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SINTESI IN PRIMO PIANO – 14 ottobre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Coronavirus: balzo dei contagi, torna la paura. Conte: eviteremo nuovo lockdown
– Atlantia-Cdp: accordo vicino
– Chiara Appendino sceglie di non ricandidarsi
– Coronavirus: l’Europa proroga gli aiuti agli Stati

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 

Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Virus, scontro Regioni-governo – Trasporti, scuola, locali Duello tra Regioni e governo
Tema: Coronavirus, scontri sui provvedimenti
«I contagi non avvengono dentro le scuole, i ragazzi sono felici di essere tornati in classe e ci devono rimanere». Passano poche ore da quando la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, «furiosa» con il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, dice no alla richiesta di alcuni governatori di avviare la didattica a distanza per i ragazzi delle scuole superiori, che arriva dalla Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni una risposta durissima: «II netto diniego del ministro è sbrigativo e irresponsabile». Segue un atto d’accusa al governo per i ritardi accumulati: «Se non diminuisce l’utenza per abbassare la capienza dei mezzi, occorre incrementare le linee. Ma non sono all’orizzonte stanziamenti aggiuntivi su questo. Per passare all’azione occorrono le risorse». E ancora: «Gli scuolabus sono competenza dei Comuni e pare che ancora non siano state erogate le risorse». Sul tema del trasporto pubblico ci sarà oggi un incontro tra le Regioni e il ministro Paola De Micheli. La richiesta sulla didattica a distanza era arrivata da alcuni governatori — tra gli altri il veneto Luca Zaia — come risposta preventiva alla paventata diminuzione della capienza dei mezzi pubblici locali. Favorevole anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. II no secco della ministra Azzolina viene accompagnato da pareri simili espressi dai colleghi Francesco Boccia e Federico D’Incà.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Il retroscena – Dal Cts allarme su bus e metrò ma gli esperti non condividono i limiti per feste e banchetti
Tema: Coronavirus, scontri sui provvedimenti

Non c’è alcuna «evidenza scientifica» che la limitazione del numero di invitati a feste e banchetti sia utile. È il parere del Comitato tecnico scientifico coordinato da Agostino Miozzo e trasmesso al governo prima della firma del nuovo Dpcm per contenere i contagi da Covid-19. Per questo il comitato ha «preso atto» della scelta ma non l’ha condivisa come accaduto sulle altre misure, stretta sulla movida e aumento della capienza al 15% nei palazzetti dello sport. Ha invece lanciato un allarme forte sulla mancanza di controllo dei trasporti-pubblici. Più volte il Comitato tecnico scientifico ha sottolineato il pericolo di una diffusione del virus sui mezzi pubblici. Tanto che aveva proposto una capienza massima al 50%, oltre allo scaglionamento degli orari di entrata e uscita di scuole e uffici proprio per evitare l’affollamento di autobus e metropolitane. Regioni e governo hanno invece aumentato la capienza massima all’80% e gli scienziati ritengono che sia questa una delle cause di risalita della curva epidemica. Per questo è stato ribadito la «gravissima criticità» legata all’assenza dei controlli a bordo e la necessità di intervenire in maniera decisa. Scrivono gli scienziati: «Per quanto riguarda la proposta di limitazione alla partecipazione nei ricevimenti connessi alle cerimonie civili e religiose ad un massimo di 30 persone, il Cts, rilevando l’attuale assenza di evidenze scientifiche, prende atto del numero indicato dallo schema del Dpcm, improntato al principio di massima precauzione al fine di contenere il contagio da Sars-Cov-2 nell’assoluto rispetto delle misure precauzionali e di stretta osservanza delle procedure e delle norme vigenti».
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Testata:  Corriere della Sera 
Titolo: Il retroscena – Conte: nuovi sacrifici per restare in sicurezza Ma non manderemo la polizia nelle case
Tema: Coronavirus: necessario vigilare

