In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Il Fondo monetario: recessione drammatica. Italia maglia nera del mondo – 9,1%
– Ripartenza: pronto il decreto per dare il via ad alcune attività ma Italia è indietro.
– Si allarga il caso delle Rsa in Lombardia. Trivulzio, l’inchiesta punta sugli ordini dati dalla Regione.
– Scontro nell’esecutivo su Mes e Colao. Palazzo Chigi frena sulla app che traccia i contagi.
– Usa, governatori anti-Trump: “Sui blocchi decidiamo noi. Non sei il re”.
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Guastella Giuseppe
Titolo: Case di riposo, offensiva dei pm – La Finanza al Trivulzio Inchieste in tutta Italia
Tema: Il caso delle Rsa
Alle 21 di ieri la Guardia di Finanza era ancora negli uffici della direzione generale del Pio Albergo Trivulzio. Le perquisizioni e le acquisizioni di documenti ordinate dalla Procura di Milano, cominciate alle 9 del mattino, non erano ancora finite. Una giornata intera in cui anche da altre città sono arrivate notizie sull’apertura di analoghe inchieste per omicidio colposo plurimo ed epidemia colposa per la strage di anziani falcidiati in tutta Italia dopo aver contratto il coronavirus nelle strutture che avrebbero dovuto proteggerli. Perquisita anche la Casa Famiglia di Cesano Boscone. Sequestrata la documentazione sui dispositivi di protezione, assenti secondo le denunce dei lavoratori e dei familiari delle vittime. Prelevate anche le comunicazioni tra la Regione Lombardia e la Baggina legate alla delibera con cui l’8 marzo il Pirellone diede la possibilità alle Rsa di ospitare, su base volontaria, pazienti Covid dimessi per «liberare rapidamente i posti letto degli ospedali per acuti».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gabanelli Milena – Ravizza Simona
Titolo: Lombardia domande inevitabili – Le tante domande sulla Lombardia
Tema: Il caso delle Rsa
Sarebbe ragionevole che il governatore Attilio Fontana e il suo assessore alla Sanità Giulio Gallera spiegassero onestamente perché in Lombardia c’è stato, e continua ad esserci, un numero di decessi così alto rispetto al Veneto e all’Emilia-Romagna, dove l’epidemia è partita quasi contemporaneamente. Non lo giustifica il fatto che il 25 febbraio ci fossero 231 contagiati contro i 42 in casa Zaia e i 26 in casa Bonaccini. L’epidemia si è allargata alla velocità della luce e a oggi sono morti 11 lombardi ogni 10 mila abitanti, contro i 6 dell’Emilia Romagna e i 2 del Veneto. Dai dati dell’Istat e del ministero della Salute, emerge che a Milano stanno morendo quotidianamente 90 residenti contro i 30 dell’anno scorso, a Bergamo 21 contro 4, a Brescia 20 invece di 5.
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Testata: Repubblica
Autore: Pucciarelli Matteo
Titolo: Intervista a Lia Quartapelle – “Fontana e Gallera non possono più fingere che vada tutto bene”
Tema: Il caso delle Rsa
Domani un gruppo di parlamentari dem porterà in Parlamento il caso Trivulzio e delle Rsa lombarde con una interpellanza al governo. «La Lombardia è un esempio negativo e non per caso, chi la guida non può far finta di nulla», dice la deputata milanese Lia Quartapelle. Partiamo dal caso di cronaca più eclatante, cioè la Baggina. Che effetto le ha fatto sapere della Finanza entrata nella struttura? «Ovviamente colpisce molto perché il Trivulzio è un simbolo della città e per diversi aspetti. Dopodiché ricordiamo che è uno dei tanti casi di residenze per anziani nella regione con decine di morti registrati durante questa emergenza. Questo perché si sono prese decisioni sbagliate». Secondo lei 11 direttore generale della struttura, Giuseppe Calicchio, dovrebbe dimettersi? «Io mi auguro faccia una scelta in coscienza». Cioè? «Lui dice di non avere nulla da rimproverarsi, ma fossi in lui mi dimetterei e poi esporrei le mie ragioni».
