annunciato di continuare i richiami comunque con AZ in Campania. “Rispetteremo le indicazioni del ministero perché non esistono piani vaccinali regionali, ma solo un piano nazionale”, dicono Fontana e Zingaretti. Ma tutte le Regioni avvertono che per onorare la previsione del commissario Figliuolo serviranno più dosi di Pfizer e Moderna. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, invece chiede al governo un parziale ripensamento: “Fare il richiamo con AstraZeneca anche sotto i 60, deve essere permesso se c’è consenso informato e assistito”. Michele Emiliano comunica che in Puglia applicherà questa facoltà di scelta.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  mi.bo. 
Titolo: “Il mix dà più immunità” – Il governo tira dritto sul cocktail di vaccini “Le Regioni si adeguino”
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Tra chi non vuole applicarla e chi non ci riesce, la circolare sul cambio del richiamo per gli under 60 che hanno fatto AstraZeneca è ancora pressoché ferma. E sono passati quattro giorni dalla sua diffusione. Il ministero alla Salute lavora perché, per una volta, il sistema sanitario si muova in modo omogeneo e ieri sera i tecnici di Roma hanno chiamato quelli della Campania, la Regione più recalcitrante, per convincerli della bontà della scelta di fare un vaccino a Rna messaggero dopo la dose di quello a vettore virale. Ieri sera l’Aifa ha reso nota la sua decisione di domenica, con la quale si autorizza formalmente la sostituzione e dove si parla di un maggiore frequenza di effetti collaterali lievi-moderati. Il ministro alla Salute Roberto Speranza ha invitato le Regioni ad allinearsi. “Sulle questioni di natura sanitaria, le evidenze scientifiche vanno rispettate da tutte le Regioni”. Ci sono però ancora vari nodi da sciogliere. Il primo è la richiesta delle Regioni, anche di quelle che non faranno problemi ad adeguarsi di avere più dosi di vaccini a Rna messaggero. La Campania non è l’unica Regione a sollevare problemi. ll Lazio fin da subito ha posto la questione di coloro che non vogliono cambiare vaccino, ma preferirebbero fare comunque AstraZeneca anche per la seconda dose. Nella circolare del ministero si parla pero di «dovere» di cambiare. Anche l’Emilia-Romagna, dove hanno deciso di partire da subito con il cambio del richiamo, darà comunque ai cittadini che firmeranno un “documento di accettazione volontaria” la possibilità di fare di nuovo AstraZeneca.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: Intervista a Roberto Speranza – Speranza: Italia bianca grazie ai vaccini – “A fine luglio Italia fuori dallo stato d’emergenza”
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza: “Con i dati che arriveranno venerdì, il 99% degli italiani sarà in zonabianca”, dice il ministro della Salute, che spera di non rinnovare lo stato di emergenza in scadenza il 31 luglio, “per dare un segnale positivo al Paese”. Speranza torna sulle polemiche legate al vaccino di AstraZeneca, “sul quale le indicazioni sono cambiate per l’evoluzione delle evidenze scientifiche”, e sui nuovi attriti con le Regioni, che “sul crossing vaccinale devono adeguarsi alle nuove disposizioni, le regole valgono a livello nazionale». L’importante è che la campagna vaccinale non rallenti, “perché da quella dipende la nostra ripartenza”. Aggiunge il ministro: “Avere due terzi del Paese in zonabiancaè il frutto delle misure rigorose adottate e della campagna vaccinale che procede con numeri molto buoni. Nell’ultima settimana abbiamo registrato l lmila nuovi casi, che prima contavamo in un giorno, e i ricoveri in terapia intensiva sono un sesto rispetto a poche settimane fa. Ma è necessario continuare sulla strada della prudenza e della gradualità, su questo punto c’è un’ampia condivisione anche trai cittadini”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio 
Titolo: A Milano un civico e Albertini vice Ma Salvini è al bivio sul nome
Tema: Verso le amministrative