I social ribollono, le opposizioni protestano, le Regioni lamentano di non essere state ascoltate. Ma quando si accendono le telecamere Giuseppe Conte difende il «suo» Dpcm e si appella agli italiani: «Ho proposto un patto ai cittadini. Noi ci impegniamo a non adottare misure più severe di quelle necessarie a prevenire e tenere sotto controllo la curva del contagio». Ma tutti devono impegnarsi a rispettarle, perché «dobbiamo evitare di far ripiombare il Paese in un lockdown generalizzato». E’ la corsa dei numeri a spiegare perché il governo abbia chiesto «sacrifici ulteriori», dalla mascherina all’aperto alla raccomandazione di non ospitare a casa più di sei persone: «Dobbiamo assumere comportamenti più corretti anche nelle abitazioni private e assolutamente vi invitiamo a evitare feste e party. Sono situazioni di pericolo, che possono farci sfuggire la situazione di mano». Critiche e ironie sullo «Stato spione» bruciano e Conte tranquillizza: «Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni, la sfera privata la vogliamo tutelare». I ricoveri in terapia intensiva hanno fatto un balzo e Conte fa capire che allentare le misure non si può. Anzi, se la curva dovesse continuare a salire, il governo non potrà che stringere ancora. «II nostro obiettivo prioritario è tutelare la vita e la salute dei cittadini — risponde alle accuse della destra — Cosa significa torsione della democrazia? Abbiamo fatto tutto il necessario di fronte a una pandemia che ha provocato già tanti decessi e continua a stressare il sistema sanitario».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  t. ci. 
Titolo: Salgono i contagi e le terapie intensive Conte: “Tuteliamo salute e economia”
Tema: Coronavirus: necessario vigilare

«Quella dei trasporti è una situazione sicuramente critica», ammette Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Non nasconde un problema, tra l’altro ampiamente previsto, segnala un ritardo. Che sia del suo governo o delle regioni sarà oggetto del prossimo scontro. Intanto, il premier presenta il nuovo dpcm, regole severe che comporteranno «sacrifici». E lo fa assicurando che non è in atto «alcuna torsione della democrazia», che tutto è compatibile «con la Costituzione», che l’obiettivo è quello di «tutelare la vita dei cittadini ed evitare che l’economia vada a rotoli». E che nessuno, sconsigliando le feste private, vuole «mandare la polizia nelle abitazioni». Si tratta invece, aggiunge, di misure «proporzionali» per «evitare un lockdown generalizzato», in attesa di un vaccino la cui prospettiva «rincuora». E d’altra parte, i numeri restano allarmanti: 5.901 nuovi positivi, con 112.544 tamponi. I morti sono 41, 1.428 i dimessi o guariti. Ma a preoccupare è il balzo delle terapie intensive: + 62 ( in tutto 514 posti occupati). Per questo, sostiene il premier, «dobbiamo migliorare i comportamenti anche nelle abitazioni private», limitando a sei i presenti, visto che la maggior parte dei contagi sono in ambito familiare o amicale. Il problema sono i trasporti, dice Conte. Lo sostengono anche alcuni governatori, proponendo la didattica a distanza per le superiori, in modo da allentare la pressione. «Non c’erano e non ci sono ora presupposti», sostiene. Paola De Michell incontrerà le Regioni, e discuterà anche delle risorse destinate dall’esecutivo per i trasporti regionali.
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Testata:  Repubblica 
Titolo: Appendino “Non sarò ricandidata” – Appendino: “Non mi ricandido” E apre la strada all’intesa Pd-grillini
Tema: Chiara Appendino sceglie di non ricandidarsi

Un passo di lato per non essere usata come alibi al niet all’accordo giallorosso a Torino. Un passo di lato per mantenere quella coerenza, sui politici condannati ma anche sul limite dei mandati, che nel 2010 l’aveva fatta avvicinare al Movimento 5stelle. E, forse, ma questo Chiara Appendino non lo ammetterà mai, anche per non dover perdere l’elezione cui si sarebbe presentata dopo 5 anni da sindaca. La prima cittadina pentastellata ieri ha annunciato a tutti, prima il fondatore Beppe Grillo e Davide Casaleggio, poi il reggente Vito Crimi e l’ex capo politico, Luigi Di Maio, e infine i suoi consiglieri comunali, quello che da mesi si sapeva, ma che lei non ha mai voluto confermare: «Non mi ricandido nel 2021». A pesare, come un macigno, la condanna per falso arrivata a settembre per 5 milioni di euro messi nel bilancio del Comune in modo scorretto, «ho sempre agito per il bene della Città e per questo farò appello» ha ribadito ieri, ma anche l’opposizione strenua che il Pd di Torino le ha fatto e continua a farle. Una contrapposizione che renderebbe impossibile qualsiasi convergenza con i dem per il 2021: «Il mio auspicio è che ora non si parli più di Appendino, si mettano da parte interessi di bottega e personalismi e si cerchi di lavorare per un progetto che pensi al futuro dl Torino» ha spiegato durante la conferenza stampa in cul ha confermato che non correrà per il bis.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rossi Andrea 
Titolo: Appendino lascia “Non mi ricandido” E apre la strada al patto M5S-Pd – Appendino non si ricandida e apre la strada al patto Pd-M5S
Tema: Chiara Appendino sceglie di non ricandidarsi