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Testata: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia
Autore: Napoletano Roberto
Titolo: L’editoriale – Va commissariata la sanità della Lombardia
Tema: Il caso delle Rsa
Si evitino processi sommari, ma si guardi ai fatti che già si conoscono con mente libera da pregiudizi. Va bandito, come abbiamo scritto appena ieri, il sussiego irresponsabile con cui vengono sottaciute l’anomalia mondiale della Lombardia e il conto che l’intero Paese paga per gli errori della sua classe dirigente politica e amministrativa. Questo giornale ha tirato fuori per primo la delibera dell’otto marzo 2020 con cui la Regione Lombardia chiede alle rase di riposo per anziani di accogliere pazienti provenienti da altri ospedali e pazienti affetti da Covid 19. II classico cerino che accende il pagliaio entrando dalla porta principale. Dopo che altri cerini disseminati nei pronto soccorso hanno incendiato molti degli ospedali pubblici lombardi diventati un rogo gigantesco dentro il quale lasciano la vita più di undicimila persone a oggi. II più grande focolaio della terra nei giorni terribili della Pandemia Globale.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Verderami Francesco
Titolo: Lo scontro sul Mes tra Pd e 5 Stelle I (troppi) conflitti nella maggioranza
Tema: Scontro sul Mes
Sul Mes lo scontro nel governo è ormai visibile, sul resto le tensioni tra M5S e Pd stanno per deflagrare, perché — come ha confidato giorni fa Zingaretti — «la situazione è più disperata di quel che si vede». Sull’uso dello strumento finanziario europeo il segretario del Pd rende pubblica la posizione del suo partito anticipata la scorsa settimana da Franceschini a Conte, tra le urla di un vertice che è parso la premessa della crisi. E una linea rappresentata oggi da un vasto schieramento che accomuna Bersani e gli industriali, che unisce Prodi e Berlusconi, convinto a sganciarsi dagli alleati del centrodestra siccome «sarebbe oggi un clamoroso errore rinunciare al Mes senza condizionalità».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Cerretelli Adriana
Titolo: Consiglio Ue, è nell’interesse dell’Italia riavvicinarsi all’Europa che la sta aiutando
Tema: Scontro su Mes
Consiglio Ue, è nell’interesse dell’Italia riavvicinarsi all’Europa che la sta aiutando. Il governo Conte dovrà presentarsi al summit con le idee chiare, senza irrigidirsi su Mes e eurobond. Otto giorni da non sprecare ma da usare per presentarsi all’appuntamento con idee chiare e obiettivi realistici. Papa Francesco avverte che il destino dell’Europa dipende dalla risposta che darà al coronavirus. Per il presidente della Repubblica tedesca, FrankWalter Steinmeier, «la Germania non potrà uscire forte e sana dalla crisi se i nostri vicini non saranno a loro volta forti e sani». L’Eurogruppo di giovedì scorso ha prodotto decisioni, non i soliti annunci, e lo ha fatto a tempi da record. Come prima la Bce e la Commissione von der Leyen con il suo carnet di proposte.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Franco Massimo
Titolo: La Nota – Fronte del no che riflette un populismo fuori tempo
Tema: Scontro su Mes
Si va delineando uno schieramento corposo ed eterogeneo, pronto ad accettare i finanziamenti del Fondo salva-Stati, il cosiddetto Mes. Divide governo e opposizione. E fa riemergere un «fronte del no» che unisce fuori tempo massimo i populisti: dal M5S alla Lega e a FdI, convinti che quel meccanismo intrappolerebbe l’Italia. Ma, su posizioni opposte, vede convergere il Pd ma anche Forza Italia, oltre a Iv. L’ex presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha svolto il ruolo di apripista per Silvio Berlusconi, che ieri ha rotto la compattezza della destra. Smarcandosi dalle polemiche contro Palazzo Chigi, il fondatore di FI ha affermato, intervistato a Di Martedì: «Dire no al Mes sarebbe un errore clamoroso».
