Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 maggio 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Conte: non c’è intesa sui migranti. 5S, Crimi ora è nel mirino;
– Silvia, si indaga sui soldi alla jihad. La Ue: quel riscatto è un problema;
– Maxi decreto pronto, ma restano aperti i nodi Cig e migranti;
– Fauci gela Trump e l’America: «Rischi enormi se riapriamo presto»;
– In Russia boom di casi. Il virus è vicino a Putin: positivo il portavoce.

PRIMO PIANO

Testata:  Libero Quotidiano 
Autore:  Vitetta Benedetta 
Titolo: Adesso anche i fondi scommettono sul polo tv europeo targato Mediaset
Tema: Mediaset – Vivendi

Arriva dagli Usa quello che potrebbe rivelarsi l’asso nella manica di Mediaset per far definitivamente decollare il progetto di creare un polo di tivù europeo, il Mfe, acronimo di MediaforEurope. Parliamo del fondo di private equity Kkr, già azionista col 50% del capitale del colosso editoriale tedesco Axel Springer – che nelle scorse ore è entrata nel capitale di Prosiebensat.1 acquisendone il 5,2% tra quote dirette e strumenti finanziari. Con questa mossa il fondo diventa il terzo azionista della tv partecipata da Mediaset (24,9% del capitale) e dall’imprenditore ceco Daniel Kretinsky che possiede il 10% tramite la Czech Media Invest (Cmi). Da parte sua Mediaset è sempre più convinta di dar vita a Mfe, newco realizzata per incorporare le attività spagnole e italiane del Biscione in un’unica holding con sede in Olanda in cui far confluire anche i tedeschi di Prosiebensat 1. Un progetto cui Mediaset lavora da un anno e che darebbe il via a un grande risiko delle tv europee. Progetto che ha avuto da subito la forte ostilità di Vivendi, azionista Mediaset col 29,9% del capitale, di cui il 19,9% è sempre congelato in un trust per volere di Agcom a causa della contemporanea posizione dominante dei francesi in Tim e Mediaset. E proprio il durissimo scontro tra le società potrebbe chiudersi il 28 maggio quando a Milano ci sarà l’udienza per il ricorso francese contro l’ok alla fusione della holding di Cologno con la controllata spagnola e l’avvio di Mfe. Ora più vicino grazie al fondo Usa.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Foglio – Inserto 
Autore:  Ronchi Maddalena – Vannutelli Silvia 
Titolo: Un tablet a studente per salvare la scuola dal ritorno al passato
Tema: Didattica a distanza

Il premier Giuseppe Conte ha detto che “la didattica a distanza mediamente, sta funzionando bene”. Dopo due mesi di lockdown però la situazione degli studenti italiani è tutt’altro che omogenea. Molti altri bambini devono usare a turno tablet e computer dei genitori per accedere alla didattica digitale, talvolta di notte. Solo una minoranza di studenti ha la fortuna di interagire con professori che, già prima del blocco delle scuole, aveva sperimentato piattaforme digitali per integrare la didattica. Il resto dei ragazzi si confronta con professori che cercano di replicare la didattica tradizionale ma “a distanza”. In uno scenario del genere, la didattica mista (metà della classe a casa metà a scuola) proposta dal ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina rischia di scontrarsi con grandi barriere. Secondo il report 2019 di Agcom “Educare Digitale”, prima che scoppiasse il virus meno della metà dei professori svolgeva attività didattiche tramite tecnologia su base quotidiana. Una famiglia su quattro non ha accesso a Internet (dato Istat 2019). La percentuale di famiglie con minori senza computer è del 14,3 (21,4 al Sud). Soltanto nel 22,2 per cento delle famiglie c’è un computer per ogni componente. Il blocco delle scuole rischia di avere conseguenze disastrose sulla formazione delle fasce più deboli. Sono problemi enormi.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: 5 Stelle, Crimi ora è nel mirino Riparte la guerra per la leadership
Tema: Intesa sui migranti, scontro nel governo

La faglia interna dei 5 Stelle segue l’irrisolto dualismo tra ala progressista, che fa capo a Roberto Fico, e quella più sensibile alla concorrenza politica della Lega, che si ricollega a Vito Crimi, Carlo Sibilia e Luigi Di Maio. Ma le tensioni sulla regolarizzazione dei migranti mettono in luce, oltre alle divergenze ideologiche, anche la debolezza della leadership, con Vito Crimi finito nel mirino di molti, perché giudicato «inconsistente», «troppo debole», «senza carisma». Giudizi impietosi, affiorati nelle chat e in Parlamento, che hanno il loro innesco con la vicenda dei migranti. Perché nella notte di domenica, quando è stata raggiunta una prima intesa, c’era proprio Crimi, assieme a Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede. Dall’altra parte, Dario Franceschini e Giuseppe Provenzano e Andrea Orlando, che hanno avuto buon gioco nel portare a casa il testo che volevano. Solo la mattina Crimi si accorge del possibile boomerang politico: «Cos’avete fatto, il salva-caporali?», gli dicono. Lui stesso si rende conto, anche perché legge le chat interne. Ci sono Laura Castelli, Vittorio Ferraresi, Carlo Sibilia, Giuseppe L’Abbate. Se la prendono con lui, che candidamente ammette: «Più leggo la norma, più mi rendo conto che qualcosa non quadra». Questo per Crimi è solo l’incidente finale, perché da tempo è sotto accusa per lo scarso peso che ha il reggente, restato in sella solo grazie all’emergenza virus. Ma assieme al contagio si sta esaurendo anche la tregua, che ha fatto rinviare gli Stati generali a fine anno. Il Movimento è sempre più atomizzato. Beppe Grillo è sparito, stufo di una creatura che non lo diverte più. Davide Casaleggio è sempre meno ascoltato. La sua piattaforma, Rousseau, non viene usata neanche per le call interne (si usa Zoom) e pochissimi pagano l’obolo dei 300 euro al mese.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Crimi dice no Vacilla l’accordo sugli immigrati
Tema: Intesa sui migranti, scontro nel governo

