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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 luglio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Mattarella e Draghi ricevono la Nazionale e Berrettini: “Grazie a voi siamo al centro d’Europa”.
– Più contagi in 19 regioni. Si rischiano nuovi divieti. Pass verde dopo due vaccini. Tasso dei positivi sale a 1,2.
– M5S, Conte darà la linea. A Grillo l’arma sfiducia.
– Ddl Zan, al via la battaglia in aula. Ma il governo ora punta al rinvio.
– Scoppia la rivolta a Cuba: “Basta con la dittatura”.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Agresti Stefano – Conti Paolo 
Titolo: «Così avete unito l’Italia» – «Ci avete fatto gioire» Il bus, la folla: festa a Roma
Tema: I vincitori da Mattarella e Draghi

Roma ha appena concluso una notte pirotecnica che impensierisce per i possibili contagi. Quindi c’è silenzio. La squadra riposa. Alle 14.30 pranzo leggero e poi in pullman per l’invito al Quirinale, formulato da Sergio Mattarella prima della vittoria. Piazza del Quirinale è chiusa al traffico, davanti al palazzo della Consulta c’è una folla di tifosi: bandiere, trombette, entusiasmo. E i ragazzi, con le medaglie d’oro, in maglietta blu e giacca chiara, si fermano, ballano e cantano. Appare Matteo Berrettini: da tennista, e da ragazzo di Roma Nord, ha giacca e cravatta. Diventa subito uno degli Azzurri, passerà la giornata con loro: «Mai vista una partita così importante. È mancata solo la mia vittoria». Mattarella li riceve nei giardini. La coppa è tenacemente stretta tra le mani di Chiellini che la condivide con Mancini e gli altri ma senza mai lasciarla. E Mancini entrando dice: «Dedico questa coppa a tutti gli italiani, in particolare a quelli che risiedono all’estero». Appare Mattarella, emozionato. Poi parla Mattarella: «L’armonia che vi ha unito è il senso dello sport. Avete pienamente meritato di vincere, ben oltre i rigori, grazie a Gianluca Vialli che ha espresso in tv i sentimenti che tutti noi sentivamo. Complimenti a Donnarumma per essere il miglior giocatore del torneo. voglio far mio il ricordo di Davide Astori e poi Spinazzola che con le stampelle è riuscito a precedere tutti nella premiazione».Poi a Palazzo Chigi dove c’è il presidente del Consiglio Mario Draghi: «Ci avete fatto emozionare, commuovere, gioire, abbracciare. Io sono sempre stato orgoglioso di essere italiano, ma stavolta abbiamo festeggiato insieme le vostre vittorie e ci avete reso orgogliosi di essere uniti in questa celebrazione in nome dell’Italia». E poi, il colpo di scena tutti in pullman scoperto con la scritta «Campioni d’Europa».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: La coppa rafforza anche Draghi in Europa
Tema: La vittoria agli Europei

La vittoria all’Europeo è una dose supplementare di vaccino contro la pandemia, perché ha un effetto di massa che genera ottimismo, ha un valore economico e sociale. Perciò poche ore prima della finale, in una telefonata di lavoro con Salvini, Draghi faceva gli scongiuri: «Speriamo che… Meglio non dirlo. Ma farebbe gran bene all’Italia». «Serve un presidente del Consiglio fortunato oltre che bravo», commentava ieri il leader della Lega. Per certi versi di questa fortuna Draghi non avrebbe politicamente bisogno, dato che non deve candidarsi alle elezioni. Non è come Berlusconi, che ai Mondiali del ’94 vide gli azzurri perdere ai rigori dai brasiliani a un passo dalla Coppa. Non è come Prodi, che ai Mondiali del 2006 festeggiò il successo ai rigori della Nazionale contro i francesi. II calcio è un fenomeno da stadio capace di impattare sul Pil e sulle urne, se e vero che nell’82 persino Spadolini arrivò ad affacciarsi da un balcone di Palazzo Chigi per inneggiare ai ragazzi di Bearzot. L’attuale premier invece non ha motivi di preoccupazione nella gestione del governo e ha un forte rapporto con il Paese, che da tempo gli accredita stabilmente il 6o% di gradimento. Ma la partita di Wembley ha un valore politico più importante, che Draghi ha voluto sottolineare incontrando la squadra di Mancini: «Ci avete messo al centro dell’Europa».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Avete unito l’Italia – Per gli Azzurri l’orgoglio di Mattarella e Draghi “Felici non solo gli italiani”
Tema: La vittoria agli Europei