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Testata: Repubblica
Autore: Folli Stefano
Titolo: Il punto – Mes, come il Pd mette in riga Conte
Tema: Scontro su Mes
In altri tempi, negli anni della prima Repubblica, una frattura come quella che divide oggi la maggioranza avrebbe già provocato la caduta del governo e l’avvio della ricerca di un nuovo assetto. Per almeno quattro ragioni. Primo, perché il disaccordo tra Pd e M5S non è su un tema marginale, bensì sul nodo cruciale del rapporto con l’Unione europea: addirittura sull’utilizzo o meno del fondo salva-Stati (Mes). Secondo, perché le ultime settimane hanno mostrato un crescente appannamento del presidente del Consiglio, fino alla disastrosa apparizione televisiva di venerdì sera, dove Conte ha mostrato di aver esaurito le sue doti di mediatore, tanto che sul Mes si è contraddetto inseguendo un’impossibile coerenza. Terzo, perché il Paese rischia ormai una sorta di 8 settembre economico e sociale, mentre emergono tutti i limiti di una mediocre gestione dell’emergenza. Quarto, perché giunti a questo punto il Pd non poteva più tacere, a meno di non cedere tutto lo spazio politico ai Cinquestelle e di conseguenza permettere a Matteo Renzi di fare il suo rientro sulla scena come alfiere dell’Unione, magari intestandosi, con il suo partitino, la crisi del Conte 2.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – Sull’Europa è in gioco la sorte del Conte II
Tema: Scontro su Mes
A battere un colpo per il Pd ci voleva Sandra Zampa, sottosegretario alla Salute che, proprio in virtù del suo ruolo, ha voluto contraddire quel refrain – «non useremo i soldi del Mes» – lanciato da Conte su pressione dei 5 Stelle e assecondato per qualche giorno dal Pd. Lei, invece, ieri è stata la prima nel suo partito a dire: perché non usarli? «Non capisco – diceva – perché non attingere a quel Fondo che sulle spese sanitarie non ha condizionalità e di cui abbiamo bisogno: dai tamponi agli investimenti per il vaccino. Tra l’altro potremmo attingere a quei 37 miliardi con costi molti più bassi che se li chiedessimo al mercato». Argomenti concreti, sterilizzati da quell’ideologia grillina alla quale Conte è apparso subalterno e, a ruota, pure il Pd. Infatti, ci sono voluti tre giorni prima di sentire il segretario Zingaretti dire con molta prudenza che lui, da presidente della Regione, userebbe il Mes per finanziare ospedali e sanità. Prima di lui era tornato sulla scena Romano Prodi a spiegare che quel “no” era un gesto di autolesionismo puro.
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Testata: Giornale
Autore: Berlusconi Silvio
Titolo: L’intervento – Il Mes non va demonizzato assurdo non utilizzarlo –
«Il Mes non va demonizzato: usiamolo senza condizioni»
Tema: Scontro su Mes
Bisogna partire da una premessa sul passato, necessaria per fare chiarezza sulle polemiche di questi giorni. Fu il governo di centrodestra che avevo l’onore di guidare nel 2011 a trattare il Meccanismo Europeo di Stabilità, il cosiddetto MES. Occorre aggiungere che quel MES, firmato da noi, era diverso dal MES che il governo Monti portò a ratifica in Parlamento nel 2012, ma soprattutto – questo è l’aspetto determinante – venne negoziato nel quadro di un accordo politico per noi assolutamente positivo perché comprendeva anche gli Eurobond. Successivamente la parte che riguardava i titoli di debito europei venne lasciata cadere, e rimase in piedi il solo MES. Ma veniamo al merito della questione sul tappeto oggi. Questione drammatica, vista l’emergenza economica nella quale la pandemia ha precipitato le nostre economie. Vorrei partire da un presupposto. Il MES non va demonizzato. Non c’è nulla di sbagliato, in linea di principio, nel fatto che i Paesi ad economia più solida chiedano garanzie rafforzate per finanziare Paesi più a rischio. La cosa sbagliata è che queste garanzie si trasformino in uno strangolamento dell’economia di una nazione già in sofferenza e addirittura in un esproprio della sua sovranità nazionale. Il problema però questa volta non si pone, perché – almeno per quanto riguarda la spesa in ambito sanitario – possiamo accedere ai fondi del MES senza condizioni, fino al 2% del PIL. E’ troppo poco? Certamente sarebbe troppo poco se ci fosse solo questo. Ma è comunque qualcosa, sono 36 miliardi circa, a tassi inferiori a quelli di mercato, che sarebbe assurdo non utilizzare….