Lo scontro a questo punto può evitarlo solo Giuseppe Conte. Sulla regolarizzazione dei migranti la maggioranza rischia davvero di saltare, perché i 5 stelle continuano a dire no mentre Iv, Pd e Leu non intendono accettare ulteriori rinvii, dopo la lunga discussione di domenica notte. Ma ora democratici, renziani e sinistra confidano di avere il premier dalla loro parte, perché di fronte ai continui “no” del M5S palazzo Chigi ricorda che «nella notte di domenica le delegazioni delle forze di governo hanno raggiunto, alla presenza del presidente Conte, un accordo politico su vari temi e misure da inserire nel decreto in corso di formazione». In pratica, Conte smonta tutte le tesi M5s, sostenendo che domenica notte – lui presente – un accordo è stato raggiunto eccome, nonostante Vito Crimi continui a negare. Il premier spiega che «sulla “regolarizzazione dei migranti” – si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi – è stata raggiunta una sintesi politica» e che le norme vanno inserite nel “decreto rilancio” che arriverà oggi al Cdm. E’ quello che tre partiti su quattro della coalizione di maggioranza volevano sentir dire. Nei tanti, concitati, colloqui di queste ore a Conte era stato chiesto chiaramente di prendere in mano la situazione e di inchiodare M5s agli impegni presi. Parla Crimi, su Facebook, e di fatto smentisce pure la ricostruzione fatta da Conte: «La verità è che, nella riunione tenutasi domenica avevo dato la disponibilità a modificare i testi al fine di trovare una soluzione». Insomma, per Crimi non c’era stato nessun accordo, ma solo un’apertura a valutare delle correzioni alla bozza. Palazzo Chigi e alleati non ci stanno. Fonti Iv raccontano: «Crimi domenica ha chiesto di introdurre i controlli dell’ispettorato del lavoro, gli è stato detto di sì, la ministra Lamorgese ha scritto un’integrazione al testo, condivisa dalla Bellanova e anche da Pd e Leu. E Crimi aveva dato l’ok. C’erano più di dieci persone a quella riunione, M5s non può rimangiarsi quello che ha detto».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Bei Francesco 
Titolo: Il retroscena – Conte: non c’è intesa sui migranti – I 5S isolano il premier “Ormai accetta solo i diktat di Pd e Renzi”
Tema: Intesa sui migranti, scontro nel governo

A sera, dopo un’ennesima giornata di muro contro muro con il Movimento Cinque Stelle e di scollamento tra le forze che compongono la sua maggioranza, Giuseppe Conte è costretto ad arrendersi all’evidenza: «Al momento sui migranti non abbiamo un testo condiviso». E’ la constatazione di un uomo sempre più solo, che improvvisamente si trova nel punto più lontano dell’orbita rispetto a quel M5S che l’ha indicato a Palazzo Chigi. Perché il problema ormai non è soltanto Luigi Di Maio, ancora scottato per l’invasione di campo di Conte sulla gestione del rilascio di Silvia Romano. Il problema è il Movimento Cinque Stelle nel suo complesso, che ha accumulato nelle ultime settimane troppi motivi di rancore e di distanza con l’inquilino di Palazzo Chigi. Dissensi che ormai l’emergenza Coronavirus non trattiene più tra le mura ovattate dei vari ministeri, ma che tracimano in pubblico. Come è avvenuto ieri mattina con il comunicato di Palazzo Chigi in cui si parlava di una «sintesi politica» raggiunta sui migranti già nel vertice di domenica, subito smentita in maniera clamorosa da Vito Crimi. Con l’assurdo di due sottosegretari grillini – Carlo Sibilia e Giuseppe L’Abbate – che contraddicevano punto per punto le rispettive ministre Lamorgese e Bellanova. Superfluo dire che in altri tempi sarebbe bastato molto meno per imporre un chiarimento finale tra il presidente del Consiglio e quello che resta il partito di maggioranza relativa. La situazione è talmente sfilacciata che potrebbe pure sfuggire di mano.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Incontri con gli amici e viaggi fra regioni Le 21 condizioni che si devono avverare
Tema: Emergenza Covid-19, verso la riapertura

Dal 4 di maggio le speranze degli italiani di poter uscire «liberamente» di casa, a parte motivi di lavoro, salute o urgenza, sono state appese alla parola congiunti, che tante polemiche ha suscitato. Ma adesso nel governo sta maturando l’idea di far cadere anche questo vincolo, il che vuol dire che l’autocertificazione non sarà più necessaria. Niente di ufficiale. Ma da lunedì 18 maggio, quando i governatori daranno il via libera alla riapertura di negozi, bar, ristoranti, parrucchieri e spiagge, dovrebbe essere possibile spostarsi anche per incontrare gli amici, andare a mangiare una pizza in compagnia di chi si vuole e anche soggiornare nelle seconde case. Purché all’interno della propria regione. «Decideremo entro il fine settimana», conferma il ministro Roberto Speranza. Perché cada anche il divieto di circolare da una regione all’altra bisognerà invece aspettare ancora, almeno fino all’1 giugno. «Prendiamoci ancora una settimana prima di cominciare la valutazione», ha detto il ministro Francesco Boccia durante l’ultima cabina di regia. Se Italia Viva spinge per mettere fine alla «stagione delle autocertificazioni», non tutti nel governo sono d’accordo. La paura di nuovi focolai è forte e ispira la prudenza di Speranza, che sconsiglia di riaprire i confini prima dell’e giugno. «E una data ragionevole» concorda il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Solo la circolazione tra regioni confinanti e a basso rischio potrebbe ripartire prima, mentre se un territorio è al sicuro e quello limitrofo no, passare il confine liberamente non sarà possibile. L’ipotesi su cui si lavora è l’obbligo di sottoporsi a un test sierologico nella settimana precedente allo spostamento in un’altra Regione.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Bocci Michele 
Titolo: Scontro sui movimenti tra regioni Da lunedì liberi di vedere gli amici
Tema: Emergenza Covid-19, verso la riapertura