Dopo una notte insonne gli Azzurri sono approdati al Quirinale transitando per le strade di Roma tra due ali di folla ubriaca di felicità. I campioni d’Europa sono attesi nei Palazzi del potere, al Colle prima e palazzo Chigi dopo, dove il premier Mario Draghi alzerà la coppa, «avete unito l’Italia», dirà, e rivolto a Gigio Donnarumma, l’eroe di Wembley: «’Ndo stai? Eccoti. Che parate!». Gli Azzurri hanno tutti l’aria educata e si capisce che sono davvero amici tra loro. Parte l’inno nei Giardini del Quirinale e lo cantano come se fossero ancora a Wembley, Sergio Mattarella sembra emozionato. Poi scorrono le immagini Rai della finale, e Bonucci si gira verso i compagni e intona il coro: «I campioni dell’Europa siamo noi», e i giovani della squadra, forse intimiditi dal luogo, sembrano incerti se seguire il loro leader, dopodiché cantano a squarciagola. «Questa nazionale è l’Italia», dice di loro il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina. In un Paese ferito dal Covid, e da quindici anni di stasi economica, gli Azzurri rappresentano una scintilla di futuro. «La vittoria dell’Italia fa eco ad una rinascita più forte» titola il New York Times. È quello che sperano tutti, a cominciare dal Capo dello Stato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: M5S, Conte darà la linea A Grillo l’arma-sfiducia
Tema: M5S

Giuseppe Conte avrà pieni poteri sulla linea politica del Movimento, ma Beppe Grillo potrà proporre di sfiduciarlo qualora lo ritenesse opportuno. II nuovo statuto che i Cinque Stelle si preparano a votare è un gioco di pesi e contrappesi tra il garante e l’ex premier, che dopo una lunga trattativa hanno trovato un punto di equilibrio costruito su meccanismi bilanciati. Presidente e garante rimangono i due perni su cul si fonda il nuovo organigramma: al primo spetterà un indirizzo più politico, al secondo un quadro valoriale. Secondo quanto risulta al Corriere, il presidente — ruolo che sarà appannaggio di Conte — è «l’unico titolare responsabile dell’azione politica» del Movimento e avrà potere di nomina sulla segreteria. II comitato nazionale che appoggerà la presidenza prevede tre vicepresidenti (scelti dall’ex premier) e una serie di altre posizioni, ma avrà un ruolo puramente consultivo. Sul possibili vice da settimane si parla di fedelissimi contiani come Vito Crimi, Alfonso Bonafede e Paola Taverna: ipotesi che saranno sciolte a breve, quando sarà reso noto il progetto. Conte presiederà anche due nuove strutture interne: il comitato di prossimità territoriale — che avrà íl compito di rinsaldare l’azione con le diverse realtà locali — e la scuola politica, nuovo fiore all’occhiello tanto voluto e citato da Conte nelle scorse settimane.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Dallo Statuto alla realtà del Movimento da ricostruire
Tema: M5S

