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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 settembre 2020

– Scontro Cirio-Azzolina sulla riapertura delle scuole
– Inchiesta sui fondi della Lega, spunta la pista panamense
– Gualtieri: Mantenere paracadute europeo per tutto il 2021
– Afghanistan, svolta nei negoziati di pace

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico 
Titolo: Scuola, le Regioni in rivolta Cirio-Azzolina, scontro finale – Scuole, muro contro muro governo-Regioni Azzolina: impugno l’ordinanza del Piemonte
Tema: Riapertura delle scuole

La ripartenza della scuola sarà per il governo il primo grande ostacolo da superare in questa fase tre, con inevitabili ripercussioni anche nella campagna elettorale in corso. A 24 ore dalla riapertura però, sul tavolo del ministro dell’Istruzione Azzolina sono ancora diversi i nodi da sciogliere: in particolare a tenere banco è lo scontro con il governatore del Piemonte Alberto Cirio, che non ha intenzione di ritirare la proposta che affida la resposanbilità della misurazione della temperatura dei bambini alle scuole. Il ministro annuncia di voler impugnare il provvedimento. Altro tema è l’allarme del Comitato Tecnico Scientifico su un possibile aumento dei contagi collegato alla riapertura e lo fa mentre si registrano i primi casi tra gli alunni che sono rientrati in anticipo in classe. Le preoccupazioni di genitori, studenti e corpo docente – a cui il premier oggi parlerà in diretta da palazzo Chigi — sembrano tutt’altro che affievolirsi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mondo Alessandro 
Titolo: Intervista ad Alberto Cirio – “Preoccupato per i miei figli non arretro di un millimetro”
Tema: Riapertura delle scuole

Il governatore del Piemonte Alberto Cirio va avanti con l’ordinanza che prevede – in assenza della misurazione della temperatura dei bambini a casa – l’intervento della scuola. “Il ministro Azzolina sostiene che con questa ordinanza creo problemi alle famiglie, obbligandole tutte le mattine ‘a scrivere sul diario” – dice Cirio –  “Le ho risposto che un’autocertificazione non è un problema per nessuno: io scrivo e firmo tutti i giorni sul diario di mia figlia, attestandone la partecipazione o meno alla mensa. Né è esagerato chiedere alla scuola di controllare quanto certificato dalle famiglie. E nel caso manchi la certificazione, provvedere alla misurazione prima dell’inizio dell’attività didattica”. Il ministro però è rimasto sulle sue posizioni, annunciando di voler impignare l’ordinanza. “Non arretro di un millimetro: da domani l’ordinanza sarà pienamente in vigore”, ha risposto Cirio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Roberto Speranza – “Fuori dal virus in sei mesi” – Speranza “Dobbiamo resistere altri sei mesi A fine inverno saremo salvi”
Tema: Riapertura delle scuole

Le parole del ministro della Salute Roberto Speranza alla vigilia della riapertura delle scuole: “Basta polemiche inutili sulla scuola, non è un problema della ministra Azzolina, ma di tutti noi”, ha detto aggiungendo: “Abbiamo lavorato con Regioni, Province e Comuni a partire dal documento sulla gestione dei casi Covid, approvato all’unanimità. Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid. Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”. Il ministro poi aggiunge: “Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non è per sempre: dopo l’autunno e l’inverno vedremo la luce”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ceccarini Luigi 
Titolo: L’analisi – Studenti divisi sul ritorno in aula Per il 52% è ancora troppo presto
Tema: 
Riapertura delle scuole
Secondo i dati dell’Osservatorio sul Capitale Sociale di Demos dedicato alla scuola al tempo del Covid, due italiani sue tre, senza distinzioni tra studenti, famiglie e cittadini, danno alle scuole un voto in pagella pari o superiore a 6 (su 10) per come è stata gestita la crisi pandemica e il passaggio verso la didattica mista che ha caratterizzato l’insegnamento del secondo quadrimestre. Ma quando si chiede se vi siano le condizioni per la riapertura, oltre la metà degli alunni (52%) dice no. Mentre si ferma al 38% il dato complessivo dei cittadini con la stessa opinione.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  s. d. r. 
Titolo: Rischiano condanne fino a dieci anni Vertice tra le procure
Tema: Inchiesta sui fondi della Lega