Una decisione «sofferta e personale». Ma destinata a seminare conseguenze ben oltre la cinta daziaria di Torino. Chiara Appendino annuncia che non si ricandiderà alla guida della città. Lo fa con gli occhi lucidi davanti ai consiglieri del Movimento 5 Stelle che in questi anni l’hanno a fasi alterne supportata e messa in croce. Lo fa – e politicamente è una coincidenza rilevante – mentre a Roma si è di fatto aperta la trattativa tra Pd e Movimento 5 Stelle sulle grandi città al voto la prossima primavera, e mentre Nicola Zingaretti è alle prese con il rebus della Capitale, stretto tra il probabile passo in avanti di Carlo Calenda e quel passo indietro che Virginia Raggi rifiuta di fare rendendo impossibile ogni dialogo. Appendino – che a differenza della sua collega ha un rapporto granitico con il gruppo di potere che ruota intorno a Luigi Di Maio, con il quale si muove in perfetta sintonia – lancia invece un messaggio di tutt’altro segno: si fa da parte e così facendo toglie la sua figura ingombrante e rende più difficile il gioco dei veti incrociati. Il coro di approvazione che arriva dal Movimento – Di Maio, ma anche Crimi, vari ministri, i capigruppo, Beppe Grillo – e il silenzio dell’ala che fa capo ad Alessandro Di Battista sono più di un segnale: questa rinuncia è destinata a pesare nel braccio di ferro che potrebbe opporre i vertici Cinquestelle a Virginia Raggi. La sindaca di Torino ha deciso da sola, senza forzature.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buccini Goffredo 
Titolo: Il corsivo del giorno – Le aule aperte sono un diritto (e una necessità) – Scuola in presenza, un valore costituzionale
Tema: Le scuole devono rimanere aperte

La scuola è «un organo costituzionale», spiegò Piero Calamandrei settant’anni fa: perché «produce il sangue» della nostra democrazia. Dunque, il suo flusso non può e non deve essere arrestato, pena l’alterazione del tessuto democratico. hi ha discettato in queste ore sull’ipotesi di fermarla nuovamente come durante il lockdown, sostituendola con il simulacro della didattica a distanza, provi a rileggersi questo memorabile intervento dell’11 febbraio 1950. Certo, non c’era il web. Né l’illusione che lo schermo di un computer rimpiazzasse lo scambio formativo con un maestro in carne e ossa. Ma il senso della missione della scuola (per «una classe dirigente aperta e rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori») è ancora vivo e intatto in quelle parole. La scuola italiana ha già pagato un prezzo altissimo alla pandemia e ancora lo paga con oltre 200 chiusure lampo per scongiurare mini focolai. I suoi otto milioni e mezzo di studenti ricorderanno il 2020 un po’ come i loro nonni hanno rammentato certi periodi bui dell’adolescenza, accompagnati da incertezza e solitudine. I pur comprensibili timori espressi da diversi presidenti di Regione sui rischi che il trasporto pubblico, intasandosi per gli spostamenti dei ragazzi, diventi una catena di cluster non rispondono, per ora, ai criteri di «adeguatezza e proporzionalità» cui ancora ieri ha fatto riferimento il premier Conte per motivare ulteriori restrizioni. Chiudere la scuola può essere solo una extrema ratio da esperire quando avremo bloccato invano tutte le altre articolazioni della nostra vita sociale e spento tutte le luci.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: L’Europa proroga gli aiuti di Stato – Aiuti alle aziende, lo Stato potrà coprire i costi fissi
Tema: Aiuti anti-Covid
In un contesto economico che rimane drammaticamente incerto e mentre si toccano con mano i timori di una ripresa dell’epidemia influenzale, la Commissione europea ha annunciato ieri di aver prolungato di tre-sei mesi il regime straordinario relativo alle regole sugli aiuti di Stato. Nel contempo, ha deciso di autorizzare la mano pubblica a sobbarcarsi i costi fissi delle aziende in difficoltà. L’obiettivo è di continuare a permettere ai governi di sostenere l’economia. In primavera, l’esecutivo comunitario aveva adottato un regime straordinario tale da consentire ai governi di distribuire alle imprese in difficoltà a causa dell’epidemia influenzale sussidi, prestiti e garanzie. II quadro regolamentare doveva durare fino alla fine dell’anno. Tenuto conto della perdurante situazione di emergenza, la Commissione europea ha deciso di allungare i termini fino a metà del 2021.  Una nuova revisione di queste regole straordinarie avverrà nella primavera dell’anno prossimo alla luce della situazione economica, ha spiegato la Commissione europea. Sempre ieri, Bruxelles ha deciso anche di emendare il regime sugli aiuti di Stato. I governi potranno sostenere una parte dei costi fissi di aziende in difficoltà, per evitare dolorose ristrutturazioni legate allo shock economico provocato dalla pandemia influenzale. «L’obiettivo è permettere allo Stato di coprire il periodo di emergenza», ha affermato un esponente comunitario.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Serafini Laura 
Titolo: Una boccata di ossigeno per banche e imprese italiane
Tema: Aiuti anti-Covid