La notizia della pace tra Conte e Grillo è arrivata nella giornata della vittoria della nazionale italiana agli Europei e tutti i fari erano puntati su Wembley, ben poco sui travagli del mondo grillino che ha trascinato le sue lotte fino a domenica. Colpisce soprattutto che l’armistizio sia stato firmato dopo che sembravano a un passo dalla scissione, cioè dopo il via libera dei ministri 5 Stelle alla riforma della giustizia della Cartabia apertamente respinta da Conte. E invece, nonostante la delusione dell’ex premier per il compromesso trovato tra Draghi, Di Maio e Patuanelli, si è arrivati a un’intesa su quali saranno i meccanismi decisionali dentro al Movimento. A Grillo resta un ruolo di garanzia ma comunque con il “potere” di vigilare sui valori e di espellere chiunque dovesse violarli mentre Conte diventa il titolare della linea politica. I dettagli si vedranno man mano ma non è la scrittura formale di una gerarchia a essere già una prova di leadership. Sarà innanzitutto in Parlamento, nella gestione dei gruppi e nelle dinamiche tra l’ex premier e i ministri grillini che si capirà l’effettiva linea di comando.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – I due leader troppo deboli per prevalere l’uno sull’altro
Tema: M5S

Il sollievo è comprensibile. Avere evitato la scissione, almeno per ora, permette al Movimento Cinque Stelle di accreditare un recupero di unità e strategia. Anche se riesce impossibile perfino ai cantori più sinceri del rilancio ignorare il dualismo tra il fondatore Beppe Grillo e l’ex premier Giuseppe Conte: im dualismo che lascia indovinare una leadership bicefala e conflittuale, e non una tranquilla coabitazione. II loro scontro delle ultime settimane, pubblico, ruvido, giocato sul potere, è difficile da dimenticare e ancora di più da archiviare. È vero che i Cinque Stelle hanno abituato a parole sanguinose contro gli avversari, seguite da giravolte lessicali e politiche sbalorditive. Ma di solito il trattamento era riservato al nemici. Nelle scorse settimane, invece, ha visto protagonisti vecchio e nascente vertice del M5S.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Cuzzocrea Annalisa
Titolo: Grillo a Roma da Conte si cerca l’intesa sui vice Appendino in pole
Tema: M5S
Da statuto, ora, Giuseppe Conte può fare tutto da solo. Scegliersi i due vicepresidenti che lo affiancheranno nella guida del Movimento 5 stelle. Nominare il consiglio nazionale che poi sarà ratificato da una votazione degli iscritti. Decidere chi sarà il capo della scuola politica. E ancora revocare il tesoriere, decidere le candidature, predispone le proposte del regolamento. Nonostante questo, perb, quando domani vedrà a Roma Beppe Grillo, parlerà con lui anche dei nomi che intende fare. Che saranno probabilmente, ma qui dipende da chi è a scommettere, Chiara Appendino e Vito Crimi, oppure sempre Chiara Appendino e Luigi Di Maio. Con possibili outsider come Stefano Patuanelli e Alfonso Bonafede. Una mossa distensiva. Un modo per far capire una volta per tutte al Garante, e ai gruppi parlamentari, che il suo tener duro sullo Statuto non derivava dalla volontà di fare qualcosa contro il volere del fondatore, ma dalla necessità di creare un partito che possa funzionare.
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Testata:  La Verita’
Autore:  Belpietro Maurizio
Titolo: Letta prima vittima della (finta) pax grilllna – La pax grillina rischia di far la guerra a Letta
Tema: M5S
Gioiscono i grillini per lo scampato pericolo: Beppe Grillo e Giuseppe Conte sono tornati ad andare d’amore e d’accordo e non si rischia più la scissione. Questa per lo meno è la versione di comodo alimentata da Rocco Casalino e la sua banda di portavoce pentastellati. Quanto il racconto corrisponda al vero lo vedremo presto, appena i nodi verranno al pettine, ossia nel momento in cui ci sarà da prendere una decisione e allora si capirà chi decide che cosa e soprattutto se l’ex presidente del Consiglio è davvero un capo politico con pieni poteri o si fa solo finta che lo sia. In attesa di conoscere la verità, chi non ha alcun motivo per gioire è di certo Enrico Letta, il quale fra tanti grattacapi (il guaio più clamoroso è quello calabrese, dove da mesi il Pd brucia un candidato dietro l’altro) ora ne ha uno in più e si chiama Giuseppe Conte.
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Autore:  Folli Stefano
Titolo: Il punto – Il nodo giustizia tra Conte e Letta
Tema: M5S
Solo il tempo dirà quanto vale l’accordo trovato nei Cinquestelle tra Grillo e Conte, con Di Maio nel ruolo del mediatore saggio, votato in realtà a incapsulare l’ex premier. Al momento l’intesa sembra coprire varie debolezze: quelle dell’Elevato, che sono note, e quelle di un movimento disintegrato, incapace di ritrovare una rotta. Ma soprattutto la tregua riflette le difficoltà di Conte, proiettato su una linea barricadiera anti-Draghi che per avere senso avrebbe bisogno di idee chiare e soprattutto di un partito pienamente controllato. Costruirne uno nuovo di zecca per sfruttare l’onda della residua popolarità si è rivelata un’ambizione velleitaria; il tentativo di sottrarre a Grillo il movimento da lui fondato attraverso una serie di bizantinismi non ha dato esito migliore. Di conseguenza, ecco la sospensione delle ostilità. Che peraltro non cancella le mille ambiguità della diarchia; o forse del triumvirato, se si considera il ruolo defilato ma centrale del ministro degli Esteri. Di sicuro le questioni interne hanno importanza per i diretti interessati: chi decide cosa, ad esempio sulla Rai, chi compila le liste elettorali. Ma è più interessante capire come si svilupperanno d’ora in poi i rapporti tra 5S e Pd, i due alleati. E la questione chiave dei prossimi mesi.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Casadio Giovanna 
Titolo: Legge Zan oggi in aula la Lega pensa a un blitz per rimandarla indietro
Tema: Ddl Zan