Il margine di manovra per Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri, i tre commercialisti leghisti da giovedì sera al domiciliari, è molto stretto. Con l’introduzione della “spazzacorrotti”, la nuova legge anticorruzione entrata in vigore all’inizio dell’anno scorso, i tre – accusati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente, evasione fiscale – rischiano, in caso di condanna, fino a dieci anni. Con una «plena collaborazione» invece possono puntare a una riduzione di pena e a ottenere misure alternative. Per la procura la ricostruzione dell’affare che ha portato «una distrazione di 800 mila euro di fonti pubblici» è praticamente completata. Un immobile di proprietà di una società decotta, la Paloschi srl, viene acquistato da Andromeda a 400mila euro, poi rivenduto alla fondazione della Regione Lombardia al doppio del prezzo, grazie a un bando preconfenzionato. Nei tre ruoli di venditore e di doppio acquirente vi sono, secondo l’accusa, sempre i tre commercialisti. Per il gip Guido Fanales si tratta di un «accordo collusivo che risulta provato, siglato fin dall’origine dai tre indagati». Se la ricostruzione dei fatti può dirsi cristallizzata, la procura ha ora l’obiettivo più ambizioso di capire se alcune delle strutture finanziarie e delle società emerse nell’indagine non siano state utilizzate stabilmente oltre l’operazione “Lombardia Film Commission”. Per esempio, per gestire il denaro movimentato dalle casse della Lega Nord ed evaporato, in Italia o all’estero, per evitare le pretese di risarcimento delle procure.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guastella Giuseppe 
Titolo: Fondi della Lega, spunta una fiduciaria targata Panama
Tema: Inchiesta sui fondi della Lega

Francesco Brachetti riveste un ruolo importante nell’inchiesta sulla compravendita della sede della Fondazione Lombardia film commission che ha portato agli arresti domiciliari i due professionisti molto vicini alla Lega. Da giovedì la Finanza sta perquisendo la sede della Brachetti service a Casnigo (Bergamo) mentre spunta in Svizzera una fiduciaria panamense che ha gestito parte degli 800 mila euro sborsati da Lfc per acquistare il capannone di Cormano. La ritrutturazione dell’immobile è solo uno degli affari che la Brachetti service ha realizzato grazie all’appoggio di Di Rubba, direttore amministrativo del Carroccio in Senato, e di Manzoni, revisore dei conti del partito alla Camera. “Negli ultimi anni l’impresa si è annoverata tra gli abituali fornitori” della “Lega nonché delle persone fisiche e giuridiche ad essa collegate”, scrivono i finanzieri. A conferma di ciò, l’assidua presenza di Brachetti in via Bellerio e anche un rapporto commerciale diretto con Roberto Calderoli. Il legame tra Brachetti e Manzoni si rafforza durante la pandemia quando il professionista invita l’imprenditore ad investire nel «bel business» delle sanificazioni, piuttosto diverso dai lavori edili che è solito fare. Manzoni si prodiga per fargli ottenere dal partito la sanificazione di via Bellerio dicendogli di essersi rivolto a Giulio Centemero, il tesoriere della Lega al quale è strettamente legato. Per le Fiamme Gialle, emergono le «peculiari ingerenze» di Di Rubba e Manzoni negli affari dell’impresa che e, chiosano i militari, è «formalmente riconducibile» a Francesco Brachetti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Zapperi Cesare 
Titolo: Intervista a Roberto Calderoli – «A cena con loro io non sono mai stato, neanche una pizza Polverone per il voto»
Tema: Inchiesta sui fondi della Lega