La proroga di sei mesi della deroga della normativa sugli aiuti di Stato decisa ieri da Bruxelles porta un po’ di ossigeno per le banche e le imprese italiane. Il recepimento in Italia di quelle misure consentirà di spostare fino a fine giugno – rispetto alla scadenza del 31 gennaio – le moratorie sui mutui e le garanzie sui prestiti erogate dal fondo per le Pmi e da Sace (31 dicembre la scadenza). Ieri il ministro per l’Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato che si sta ragionando sul prolungamento delle moratorie e si sta valutando con Bruxelles cosa prolungare al prossimo anno nell’ambito della proroga del Temporary Framework. L’Associazione bancaria italiana ha plaudito all’iniziativa, ma al tempo stesso ha messo in evidenza la necessità che la flessibilità riconosciuta dalla Commissione europea non sia a singhiozzo: dal prossimo primo gennaio scattano infatti le nuove regole sulla classificazione di default decise da Eba per le quali basta uno sconfinamento di solo ioo euro per 90 giorni per diventare un Npl. E poi ci sono le norme europee sul calendar provisioning che vanno eliminate. La proroga sulle moratorie, in ogni caso, consente di spostare in avanti nel tempo il rischio che le banche debbano svalutare i crediti sui quali non ripartiranno i pagamenti (anche se la Bce sta spingendo gli istituti di credito a fare accantonamenti sui mutui sui quali difficilmente riprenderanno i pagamenti).
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Manovra da 40 miliardi in arrivo: 17 da fondi Ue, 15 vanno al lavoro – Gli aiuti Ue a quota 17 miliardi: al lavoro 15 sui 40 della manovra
Tema: Aiuti anti-Covid

Alla spinta espansiva della politica economica nel 2021 dovrà contribuire anche una quota dei prestiti del Recovery Fund: una quota limitata, intorno ai 3 miliardi sugli 11 che l’Italia vuole utilizzare nel 2021 secondo la Nadef, ma importante per completare quel +0,9% che separa la crescita tendenziale da quella messa in programma dal governo. In una giornata aperta dall’audizione di prima mattina alle commissioni Bilancio di Camera e Senato e chiusa in serata da un vertice di maggioranza con il premier Conte e i capidelegazione, il ministro dell’Economia Gualtieri ha seminato altri dettagli della manovra in arrivo. Che nei suoi contenuti principali dovrebbe finire venerdì sera sui tavoli del consiglio dei ministri insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb), la radiografia delle misure di fine anno che i governi devono inviare alla commissione Ue (entro il 15, in verità, ma la scadenza incrocia quest’anno una nuova riunione del consiglio europeo). Nelle indicazioni offerte ieri Gualtieri ha anche certificato il fatto che la riforma Irpef entrerà in campo nel 2022, senza antipasti per l’anno prossimo. […] Di tasse si occuperà anche la legge di bilancio in arrivo, stretta però da un’emergenza sanitaria in ripresa e dallo sforzo finanziario considerevole che serve per confermare gli interventi avviati negli ultimi mesi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  B.R. 
Titolo: Le tre partite da cui dipende il destino del Recovery Fund
Tema: Recovery Fund