Non ci si sposterà ancora da una regione all’altra, ma dal 18 maggio sarà possibile andare nelle seconde case, mentre i negozi riapriranno In gran parte del Paese. Probabilmente, poi, oltre ai congiunti si potranno incontrare anche gli amici. Il tutto senza dover fare l’autocertificazione, che potrebbe non essere più richiesta. Quella di ieri è stata una giornata dedicata agli scenari di riapertura. Di fronte ai governatori che chiedevano di poter aprire a chi arriva da fuori, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha frenato: troppo presto. Bisogna prima vedere come va l’epidemia, soprattutto valutare i dati chiesti alle regioni da ministero alla Salute e Istituto superiore di sanità riguardo a 21 indicatori, tra i quali occupazione dei posti letto degli ospedali, fattore di replicazione della malattia, nuovi casi, rapidità dei test. Sempre sui numeri si baserà la possibilità che vengano autorizzati gli spostamenti da regione a regione. Boccia ha spiegato che quando sarà nota la situazione dei vari territori si potranno prendere decisioni. «Tra due regioni a basso rischio, a maggior ragione se confinanti, sarà naturale avere mobilità interregionale». I limiti ci saranno a muoversi da dove il rischio è alto. «Il meccanismo non è ancora stato definito perché e il più complesso e andrà deciso insieme», ha detto sempre il ministro. Intanto, dopo le linee guida per le spiagge e quelle per bar e ristoranti il comitato tecnico scientifico ieri ha concluso quelle per chi offre servizi alla persona, cioè parrucchieri e estetisti. Ci sarà l’obbligo della prenotazione, e sia il cliente che i lavoratori dovranno indossare la mascherina e i guanti.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.I. 
Titolo: Conte sceglie 11 donne per le task force antivirus
Tema: Task force antivirus

Il premier Giuseppe Conte è corso ai ripari dopo le polemiche (sollevate anche nell’editoriale firmato da Barbara Stefanelli e pubblicato sul Corriere della Sera il 20 aprile scorso) sulla scarsa presenza di donne nella task force e nel comitato tecnico scientifico che si occupano di gestire l’emergenza sanitaria, e ha nominato 5 personalità femminili nel gruppo di lavoro guidato da Vittorio Colao e ne ha proposte altre 6 per la nomina al capo della Protezione civile Angelo Borrelli nella commissione scientifica. La decisione del premier fa seguito anche all’appello da parte di 16 senatrici di una maggior presenza di donne nella task force di Colao. La notizia è arrivata in un comunicato di ieri mattina. Conte ha poi spiegato al Corriere di aver «avvertito l’esigenza, raccogliendo anche sollecitazioni provenienti dal Parlamento, di integrare i due comitati di esperti (comitato tecnicoscientifico e comitato socio economico) che stanno coadiuvando il Governo con 11 donne, 11 professioniste di elevata competenza ed esperienza. L’apporto delle donne tornerà molto utile a rilanciare il Paese dal punto di vista economico e sociale: ci aiuterà a ripensare i modelli organizzativi di vita collettiva e professionale. L’empowerment femminile sarà al centro delle iniziative della presidenza italiana del Geo prevista per il 2021: questo tema sarà posto all’attenzione dei capi di Stato e di governo».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Rogari Marco 
Titolo: Decreto, ultimi scontri su Cig e migranti – Maxi decreto pronto, ma restano aperti i nodi Cig e migranti
Tema: Decreto «Rilancio»

La cassa integrazione in due tranche a caccia di risorse e con la necessità di turare con almeno 3 miliardi la falla spuntata tra le coperture del decreto Marzo, il destino dei fondi di coesione nella contesa tra Cipe e ministero del Sud e lo scontro tutto politico sulla sanatoria dei migranti onerosa per i datori di lavoro hanno mantenuto alta la tensione sul maxi-decreto «Rilancio». Che entra in Consiglio dei ministri con tutto il suo carico di oltre 250 articoli e di questioni rimaste aperte anche nei cosiddetti tempi supplementari per un via libera salvo intese più che scontato. L’obiettivo del Governo resta di chiudere nelle prossime ore la manovra anti-crisi, che attinge a nuovo deficit per 55 miliardi e spazia fino a 155 miliardi di saldo netto da finanziare, con i ristori a fondo perduto per le piccole imprese e partite Iva, i bonus da 600 per gli autonomi, il sostegno alle famiglie. E di farla approdare sulla Gazzetta ufficiale entro la fine della settimana, e in ogni caso prima del 20 maggio. Perché entro quella data dovrà entrare in vigore la norma del decretone che sposta al 16 settembre i versamenti di ritenute, Iva e contributi sospesi alle imprese colpite dall’epidemiae dal lungo lockdown per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Per restare sul fronte fiscale del provvedimento, le attività produttive, circa 2 milioni, fino a 250 milioni di volume di ricavi incassano lo stop al versamento del saldo e dell’acconto Irap. Scampato pericolo, poi, per tutti i cittadini di vedersi notificare 30 milioni di atti tra cartelle e accertamenti: le “letterine” dell’agente della riscossione arriveranno soltanto dal prossimo 1° settembre, mentre gli accertamenti saranno lavorati dal Fisco entro l’anno ma notificati da gennaio a dicembre 2021.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Le liti frenano il decreto – Decreto, ancora un rinvio Ma gli alleati: l’accordo c’è
Tema: Decreto «Rilancio»