Le parole di Roberto Calderoli che smentisce la ricostruzione che lo avrebbe visto partecipare, in una serata tra il 24 e il 27 maggio scorso a Roma, ad una cena con il segretario della Lega Matteo Salvini, il collega senatore bresciano Stefano Borghesi e con il commercialista Andrea Manzoni, revisore dei conti del gruppo leghista della Camera e professionista di fiducia del leader del Carroccio: “L’ultima volta che ho pranzato o cenato con Salvini risale a non meno di due anni fa”, dice. “Con gli altri due non ho mai mangiato nemmeno una pizza”. Calderoli poi esprime un giudizio sui due commercialisti vicini alla Lega arrestati: “Sono ottimi professionisti e grandi lavoratori. Mi sentirei di dire che sono persone perbene. Se gli abbiamo affidato incarichi così delicati è perché hanno dato prova di essere capaci e affidabili”. E ancora: “Se gli elementi in mano agli inquirenti sono consistenti come la cena a cui non ho mai partecipato e che per me semplicemente non e mai esistita, possiamo dormire tranquilli”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: La sfida di Salvini “Vinciamo e addio inchieste”
Tema: Inchiesta sui fondi della Lega

Martedì inizieranno gli interrogatori dei tre commercialisti vicini alla Lega finiti ai domiciliari. Dopo Matteo Salvini, interviene anche Giancarlo Giorgetti per garantire sui professionisti: “Conoscendoli, io ho fiducia in loro e quindi ho fiducia nella giustizia”. La fiducia, almeno “su due dei tre commercialisti”, la ribadisce da giorni anche il segretario, che ieri ha chiuso con Meloni e Tajani la campagna di Raffaele Fitto in Puglia. Salvini si dice “tranquillissimo, perché sono anni che cercano i soldi della Lega ovunque, ma non trovano niente”. In serata Salvini ha dettato la linea ai suoi: “Concentratevi sulla campagna elettorale, non perdete tempo a rispondere alle domande sui soldi e sulle inchieste perché se vinciamo in Puglia, Toscana, Veneto e Liguria diamo il colpo di grazia al governo, Conte va a casa e di queste inchieste, di questi attacchi giudiziari non resterà nulla. Metteremo tutti a tacere”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cazzullo Aldo 
Titolo: Perdere la Toscana la paura rimossa del Pd
Tema: Regionali

Alle Regionali di domenica prossima, la Lega potrebbe vincere per la prima volta in Toscana, un territorio storicamente segnato da una contrapposizione tra le città di sinistra, Firenze in primis, e la provincia di destra. Contro la candidata leghista Susanna Ceccardi non c’è un capo carismatico, o almeno un governatore uscente, bensì Eugenio Giani, navigatore di lungo corso. La Ceccardi ha fatto tre anni il sindaco di Cascina, poi si è fatta eleggere al Parlamento europeo, dopo un anno si è candidata alla Regione: «Non ha esperienza né costanza» la accusa il rivale. Le elezioni al tempo del Covid nascondono però una grande incognita, quella sull’affluenza. Quanti anziani, elettori di sinistra da una vita, indicano Giani nei sondaggi e poi il 20 settembre non se la sentiranno di uscire di casa? I capi del Pd locale hanno concordato con gli emissari di Zingaretti, che si gioca la segreteria, un piano per aiutare i vecchi compagni ad andare alle urne, se necessario con servizio di pullman, condominio per condominio.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Pillo Laura 
Titolo: Gualtieri: Patto da rivedere pro-investimenti
Tema: Mes ed Europa