Matteo Salvini è fiducioso di chiudere entro la settimana tutte le candidature del centrodestra per le prossime amministrative. Ma a meno di ventiquattrore dall’ennesimo vertice annunciato ma non ancora confermato, il centrodestra non ha ancora trovato il cavallo su cui puntare per sfidare Beppe Sala. Non c’è accordo sul nome dei “civici” individuati in queste settimane, dopo la bocciatura dell’ipotesi Lupi. In pole position Oscar di Montigny, manager e direttore marketing e comunicazione di Banca Mediolanum, su cui però Berlusconi esprime dubbi; ticket alternativo potrebbe allora essere formato da Annarosa Racca e Albertini, con la candidatura della presidente di Federfarma lombardia, incappata però in un’indagine per diffamazione nei confronti di Marco Cossolo. Gi altri nomi restano sullo sfondo. Dal professore bocconiano, Maurizio Dallocchio, fortemente voluto da FdI ma proprio per questo motivo fuorigioco visto che Meloni ha già portato a casa il candidato a Roma, a Roberto Rasia. In calo anche le quotazioni di Riccardo Ruggiero, il manager amministratore delegato di Melita e di Fabio Minoli, direttore delle relazioni esterne della Bayer ed ex deputato azzurro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Letta parte da Tor Bella Monaca «Roma madre di tutte le battaglie»
Tema: Verso le amministrative

“Dobbiamo smettere di essere il partito che va bene nelle Ztl, mentre andiamo in sofferenza negli altri quartieri”, ha detto ieri il segretario del Pd Enrico Letta, in visita a Tor Bella Monaca, a Roma, insieme al candidato sindaco Roberto Gualtieri. Nel sesto municipio (quello che comprende Tor Bella Monaca) nelle ultime elezioni il candidato pd è arrivato terzo e non è nemmeno andato al ballottaggio. Del resto è la mission degli ultimi segretari dem quella di riconquistare le periferie perdute. Ci aveva provato il predecessore di Letta, Nicola Zingaretti, partendo da Casal Bruciato, quando venne eletto. E ancora prima Maurizio Martina tenne proprio a Torbella la prima riunione della segreteria dem. “Il punto è ricominciare a stare dentro I problemi e nei luoghi del conflitto. Se non si comincia a fare questo, ll Pd rischia di restare il partito dei garantiti mentre i vulnerabili finiscono a destra, perché la destra lucra sulle paure”, spiega Letta, che definisce Roma “la madre di tutte le battaglie”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Letta ora incalza Conte “Il M5S si rivolge ai moderati? Noi a tutti” – Letta a Conte: “Il Pd parla a tutti gli elettori” Scatta la competizione tra i due leader alleati
Tema: Verso le amministrative

“Conte dice che M5s parla ai moderati? Noi parliamo a tutti”; dice Enrico Letta, che ribadisce la fiducia nella vittoria di Gualtieri nella corsa a sindaco di Roma. Dunque Letta ritiene, a differenza di altri big del Pd, che “nella capitale e a Torino non c’è un accordo sul ballottaggio e non ci sarà”, rivela uno dei suoi consiglieri. Ma quel che colpisce sono le uscite del leader dem all’indirizzo di Conte, pur condite con un “non voglio fare polemiche con Conte, siamo molto d’accordo e stiamo facendo cose molto positive insieme”. Precisazione che implicitamente conferma la frizione di interessi. Due forze che cercano disperatamente di congiungersi in alleanze ovunque almeno ai ballottaggi. Tanto che a Torino, il flop delle primarie ha aperto un problema, ma offerto al contempo un’inedita possibilità al Pd: cercare un’intesa con i 5 Stelle, da una posizione non di forza.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Longhin Diego 
Titolo: Le primarie flop di Torino dividono Pd e Cinque Stelle – Torino, le primarie flop dividono Pd e M5S “Nemici al ballottaggio”
Tema: Verso le amministrative

Scintille tra il candidato del centrosinistra di Torino, Stefano Lo Russo, e la sindaca uscente dei 5 Stelle Chiara Appendino, che dice che “Pd ha voluto chiudersi in se stesso con queste primarie”, e rispetto ad un eventuale ballottaggio non pensa ad un appoggio al candidato del centrosinistra. L’ipotesi che i 5 Stelle possano sostenere Lo Russo in caso di necessità al secondo turno non esiste per Appendino. “Le alleanze non si costruiscono in dieci giorni, sarebbe uno scambio di poltrone”, dice la prima cittadina cinquestelle che non è stupita dalla bassa affluenza alle primarie. Lo Russo non si scompone. Non sembra preoccupato: “Le starà più simpatico Damilano…”, dice il candidato che per cinque anni ha fatto opposizione in Consiglio comunale ai grillini. Paolo Damilano è il candidato civico di centrodestra sostenuto anche da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
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Testata:  Mattino 
Autore:  Monga Federico 
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – Conte: «Riforme, si parte dal taglio delle tasse» – «Le riforme del mio M5S prima il taglio delle tasse»
Tema: Verso le amministrative