Il rischio concreto è che la destra tenti il blitz per mandare il ddl Zan di nuovo in commissione. Dopo 8 mesi di rinvii e audizioni, oggi la legge, che porta il nome del deputato dem e attivista lgbt, Alessandro Zan, approda nell’aula del Senato. Ma Forza Italia e Lega puntano a non giocare subito la partita, a prendere ancora tempo per cambiare il ddl, confidando in una intesa con Matteo Renzi. Il leghista Andrea Ostellari farà una ultima offerta: «Finire in tempi certi l’esame della legge in commissione». Saranno in aula i due Matteo. Matteo Salvini annuncia che torna a Roma per bloccare tutto. Dice: «In Senato c’è questo ddl Zan da bloccare o quantomeno da cambiare in Parlamento». Una legge che così com’è non può andare, perché è «una legge che lo stesso Santo Padre chiede di modificare. Il problema non è Salvini o Renzi, ma sono le libertà, la libertà è un bene primario». Dichiara, il leader leghista: «Il diritto all’amore di chiunque, due ragazzi, due ragazze, è sacrosanto, punire i deficienti che insultano, offendono, aggrediscono, è sacrosanto, ma lasciamo fuori i bambini e lasciamo la gente libera di pensare all’idea di famiglia…mamma e papà non sono concetti superati, sono il futuro».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Napolitano Pasqualine 
Titolo: Patto dei due Matteo in vista su referendum, fisco ed etica
Tema: Patto Lega – Italia Viva?

La doppia campagna referendaria su giustizia e abolizione del reddito di cittadinanza potrebbe sancire il primo vero asse elettorale tra i due Matteo. Salvini e Renzi, da tempo, stanno verificando la praticabilità di un’agenda comune tra Lega e Italia Viva. A piccoli passi si procede verso un patto su cinque punti: giustizia, tasse, legge elettorale, reddito di cittadinanza e ddl Zan. La prospettiva è un’alleanza politica. Obiettivo non a portata di mano. Nel frattempo però, i due Matteo giocano di sponda. Il leader della Lega è impegnato pancia a terra nel sostenere la raccolta firme per i referendum sulla giustizia: 6 quesiti per dare la spallata decisiva al blocco giustizialista. Dal fronte di Italia Viva, l’altro Matteo valuta l’offerta leghista di un asse sul referendum: «Ci stiamo ragionando se firmarlo, non c’è obbligo di partito. Passerà perché ha già 5 Regioni. È un incentivo e uno stimolo per fare riforme più serie», spiega Renzi da Napoli
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Evangelisti Mauro 
Titolo: Il retroscena «Pass solo col secondo vaccino» E ipotesi mascherine all’aperto
Tema: Contagi