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, al termine della due giorni dell’Ecofin informale di Berlino, conferma che non c’è alcuna intenzione di ripristinare il Patto di Stabilità e crescita. Secondo il titolare del Tesoro, il paracadute va mantenuto per tutto il 2021, perché l’emergenza ancora in corso non si può prevedere quando finirà. Gualtieri ha confermato che “la ripresa dell’economia italiana sarà superiore alle attese”, specificando però la necessità che sia sostenuta: “Anche la Bce ha rivisto i dati sul Pil, ma c’è anche molta incertezza e si parte da un dato pesante di riduzione nel secondo trimestre per tutti i Paesi”, ha aggiunto il ministro; “Per questo noi come altri abbiamo sottolineato l’esigenza di non interrompere troppo presto la politica espansiva di sostegno all’economia”. Ma all’Ecofin sul tavolo c’era anche la riforma del Mes: “Abbiamo discusso sfi finalizzare l’entrata in vigore del backstop commegato alla riforma del Mes e abbiamo convenuto sull’opportunità di lavorare per avere l’introduzione anticipata del backstop da fine anno prossimo”, ha detto il ministro.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: Mes, la riforma entro l’anno
Tema: Mes ed Europa

Ieri, al termine dell’Ecofin informale che si è tenuto a Berlino, il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz ha confermato l’intenzione di procedere spediti verso la riforma del Mes: “Sono stati fatti dei progressi sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità e siamo ottimisti che si possa arrivare a delle conclusioni entro la fine dell’anno”, ha detto. Si attende quindi l’Eurogruppo di ottobre per capire i prossimi passi. In quell’occasione, ha spiegato il ministro dell’Economia Gualtieri, sarà pronto il rapporto che valuterà se sia tecnicamente fattibile o meno introdurre in anticipo il «backstop» (la rete di garanzia) del Fondo unico di risoluzione bancaria. Anche il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, spinge per la firma entro fine anno, pur ricordando che la sua «competenza in questo campo è piuttosto limitata, perché si tratta di un processo intergovemativo. Vogliamo però facilitarlo, perché è importante per l’architettura dell’Unione bancaria».  I ministri delle Finanze e dell’Economia dei 27 Paesi Ue hanno discusso della necessità di introdurre nuove risorse proprie per potere ripagare il debito comune che finanzierà il Recovery Fund e il dibattito ha toccato anche web tax e adeguamento dei mercati finanziari alla transizione digitale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Stretta di Bruxelles per web tax e imposte societarie – La Ue prova ad accelerare su web tax e tasse per le società
Tema: Tasse ed Europa

Dall’Ecofin informale di Berlino emerge la volontà dell’Europa di accelerare su web tax e tasse per le società per andare a caccia di nuove risorse comunitarie con un occhio al prossimo bilancio. La Commissione europea ha quindi preannunciato ieri la presentazione di un piano d’azione con il quale sperabilmente introdurre maggiore armonizzazione in campo fiscale, e in particolare una tassa europea da applicare alle imprese digitali. “È il momento di fare progressi in vista di un sistema fiscale europeo che sia più equo ed efficiente”, ha detto il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni a margine di una riunione di due giorni dei ministri delle Finanze a Berlino. Il percorso appare comunque non semplice: in tema fiscale è indispensabile l’unanimità dei 27 e molti Paesi, come l’Irlanda e il Lussemburgo, frenano.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: I falchi della Bce e la manovra contro Lagarde – La manovra anti-Lagarde dei falchi dell’Eurotower
Tema: Europa

Nella Bce si vive una fase di profonda incertezza provocata da un conflitto interno sulle scelte della banca e sul ruolo di Christine Lagarde. Il nodo è un aumento del valore dell’euro che, dalla vigilia di questa crisi il 20 febbraio a oggi, è stato del 9,7% sul dollaro e del 9,2% sull’insieme delle valute dei principali partner commerciali dell’area. Per un sistema in recessione, un apprezzamento della moneta è l’opposto di ciò che serve perchè frena l’attività produttiva rendendo più cari i prodotti all’esportazione, mentre sospinge l’economia verso la deflazione per il calo dei costi dei beni importati. In un mondo sempre più mercantilista, l’Europa rischia di finire nella morsa delle svalutazioni competitive delle altre grandi aree commerciali. Giovedì per la prima volta una dichiarazione della Bce letta dalla presidente Lagarde cita gli «sviluppi sul tasso di cambio» fra i fattori da seguire perché possono avere «implicazioni» sull’inflazione. Ma proprio durante la conferenza stampa, da Francoforte è uscito un messaggio opposto. Il segnale è chiaro: l’ala più intransigente in seno alla Bce non permetterà alla francese di agire da leader, anzi è pronta a minare la sua credibilità se l’ala dei governatori più contrari alle scelte espansive verrà messa in minoranza come faceva Draghi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide – Mobili Marco 
Titolo: La riforma fiscale parte da lavoro, famiglie e autonomi
Tema: Fisco