Le parole di Giuseppe Conte: “A Napoli il Movimento, insieme al PD e alle altre forze progressiste, ha saputo individuare un progetto forte per la città. Gaetano Manfredi è apprezzato e stimato da tanti. Vicino alla città e al bisogno dei napoletani. E poi chi ama l’Italia non può non amare Napoli, che deve recuperare la sua vocazione europea e il suo ruolo di grande capitale del Mediterraneo, snodo decisivo del tessuto produttivo nazionale e uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio culturale e artistico”. Poi sulle difficoltà di alleanze nelle altre grandi città, Conte dice: “Non possiamo affidarci a fusioni a freddo o a processi calati dall’alto. Le intese politiche si realizzano sui territori trovando un terreno comune e perseguendo obiettivi condivisi”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ajello Mario 
Titolo: Primarie Pd, il flop e l’invito di Conte: «Votate per i candidati amici nostri»
Tema: Verso le amministrative

Le primarie Pd rischiano di far saltare l’alleanza (più evocata che praticata) tra Pd e M5S. La beffa è a Torino: non solo non vota ai gazebo quasi nessuno ma viene trionfalmente eletto il più acerrimo nemico dei grillini. Si finisce senza votanti alle primarie e senza la prospettiva dell’alleanza. Solo a Torino? Macchè. Il pericolo grande ora sono Roma e Bologna. Si vota domenica. E a Bologna Conte s’infila negli affari del Pd, per salvare la prospettiva giallo-dem, scrivendo una lettera che è un (improprio) endorsement visto che riguarda il partito del Nazareno e non il suo: “Votate tutti per Lepore, M5S lo sostiene convintamente”. Perché se a Bologna vince Isabella Conti – schierata da Renzi per Italia Viva – succede il quarantotto: nessuna alleanza con i 5 stelle alle Comunali, trionfo per Renzi, ulteriore sconfessione della linea filo-stellata del Pd rappresentata da Lepore.
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Economia e finanza

Testata:  Messaggero 
Autore:  Bisozzi Francesco – Cifoni Luca 
Titolo: «Reddito, stretta sugli stagionali» – Reddito, sui lavori stagionali il governo pronto alla stretta
Tema: Lavoro e sussidi

Lavori stagionali di fatto obbligatori per i percettori del reddito di cittadinanza, che non potrebbero rifiutare questo tipo di offerta lavorativa, ma fruirebbero di un’integrazione da parte dell’Inps nel caso in cui la retribuzione risultasse inferiore all’importo del sussidio. La proposta è contenuta in un emendamento al decreto Sostegni bis, che trova l’appoggio anche nel governo, e arriva dal M5S. È una novità che strizza l’occhio ad albergatori e ristoratori, ma anche agli agricoltori. L’intervento correttivo trova sostegno al ministero dell’Economia, che ritiene prioritario snellire la platea dei percettori del rdc, diventata sempre più ampia nei mesi della pandemia, con inevitabile aumento dei costi per lo Stato (35% in più): a meno di una svolta, la spesa annuale per il sussidio potrebbe addirittura avvicinarsi ai 10 miliardi di euro. Ma l’ipotesi di modifica, sebbene avanzata da una deputata Cinquestelle, starebbe già creando seri mal di pancia all’interno del nuovo partito di Conte, dove sono ancora in molti a non volere cambiare la propria misura-bandiera. Proposte di modifiche al reddito di cittadinanza arrivano anche da Forza Italia. Un emendamento azzurro prevede la decontribuzione totale per le imprese del turismo che assumono i percettori del reddito di cittadinanza.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Aldrighetti Antonella 
Titolo: Salvate il ceto medio – «Tagliare le tasse e via il reddito 55» Salvini rilancia: stop alle cartelle
Tema: Lavoro e sussidi