Una giornata di tira e molla. Centinaia di articoli sotto esame con un pre-consiglio andato avanti fino a tarda sera. Ma ancora una volta il decreto Rilancio può attendere. II Consiglio dei ministri che doveva vararlo ieri è stato ancora una volta rinviato dopo un pre-consiglio durato tutto il giorno e andato avanti fino a tardi, nonostante le pressioni dei ministri Franceschini e Speranza e dello stesso Conte che volevano riuscire a dare l’ok, anche in notturna. In serata, Palazzo Chigi fa sapere che «l’accordo politico c’è» e quindi il consiglio dei ministri ci sarà oggi e darà il via libera. E anche se il ministero dell’Economia precisa che «non c’è alcun problema di coperture» e che «tutti i nodi sono stati sciolti», restano ancora delle questioni da risolvere, a partire dalla regolarizzazione di migranti, colf e badanti che vede sulle barricate i Cinque Stelle. La lunga maratona tecnica di ieri è servita però ad analizzare uno a uno gli oltre 250 articoli del decreto nato per sostenere imprese, famiglie e lavoratori travolti dall’emergenza coronavirus. Una maxi manovra da 55 miliardi che ha costretto il governo a chiedere lo scostamento di bilancio e che è arrivata ormai a quasi due mesi di gestazione. Misure come i contributi a fondo perduto per le imprese più piccole (6 miliardi di euro) o gli sconti su affitti e bollette per le attività commerciali, l’allungamento di altre 9 settimane della cassa integrazione in deroga, le indennità per autonomi fino al Reddito di emergenza e un Isee sotto i 15 mila euro sono state annunciate da tempo e sono attese da imprese e lavoratori in difficoltà. Una regolarizzazione a tempo per 600mila migranti. Era quello che aveva chiesto la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova per risolvere il problema della carenza di manodopera agricola dovuta all’emergenza coronavirus. Una misura subito bocciata dal M5S contrario a qualsiasi tipo di sanatoria.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea – Salvia Lorenzo 
Titolo: Stop all’Irap, aiuti al turismo Più infermieri
Tema: Decreto «Rilancio»

Potrebbe essere la volta buona per la definizione del cosiddetto «decreto Rilancio», che stanzia misure per un valore di circa 55 miliardi destinate al sostegno all’economia del Paese e della «fase 2». Una somma che sarà finanziata in deficit, in attesa anche degli aiuti in arrivo dall’Ue con il Recovery fund e gli altri strumenti. «Tutti i nodi sono stati sciolti ed è in corso  la predisposizione del testo finale del decreto Rilancio che recepisce tutte le modifiche tecniche concordate al pre-consiglio – si afferma in una nota del ministero dell’Economia -. In merito ad alcune indiscrezioni circolate in queste ore – prosegue il Mef – si precisa che non c’è alcun problema di coperture». II Fisco L’abbuono dell’imposta sulle attività per tutte le imprese con ricavi fino a 250 milioni di euro è stato stabilito di cancellare il versamento dell’Irap fissato per il prossimo 16 giugno. L’abbuono dell’imposta consente così di eliminare il saldo acconto. La misura vale circa 4 miliardi e rispetto alla versione iniziale non prevede più come condizione la perdita di almeno il 33% di fatturato nel 2020, rispetto al 2019. Per dare ossigeno alle imprese viene inoltre posticipato al prossimo 16 settembre il pagamento di ritenute, iva e contributi previdenziali, atti di accertamento, cartelle esattoriali. Per la Sanità il decreto Rilancio prevede uno stanziamento di circa 3,25 miliardi di euro. Le risorse serviranno a potenziare le terapie intensive attraverso 3.500 nuovi posti letto (+115%) a cui andranno ad aggiungersi 4.200 nuovi posti nelle strutture di tipo semintensivo. L’intervento vale circa 1,4 miliardi. Il ministro della Sanità, Roberto Speranza, ha annunciato inoltre l’assunzione di 9.600 infermieri e il potenziamento dell’assistenza territoriale, voci che assorbiranno ulteriori 1,2 miliardi.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Borgia Pier_Francesco 
Titolo: Berlusconi: «Bisogna salvare le aziende» – L’allarme di Berlusconi: «Adesso è prioritario salvare le aziende»
Tema: Decreto, l’appello di Fi

Forza Italia continua a pungolare governo e maggioranza. Serve agire sui due fronti (sanitario ed economico) con maggior intelligenza e incisività, dicono gli azzurri. A cominciare dallo stesso leader Silvio Berlusconi che ieri, intervistato da Mario Giordano nel corso di Fuori dal coro, ha spiegato che non va perso un minuto e non bisogna lasciare indietro nessuno. «In una recessione così grave – spiega il fondatore di Forza Italia -, ogni chiusura, ogni fallimento ne mette in moto altri. Significa meno occupati, meno consumi, meno mercato per le aziende e così via». Nel corso della trasmissione Berlusconi ha ricordato il caso dell’imprenditore che si è tolto la vita. Berlusconi ricorda che il suo partito si è astenuto da polemiche di parte («non è di questo che gli italiani ora hanno bisogno»). «Ma – ha precisato – nessuno deve scambiare il nostro senso di responsabilità per disponibilità a sostenere una formula politica palesemente inadeguata. Non è più la stagione dell’uno vale uno, della decrescita felice, di ministri e viceministri che non hanno mai lavorato seriamente nella loro vita e un giorno si ritrovano a guidare un grande Paese». «Responsabili sì, cretini proprio no» gli fa eco Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un colloquio con Il Foglio sul tema del Decreto Liquidità che approda oggi in Commissione bilancio. «Noi sullo stop al saldo e all’acconto dell’Irap abbiamo fatto un’apertura di credito al ministro Gualtieri. Ma al tempo stesso ci aspettiamo che vengano accolte almeno tre nostre proposte: manleva per le banche, fissare tempi certi per l’erogazione dei prestiti (che non arrivino a babbo morto quando le imprese sono ormai fallite) e allungare la durata dei prestiti da sei a dieci anni».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Olivieri Antonella 
Titolo: Piazza Affari, profitti -30% quest’anno e -21% nel 2021 – Effetto Covid sul trimestre: ecco i settori immuni
Tema: Consumi – Stime Mediobanca