La prima dote per avviare la riforma fiscale dovrebbe giungere dai 2,8 miliardi di euro di tagli ai sussidi ambientali dannosi. Gli obiettivi dichiarati della riforma sono noti: si dovrà migliorare equità, efficienza e trasparenza del nostro sistema tributario, incentivare l’occupazione e gli investimenti materiali, nonché quelli in ricerca e sviluppo delle imprese. La «debonusizzazione», per dirla alla Gualtieri, partendo proprio dai sussidi ambientali dannosi, dovrebbe fornire un importante «contributo al conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale». Le linee di intervento per il nuovo fisco sono fondamentalmente due: riforma Irpef coordinata con il futuro Assegno unico e riforma delle tax expenditure in una prospettiva green. Mentre prima della sua entrata in vigore, a gennaio, verrà modificata la plastic tax, in coerenza con il quadro europeo. E a livello tecnico sta andando avanti anche l’istruttoria sulla semplificazione, proposta dal direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, sull’Irpef per le imprese, che dovrebbe passare ai pagamenti mensili per cassa, concepiti per superare il meccanismo acconti/saldi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M. Per. 
Titolo: Sei proposte per sfrondare sette agevolazioni
Tema: Fisco

L’ultimo catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), sfornato lo scorso dicembre dal ministero dell’Ambiente sui dati 2018, rivela che 17,7 miliardi dei complessivi 19,7 sono destinati alle fonti fossili. Quelle che, in ossequio alla strategia di decarbonizzazione e transizioneverde che si vuole accelerare con il Recovery Plan, il governo si dice pronto ad aggredire. Il lavoro della commissione interministeriale insediatasi a febbraio, ha elaborato sei proposte normative volte a rimodulare sette sussidi, che ora saranno riviste in base alle osservazioni pervenute e poi trasmesse alla presidenza del Consiglio. La prima riguarda le accise agevolate, a partire da quella sul gasolio, per cui si suggerisce un aumento progressivo dell’aliquota sul diesel a uso autotrazione. A fronte di questo intervento, la proposta di agevolazioni «notevoli» per chi acquista veicoli con prestazioni ambientali performanti. Nel mirino anche le aliquote ridotte per i prodotti energetici usati per riscaldamento e carburanti per autotrazione dalle Forze armate, l’esenzione dell’accisa sui prodotti energetici per la produzione di magnesio da acqua di mare, l’accisa agevolata sul gas naturale impiegato negli usi di cantiere, nei motori fissi e nelle operazioni in campo per l’estrazione di idrocarburi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Intervista a Sergio Costa – Riforma fiscale in due tempi Ambiente, tagli per 2,8 miliardi
Tema: Fisco