Anche il M5S verso un ripensamento del reddito di cittadinanza, la cui spesa potrebbe essere impiegata per una solida riforma fiscale, come proposto da tempo da Forza Italia: “Nessuna imposta per chi guadagna meno di mille euro al mese, solo tre aliquote per tutti gli altri e tetto fiscale in Costituzione. Successivamente via libera alla flat tax”, la ricetta del partito di Berlusconi. Il computo sulla validità delle risorse necessarie è chiaro: 30 miliardi per passare da 5 a 3 aliquote – spiega il deputato azzurro Sestino Giacomoni – altri 50 miliardi per la flat tax. E per reperirli sarà necessaria una spending review e una revisione delle spese intermedie che peraltro produrrà anche un introito di circa 13 miliardi necessario all’abolizione dell’Irap. “L’unica nuova tassa da prevedere in questo contesto è la web tax al 15% per i colossi di internet, da cui ottenere tra i 2,5 ai 2,7 miliardi”, spiega. Anche per l’ex ministro Giovanni Tria ridisegnare la riforma e il livello della pressione fiscale è assolutamente necessario, quanto invece al reddito di cittadinanza: “Questo avrebbe una sua logica potendo aiutare i lavoratori in un periodo di transizione tecnologica o parcheggiati in attesa di reimpiego. Però dal punto di vista finanziario la cifra non è dirimente”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Conte Valentina 
Titolo: La carica dei precari spinge la ripresa – I precari spingono la ripresa Da gennaio assunti in 200 mila
Tema: Lavoro

Ricominciano a crescere i contratti a termine, falcidiati dalla pandemia. Lo fanno con forza: quasi 200 mila da gennaio. In vent’anni i contratti a termine sono esplosi da 2 a 3 milioni. Mentre la percentuale di quelli stabili crollava di quattro punti loro li guadagnavano. Sprofondati per il Covid a 2,6 milioni, ora già sono a 2,8 non lontani dal record del 2019. In termini di quote, siamo passati dal 10% al 30% dei lavoratori totali: un terzo dei dipendenti italiani è part-time, con picchi del 60% in sanità, scuola, ristorazione, e del 38% nel commercio. “I dati sono molto gravi”, commenta il presidente della Fondazione Di Vittorio (Cgil) Fulvio Frammoni: “Nonostante l’ottimismo di maniera, mancano all’appello 900 mila occupati, la disoccupazione è al 10,4% con 2,6 milioni di senza lavoro. E rischiamo di ripetere il 2008, una ripresa precaria con salair bassi e part-time forzato”. Ma al governo si scommette sulla quota del 30% per giovani e donne tra i nuovi assunti trainati dal Recovery.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Licenziamenti, maggioranza divisa sul dopo emergenza
Tema: Blocco licenziamenti

Maggioranza ancora divisa sul blocco dei licenziamenti, in vista della scadenza del 30 giugno. Palazzo Chigi conferma la mediazione raggiunta nel decreto Sostegni bis dal premier Mario Draghi, ma guarda al dibattito tra i partiti di maggioranza. Nella serie di emendamenti presentati al decreto Sostegni bis, tutte le forze di governo hanno proposto, sui licenziamenti, ricette differenti. Leu, raccogliendo i desiderata dei sindacati, ha chiesto una proroga secca del divieto generalizzato di licenziamento fino al 31 ottobre. Su una posizione diversa la Lega che ritiene prioritario sostenere le aziende più in difficoltà, aiutandole a non licenziare, ma apre a possibili blocchi selettivi. Contro i blocchi selettivi, invece, è il M5S che nel suo emendamento al decreto Sostegni bis spinge per la proroga della cassa integrazione Covid-19 gratuita. Fi e Iv sono invece freddi sul tema licenziamenti, e incalzano il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, a mettere in campo la riforma degli ammortizzatori e delle politiche attive e della formazione per gestire con tutti gli strumenti possibili i prossimi mesi di inizio ripartenza.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosaria 
Titolo: Concorso Sud, riaperte le ammissioni – Criteri troppo rigidi per il Concorso Sud il 65% non si presenta
Tema: Concorso Sud

Falsa partenza per il Concorso Sud: 2.800 assunzioni per 36 mesi di tecnici altamente qualificati nelle Regioni del Mezzogiorno, per la gestione dei fondi di coesione territoriale. Dopo le selezioni preliminari per titoli non si è presentato alla prova scritta in media 65% dei candidati ammessi. E così il Dipartimento della Funzione Pubblica ha deciso di riaprire le prove a partire dal 22 giugno. Il numero degli ammessi era stato calcolato moltiplicando per tre i posti messi a concorso, e aggiungendo gli ex aequo. Sulla carta un numero sufficiente, ma nella realtà il ministero della Pa si è reso conto che il numero dei vincitori sarebbe stato inferiore a quello dei posti messi a concorso.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Fondi pensione, il 27,4% non versa – Fondi pensione, Covip: con il Covid iscritti su ma il 27,4% non versa
Tema: Fondi pensione