È un Consiglio europeo quello fissato per domani e dopodomani che deve servire a discutere di clima e di politica estera. Sullo sfondo tuttavia domineranno due trattative che si stanno confermando particolarmente ostiche. La prima è relativa al prossimo bilancio comunitario. La seconda è tutta dedicata a un sofferto accordo di partenariato con il Regno Unito. Nei due casi, il tempo stringe, come ha avvertito ieri la presidenza tedesca dell’Unione. Sul primo fronte, la trattativa tra Parlamento e Consiglio avanza con incredibile lentezza. Sono tre i principali nodi sul tavolo: l’ammontare del bilancio comunitario 2021-2027 a cui è associato il Fondo per la Ripresa da 750 miliardi di euro; il tema del rimborso del denaro preso a prestito sui mercati attraverso risorse proprie dell’Unione; e l’impegno a legare l’esborso dei fondi comunitari al rispetto dello stato di diritto. Sui due primi aspetti un compromesso appare a portata di mano. Più difficile è il terzo nodo: un incontro tra le parti lunedì sera è stato definito costruttivo, non risolutivo. A rappresentare il Consiglio nelle trattative con il Parlamento è la presidenza tedesca dell’Unione. La cancelliera Angela Merkel ha assicurato ieri che la Germania «sta lavorando molto duramente per raggiungere un accordo» in modo che il denaro del bilancio possa arrivare ai Paesi all’inizio del 2021. L’assemblea parlamentare vorrebbe che il meccanismo di rispetto dello stato di diritto fosse più stringente. Il Consiglio frena, temendo il fuoco amico di Ungheria o Polonia, i due Paesi presi di mira dalla nuova iniziativa.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Galvagni Laura 
Titolo: Atlantia-Cdp, accordo a un passo su Autostrade – Atlantia, a un passo l’accordo con Cdp Concessa l’esclusiva per l’88% di Aspi
Tema: Atlantia-Cdp: accordo vicino

L’accordo tra i Benetton e il Governo è a un passo. Atlantia concede a Cdp un periodo di esclusiva fino al 18 ottobre: in pratica, altri cinque giorni per provare a trovare un’intesa. Il consiglio di amministrazione di Atlantia, riunito lunedì, aveva già preso atto della ripresa dei contatti con Cassa Depositi e Prestiti sul delicato tema del riassetto di Autostrade per l’Italia. E, come riferito ieri da Radiocor, ha valutato positivamente l’avvio di un nuovo confronto con l’istituzione finanziaria, con l’ottica di definire un accordo a stretto giro. Questa volta, però, l’ipotesi sul tavolo è diversa rispetto a quella studiata lo scorso settembre, ossia la scissione di una quota di Autostrade, attorno al 55%, e la vendita dell’altro 33%. in questo caso si punta alla cessione dell’88% di Aspi a Cdp e a una cordata di investitori da lei individuata. Opzione che, com’è noto, faceva parte delle soluzioni prospettate nell’accordo, mai scritto,siglato con il Governo lo scorso 14 luglio. Ipotesi, dunque, che se andasse in porto arebbe il graditmento sia dell’esecutivo sia della società.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Deaglio Mario 
Titolo: L’analisi – I 5 dossier decisivi per il Paese
Tema: I dossier ancora aperti