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Testata: Stampa
Autore: Lombardo Ilario
Titolo: Il retroscena – Il premier sempre più tentato di offrire un ministero a Colao
Tema: Vittorio Colao
Tra le sorprese che è in grado di regalare il coronavi rus c’è che per una volta Giuseppe Conte e Matteo Renzi potrebbero trovarsi d’accordo. Stando alle indiscrezioni raccolte da Palazzo Chigi il feeling del presidente del Consiglio con Vittorio Colao, che lui stesso ha voluto alla testa della task force per la Fase 2, è molto forte. Al punto che il premier non ha preso come la solita provocazione del leader di Italia Viva la proposta di fare del manager il ministro della ricostruzione. Anzi, Conte non la considera una cattiva idea e avrebbe cominciato a soppesarla prima che dal Pd arrivasse invece un invito esplicito a non prendere proprio in considerazione il suggerimento dell’arcinemico Renzi. «La scelta migliore è la terzietà» è la tesi del segretario dem Nicola Zingaretti sostenuta in tutta fretta per raffreddare sul nascere i bollori dei sostenitori del nuovo eroe nazionale.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Di Donfrancesco Gianluca
Titolo: Fmi: recessione drammatica, Pil Italia -9,1%
Tema: Fmi: recessione drammatica
Un crollo del Pil del 9,1%: è questa la ferita che la pandemia di coronavirus lascerà sull’economia italiana nel 2020, secondo le previsioni contenute del World economic outlook dell’Fmi. Il mondo entra in recessione, con una contrazione del 3% per l’anno in corso, seguita da un (incerto) rimbalzo del 5,8% nel 2021. A gennaio, prima dello scoppio del Covid-19, l’Fmi stimava una crescita del 3,3% per il 2020. Una recessione «drammatica», come la definisce la capoeconomista dell’Fmi, Gita Gopinath: «La perdita cumulata tra il 2020 e il 2021 potrebbe essere di circa 9mila miliardi di dollari, più grande delle economie di Giappone e Germania insieme». Il Pil pro-capite scenderà quest’anno in 170 Stati. L’Italia è tra i Paesi più colpiti. Nel 2021 il rimbalzo previsto sarà del 4,8%, ma in Europa, solo la Grecia accuserà quest’anno una riduzione del Pil più acuta, con un calo del 10%.
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Testata: Repubblica
Autore: Petrini Roberto
Titolo: Il Fondo monetario: è depressione, Italia maglia nera del mondo –
La recessione. Fmi: crolla il Pil mondiale Con 9,2% Italia maglia nera Disoccupazio ne al 12,7%
Tema: Fmi: recessione drammatica
Cattiva come il coronavirus la recessione più violenta della storia si abbatte sull’Italia. Ieri il Fondo monetario internazionale, che ha pubblicato l’atteso World Economic Outlook, ha sentenziato che la caduta del Pil, quest’anno, sarà nel nostro Paese del 9,1 per cento. Nemmeno quattro mesi fasi discettava se la Penisola potesse raggiungere l’obiettivo del governo che, allora, era quello di un Pil dello 0,6 per cento o se ci si avvicinasse ad una leggera recessione. Nel 2009, dopo la crisi di Lehman Brothers, le cose andarono comunque meglio di oggi: il Pil si contrasse di 5 punti. Oggi il coronavirus e, come la chiama l’Fmi, The Great Lockdown, hanno cambiato le carte in tavola. Nella disperazione totale l’Italia riesce comunque a dare sempre il peggio: siamo la maglia nera nel mondo (ci batte solo la Grecia che fa -10 per cento). Ma gli altri, che comunque pagano un prezzo salato, fanno tutti meglio di noi: a partire dai nostri partner più vicini: Germania (-7,0) e Francia (-7,2). Tanto per memoria gli Stati Uniti lasciano sul terreno il 5,9 per cento del Pil e la Cina, la più colpita, deve accontentarsi di una crescita dell’1,2 per cento.