Ritorno all’obbligo della mascherina all’aperto e Green pass rafforzato, rilasciato solo dopo la seconda dose. Con forti pressioni, ad esempio dalla Regione Lazio, perché si facciano scelte come quella francese che ha introdotto il pass per treni, ristoranti, cinema e musei. Ecco alcune delle misure allo studio, mentre prosegue la corsa dei nuovi casi positivi che rende sempre più probabile la proroga dello stato di emergenza fino al 31 ottobre. E occhio: non succedeva da tre mesi e mezzo, ma ieri il numero dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali italiani è aumentato rispetto al giorno prima. Sono 12 in più, nulla di drammatico, ma è un segnale. Un pessimo segnale, perché dimostra che a causa di una platea ancora ampia di non vaccinati con doppia dose, il 60 per cento degli italiani, la diffusione della variante Delta sta causando i primi contraccolpi sul sistema sanitario. E la vaccinazione sembra essersi arenata perché è vero che viaggia a circa 500mi1a dosi al giorno (in media), ma al 90 per cento sono richiami, la quota di persone che stanno cominciando il percorso vaccinale è bassa.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: Cinque regioni a rischio zona gialla ma il governo vuole evitare chiusure
Tema: Contagi

Tornare in zona gialla in piena estate. Dover rimettere la mascherina all’aperto a ridosso di Ferragosto. È uno scenario che non piace a nessuno, ma che può prendere forma, se non vengono cambiati i parametri da cui dipendono i «colori» delle Regioni. Che, infatti, si aspettano dal governo una modifica dei criteri, facendo pesare meno il numero dei contagi e più quello dei ricoveri in ospedale. Visto che il primo si prevede andrà ad aumentare nelle prossime settimane, a causa della variante Delta, mentre il secondo dovrebbe restare stabile, grazie al progressivo ampliamento della platea dei vaccinati. La pressione effettiva sul sistema sanitario, quindi, come nuovo riferimento per le decisioni politiche.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Decreto Semplificazioni, il Governo alza il muro per le modifiche del 110%
Tema: Decreto Semplificazioni

Il governo fa muro sul Superbonus. Sia pure a un livello ancora informale, il Mef ha fatto già sapere che saranno respinte dal governo tutte le proposte di estensione del 110%, in quanto onerose. Tutti gli emendamenti che hanno bisogno di copertura non troveranno spazio in questo decreto. Al tempo stesso, i ministeri impegnati nell’esame del Dl 77 hanno risposto con una serie di No alle proposte di modifica o integrazione alla procedura semplificata del Superbonus prevista dall’articolo 33. Anche qui, potrebbero sopravvivere soltanto due o tre modifiche di peso minore. Chi ha in programma di avviare lavori con le regole vigenti, può avviarli senza ansie. Il decreto non sarà modificato in modo sostanziale. Viceversa, chi sperava in un’apertura per avviare lavori oggi non ammissibili, dovrà attendere il prossimo giro: forse la legge di bilando che sarà varata tra fine settembre e metà ottobre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Pensioni, l’uscita con 41 anni di contributi? «Costerebbe troppo»
Tema: Pensioni

Dopo la pandemia bisogna rimettere a posto il mercato del lavoro, ridurre le diseguaglianze e impostare una riforma delle pensioni sostenibile ed equa. Questo il senso della relazione con la quale il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha presentato alla Camera il Rapporto annuale dell’Istituto. Sulle pensioni, Tridico ha esaminato tre ipotesi di riforma. La prima e quella del pensionamento anticipato con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età. La seconda è quella del calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi. La terza è quella messa a punto dallo stesso Tridico: anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  c.t. 
Titolo: Via libera definitivo al Recovery I primi 25 miliardi tra luglio e agosto
Tema: Recovery Plan