La crisi innescata dalla pandemia si fattasentire anche sul sistema di previdenza complementare. A fine 2020 sono risultati comunque in crescita i rendimenti dei fondi pensione negoziali e dei fondi aperti, che, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, hanno guadagnato rispettivamente il 3,1 e il 2,9%. Anche le adesioni hanno fatto registrare un incremento del 2,2%, seppure molto più contenuto di quello dei 2019, raggiungendo quota 8,4 milioni. Ma lo scorso anno il 27,4% degli iscritti (circa 2,3 milioni) non ha versato contributi, senza considerare che ben da un milione di soggetti risultava un’assenza di versamenti da almeno cinque anni. Ancora basso poi è stato il ricorso alle pensioni integrative da parte degli “under 35”, che rappresentano appena il 22,7% di tutto il bacino, e delle donne, ferme a quota 38,3 per cento. Una fotografia dai colori non proprio brillanti quella scattata dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione con la relazione annuale per il 2020.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Marroni Carlo 
Titolo: Bankitalia: con il Covid cresce la propensione degli italiani al risparmio
Tema: Risparmio

La Banca d’Italia con una “Note Covid-19”, dal titolo “Fears for the future: Saving dynamics after the COVID-19 outbreak” torna ad affrontare il tema del forte risparmio degli italiani già evidenziato al termine del primo lockdown ed esploso con i dati di fine 2020: la crisi, si legge, “ha portato a un aumento significativo del risparmio delle famiglie a livello mondiale, Italia inclusa”, fenomeno “precauzionale assodato a una maggiore incertezza sul lavoro, alla percezione di una crisi sanitaria più prolungata e a maggiori preoccupazioni per il rischio di una nuova pandemia che potrebbe verificarsi nei prossimi anni”. In particolare, argomentano gli economisti di Bankitalia autori dello studio – Valerio Ercolani, Elisa Guglielminetti e Concetta Rondinelli – “il tasso di risparmio, dopo i livelli elevati raggiunti durante la prima ondata – anche superiori al 20% nella primavera del 2020 – è rimasto significativamente al di sopra dei valori pre pandemia”. Non solo: la previsione di circa la metà delle famiglie è di aumentare ancora i risparmi nel 2021. Insomma, l’indicazione è che le famiglie potrebbero mantenere un atteggiamento precauzionale nonostante l’allentamento delle restrizioni e il calo dei contagi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Consob: minaccia criptovalute – Savona: criptovalute fuori controllo
Tema: Relazione Consob

La capacità di mettere da parte i soldi delle famiglie italiane durante la pandemia è aumentato, con un saggio di risparmio rispetto al reddito disponibile salito del 50%. Peccato che il rendimento sia stato prossimo allo zero. Se invece ci fosse stata la capacità di mettere a reddito quel risparmio, anche solo con una remunerazione di un punto percentuale, le famiglie avrebbero guadagnato complessivamente 30 miliardi, quasi il 2% del prodotto interno lordo. Ed è proprio un simile contesto che rende il risparmiatore più vulnerabile e ad essere attratto dalle “sirene” delle criptovalute, come i Bitcoin. Nella sua relazione annuale della Consob, la terza, il presidente Paolo Savona ha messo in guardia dal rischi di “creare moneta via computer”. Essa offre “a chi la effettua la possibilità di disporre di un potere di acquisto” al quale però non c’è una corresponsione del valore di ciò che viene acquistato. Nel bitcoin non c’è un creditore al quale corrisponde un debitore e non c’è trasparenza di informazioni, perché esse sono in possesso solo di coloro che fanno parte della blockchain. “La blockchain originaria è impenetrabile – ha detto -. L’uso di questi strumenti nelle forme chiuse all’esterno ai partecipanti preclude una vigilanza privata o pubblica” con gli inevitabili effetti sulla trasparenza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: I professionisti: sul Superbonus bene le procedure facili, ma ora la proroga
Tema: Superbonus

Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri e coordinatore della Rete delle professioni tecniche (Rpt), parla con parole chiare e nette nel corso dell’audizione sul decreto semplificazioni alla Camera: la procedura semplificata per il Superbonus “va bene così com’è”, dice, respingendo letture distorte o capziose su presunti sovraccarichi di responsabilità per i professionisti. “Ai professionisti la norma va bene così – ripete – e non c’è un eccesso di responsabilità perché non ci si chiede più di fare la verifica di doppia conformità sulla regolarità dell’immobile e al tempo stesso non c’è alcuna possibilità di sanare irregolarità dell’immobile con la procedura relativa ai lavori del Superbonus. C’è una neutralità del Superbonus rispetto agli eventuali abusi dell’immobile ed è un principio giusto”. L’audizione di Zambrano risulta fondamentale: tutti quelli che cercano appigli in questi giorni per smontare la procedura facile fondata sulla Cila non ne trovano nelle parole del presidente degli ingegneri. Sempre sul 110%, Zambrano propone di consentire gli interventi anche con un solo salto nella classificazione energetica nei centri storici, «dove le Sovrintendenze fanno opposizione al cappotto termico». E anche una sorta di «ravvedimento operoso» per rettificare in tempo attestazioni che presentino errori formali.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: La Nato avverte: «Cresce il peso della Cina, sfida da affrontare» – Nato: Pechino rappresenta una sfida alla sicurezza globale
Tema: Nato su Cina e Russia

Su pressione degli USA, la NATO ha spiegato ieri di ritenere la Cina una “sfida sistemica” in un comunicato alla fine della prima riunione in presenza dei capi di Stato e di governo dal dicembre 2019. Dopo gli anni di Trump, che aveva definito “obsoleta” l’organizzazione militare, il nuovo presidente Biden ha ribadito ieri la centralità della NATO nella politica estera americana. Il comunicato ribadisce preoccupazion eper le politiche coercitive della Cina e dal rapido rafforzamento del suo arsenale nucleare. La posizione della NATO è stata espressa dopo lunghe trattative: Washington avrebbe voluto definire Pechino un avversario, ma molti altri Paesi hanno frenato, in primis la Germania, che ha sottolineato come la Cina non sia solo una minaccia ma anche un’opportunità. Il segretario generale dell’alleanza Stoltenberg dal canto suo ha espresso preoccupazione per la sempre maggiore collaborazione tra Mosca e Pechino.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: La Nato avverte Cina e Russia – La Nato sulla linea di Biden: Cina rischio per la sicurezza
Tema: Nato su Cina e Russia

Per la prima volta la Cina viene inserita nella lista dei «rischi» per la sicurezza comune nel comunicato diffuso dalla Nato dopo la riunione di ieri. La Russia resta la minaccia militare numero uno ma, su sollecitazione degli USA, anche Pechino viene inserita tra i Paesi che rappresentano una “sfida sistemica” per l’alleanza: “Le ambizioni della Cina e il suo comportamento aggressivo costituiscono una sfida sistematica all’ordinamento internazionale… La Cina sta espandendo rapidamente il suo arsenale nucleare… Inoltre sta cooperando militarmente con la Russia, a cominciare dalle esercitazioni condotte nel quadrante Euroatlantico”, si legge nel comunicato. Nel vertice dei 30 a Bruxelles, Biden ha raccolto un consenso più netto rispetto a quello ottenuto dal G7. In cambio ha decisamente allentato la presa sulla questione del contributi: ciascun partner si è impegnato a stanziare il 2% del proprio Prodotto interno lordo per la difesa entro il 2024. Per Trump questa era la priorità numero uno, ma anche per Barack Obama. Biden, invece, vede “importanti progressi: dieci Stati sono già in regola”. Il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha condensato il sospiro di sollievo collettivo: “Grazie presidente Biden per il suo forte impegno personale e per la leadership in questo legame transatlantico”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Il retroscena – Draghi: «Senza Trump l’Alleanza è più forte» E insiste sul Mediterraneo e sulla difesa europea
Tema: Nato su Cina e Russia

“E’ stato un incontro importante, in cui tutti i leader hanno riaffermato la centralità dell’Alleanza Atlantica alla luce delle nuove sfide globali. La Nato si sta rafforzando dopo fl periodo di debolezza dell’era Trum”, dice il premier italiano Mario Draghi dopo il vertice di Bruxelles. L’ex presidente della Bce parte dalla crisi globale innescata dal Covid, “una delle più gravi della storia contemporanea”. Sottolinea come la sicurezza sia un “presupposto necessario” per rafforzare le democrazie e conferma il pieno sostegno dell’Italia al processo «Nato 2030», che punta a rendere sempre più centrale “l’Alleanza più potente e vincente della storia”. E la Cina, filo rosso del summit? Nelle conclusioni del vertice sarà scritto che la crescente influenza e le ambizioni del Dragone presentano “sfide sistemiche all’ordine internazionale”. E il premier sprona gli alleati “ad essere pronti ad affrontare coloro che non rispettano le regole” dell’ordine internazionale e “sono una minaccia per le nostre democrazie”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Il vertice Nato: “La Cina è una minaccia sistemica” – Biden unisce la Nato contro Cina e Russia “Sono una minaccia”
Tema: Nato su Cina e Russia