Moltissimi italiani stanno cercando di capire se, in base al recente decreto del premier, nei prossimi 30 giorni i loro figli potranno continuare a giocare a “calcetto”, se i mezzi pubblici saranno più o meno frequenti e quante persone potranno essere invitate a un matrimonio. Dal canto suo, il governo, con l’audizione parlamentare del ministro Gualtieri, ha subito allargato gli orizzonti prospettando uno scenario di riforme fiscali che dovrebbero, nei prossimi anni, alleggerire il fardello dei contribuenti e restituire al Paese la crescita perduta da ben 25 anni. Tra il futuro immediato e quello lontano, c’è però un tempo economico intermedio di cui si parla poco. Si tratta di un insieme di 5 “dossier”, consistenti in decisioni singole o di settore che potrebbero avere un peso determinante su che cosa succederà all’economia italiana nell’incerto decennio appena iniziato. Il primo di questi “dossier” è vecchissimo e comincia per A, come Alitalia, l’esempio da manuale di una “società zombie”,mantenuta in vita da banceh e creditori con costi elevatissimi. […] Un’altra rete è in crisi, oltre a quella del trasporto aereo. Si tratta, naturalmente, delle autostrade, secondo “dossier” bollente in mano al governo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: Fmi, migliorano le stime di Eurozona e Italia – Fmi: «Recessione meno grave ma la ripresa resta incerta»
Tema: Stime del Fmi
Nei mesi tra aprile e settembre, la pandemia ha scavato un solco meno profondo del previsto nell’economia mondiale: il Fondo monetario internazionale prova così a dipingere un quadro un po’ meno fosco per il 2020 e corregge al rialzo le previsioni sul Pil globale, anche per l’Italia. Ci sarà però da fare i conti con la ripartenza dei contagi e con le restrizioni adottate per fermarli. La ripresa economica si conferma fragile: proprio per questo l’Fmi raccomanda a Governi e Banche centrali di continuare a dare ossigeno a imprese e famiglie, con investimenti pubblici e politiche redistributive. Secondo il World Economic Outlook pubblicato ieri, il Pil globale subirà una contrazione del 4,4% nel 2020, epocale, ma meno grave del -5,2% stimato a giugno. La ripresa resta «incerta e diseguale», esposta a ricadute. Nel 2021, il rimbalzo atteso è del 5,2%, un po’ meno di quanto stimato a giugno, proprio perché meno profondo dovrebbe essere il crollo di quest’anno. Rispetto al 2019, nel 2021 il Pil globale aumenterà solo dello 0,6%. L’Fmi prova a guardare oltre l’orizzonte della pandemia e torna a fare previsioni sulla crescita nel medio termine, che dovrebbe attestarsi attorno al 3,5%. Le stime presuppongono che il distanziamento sociale continui nel 2021, per sparire in modo graduale con il calo dei contagi. Per l’Italia, l’Fmi prevede una contrazione del 10,6%, rispetto al -12,8% stimato a giugno (il rimbalzo sarà del 5,2% nel 2021), che le permette di lasciare la maglia nera dell’Eurozona alla Spagna, per la quale resta confermato il crollo del 12,8%. II deficit pubblico italiano è previsto al 13% del Pil e il debito a quasi il 162%.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Scure del Fmi sulle stime del governo
Tema: Stime del Fmi

Il Fondo monetario internazionale è più pessimista del governo italiano sull’andamento della nostra economia. Quest’anno, dice il Fmi, il nostro Prodotto interno lordo dovrebbe perdere il 10,6%, contro il 9% indicato dal governo nella Nadef, la nota di aggiornamento che proprio oggi arriva in Parlamento per un voto sul filo che però potrebbe essere agevolato dall’astensione del centrodestra. Mentre il rimbalzo dell’anno prossimo, dicono sempre dal Fmi, si fermerà al 5,2% contro il 6% del governo. Non solo. Perché saranno peggiori anche i dati su deficit e debito, con quest’ultimo che salirebbe al 161,8% del Pil quest’anno contro il 158% stimato dal governo. E’ vero che rispetto alle previsioni di giugno c’è una revisione al rialzo: allora il calo del Pil era fissato al 12,8%, due punti in più rispetto ad ora. Ma il dato che alla fine resta sul tavolo è proprio il pessimismo del Fondo rispetto alle previsioni del governo. Tanto più che, come ha ricordato proprio ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, la stima del governo italiano «già sconta l’aumento dei contagi» di questa fase. Il ministro ha confermato che la riforma fiscale avanzerà per tappe successive.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: Londra. Il sindaco Khan avverte: nuova stretta inevitabile – Nuova stretta per Londra Per Parigi ipotesi lockdown
Tema: Coronavirus: strette in Europa

«È inevitabile». Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, è stato molto chiaro: misure restrittive sono in arrivo nella capitale britannica. «Tutti gli indicatori che abbiamo, ammissioni negli ospedali, posti occupati in terapia intensiva, il numero di persone anziane contagiate, la prevalenza (il numero dei contagiati rispetto alle persone a rischio, ndr) della malattia, la positività, vanno tutti nella direzione sbagliata», ha detto in un’intervista a Sky News. «Questo significa, temo, che è inevitabile che nel corso dei prossimi giorni Londra passerà la soglia che la porterà al secondo livello di allarme», sui tre definiti dal governo: un livello di allarme “alto” che rende più rigida l’attuale “regola dei sei”, applicata anche alle aggregazioni all’esterno, pur lasciando aperti bare ristoranti. Secondo un portavoce, le nuove restrizioni potrebbero scattare anche questa settimana. Ieri la Gran Bretagna ha annunciato 143 nuovi decessi, il massimo da giugno, e 17.234 nuovi casi. Il leader dell’opposizione Keir Starmer ha intanto chiesto un lockdown limitato, di due tre settimane che faccia da «interruttore» del contagio. Nuove misure sono in arrivo anche in Francia, dove c’è molta attesa per il discorso alla nazione che il presidente Emmanuel Macron terrà oggi alle 19.55. Non è escluso un lockdown per Parigi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Trump «guarito» torna tra i suoi fan
Tema: Elezioni americane