Oggi sarà compiuto l’ultimo passo. Il Pnrr italiano, insieme a quello dei Paesi che hanno già ricevuto l’investitura della Commissione, riceverà il via libera definitivo dall’Ecofin (il consiglio dei ministri economici). Quasi 25 miliardi arriveranno nelle casse del Tesoro tra fine luglio e i primi di agosto. Si tratta ovviamente della prima tappa di un percorso che si concluderà nel 2026. Periodicamente la Commissione effettuerà la verifica dello stato di avanzamento degli impegni assunti nel NextGenerationEu. A fine anno sarà valutato, ad esempio, lo stato dei lavori sulla riforma della Giustizia e del Fisco. La partenza, comunque, è stata una “promozione”.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  M. Sab.
Titolo: «Stimoli a export e investimenti» La vittoria può trainare la crescita
Tema: La vittoria spingerà il Pil
Gli economisti concordano: è difficile quantificare gli effetti sul Pil della vittoria dell’Italia nell’Euro 2020 ma questo impatto c’è e sarà forte. «Alcuni studi hanno ipotizzato che una vittoria al Mondiale possa provocare uno stimolo alla crescita del Pil del Paese vincitore nell’ordine di un aumento dell’1-2% della ricchezza nazionale. È ragionevole immaginare che vincere una competizione europea possa provocare una crescita compresa tra lo 0,6 e lo 0,7%», spiega Michele Costabile, docente di Marketing e Performance Metrics alla Luiss di Roma. Secondo un’analisi di Coldiretti il trionfo al Mondiale del 2006 diede un contributo di alcuni punti percentuali alla crescita del Pil italiano di quell’anno e anche in occasione della vittoria di Wembley di domenica. la «spinta» alla crescita potrebbe valere uno 0,7% aggiuntivo del PiI. Questi impulsi economici si basano su stimoli «soft» e immateriali di grande potenza.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mania Roberto 
Titolo: Tronchetti: una spinta al Pil – Tronchetti Provera “Uniti come a Londra la vittoria spingerà la nostra economia”
Tema: Intervista a Marco Tronchetti Provera – La vittoria spingerà il Pil

Dalla vittoria degli europei arriverà una spinta importante a tutta l’economia nazionale, dice Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato e vicepresidente esecutivo di Pirelli, appassionato di vela e tifosissimo dell’Inter. La «vera leva» – spiega in questa intervista – è rappresentata dai fondi europei: «Per l’Italia un’occasione storica che non può fallire, altrimenti fallisce il piano europeo». Severo il giudizio sui recenti licenziamenti in blocco via e-mail e whatsapp: «Anche i fondi di investimento devono rispettare le regole della responsabilità sociale di impresa». Lei pensa che dal successo della nazionale di calcio arriverà un effetto positivo sull’economia italiana? «Sì, ci sarà. C’è stato in passato e, ricordo, non c’è stato solo per noi. La Francia quando vinse il Campionato del mondo era un Paese sotto diversi profili depresso, e, dal punto di vista calcistico, non aveva affatto la squadra favorita. L’entusiasmo con cui ripartì dopo il Campionato del mondo è, appunto, un esempio del valore e della forza anche dello sport. Nel caso italiano la vittoria si innesta su un processo di recupero di fiducia in atto sia a livello europeo sia a livello nazionale.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Galimberti Alessandro 
Titolo: Lista Dubai e richieste di dati: i due fronti della lotta al nero
Tema: Evasione fiscale