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa propone un intervento da 2,8 miliardi sui sussidi ambientalmente dannosi, ma aggiunge che “chi oggi ne gode dovrà poter ricevere, per uguale valore, sussidi ambientalmente favorevoli”. A loro promette incentivi per la transizione green, dal cuneo fiscale ambientale al sostegno per ottenere le certificazioni. Secondo il ministro Costa nel cantiere sul Recovery Plan non dovranno mancare “gli asset sui quali si gioca il futuro del Paese: dissesto idrogeologico, erosione delle coste, depurazione delle acque, mobilità. Sono temi di assoluta priorità e su cui non si può prescindere”. Poi sul nuovo sistema di incentivi alle imprese che investano nella transizione green, Costa dice: “Le opzioni su cui stiamo lavorando sono molteplici. Dalla riduzione del costo del lavoro per le imprese ecosostenibili a canali di finanziamento dedicati, sul modello di quanto fatto per le imprese nelle zone economiche ambientale, le Zea, ai green bond su cui stiamo lavorando con il ministero dell’Economia. Occorre però sostenere le imprese nell’ottenere le certificazioni ambientali, che l’Ue richiede, come l’Ecolabel e l’Emas e come il marchio da noi promosso “made green in Italy”, che rappresentano chiavi di accesso fondamentali per il Recovery Fund”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Saldo e stralcio, è flop Il condono leghista incasserà il 12% in meno
Tema: Fisco

Il “saldo e stralcio”, il condono fiscale destinato in esclusiva ai ceti meno abbienti sponsorizzato dalla Lega e inserito nella legge di Bilancio del 2019, è stato un flop, come confermano i dati elaborati dal Ministero dell’Economia: nella migliore delle ipotesi l’erario nei tre anni 2019-2021 incasserà il 12 per cento in meno del previsto, 785 milioni invece degli 890 previsti dalla Relazione tecnica del provvedimento varato dal governo gialloverde. Per ora, nell’anno 2019, i soldi entrati nelle casse dello Stato sono appena 300 milioni. Il successo della misura sul piano delle adesioni individuali è andato ben sotto le aspettative: si stimava una platea di 4 milioni di contribuenti, invece hanno fatto domanda solo in 385 mila. Molti hanno palato la prima rata, bloccato le iniziative del Fisco, e poi si sono defilati: un fenomeno più volte denunciato dalla Corte dei conti e che, inesorabilmente, si è presentato anche stavolta.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Patucchi Marco 
Titolo: Embraco – Wanbao un polo industriale per salvare 700 posti
Tema: Embraco-Wanbao

Il governo si muove per risolvere due delle crisi aziendali simbolo del declino manifatturiero italiano: Embraco e Wanbao. Il piano è quello di creare un polo nazionale nella produzione di compressori per frigoriferi, basato appunto sulle fabbriche storiche del settore: lo stabilimento Embraco di Riva di Chieri e la Wanbao di Mel, provincia di Belluno. Si tratta di due aziende che occupano complessivamente un migliaio di lavoratori e che a lungo sono state in bilico, tra fallimenti e commissariamenti. Pivot dell’operazione è Invitalia che una volta avviata l’operazione si impegnerà a cercare un partner industriale privato al quale lasciare il testimone. Lo spazio sul mercato per un polo produttivo Embraco-Wanbao si sarebbe ulteriormente aperto per gli effetti del lockdown, visto che l’attuale concentramento in Cina di buona parte della produzione mondiale dei compressori non è più così conveniente per I grandi committenti. Soprattutto europei.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Pace in Medio Oriente Ora Trump accelera
Tema: Medio Oriente

Donald Trump punta alla politica estera per rafforzare i consensi in vista delle prossime elezioni presidenziali e lo fa partendo dal recente risultato messo a segno, ovvero la decisione del Bahrein di firmare un accordo di pace con Israele, sulla scia di quello già siglato dagli Emirati Arabi Uniti meno di un mese fa, la cui ufficializzazione avverrà martedì alla Casa Bianca. Il cosiddetto “Accordo di Abramo” ” è stato patrocinato in particolare dal genero del presidente, Jared Kushner, nell’ottica della risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Per Trump la firma di questo accordo è un importante traguardo tanto che per alcuni suoi sostenitori il presidente meriterebbe la candidatura al premio Nobel per la Pace.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: La minaccia iraniana contro il Bahrein dopo l’accordo con lo Stato ebraico
Tema: Medio Oriente