La campagna elettorale di Trump fissa le priorità almeno per i prossimi giorni: urge recuperare tra gli anziani, tra i lavoratori bianchi senza titoli di studio superiore e, in generale, tra le donne. Bill Stepien, responsabile dell’organizzazione, annuncia «un’ondata di spot pubblicitari mirati sugli over 65». I sondaggi mostrano che Joe Biden è nettamente in testa anche nel segmento della popolazione più matura, con un distacco di circa 20 punti percentuali. Lunedì scorso Stepien ha spiegato ai giornalisti che è pronta la controffensiva. Si punterà sulla promessa che Trump ha fatto tornando dal Walter Reed Medical Center: mettere a disposizione dei «nostri grandi senior» i «farmaci miracolosi» anti Covid. I trumpiani, però, sono in difficoltà un po’ lungo tutto il fronte.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Flores D’Arcais Alberto 
Titolo: Biden prepara la sua squadra e tenta i repubblicani ribelli
Tema: Elezioni americane

Nelle varie cartelle di documenti che Joe Biden si porta in giro durante i viaggi elettorali, c’è anche una lunga lista di nomi che viene costantemente aggiornata. Con i sondaggi che a tre settimane dal voto lo danno in buon vantaggio su Trump — anche in qualchè decisivo Stato in bilico — nelle lunghe riunioni (spesso in aeree) col suo staff, l’ex vicepresidente di Obama inizia già ad ipotizzare, sfidando la scaramanzia, le donne e gli uomini che potrebbero far parte del suo governo. Alcuni nomi circolano con più insistenza, altri vengono depennati e non mancano coloro che si fanno avanti di propria sponte. Nomi di democratici dal pedigree liberal, ma anche — qui la sorpresa — quelli di alcuni repubblicani doc.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bulfon Floriana – Coccia Massimiliano 
Titolo: Arrestata la dama del Vaticano – Arrestata Lady Vaticano “Ha intascato 500 mila euro destinati a liberare ostaggi”
Tema: Caso Becciu

È sera quando la Guardia di finanza bussa alla porta di una casa nel centro di Milano. Cecilia Marogna è in compagnia di un amico e non si aspetta di finire in manette, ma le Fiamme gialle seguono i suoi movimenti da molti giorni e le notificano un provvedimento di cattura internazionale emesso dai promotori di giustizia della Città del Vaticano, diramato lunedì tramite l’Interpol. L’accusa per lei è la stessa che papa Francesco ha rivolto al cardinale Angelo Becciu: peculato. Il nome di Cecilia Marogna era salito agli onori delle cronache la scorsa settimana, quando la sua figura era stata messa in evidenza dalle dichiarazioni del “pentito” della Segreteria di Stato, monsignor Alberto Perlasca. La 39enne cagliaritana ha sempre rivendicato di svolgere un servizio di intelligence umanitaria per tutelare la Santa Sede in contesti difficili, presentandosi come esperta di relazioni diplomatiche capace «di costruire una rete di relazioni in Africa e Medio Oriente, di proteggere nunziature e missioni da rischi ambientali e da cellule terroristiche». Per farlo, sarebbe stata pagata 500 mila euro tramite una società, la Logsic doc, con sede a Lubiana, in Slovenia. Pagamenti che hanno tutti la stessa causale: “Versamenti per missione umanitaria”. Denaro che sarebbe partito dai conti della Segreteria di Stato per operazioni segrete, e che invece Marogna avrebbe speso per quasi la metà in acquisti di lusso, dalle borse Prada alle poltrone Frau.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Caferri Francesca 
Titolo: Sui diritti umani l’Onu sceglie Russia e Cina
Tema: Onu

«Un gruppo di piromani in una caserma di pompieri». Le parole forti con cui da settimane íl direttore del think tank UN Watch Hillel Neuer andava predicando contro l’elezione di Cina, Cuba, Arabia Saudita, Russia e Uzbekistan al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite hanno ottenuto un risultato, benché isolato. Ieri la maggioranza di questi Paesi ha conquistato un seggio nel massimo organismo Onu incaricato di vigilare sulle libertà fondamentali: ma a restare fuori – a grande sorpresa – è stato il Paese più contestato del gruppo, l’Arabia Saudita, giunta ultima fra i cinque candidati per i quattro seggi del gruppo Asia-Pacifico. Novanta i voti raccolti, contro i 169 del Pakistan, i 164 dell’Uzbekistan, i 150 del Nepal e i 139 della Cina. Vittoria amara per Neuer e la coalizione di ong che rappresenta: gli altri Paesi che consideravano «unfit», non qualificati, per decidere sui diritti umani resteranno in carica per tre anni, un tempo abbastanza lungo per fare danni, giudicano UN watch e le altre ong che hanno cercato di bloccare l’elezione.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Capuzzi Lucia 
Titolo: America Latina Così il Covid ha aumentato la miseria – Il Covid ha tagliato le gambe alla ripresa dell’America Latina
Tema: Covid nel terzo mondo