La peggior crisi sistemica di sempre ha già lasciato i segni sui conti delle aziende di tutto il mondo. L’Area Studi Mediobanca ha fatto una prima ricognizione sui risultati del primo trimestre delle multinazionali industriali. Per quanto riguarda Piazza Affari, secondo Mediobanca Securities bisognerà aspettare il 2022 per tornare ai livelli di utili pre-Covid e nel frattempo l’utile per azione scenderà del 30% quest’anno e del 21% il prossimo. Gli scenari recessivi danno il senso della gravità della situazione. Per quest’anno il Fondo monetario internazionale prevede una contrazione del 3% del Pil mondiale, che equivale a una perdita di 9mila miliardi di dollari, pari a più di quanto prodotto da Germania e Giappone insieme. Per l’area euro il -7,5% previsto dall’Fmi è come perdere un’Olanda, per l’Italia il -9,1% (davanti solo al -10% della Grecia) è come cancellare il Veneto. Veniamo al consuntivo del trimestre: Pil italiano -5,2%, area euro -3,8%. Consumi interni (dati Confcommercio): -10,4% nel trimestre, con un -31,7% in generale a marzo, e punte negative dell’81% per i trasporti aerei e dell’85,4% per l’auto. Nel periodo gennaio-marzo, secondo Confindustria, la produzione industriale ha registrato una variazione negativa del 7,5%. Aggregando i risultati del primo trimestre delle multinazionali industriali a livello globale, l’Area Studi Mediobanca ha fotografato la diversa dinamica dei settori. Non tutti hanno sofferto. I grandi gruppi del web e del software hanno visto i ricavi aumentare del 17,4% rispetto al primo trimestre dell’anno scorso. La grande distribuzione ha aumentato le vendite del 9,1%, mentre le multinazionali del comparto farmaceutico e medicale hanno registrato un più modesto +6,1%. Pagamenti elettronici ed elettronica registrano rispettivamente un incremento del 4,7% e del 4,5% nelle entrate.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bocconi Sergio 
Titolo: Supermarket e web crescono Il crollo di moda e trasporti
Tema: Consumi – Stime Mediobanca

Il coronavirus ha fermato il mondo. Lo indica il rapporto dell’Area studi Mediobanca sull’impatto del Covid-19 sul primo trimestre 2020 delle multinazionali industriali mondiali: i ricavi (i primi conti effettivi, non stime o previsioni) hanno registrato da inizio anno a fine marzo una variazione media pari a zero. Ma in realtà i settori si sono mossi con velocità molto diverse: hanno corso le corporation del websoft e dei farmaci, mentre gli affari sono diminuiti bruscamente per i gruppi automotive, moda ed energia. A determinare la frenata generale e i differenti risultati ha contribuito soprattutto l’effetto collettivo numero uno della pandemia: il mondo è stato a casa, quindi tanto commercio online, zero viaggi e turismo; tanti beni essenziali e farmaci, rinvii o rinunce per fashion e auto. Difficile ancora prevedere quale sarà l’impatto nell’intero 2020. Sul Pil rischia di essere equivalente alla “sparizione” del Veneto per l’Italia, dell’Olanda per l’Europa e di Germania e Giappone per il mondo. Più omogeneo invece a causa dei costi fissi è l’andamento della redditività, in calo quasi per tutti, e sugli utili netti, per molti in caduta verticale fino a diventare perdite anche pesanti. Le big di Internet hanno beneficiato più di tutti dello stop da pandemia: i ricavi sono aumentati in tre mesi del 17,4%, trainati in particolare dal gigante dell’e-commerce Amazon, che pesa quasi per il 40% e ha visto il business aumentare nei tre mesi del 24,6%. Seguono i gruppi della grande distribuzione, che hanno registrato incrementi negli affari del 9,1% e dei profitti del 35%, con un salto che si è manifestato soprattutto nel primo periodo del virus per l’effetto “stoccaggio” da parte dei consumatori preoccupati.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Fauci: negli Usa con la fase 2 pericolo di contagi fuori controllo – Fauci: riaprire piano, altrimenti sarà ancora morte e sofferenza
Tema: Coronavirus – Stati Uniti

«C’è un rischio reale che si possano scatenare nuovi focolai fuori controllo». Il virologo Anthony Fauci lancia l’allarme ai senatori della commissione Sanità, in una sessione in videoconferenza al tempo del Covid-19, dedicata alla riapertura del Paese. Nel suo intervento in streaming lo scienziato italoamericano che dirige dal 1984 l’agenzia nazionale contro le malattie infettive (Niaid) ha spiegato che un passaggio troppo repentino alla fase due «può non solo portare altra sofferenza e morte ma rischia di ritardare anche il ritorno alla normalità che tutti desiderano». L’anziano scienziato, moderato nei toni, usa termini medici e cerca di non entrare nelle polemiche, ma le sue indicazioni contrastano ancora una volta con le parole di Donald Trump che pochi giorni fa ha detto che vuole riaprire l’America al più presto e far ripartire l’economia in ginocchio della prima potenza mondiale «anche a costo dì vedere aumentare il numero delle vittime». Fauci ricorda quanto stabiliscono le linee guida federali, scritte dagli scienziati, che consigliano di riaprire «non prima che sia passato un periodo di 14 giorni da quando si verifica un calo documentato dei nuovi casi o di test positivi». La senatrice democratica Patty Murray ha chiesto a Fauci e agli altri esperti di sanità pubblica presenti al panel «di dire la verità al paese», ricordando le oltre 80mila vittime causate dal Covid-19: «La risposta data dall’amministrazione Trump a questa emergenza sanitaria è stata disastrosa, con ritardi, passi falsi, annunci imbarazzanti, corruzione nelle forniture sanitarie».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Fauci gela Trump e l’America: «Rischi enormi se riapriamo presto»
Tema: Coronavirus – Stati Uniti