La mossa del governo del Bahrein che martedì prossimo a Washington si accoderà con Benjamin Netanyahu sotto gli occhi di Donald Trump, sta provocando una tempesta poderosa nel Golfo. Gli sciiti dell’area si stanno scatenando contro la dinastia sunnita (minoritaria) che governa l’isola. Una sequela di attacchi come non era accaduto pochi giorni fa con l’annuncio dell’intesa fra Israele e gli Emirati Arabi Uniti. Le Guardie della rivoluzione iraniana minacciano: “Il sovrano del Bahrein deve aspettarsi una dura vendetta da parte dei Mujahiddin di al-Quds (al Qods è Gerusalemme, ndr) e della nazione musulmana orgogliosa di questo Paese”. La dichiarazione dei pasdaran quasi preannuncia un’azione militare, e segue le critiche durissime del ministero degli Esteri iraniano guidato da Mohammad Javad Zarif. Un’altra condanna interna arriva da “Al Wafaq”, il primo partito di opposizione sciita nel Paese (il leader è un carcere). Per loro l’accordo è «un golpe contro la volontà popolare, un tradimento nei confronti di tutti i musulmani».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Mazza Viviana 
Titolo: Diplomazie – L’Iran giustizia il lottatore difeso anche da Trump
Tema: Iran

Non è servita la mobilitazione del Comitato Olimpico Internazionale e della World Players Association: l’Iran infine ha portato a termine l’esecuzione di Navid Afkari, 27 anni, lottatore professionista, accusato di aver commesso un omicidio durante le proteste anti-governative del 2018. Vano anche l’appello del presidente USA Trump, che aveva detto: “L’unica cosa che ha fatto è manifestare contro iI governo. Ai leader dell’Iran dico: apprezzerei moltissimo se salvaste la vita a questo giovane. Grazie”.  II tweet non è stato d’aiuto. L’Iran si sente sotto attacco da parte degli Usa e sposa la linea dura, a partire dalla magistratura. Cedere alle pressioni internazionali equivarrebbe ad una resa, che le autorità hanno rifiutato.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Fabbri Roberto 
Titolo: La nuova sfida di Trump è la pace in Afghanistan «Mai stata così vicina»
Tema: Afghanistan

E’ il Golfo persico il teatro privilegiato dell’azione diplimatica statunitense nei mesi finali della campagna elettorale. Dopo aver raccolto i frutti maturi del clamoroso avvicinamento a Israele degli Emirati Arabi Uniti prima e del Bahrein poi, il segretario di Stato Mike Pompeo è sbarcato ieri in Qatar per sottolineare il suo ruolo di regista nei colloqui di pace che lì si sono aperti tra il governo dell’Afghanistan e i talebani. A Doha si respira un ostentato clima di ottimismo, che Pompeo ha accentuato dicendosi convinto che “mai come oggi le possibilità di pace in Afghanistan sono state così alte”. L’opportunità che Pompeo invita a cogliere però presuppone una pacificazione sul campo ancora lontana, con i talebani che insistono nell’applicazione della Sharia nel Paese.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cadalanu Giampaolo 
Titolo: I talebani ora negoziano Svolta per la pace in Afghanistan
Tema: Afghanistan

Il negoziato partito ieri a Doha, sia pure con sei mesi di ritardo, apre davvero, per la prima volta, la strada per la pace in Afghanistan. I talebani per la prima volta si sono seduti ad un tavolo e trattano con chi fino a ieri definivano “fantoccio dell’America”. Il percorso non si prevede facile, ma già l’avvio di un lavoro diplomatico è da considerarsi un successo. Tutti i negoziatori sanno bene che il Paese è allo stremo. Senza sicurezza l’economia è paralizzata, e la pandemia ha ridotto ancora le capacità di sopravvivenza. Così l’accensione di una scintilla di speranza, dopo quarant’anni di guerra, è talmente abbagliante che rischia di far dimenticare gli ostacoli. I talebani chiedono la partenza di tutti i militari stranieri e Trump non vede l’ora di accontentarli, ma restano da sbrigliare questioni più complesse, come la forma che dovrà avere lo Stato, come sarà applicata la legge islamica e come saranno tutelati diritti di donne e minoranze.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Il corsivo del giorno – Negoziati con i talebani, i molti interrogativi di uno scenario difficile
Tema: Afghanistan