Latinoamérica en llamas, America Latina in fiamme. Era il 2010 quando il poeta messicano Francisco Azucla, nipote di Mario, grande narratore della Rivoluzione del 1910, diede questo titolo alla sua nuova raccolta. Un omaggio al turbolento Novecento regionale e alle gesta dei suoi eroi in basco e mimetica, pensarono in tanti. La critica parlò di “provocazione letteraria”. «La ferita cresce di fronte allo specchio della sera, non posso celebrare sessant’anni di vita nell’odore di morte, rifugiato nel silenzio di questo giorno doloroso. Piango le speranze rotte, l’animale apre le fauci dilaniando cuori e canti alla vita con il suo passo lento e sinuoso», scriveva Azuela proprio nel momento di massima effervescenza latinoamericana. Il Continente era nel pieno di un ciclo di exploit economico, stabilità politica, entusiasmo per il futuro. L’apice del «decennio latinoamericano», lo consacrò The Economist. Eppure, ancora una volta, la letteratura si era dimostrata capace di cogliere l’autentico sentire di quello sconfinato spazio compreso tra il Rio Bravo e la Terra del Fuoco. In cui, dietro la patina luccicante della fiesta, covava il fuoco di un crescente malcontento. Nove anni dopo l’incendio è scoppiato, bruciando, nell’arco di dodici mesi, nove su venti Paesi dell’area, oltre all’isola di Portorico, latina per geografia e cultura, eppure Stato associato di Washington. Un record nel pur movimentato scenario globale. L’impatto del Covid – di cui il Continente è diventato l’epicentro da maggio 2020, come dichiarato più volte dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – rischia di ampliare le dimensioni del rogo. Dal Brasile al Nicaragua, l’emergenza sanitaria è metafora e acceleratore della crisi economica, sociale e politica in atto.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Capuzzi Lucia 
Titolo: India e Sudafrica: non si brevettino i nuovi vaccini per darli ai poveri – La sfida di India e Sudafrica sul Covid: il mondo non brevetti subito i vaccini – Il fronte del Sud riaffila le armi 20 anni dopo la vittoria sull’Hiv «Solo uniti si batte il viru
Tema: Covid nel terzo mondo

La proposta è senza precedenti. Come senza precedenti è la congiuntura attuale. Parola dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). II Covid rappresenta «un danno senza precedenti per l’economia globale e il commercio mondiale, in seguito alle restrizioni alla produzione e al consumo», ha scritto l’Agenzia Onu per la salute nel dichiarare ufficialmente la pandemia, l’11 marzo. Da questa premessa, scaturisce la proposta di India e Sudafrica che, in vista della riunione di domani del Consiglio a Ginevra, hanno chiesto all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) di “sospendere” le regole sulla proprietà intellettuale fino a quando il Covid non sarà sconfitto. Ovvero quando non sarà raggiunta un’immunità globale di gregge. Nel frattempo, a tutti i Paesi, non solo quelli in via di sviluppo – in base all’istanza presentata- dovrebbe essere data la facoltà di non concedere o depositare brevetti su farmaci, test, dispositivi di protezione e vaccini. In pratica, con una lettera congiunta firmata il 2 ottobre, New Delhi e Pretoria propongono di “rendere flessibile” il cosiddetto “accordo Trips” del 1994 con cui gli Stati hanno armonizzato le rispettive regole sulla proprietà intellettuale. Una possibilità contenuta, in realtà, nello stesso trattato di Marrakesh, con cui è stata istituita la Wto, che prevede «eccezioni» in casi di particolare gravità. Decise, di volta in volta, dalla Conferenza ministeriale, a cui il Consiglio la sottoporrà. La prossima riunione sarà a giugno ma, data l’urgenza della tematica, potrebbe essere anticipata. In ogni caso, per passare, la bozza indo-sudafricana dovrà raggiungere almeno un consenso di tre quarti dei Paesi membri. Una soglia elevata.
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