Analisi di dati interni al sistema finanziario nazionale e acquisizione di elenchi, già disponibili sul “mercato” internazionale delle black list, di presunti evasori. A sei anni dal varo della prima e di fatto rimasta unica – campagna di richiamo del nero extraconfini (la Voluntary disclosure del 2015, replicata senza successo due anni dopo), e all’uscita dalla più grave crisi economica dai dopoguerra, l’amministrazione finanziaria apre un altro capitolo nella ricerca dei “no vax” della trasparenza, i negagazionisti del Quadro RW della dichiarazione dei redditi in cui si dovrebbero dichiarare le disponibilità finanziarie lontane dai patri confini. Dopo l’avvio della procedura di acquisto dalla Germania della cosidetta nuova Lista Dubai (anticipata dal Sole 24 Ore del 17 giugno), il Comando generale della Guardia di Finanza nel fine settimana ha dettato la linea ai reparti operativi per agevolare l’incontro con le frammentarie informazioni provenienti dai lidi esteri: le Fiamme gialle potranno (dovranno) inoltrare richieste di documentazione agli intermediari finanziari relative ai dati di società di capitali, enti commerciali, società di persone che hanno movimentato da e verso l’estero bonifici, trasferimenti di valuta eccetera a partire da i5mila euro, poco rileva riciclaggio approvate nell’ultimo se in unica tratta o in operazioni decennio a livello internazionale, frazionate.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Galimberti Alessandro 
Titolo: Tremonti: «Sul caso delle liste di Dubai opzione ravvedimento per mettersi in regola»
Tema: Intervista a Giulio Tremonti – Evasione fiscale

La nuova lista Dubai segna un cambio di passo, per non dire di scenario, nella ricerca di (presunti) evasori alle fiscalità nazionali. Non più l’iniziativa estemporanea, etica o viceversa opportunistica, di dipendenti di banca infedeli, o infortuni di grandi professionisti del nero arrestati in aeroporti o perquisiti nei loro studi causa fonti anonime. La lista acquistata dai funzionari tedeschi, e che ora fa tremare anche migliaia di italiani, è qualcosa di più. Professor Giulio Tremonti, In relazione alla nuova lista Dubai ha parlato di un salto dl qualità e quantità nell’azione repressiva. Che cosa è cambiato? La differenza rispetto al passato consiste nel fatto che oggi è uno Stato, la Germania, a muoversi per ottenere informazioni su un altro Stato.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: Cuba, tornano dopo 30 anni le proteste contro il regime
Tema: Cuba

Sono scesi in piazza in migliaia a Cuba invocando libertà. Hanno gridato: «Non abbiamo paura». Ancora: ecco Yes we can, possiamo, slogan statunitense dell’era di Barack Obama ormai inno universale alla speranza di cambiare. Come anche Patria y Vida, patria e vita, ispirato dal titolo d’una canzone composta da dissidenti cubani e che ha ribaltato un vecchio motto della rivoluzione, patria o morte. Con questi slogan folle di cubani, utilizzando reti di social media da poco nel Paese, hanno dato vita a proteste nazionali senza precedenti forse dalla rivoluzione o almeno da trent’anni, dalla grave crisi del 1994, che hanno coinvolto una quindicina di città compresa la capitale L’Avana. Manifestazioni di massa innescate dalla spirale d’un collasso economico e di salute pubblica, tra crescente frustrazione per carenze di beni alimentari, blackout energetici, impennate delle infezioni da coronavirus. Libertà, insomma, cibo, vaccini e medicine. È stato un messaggio che ha fatto irruzione anche alla Casa Bianca. Il presidente statunitense Joe Biden aveva finora tenuto a distanza il nodo irrisolto della sua politica nei confronti di Cuba. Ora è intervenuto, esprimendo appoggio alle proteste e facendo appello a L’Avana perché le ascolti.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Spalla Alfredo 
Titolo: Scoppia la rivolta a Cuba: «Basta con la dittatura» Altolà di Mosca agli Usa
Tema: Cuba

Per il presidente statunitense Joe Biden le manifestazioni dei cubani rappresentano «una chiara richiesta di libertà», per quello cubano, Miguel Diaz Canel, si tratta di una manovra americana per «asfissiare» e «destabilizzare» l’Isola. Le ragioni che hanno scatenato le proteste di questi giorni a Cuba, ma anche nelle “colonie” cubane negli Usa (vedi Miami), sono molteplici, ma neppure questa volta sfuggono all’inevitabile dualismo che contrappone Washington a L’Avana e che indirettamente chiama in causa anche Mosca, che subito chiede che non vi siano «interferenze dall’estero» negli affari interni del Paese. Prima delle letture politiche vengono però i fatti di questi giorni: un’ondata di proteste inusuale e inattesa è iniziata domenica in varie città. Una reazione che non si vedeva dal 1994 e che difficilmente si ritrova nella storia recente del Paese.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Cuba in piazza dopo trent’anni “Abbiamo fame”
Tema: Cuba