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Testata: Stampa
Autore: Zatterin Marco
Titolo: “Il Fondo mette in luce la carenza di decisioni a Roma Per crescere, lo Stato rimborsi le perdite alle imprese”
Tema: Intervista a Giovanni Tria – Le stime del Fondo Monetario
Giovanni Tria non è sorpreso. Quelli del Fmi, «sono dati simili a quelli che ci aspettavamo», però «sono elaborati sull’ipotesi di una caduta di due o tre mesi e, dunque, tutto dipende da come si svilupperà la pandemia, in Italia e negli altri Paesi». Il senso, concede il ministro del Tesoro del primo governo Conte, è che ce la vediamo con un nemico ignoto e dunque potrebbe andare peggio, se non si agisce in fretta e con determinazione. Anche perché, nelle stime, «Washington lavora su un modello previsionale in cui l’intervento del governo sull’economia non è sufficiente». Ci vorrebbe una scossa vera, dice il professore di Tor Vergata. Che ha un piano. Oltre a concedere piene garanzie pubbliche perché le imprese possano accedere senza indugi al credito bancario, lo Stato dovrebbe decidere «un intervento di compensazione a fondo perduto commisurato alla flessione del valore aggiunto fra il 2019 e l’anno in corso». In altre parole, dovrebbe coprire di tasca sua le perdite dovute alvirus, contando sul fatto che metà dei fondi tornerebbe indietro sotto forma di tasse, prelievi e contributi, mentre il resto finirebbe comunque a pagare stipendi e materie prime.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Fotina Carmine
Titolo: Parte la corsa ai 25mila euro ma fondi limitati a 350mila domande –
Per le garanzie 100% via alla corsa, risorse solo per 300-400mila
Tema: La ripartenza
C’è il modulo con la richiesta di garanzia statale da inviare alle banche o ai consorzi fidi per avviare l’iter. Ma quello che potrebbe mancare, almeno in una misura adeguata, sono le risorse. Ieri è stato pubblicato sul sito del Fondo di garanzia e su quello del ministero dello Sviluppo economico il modulo relativo alla garanzia del 100% su prestiti fino a un massimo di 25mila euro. Il modulo va inviato via mail (anche con posta non certificata) agli intermediari finanziari che dovranno a loro volta richiedere la garanzia statale. Prestiti «operativi da domani (oggi per chi legge) e prime erogazioni già lunedì» ha assicurato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Dominelli Celestina
Titolo: Sace, operativo il modello per i prestit – Sace, iter rapido per le imprese con fatturato fino a 1,5 miliardi
Tema: La ripartenza
Un modello semplificato e un iter rapido in modo da gestire il più celermente possibile lè richieste che arriveranno dalle imprese con meno di 1,5 miliardi di fatturato e meno di 5mila dipendenti. Un’asticella, quest’ultima, che include la quasi totalità del tessuto economico italiano. Mentre per le aziende con un giro d’affari al di sopra di quella soglia, il mandato per banche e Sace sarà comunque quello di accelerare al massimo i tempi di emissione della nuova garanzia Italia, prevista dal decreto liquidità approvato dal governo. Sono questi i tasselli principali del disciplinare, anticipato dal Sole 24 Ore di domenica scorsa e messo a punto da Sace, che è stato inviato alle banche e che contiene informazioni utili e procedure di attivazione per gli istituti e per i soggetti abilitati all’erogazione del credito, garantito da Sace e controgarantito dallo Stato.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Galluzzo Marco – Salvia Lorenzo
Titolo: Colao riunisce la task force L’idea di far ripartire prima le aree con meno fabbriche
Tema: La ripartenza
Ci sono due parole che ieri hanno occupato gran parte della riunione della task force guidata da Vittorio Colao, il gruppo di esperti chiamato a dare i suoi suggerimenti al governo per la graduale riapertura del Paese. Le due parole sono «densità produttiva». Tradotta, l’espressione indica il grado di «affollamento» in un dato territorio di fabbriche, imprese, e — soprattutto — dei relativi lavoratori. L’idea è che il processo di riapertura delle attività produttive cominci prima dove la densità produttiva è più bassa, cioè dove ci sono meno fabbriche, meno imprese, meno lavoratori. E quindi meno persone che ogni giorno si spostano per questo motivo. A prima vista può sembrare un paradosso ma a guardare bene non è così Disegnata in questo modo, la fase 2 potrebbe avere un effetto più debole sulla ripresa dell’economia. Ma sarebbe più sicura dal punto di vista sanitario, visto che avere meno persone che si spostano sul territorio significa anche esporre la popolazione tutta a minori possibilità di contagio.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso – Cuzzocrea Annalisa
Titolo: Il retroscena – Italia indietro nelle riaperture rispetto agli altri Paesi Ue Fabbriche, lunedì il via libera