Diciannove anni dopo gli attentati di New York, l’Afghanistan è a una svolta: l’avvio ieri dei negoziati di pace diretti tra il governo afghano e i massimi rappresentanti dei movimento radicale islamico che garantì asilo ad Al Qaeda avvia una fase delicata, la più incerta, dell’intero processo politico. Il rischio del ritorno alla guerra guerreggiata resta minaccioso. Sebbene violenze e attentati non siano mai del tutto cessati, qualsiasi ostacolo maggiore riporterebbe allo scontro aperto.  Anche gli indubbi passi avanti compiuti dalla società civile locale, compresi i diritti perle donne e i minori specie nelle zone urbane, potrebbero rimanere fortemente pregiudicati. Questi colloqui sono comunque parte del piano di ritiro americano elaborato dopo la firma degli accordi con i talebani lo scorso febbraio. I negoziati con le autorità di Kabul avrebbero dovuto iniziare subito. Ma incomprensioni sulla richiesta talebana di liberare parte dei loro prigionieri hanno ritardato il processo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Zaky rassicura i genitori: «Sto bene»
Tema: Caso Zaky

In una lettera scritta alla famiglia Patrick Zaky, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato al Cairo lo scorso febbraio, rassicura la famiglia e chi si sta battendo per la sua liberazione assicurando di stare bene che augurandosi che “la fortuna lo assista nella sua prossima udienza, in modo da poter riguadagnare la libertà”. Ancora non è stata resa nota la data della futura udienza in tribunale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: «Ignora i fuochi»: Trump in California
Tema: Incendi negli USA

Donald Trump vola in California per fare il punto sugli incendi. Lo ha annunciato a sorpresa il portavoce della Casa Bianca Judd Deere, dopo che le polemiche circa l’assenza di Trump dalla Costa Ovest, in fiamme da giorni, si sono fatte più insistenti. L’accusa verso il presidente era di tenersi lontano dalla California, feudo democratico, nonostante i danni ingenti provocati dal roghi. L’ultima volta che Trump aveva citato la California era il 22 agosto: e lo aveva fatto per attaccare il governatore democratico Gavin Newsom. “Trump governa solo gil Stati “rossi” ha titolato il magazine liberal Slate. E ora Trump ha finalmente trovato il tempo di volare a Ovest.
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Testata:  Giornale 
Autore:  De Remigis Francesco 
Titolo: Il ritorno dei gilet gialli: scontri e cariche a Parigi Fermate 220 persone
Tema: Francia

A quasi due anni dalla nascita del movimento, i gilet gialli sono tornati a manifestare in una Francia alle prese con il preoccupante rimbalzo dei contagi da Covid-19: una media di oltre 9 mila casi quotidiani. Jérôme Rodrigues, uno dei leader del movimento, ha esortato le piazze del paese alla “disobbedienza civile completa”, rifiutando di mostrare documenti di identità alla polizia che ieri aveva cinturato le zone a rischio della capitale, a partire dall’Eliseo e dalla sede del governo. Già a metà pomeriggio la prefettura di Parigi dichiarava 220 fermi e 86 persone prese in custodia su un totale di circa 2 mila. Nel corso della giornata di ieri i gilets hanno puntato pure gli Champs deviando dai percorsi assegnati e trovando una «convergenza di lotte» con decine di No-Mask, che ieri ne hanno approfittato per farsi beffe delle misure in vigore a Parigi. Il conflitto sociale non si è placato con l’emergenza che il premier Jean Castex «chiaramente peggiorata».
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