Joe Biden a Bruxelles ha concluso il vertice del rilancio atlantico, coerente con la strategia che lui ha presentato al G7 e che oggi confermerà all’Unione europea. “Dirò a Putin che ci sono delle linee rosse da non superare. Difenderemo l’integrità territoriale dell’Ucraina. Non cerchiamo il conflitto con la Russia ma risponderemo. E la morte di Navalnyj sarebbe una tragedia”, ha detto il Presidente USA al termine di un vertice NATO che ha puntato i riflettori sul “nemico principale”, ovvero la Russia di PUtin, che con le sue azioni aggressive in Ucraina e dintorni, oltre che interferendo nelle campagne elettorali delle democrazie, rappresenta una “minaccia attuale” contro la sicurezza degli alleati. C’è spazio per la Cina, per la prima volta appare in un comunicato conclusivo di un vertice dell’Alleanza Atlantica, dove viene citata 12 volte: avendo il secondo budget militare del mondo dietro gli Stati Uniti, e un arsenale crescente di «nuove armi», le sue ambizioni «pongono un problema».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Su chip e batterie il G7 vuole fermare Pechino – Terre rare, semiconduttori e batterie Così il G7 vuole fermare Pechino
Tema: Cina

Le conseguenze economiche dell’ultimo G7 potrebbero rivelarsi profonde e del tutto volute dal presidente degli Stati Uniti anche per l’Europa. Gli alleati lavoreranno per assicurarsi nuove catene del valore industriali – e proteggere le vecchie – limitando una dipendenza dalla Cina ormai giudicata pericolosa. La strategia di Washington punta proprio a spezzare la dipendenza dell’Occidente da Pechino e rivitalizzare il manifatturiero alla frontiera tecnologica. Nel rapporto la contestazione nei confronti di Pechino è diretta: “La Cina emerge per l’uso aggressivo di misure – molte delle quali ben fuori dalle pratiche commerciali accettate nel mondo – per catturare quote di mercato globale nelle catene del valore d’importanza critica”. A partire dal settore oggi più in tensione: i semiconduttori integrati ormai in ogni telefono, auto, sistema d’arma e nelle reti dell’intelligenza artificiale. Lo studio dei consiglieri di Biden constata che in trent’anni la quota americana del mercato dei chip è scesa dal 37% al 12%. L’America è rimasta indietro anche sulla frontiera dei chip più efficienti, quelli da sette, cinque o tre nanometri (milionesimi di millimetri) necessari agli usi più strategici.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Carolis Paola 
Titolo: «Possibile una variante ancora più pericolosa» E Johnson rinvia il liberi tutti di un mese
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Il premier britannico Boris Johnson ieri ha annunciato in diretta tv un ritardo di quattro settimane nella riapertura del Regno Unito. Le restrizioni da pandemia non scadranno il 21 giugno, come era stato indicato lo scorso febbraio, bensì il 19 luglio. Anche questa rimane una data indicativa: “Non possiamo escludere l’arrivo di una nuova variante ancora più pericolosa”, ha detto Johnson. A scombinare i piani del primo ministro inglese la variante Delta, identificata per la prima volta In India: nel Regno Unito si sta diffondendo “più rapidamente del previsto”, ha sottolineato Johnson, aggiungendo che la scelta è stata diffidle, ma il ritardo “darà tempo al sistema sanitario nazionale di vaccinare una porzione maggiore della popolazione” e di “erigere una muraglia” attorno al virus. II bollettino degli ultimi giorni non poteva portare a una decisione diversa. Nella giornata di ieri in tutto il Paese sono stati registrati 7.742 contagi e 3 decessi. La media degli ultimi sette giorni Indica un incremento del 46% della positività rispetto alla settimana precedente. Se la tendenza continuerà, ora del 21 giugno con le misure attualmente in vigore la media di nuovi casi sarà di 15.000 al giorno. Sono in crescita anche i ricoveri, del 50% ogni settimana nella zona centrale e meridionale del Paese, del 61% nel Nord.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: La variante Delta travolge il Regno Unito, frenata sulla fine dei divieti – La variante Delta spaventa Londra Casi raddoppiati, slitta la riapertura
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