Tema: La ripartenza
Sono 240 i generali e i soldati semplici mobilitati da Giuseppe Conte per riaprire l’Italia. Ci sono i 16 arruolati da Vittorio Colao per la sua task-force. Altri 74 (o sono 76?) lavorano con la ministra Paola Pisano alla app che traccia i movimenti dei cittadini. Nel frattempo, il board della Protezione civile litiga con il team di Domenico Arcuri, mentre le Regioni e i loro venti governatori disattendono i decreti di Palazzo Chigi. E chi dovrebbe avere l’ultima parola, il comitato scientifico che consiglia il premier, continua a ripetere allo sfinimento che per la fase 2 è ancora troppo presto. «Bisogna restare in casa fino a maggio. Non stiamo osservando una diminuzione della curva dei contagi tale da permettere più riaperture di quelle decise», dice il geriatra del Gemelli Roberto Bernabei. Tavoli su tavoli, troppi esperti e troppe decisioni da prendere in fretta. Senza una catena gerarchica chiara. In mezzo c’è lui, l’avvocato giallorosso, accerchiato da mille fuochi. Mentre il mondo studia come riaprire, l’Italia non ha ancora chiaro quando allenterà il lockdown.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Panebianco Angelo
Titolo: La ripresa e i suoi avversari – La ripresa e i suoi quattro nemici
Tema: La ripartenza
Negli anni che seguirono la Seconda guerra mondiale, i Paesi sconfitti e che avevano anche subito le più pesanti distruzioni, Germania, Giappone, Italia, conobbero uno sviluppo economico più elevato dei vincitori di quella guerra. Si chiama «effetto Fenice»: la mitica creatura che risorge dalle proprie ceneri. È lecito sperare che alla rapidissima distruzione del tessuto economico prodotta dal coronavirus segua un’altrettanto rapida ricostruzione. Ma non ci sono garanzie: l’«effetto Fenice» potrebbe essere contrastato e al limite annullato da potenti forze contrarie. Nell’Apocalisse di Giovanni non c’è soltanto la peste fra i cavalieri di sventura. Nel nostro caso sono almeno quattro le forze che potrebbero mettersi di traverso e bloccare la rinascita del Paese: lo spirito di fazione, la tentazione statalista, la «gabbia d’acciaio» burocratica, il panpenalismo.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Fubini Federico
Titolo: «Per gli aiuti dall’Europa il piano scatti subito» – «Non dividiamoci tra Sud e Nord, il piano di rilancio operativo in estate»
Tema: Intervista a Mario Centeno – Gli aiuti dall’Europa
Come ha fatto all’Eurogruppo a convincere anche il suo collega olandese Wopke Hoekstra? «Si è negoziato per far sì che anche lui avesse le rassicurazioni che chiedeva. Serviva un accordo che garantisse una rete di sicurezza per i governi con il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), un sostegno ai lavoratori e liquidità per le imprese. Il Mes lo vedo come un’assicurazione: la compri per non usarla, ma ti dà una copertura in più», risponde Mário Centeno a un gruppo ristretto di giornali europei. Presidente dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze portoghese è oggi una figura centrale nella ricerca di una risposta europea alla recessione da Covid-19 Giuseppe Conte ha detto che il Mes non gli interessa. «E l’approccio abituale quando si negozia. Prendo le parole che si pronunciano un po’ in tutta Europa come parte di un negoziato». II programma per la pandemia previsto ora per il Mes si basa su una linea di credito che può schiudere le porte alle Omt, gli interventi della Banca centrale europea a sostegno di un Paese. Tocca alla Bce decidere. Ma anche lei lo legge così? «Ha detto tutto lei. Quella di attivare le Omt (Outright Monetary Transactions, ndr) è una decisione che spetta alla Bce. Noi abbiamo voluto rendere disponibile una rete di sicurezza in più per i governi».
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Barlaam Riccardo
Titolo: Gli Stati si ribellano a Trump: «Decidiamo noi la fase due»
Tema: I governatori contro Trump
«La mia autorità è totale». Donald Trump vuole riaprire gli Stati Uniti a maggio, per arginare al più presto il crollo dell’economia e dei sondaggi, mentre il coronavirus non ha ancora raggiunto il picco, un mese prima delle indicazioni delle autorità sanitarie. «Non abbiamo Re Trump alla Casa Bianca, ma un presidente eletto», gli manda a dire con sarcasmo Andrew Cuomo, leader de facto degli amministratori locali americani, in prima linea nella battaglia contro il Covid19. «Se Trump ordinerà di riaprire New York non lo farò», afferma il governatore dello Stato che è divenuto in poche settimane il centro della pandemia mondiale. Dietro di lui si sono schierati dieci governatori, pronti a seguirlo con un piano di riapertura più graduale rispetto a quello che prepara la Casa Bianca, a maggior tutela della salute dei cittadini. Dieci Stati che messi assieme valgono quasi il 40% dell’intero Pil americano.