Anthony Fauci è preoccupato per l’oggi: «Occorre riaprire il Paese con prudenza, altrimenti rischiamo un balzo all’indietro con gravi conseguenze per la salute pubblica e per l’economia». Ma è «cautamente ottimista» per il domani: «Potremmo avere il prototipo di un vaccino tra l’autunno e l’inverno». Il virologo più importante d’America, figura di riferimento nella task force antiCovid-19, ha partecipato ieri a un’audizione di tre ore e mezza davanti alla Commissione Sanità del Senato. C’era molta attesa per il messaggio di Fauci, in una fase di scelte cruciali. Oltre quaranta Stati hanno già riavviato, o lo stanno per fare, le attività economiche e commerciali. Nessuno di loro ha seguito le direttive della task force, in particolare quella cardine: aspettare 14 giorni consecutivi di calo nel numero dei contagiati prima di allentare l’ordine di rimanere a casa. La spinta e l’impazienza di Donald Trump crescono giorno dopo giorno. Di fatto le raccomandazioni degli scienziati sono state superate. Fauci, però, insiste: «Probabilmente i morti sono più degli ottantamila registrati nelle statistiche. Nella media la curva dei contagi inizia lentamente a scendere. In alcune aree, come nello Stato di New York, la tendenza migliora, ma in altre stiamo vedendo l’impennata dell’epidemia. Ci dobbiamo muovere con estrema cautela». Il virologo è sembrato consapevole che il suo richiamo non fermerà il partito della riapertura. Nell’amministrazione non ci sono sponde: nessuno osa contraddire il presidente. Ecco allora che Fauci rilancia, chiedendo di gestire la fase due in modo oculato. Bisogna mantenere le misure di contenimento, anche in vista della possibile ripresa delle lezioni nelle scuole e nelle università
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Dragosei Fabrizio 
Titolo: In Russia boom di casi Il virus è vicino a Putin: positivo il portavoce
Tema: Russia

Mentre la Russia supera Gran Bretagna e Spagna per contagi ed è seconda solo agli Usa, il coronavirus si avvicina sempre di più a Vladimir Putin. Dopo il premier Mishustin e due ministri, anche il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov è risultato positivo assieme alla moglie ed è stato ricoverato in ospedale. Peskov, che lavora con Putin dai primi Duemila, è uno dei più stretti collaboratori del leader russo e dice di aver incontrato Putin l’ultima volta un mese fa. Putin da diverse settimane lavora da remoto, completamente isolato in una delle residenze presidenziali alle porte di Mosca. Proprio oggi però si è fatto vedere in tv mentre parlava a quattr’occhi con Igor Sechin, presidente della maggiore compagnia petrolifera statale, la Rosneft: erano seduti allo stesso tavolo e a una distanza di pochi centimetri e nessuno dei due indossava la mascherina. Sono stati intanto tutti bloccati dalle autorità investigative i ventilatori polmonari Aventa M prodotti in Russia, dopo due drammatici incidenti che ne hanno trasformati due, nei giorni scorsi, in pericolosi killer. In un ospedale di San Pietroburgo uno dei ventilatori ha preso fuoco mentre era in funzione. In un ambiente saturo di ossigeno, l’incendio è divampato in tutta la stanza uccidendo cinque pazienti malati di Covid.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Garimberti Paolo 
Titolo: Dalla “disinformatsija” alle moderne fake news il metodo Cremlino non tramonta mai
Tema: Russia

Domenica 19 aprile, giorno della Pasqua ortodossa, Vladimir Putin, seduto davanti al caminetto della sua lussuosa dacia fuori Mosca, rivolse un messaggio televisivo al Paese in prolungata “vacanza” (lockdown non è parola gradita nel linguaggio ufficiale): «La situazione è totalmente sotto controllo», disse con tono rassicurante. Tre settimane e due giorni dopo quel messaggio la Russia è diventata il secondo Paese al mondo per numero di contagi e ha un tasso di mortalità ben più alto di quello che dicono le fonti ufficiali: almeno il 70% in più soltanto a Mosca e San Pietroburgo, secondo i calcoli di ricercatori occidentali. E Putin ha perso momentaneamente due dei suoi più stretti collaboratori: il portavoce Dmitrij Peskov e il primo ministro Mikhail Mishustin, entrambi in ospedale per curarsi del coronavirus. L’economia è a pezzi, il programma di stimoli, che proprio Mishustin doveva realizzare ricorrendo a riserve per ben 165 miliardi di dollari è bloccato, la fiducia della gente in Putin è scesa ai minimi storici. Eppure lo zar, segregato ormai da settimane nella sua dacia per non infettarsi, si ostina a ripetere, nei suoi frequenti messaggi televisivi alla nazione, che tutto è sotto controllo. E lo dice, come ha scritto il New York Times, con l’aria di un monarca annoiato, che deve occuparsi di pratiche per lui di scarso interesse. In un Paese che ha dichiarato illegale pubblicare fake news sulla pandemia, il presidente è diventato l’incarnazione della menzogna di Stato. È la vecchia, consolidata pratica della “disinformatsija”, che Putin ha imparato nel Kgb dove si è formato ed è cresciuto fino al rango di colonnello.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Santelli Filippo 
Titolo: Tamponi e privacy la movida manda in crisi il modello sudcoreano
Tema: Corea del Sud

Niente nome, solo numero di telefono: da un paio di giorni la città di Seul ha attivato un servizio di test anonimo per il Covid-19. È un estremo tentativo per far uscire allo scoperto chi ha fatto baldoria nel quartiere di Itaewon la notte del 2 maggio, le stesse piccole ore in cui passava di lì un 29enne rivelatosi positivo al coronavirus.  I casi legati a quel “super diffusore” sono già 102 e minacciano di scatenare una seconda ondata di contagio nel Paese che meglio di tutti aveva superato la prima, tornando a una vita quasi normale. Contrordine: il governo della Corea del Sud ha chiuso i locali della movida e sguinzagliato le sue squadre di investigatori sanitari per rintracciare, testare e isolare i potenziali contatti del giovane. II problema è che circa duemila persone che quella notte erano a Itaewon non si trovano, o non vogliono farsi trovare. Le cinque discoteche che hanno frequentato sono note per avere una clientela Lgbt e in un Paese per nulla tollerante verso l’omosessualità hanno paura che la positività al virus equivalga a un coming out. Tamponi anonimi quindi, ha annunciato il sindaco Park Won-soon, con un avvertimento: «Vogliamo che le persone si facciano testare volontariamente, ma se non lo faranno dovremo usare misure coercitive». Difendere la privacy, ma prima ancora bloccare l’epidemia. Il focolaio di Itaewon fa riemergere una delle tensioni più forti nelle misure di contenimento del coronavirus messe in campo da Seul, per tutti un modello. Se la Corea del Sud è riuscita a limitare i casi poco sopra quota 10mila è per l’aggressività con cui migliaia di funzionari sanitari, spesso affiancati dalla polizia, hanno tracciato i movimenti di ogni individuo positivo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  A.Spi 
Titolo: Test per 11 milioni in 10 giorni Wuhan teme la seconda ondata – Wuhan e la “battaglia dei 10 giorni”: test per 11 milioni
Tema: Cina