La variante Delta del Coronavirus, quella identificata per la prima volta in India, fa paura: nonostante il 78,9% degli adulti britannici (41 milioni) abbia ricevuto almeno una dose di vaccino e in 30 milioni due dosi, i contagi stanno crescendo esponenzialmente. Così, ieri pomeriggio, Boris Johnson ha annunciato il rinvio delle riaperture di ben quattro settimane. Questo anche perché, come ha sempre detto Johnson, non ci dovranno essere mai più lockdown o restrizioni, «quindi è ora che bisogna agire con estrema cautela». Il Regno Unito non è in lockdown, bensì nella penultima fase della sua exit strategy “definitiva”: i negozi sono aperti, così come pub, ristoranti e bar, dove però all’interno si pub stare massimo in sei e vide il servizio al tavolo. Ora, pero, dopo l’annuncio di ieri e al contrario delle aspettative, almeno fino al 19 luglio si dovranno continuare a indossare mascherine al chiuso e a mantenere il distanziamento. Oramai il 90% dei casi oltremanica è riconducibile al ceppo indiano, molto più contagioso della stessa variante cosiddetta “inglese” (+60%) e anche più resistente ai vaccini. Secondo la sanità pubblica inglese, una sola dose, AstraZeneca o Pfizer, proteggerebbe rispettivamente tra il 26 e 40% dai contagi sintomatici di variante Delta e tra il 57 e l’85% dai ricoveri. Mentre con la doppia dose si arriverebbe fino al 76-84% contro le infezioni sintomatiche e all’85-98% di protezione contro i ricoveri.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rigatelli Francesco 
Titolo: Incognita varianti
Tema: Covid-19, la situazione all’estero

Per Massimo Galli, professore ordinario di Malattie Infettive alla Statale di Milano, è troppo tardi: “I voli con l’Inghilterra andavano chiusi prima, la variante indiana è già arrivata in Italia. Il caso della palestra Virgin è solo un esempio, ma ce ne sono stati e ce ne saranno altri”. Sono le varianti il fattore che rischia di rallentare l’uscita dalla pandemia, insieme all’incerta durata dell’immunità dei guariti e dei vaccinati, come dicono ormai tutti gli scienziati. “Cercare le varianti è prioritario quanto andare avanti con le vaccinazioni”, spiega il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Per Sileri “in Regno Unito si contagiano con la variante indiana i non vaccinati e chi ha fatto solo una dose. Poi c’è una parte residuale, ma da considerare, che ha avuto entrambe le dosi. Significa che questa variante è combattuta dai vaccini, però bisogna correre con i richiami”. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Lancet servirebbero infatti due dosi per avere una forte protezione contro il nuovo ceppo, sebbene sia inferiore rispetto a quella ottenuta contro la variante inglese.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: «Allarme nella centrale nucleare» Pechino smentisce: tutto in regola
Tema: Allarme nella centrale nucleare di Taishan

Si è verificata un’anomalia nella centrale nucleare cinese di Taishan. Le informazioni seguono un percorso contorto, lungo l’asse Parigi Washington, e vengono smentite in Cina: nell’impianto Electricité de France e la sua controllata Framatome hanno installato due reattori di nuovissima generazione. E da Framatome è partita la segnalazione del problema, rilevato a fine maggio, con una comunicazione inviata l’8 giugno agli Stati Uniti. In quel messaggio si parlava di fuga radioattiva. Il National Security Council di Washington ha tenuto una serie di riunioni e consultazioni con Parigi e Pechino, senza diffondere la notizia; poi ieri mattina l’informazione è stata passata alla Cnn con la precisazione che secondo l’Amministrazione Biden la situazione al momento non è «a livello di crisi». econdo le fonti della tv Usa, però, i tecnici francesi che lavorano a Taishan hanno riferito che le autorità cinesi avrebbero innalzato, raddoppiandoli, i parametri di accettabilità del livello di radiazioni nell’ambiente intorno alla centrale, per evitare di doverla fermare a causa della perdita. C’è imbarazzo a Parigi: il contratto per Taishan ha fruttato 2,4 miliardi di euro alla Francia. La CGN cinese (China General Nuclear Power Corporation) ha smentito qualunque criticità: “I dati di radioattività intorno a Taishan sono nella norma e non è stata rilevata alcuna fuga di gas”.
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