La disperazione è diventata più forte della paura. Solo così si spiegano le manifestazioni scoppiate in tutta Cuba, per rimproverare al regime castrista la mancanza di beni basilari come cibo e medicine, sempre esistita ma acuita dal Covid. Il presidente Díaz-Canel ha usato il solito gioco di scaricare ogni colpa sull’embargo americano, sollecitando i rivoluzionari a scendere in piazza: «Dovranno passare sopra i nostri cadaveri». Ma è evidente che non funziona più. Può darsi che la repressione riesca a rinchiudere la gente nelle case, ma resta da capire fino quando. Perciò il presidente Biden ha difeso i manifestanti, chiarendo che se L’Avana si aspettava un rapido ritorno alle aperture di Obama, ha sbagliato i calcoli.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Sorrentino Riccardo 
Titolo: Stretta in Francia contro i contagi: obbligo di vaccino per i sanitari
Tema: Francia

Non intende blandire gli elettori, Emmanuel Macron. A dieci mesi dalle presidenziali, di fronte a un aumento forte dei contagi derivanti dalla variante delta, il presidente francese – in un discorso che ha afffrontato molti temi “impolitici”, come l’aumento dell’età pensionabile,- apre la strada  verso la vaccinazione obbligatoria. Se necessario per tutti i francesi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Macron: vaccinarsi è senso civico Green pass nei ristoranti e sui treni
Tema: Francia

«Siamo la nazione della scienza, di Louis Pasteur, dell’illuminismo. Se la scienza ci offre un’arma come la vaccinazione, dobbiamo usarla il più possibile», dice il presidente Emmanuel Macron un istante prima di annunciare la vaccinazione obbligatoria entro 1115 settembre per chiunque sia a contatto con persone fragili: medici e infermieri negli ospedali ma anche operatori nelle case di cura. «Vi aspettano nove milioni di dosi già pronte: francesi, fatevi vaccinare», dice Macron, in un appello solenne alla «mobilitazione estiva» per fermare il dilagare della variante Delta ed evitare che gli ospédali vengano sommersi dal nuovi contagi. «Faremo portare il peso di nuove restrizioni a chi non è vaccinato», dice Macron.
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Testata:  Corriere della Sera 
Titolo: Le «raccomandazioni» di Boris: così Londra evita la retromarcia
Tema: Regno Unito

Obbligo no, raccomandazione sì: ieri Boris Johnson ha annunciato in via definitiva l’eliminazione di tutte le restrizioni imposte a causa del Covid, ma con un tono di grande cautela e senza trionfalismi. Perché a Londra sono tutti consapevoli che la fine dei divieti, che scatterà il 19 luglio, condurrà inevitabilmente a un’impennata dei contagi, che già viaggiano oltre mila al giorno. E si teme si possa arrivare a 100-200 decessi quotidiani, dai 10-20 attuali. «Questa pandemia non è finita», ha scandito il premier ieri pomeriggio durante la conferenza stampa: «Non possiamo improvvisamente tornare all’istante alla vita come era prima del Covid». I membri del suo governo sono stati ancora più espliciti. II ministro per i vaccini, Nadhlm Zahawi, ha detto che «ci si aspetta» che la gente continui a indossare le mascherine nei luoghi chiusi e sui mezzi pubblici, anche se non sarà più un obbligo di legge. E il ministro della Sanità, Sajid Javid, ha aggiunto che sarebbe «irresponsabile» fare a mene delle protezioni. Non è una marcia indietro, ma è una correzione in corsa: perché la decisione di Johnson di procedere al «liberi tutti» nel pieno della terza ondata causata dalla variante Delta è una scommessa rischiosa.
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***seri/

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