L’hanno ribattezzata “la battaglia dei 10 giorni”. Un nome quanto mai appropriato, visto che si inserisce nella “nuova guerra del popolo” che la Cina sta ingaggiando contro l’epidemia di Sars-Cov2, e un nome che definisce bene l’impegno preso. Sono infatti 10 giorni il tempo che la città di Wuhan, ovvero il focolaio numero uno della pandemia da Covid-19, si è data per sottoporre a test tutti quanti i suoi 11 milioni di abitanti. Il problema infatti è che si tema una nuova ondata di contagi: dopo il lockdown durato 78 giorni infatti e la conseguente riapertura il 9 aprile, quando il rischio contagio era sotto R0, nell’ultimo fine settimana sono stati registrati sei nuovi infettati autoctoni. Il «paziente 1». questa volta, è stato individuato a Wuhan in un uomo di 89 anni dichiarato in precedenza asintomatico, nell’ area di Sanmin: gli altri cinque contagiati erano nello stesso complesso residenziale dove sono stati fatti circa 5.000 test. Il segretario del Partito dell’area, Zhang Yuxin, è stato rimosso per «incapacità nella prevenzione e nel controllo». Ora ogni distretto dovrà presentare un piano di azione dettagliato in base alle disposizioni del quartier generale per la Prevenzionee il Controllo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  L.Fer. 
Titolo: I post dell’odio, le mosse della Procura
Tema: La liberazione di Silvia Romano

Ieri pomeriggio Silvia Romano è stata ascoltata come persona informata sui fatti dal pm milanese Alberto Nobili, titolare del procedimento a carico di ignoti per «minacce aggravate» ai danni della 24enne cooperante, rapita nel villaggio di Chakama in Kenya il 20 novembre 2018, rimasta 18 mesi in mano ai terroristi di matrice estremista islamica, e liberata sabato scorso in Somalia. Il pm ha ascoltato anche la mamma di Silvia Romano. Entrambe hanno spiegato di non avere al momento elementi per cogliere qualche spunto sulla provenienza (da persone eventualmente conosciute o da ambienti frequentati) dei messaggi ricevuti sui social-network soprattutto in rapporto alla sua conversione all’Islam. La giovane ha aggiunto di non averne anzi letto alcuno, e fatto presente di non aver mai avuto esperienze in gruppi politici o associazioni di matrice religiosa. Romano si è mostrata alquanto indifferente alla valanga di reazioni non benevole piovutele addosso dopo la notizia della conversione e del pagamento di un riscatto. Sulla sua vicenda anche ieri non sono mancate polemiche eterogenee. «Silvia Romano è una vittima: dei suoi rapitori, e anche di un governo che ha spettacolarizzato la sua tragedia», ritiene Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. «I soldi versati dai contribuenti, che il governo Conte ha ceduto ai terroristi islamisti somali per pagare il riscatto, serviranno a finanziare altre stragi», aggiunge il deputato leghista Paolo Grimoldi. Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in serata nega: «Non mi risultano riscatti. Perché la parola di un terrorista intervistato vale più di quella dello Stato italiano?». E sui messaggi minatori alla giovane aggiunge: «Rischiamo di farle avere la scorta in Italia dopo che l’ab *** biamo liberata dai terroristi». E la vicepresidente della Camera Mara Carfagna propone «un albo delle attività di volontariato in scenari internazionali ad alto rischio».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano – Tonacci Fabio 
Titolo: Scatta l’indagine sui soldi alla jihad – Silvia, si indaga sui soldi alla jihad La Ue: quel riscatto è un problema
Tema: La liberazione di Silvia Romano

Le dichiarazioni rilasciate a Repubblica da Ali Dehere, portavoce del gruppo terroristico qaedista Al Shabaab, entrano nell’inchiesta sul sequestro di Silvia Aisha Romano. I carabinieri del Reparto operativo speciale hanno acquisito l’intervista di Pietro Del Re, con l’intenzione di fare accertamenti sul contenuto delle affermazioni di Ali Dehere. Il quale, rivendicando il rapimento della cooperante italiana, sostiene: «I soldi del riscatto pagato dall’Italia serviranno in parte ad acquistare armi, di cui abbiamo sempre più bisogno per combattere la jihad». Il riverbero dell’intervista è arrivato anche a Bruxelles. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la sicurezza Josep Borrell, ha commentato: «È sicuramente un problema». Ulteriori elementi per ricostruire la dinamica del rilascio dovrebbero arrivare da altri due passaggi investigativi cruciali: un nuovo interrogatorio di Silvia, in calendario entro la fine del mese, la rogatoria che sarà inviata all’autorità somale. Roma non è però l’unica procura che si sta occupando del caso. Ieri Silvia è stata ascoltata nella sua Milano per riferire sulle minacce di morte ricevute appena ha rimesso piede nel nostro Paese. «È incredibile, l’abbiamo liberata da una cellula terroristica e ora rischiamo che le venga assegnata una scorta personale», dice il ministro degli Esteri, Luigi di Maio. Il riferimento è ai messaggi minatori, diffusi sui social e contenuti in due volantini ritrovati vicino alla sua abitazione.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Serra Monica 
Titolo: Insulti a Silvia la Procura apre un’inchiesta – Silvia tra libertà e insulti: “Voglio solo pace” La procura indaga tra gli estremisti di destra
Tema: La liberazione di Silvia Romano