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Testata: Messaggero
Autore: Pompetti Flavio
Titolo: Scontro sui poteri di Trump Obama «Ci guiderà Biden»
Tema: I governatori contro Trump
Riaprire sì le porte chiuse dal coronavirus, ma come, e quando? E soprattutto per ordine di chi? Il dibattito sulla ripartenza è iniziato anche negli Usa, a dispetto del parere di molti esperti che ritengono prematuro rompere il regime di isolamento sociale, mentre il contagio del coronavirus procede ancora a passo alterno in diversi Stati. E in questo dibattito il presidente Trump si trova ancora una volta in trincea, in guerra contro i governatori. Sono stati questi ultimi a dichiarare uno alla volta la chiusura delle attività industriali e commerciali, e poi delle mura domestiche. Ora vogliono decidere loro le modalità della riapertura, con la stessa articolazione calibrata alle esigenze Iocali. Trump non ha nessuna intcnzione di assecondarli su questa strada. E’ stato lui a ratificare le 50 dichiarazioni di stato di emergenza, e vuole essere lui a comandare il semaforo verde del riavvio.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gaggi Massimo
Titolo: Trump blocca i fondi all’Oms: ha fatto troppi errori
Tema: Trump e l’Oms
Con l’emergenza coronavirus sempre grave ma stabilizzata, Donald Trump comincia a guardare a una graduale ripresa dell’attività economica (dice sempre che la decisione è sua, ma ora aggiunge che prima parlerà coi governatori di tutti i 50 Stati dopo lo scontro istituzionale di ieri nato dalla sua rivendicazione di «total authority»). E intanto apre la stagione delle rese dei conti. L’Organizzazione mondiale della Sanità, da tempo nel suo mirino, è la prima vittima: ieri il presidente Usa ha annunciato la sospensione dei finanziamenti all’Oms (Who l’acronimo ufficiale), accusata di aver tardato a dare l’allarme per la pandemia nascondendo le responsabilità della Cina e opponendosi alla giusta decisione americana di interrompere i voli dal grande Paese asiatico. Trump minaccia di creare un organismo alternativo, insieme ad altri Paesi, se il Who non verrà riformato.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Valsania Marco
Titolo: Obama con Biden: «È il leader per battere il virus»
Tema: Obama appoggia Joe Biden
Joe Biden «ha le qualità di cui abbiamo bisogno in un presidente in questo momento», mentre il Paese «attraversa il periodo più buio», la pandemia da coronavirus. Biden ha anche «esperienza e carattere per sanare le ferite durante un lungo recupero». Il voto di fiducia a Biden è di quelli che contano: arriva, in un video, da Barack Obama. Un appoggio previsto al suo ex vice-presidente, ora che Biden con il ritiro del rivale interno Bernie Sanders è rimasto il solo candidato alla nomination democratica alla Casa Bianca per sfidare Donald Trump a novembre. Ma ugualmente influente perchè Obama resta popolare, tra la base del partito e in importanti segmenti dell’elettorato.
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Testata: Stampa
Autore: Mastrolilli Paolo
Titolo: La strategia di Putin: manipolare la pandemia per screditare gli Usa –
Accuse da Washington a Putin “Manipoli i dati dell’epidemia”
Tema: Putin
«Non stiamo combattendo solo un’epidemia, ma anche una “infodemia”». Il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, finito nel frattempo nel mirino del presidente Trump che minaccia di tagliargli i fondi, non aveva spedficato a chi si riferiva, quando il 15 febbraio scorso aveva lanciato questo allarme alla conferenza di Monaco per la sicurezza. Nel frattempo però l’Oms ha creato una piattaforma chiamata WHO Information Network for Epidemics, proprio per diffondere il più possibile notizie corrette sul coronavirus. «Noi sappiamo che ogni epidemia viene accompagnata da uno tsunami di informazioni. Ma anche all’interno di queste informazioni, trovi sempre falsità, voci, eccetera. Sappiamo che questo fenomeno esisteva anche nel Medioevo. La differenza è che ora, con i social media, tutto ciò viene amplificato, e va molto più veloce e lontano». La disinformazione sul Covid-19 è arrivata da più parti. La Cina ha prima nascosto la sua esistenza, e poi ha accusato i militari americani di averlo portato nel suo territorio. Lo stesso Trump ha detto dalla Casa Bianca cose poi smentite o corrette dagli esperti. Parecchie notizie sbagliate vengono da singoli individui, gruppi o media, in buona e cattiva fede, o per pura ignoranza. Un’inchiesta del «New York Times», però, è arrivata alla condusione che la Russia sta sfruttando l’epidemia in maniera sistematica, per attaccare gli Usa, indebolire la loro immagine nel mondo, e seminare il sospetto e la divisione nella società americana. Un po’ come aveva fatto nel 2016 con le elezioni presidenziali, ma stavolta prendendo di mira ilsistema sanitario.