Ha detto che «è serena». Che tutte quelle minacce, quella pioggia di insulti sui social, non le fanno paura. Non teme che qualcuno voglia davvero farle del male. In un’auto dei carabinieri, Silvia Romano e la mamma, Francesca Fumagalli, sono arrivate alla caserma di via Lamarmora poco prima delle quattro del pomeriggio. E sono state ascoltate per un’ora nella sala riunioni al primo piano della caserma, davanti all’ufficio del comandante dei Ros, Andrea Leo. Un’inchiesta per minacce aggravate contro ignoti è stata aperta dal pm Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo della procura milanese, per capire se dietro a quegli insulti (dai «Devi morire», «Devi fare la fine dei terroristi», agli «Impiccatela»), ci sia un pericolo concreto per la sua persona. E il magistrato prima ha ascoltato la 24enne, poi la mamma, Francesca Fumagalli, che ha spiegato che, per quanto possibile, con l’aiuto di tutta la famiglia «sta provando a proteggere» la ragazza, «a tenerla lontana dai social e dal web». E per questo avrebbe provato anche a «chiudere» il profilo Facebook di Silvia, che resta comunque ancora visibile, anche se la sua privacy è stata fortemente ristretta. Non hanno ricevuto lettere minatorie, anche se qualcuna sta circolando, oltre a un volantino già sequestrato dai carabinieri del Ros. Un pezzo di carta appeso alla vetrata di un’edicola vicino casa di Silvia, che critica «le ingerenze politiche delle Ong che mettono a rischio i nostri pur lodevoli connazionali: buonismo, perbenismo e politicamente corretto non equivalgono a “solidarietà”. Tutt’altro». Le accuse a Silvia, sui social, arrivano da ogni parte. Ci sono decine di politici, giornalisti, carabinieri, poliziotti e anche qualche magistrato che hanno scritto contro di lei. C’è pure Vittorio Sgarbi, secondo il quale la 24enne «va arrestata» per «concorso esterno in associazione terroristica».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Guasco Claudia – Mangani Cristiana 
Titolo: «La conversione di Silvia davanti a due carcerieri» – La cerimonia con due carcerieri «Così sono diventata musulmana»
Tema: La liberazione di Silvia Romano

Silvia-Aisha, dopo 18 mesi di prigionia, racconta di avere intrapreso un nuovo percorso. «La conversione è avvenuta davanti a due carcerieri», racconta durante l’interrogatorio. La madre: «Chiunque avrebbe fatto lo stesso». E ora c’è anche un’inchiesta per le minacce e gli insulti. Silvia ha passato molto tempo nella regione del basso Shabelle e nella regione di Bay. Era nelle mani di Amniyat, le unità di elite di al Shabaab, ed è proprio per questo che è stata trasferita più volte, almeno sei, perché era con una fazione che conosce e controlla molto bene il territorio e sa come anticipare le operazioni delle forze di sicurezza. La conversione è arrivata dopo circa 5 mesi dal giorno del sequestro, ed è avvenuta con una vera cerimonia, alla quale erano presenti anche due dei carcerieri. «Avevo bisogno di credere in qualcosa – ha dichiarato la cooperante agli inquirenti – Di conoscere le ragioni di quanto mi stava accadendo. Ho espresso la volontà di diventare musulmana. Ho recitato le formule e ho dichiarato che Allah è l’unico Dio. E durato tutto pochi minuti. Nessuno mi ha obbligata, è stata una mia scelta. E in quel momento ho scelto di chiamarmi Aisha». Gli inquirenti ora stanno verificando se esistano contatti tra il commando e i somali e in che occasioni siano stati girati i tre video che poi sono stati inviati come prova in vita. I video, soprattutto l’ultimo del 22-23 aprile, potrebbero fornire elementi utili anche per agire sulla rogatoria con la Somalia: sono tutti stati fatti con un telefonino e girati dal carceriere che parlava inglese. «Mi spiegava cosa dovevo dire, premettendo sempre nome, cognome e data», ha ricordato la ragazza.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Cadalanu Giampaolo 
Titolo: Attacco in ospedale A Kabul è strage di mamme e neonati
Tema: Terrorismo

Il volto dell’Afghanistan del 2020, che dovrebbe essere a un passo dalla pace, è questo: le immagini in arrivo da Kabul raccontano la ferocia esercitata contro i più vulnerabili, madri e neonati della maternità gestita da Medici senza frontiere (Msf) all’ospedale Banchi, nel distretto 13, quello del gruppo etnico Hazara. È lo stesso volto, narrato da macchie brunastre, scarpe abbandonate, figure senza vita, svelato dalle foto in arrivo dalla provincia di Nangarhar, dove un suicida si è fatto esplodere a un funerale, straziando una novantina di persone, di cui almeno 24 sono morte. Ma è anche il volto dl chi, in silenzio, reagisce: quello, nascosto da un velo azzurro, della donna che allatta una creatura non sua, prima di offrire il seno alle altre rimaste sole dopo l’attacco. È il volto del soldato in assetto di guerra che corre davanti alle telecamere, reggendo un bambino avvolto nelle lenzuola e porgendolo con delicatezza ai medici, per poi rientrare a fare il suo dovere nella clinica devastata. L’attacco all’ospedale è partito ieri in mattinata: le ricostruzioni ancora provvisorie parlano di tre o quattro uomini travestiti da poliziotti e dotati di cinture esplosive. Il primo si è fatto saltare in aria all’ingresso, aprendo la strada agli altri del commando, con la collaudata tattica qaedista. Mentre le forze di sicurezza arrivavano sul posto, gli integralisti hanno aperto il fuoco sulle pazienti, sui medici, persino su due neonati. Alla fine, il conto dei morti arriva a 16: secondo la stampa locale, una buona parte di essi sono madri.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

CORRIERE DELLA SERA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA REPUBBLICA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA STAMPA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL MESSAGGERO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL GIORNALE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

SCARICA L'APP