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Testata: Messaggero
Autore: P.F.
Titolo: Il virus dilaga anche in Russia. Putin: «Ora misure straordinarie»
Tema: Putin
Dopo che il numero dei contagi in Russia ha superato quota 21mila, con più di 2.700 nuovi casi confermati nelle ultime 24 ore, il presidente Putin invoca «misure straordinarie» per fare fronte all’epidemia di Covid-19, incluso il coinvolgimento del ministero della difesa per il rifornimento di dispositivi di protezione per il personale degli ospedali. Il presidente russo avverte di prepararsi «agli scenari più complessi». «Abbiamo diversi problemi. non c’è nulla di cui vantarsi e non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia», ha affermato in una video conferenza. La situazione «di fatto cambia ogni giorno e non per il meglio», ha aggiunto Putin riconoscendo che, fra tutti gli effetti negativi della pandemia, vi è «la volatilità» dei mercati delle materie prime, un settore che per la Russia «e molto importante».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: De Carolis Paola
Titolo: Londra, aspettando la sirena (sull’app) Io e il milione di inglesi volontari
Tema: Il Regno Unito
Chi si è messo a disposizione del sistema sanitario, chi fa l’autista per medici, infermieri e pazienti, chi consegna cibo e medicinali, chi distribuisce materiale protettivo, chi semplicemente tira su il telefono e fa due chiacchiere con un anziano in autoisolamento. Prima di ammalarsi il premier Boris Johnson aveva chiesto l’aiuto della popolazione per proteggere i più vulnerabili, ovvero 1,2 milioni di cittadini che per via di altre patologie sono particolarmente a rischio. Sarebbero servite, aveva indicato, circa 250 mila persone. Nel giro di poche ore le iscrizioni sono state sospese. Si sono fatti avanti 750 mila candidati. Se già questo sembra un totale strabiliante è in realtà solo una parte dell’esercito che, pur di sentirsi utile, si è rimboccato le maniche e ha offerto tempo e disponibilità. Le stime più recenti parlano di un milione di persone. Mai, dai tempi della seconda guerra mondiale, dell’evacuazione dei bambini dalle città e la protezione dei civili durante gli attacchi aerei, si era vista una mobilitazione tale
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Santevecchi Guido
Titolo: La soglia dei 2 milioni di casi Il grande rebus dei numeri cinesi
Tema: La diffusione del virus
Due milioni di casi, centoventitremila morti. E non c’è risposta certa a una domanda che ci colma di angoscia e frustrazione: perché gli Stati Uniti hanno più di 500 mila contagi, l’Italia ha superato i 160 mila e la Cina, dove il Covid-19 è comparso a dicembre ed è esploso a gennaio e febbraio si e fermata a 83 mila? E come spiegare il tasso di mortalità? Perché in Italia abbiamo avuto finora sette volte più morti della Cina? I dubbi sull’attendibilità dei dati cinesi sono accresciuti ora dalla decisione di Pechino di mettere sotto stretta osservazione la ricerca scientifica. Ogni studio sull’origine del Covid-19 dev’essere inviato al ministero dell’Istruzione, che a sua volta lo girerà a un comitato di esperti controllato dal governo centrale. Solo il materiale approvato potrà poi essere pubblicato ed entrare nella letteratura scientifica nazionale e internazionale. Una precauzione in più per evitare che qualcuno contesti la narrazione su Xi Jinping comandante vittorioso della guerra al virus. Però, sappiamo vià che il Partito-Stato non e intervenuto tempestivamente, che solo il 28 gennaio, quando a Wuhan gli infetti erano almeno duemila, Xi Jinping annunciò che la Cina era in guerra con «un demone nascosto».
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