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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Recovery: ancora dibattiti
– Ipotesi Conte ter
– Deroghe ai divieti e nodo vaccini: allarme dei virologi
– Inchiesta su Vivendi
– Onu: stato di emergenza diffusa sul clima
– Addio a Paolo Rossi: i compagni di squadra con lui fino all’ultimo

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Conte prepara la verifica «Franchezza e trasparenza»
Tema: Verifica di Governo

Il destino del Paese è nelle mani di Giuseppe Conte, è il messaggio che i vertici di Italia viva hanno fatto arrivare a Palazzo Chigi. Matteo Renzi, dopo la minacciosa intervista pubblicata dal Pais mentre il premier italiano era in missione in Europa, si è preso qualche ora di pausa, in attesa che arrivi la chiamata dalla presidenza del Consiglio. Per adesso nessuno si è fatto vivo. Ma in settimana Conte batterà un colpo per stoppare il tentativo di ribaltare il suo governo e lo farà «alla luce del sole», determinato a lavare in pubblico i panni sporchi della sua maggioranza. Ferito e amareggiato per gli attacchi ricevuti a mezzo stampa, Conte sente di avere «la coscienza a posto», perché ha agito «in perfetta buona fede per il bene del Paese». Per essere il più possibile «corretto» nei confronti delle forze politiche il premier vuole parlare con i leader «direttamente&raquo ;, a quattr’occhi. «Il confronto serve a fare chiarezza sulle varie posizioni e istanze, nel segno di una maggiore franchezza e trasparenza di rapporti». Nel segno di una maggiore franchezza e trasparenza di rapporti». Questo lo spirito con cui l’avvocato prepara la «verifica» che potrebbe portare a un rilancio dell’alleanza giallorossa, a un Conte-ter oppure, se tutto va male, a nuove elezioni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Claudio 
Titolo: Il retroscena – La verifica di Natale – Conte avvisa il Colle “Verifica in settimana” I paletti di Mattarella
Tema: Verifica di Governo

La verifica di governo è iniziata ieri. È iniziata con una prima comunicazione. Quella di Giuseppe Conte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un momento non formale, segnato da preoccupazioni e allarmi. E soprattutto dal timore che tutto si avviti in una spirale senza controllo. Perché questa è ormai ufficialmente la fase più difficile del governo giallorosso.Il presidente del consiglio ha allora informato il Quirinale di quanto la tensione abbia raggiunto picchi non previsti annunciando che la prossima settimana darà il via al chiarimento. Ossia ad un «confronto per fare chiarezza sulle varie posizioni e istanIl premier: “Servono franchezza e trasparenza” Il Quirinale non vuole cambi nei ministeri di maggior peso, nel segno di una maggiore franchezza e trasparenza di rapporti». Del resto, anche sul Colle seguono con una certa apprensione la battaglia che si è scatenata tra le forze della maggioranza. Conte ne lle prossime ore farà quello che sperava di non dover fare: contattare tutti i leader delle forze che sostengono il governo per concordare incontri bilaterali e poi collegiali. Prende atto della situazione. I cui nodi, al momento, si presentano inestricabili. E le soluzioni senza pronostico.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Gentili Alberto 
Titolo: Il retroscena – L’ipotesi Conte ter: una crisi pilotata con due vicepremier – La crisi pilotata di Conte verso il rimpasto e due vice
Tema: Ipotesi Conte-ter

Giuseppe Conte ha ormai capito che per provare ad arginare Matteo Renzi, disinnescare il malumore di Nicola Zingaretti e arrivare a un «chiarimento» con Luigi Di Maio, deve andare a vedere le carte dei “soci” di maggioranza. Così nei prossimi giorni il premier incontrerà uno ad uno i leader e poi, prima che Renzi possa aprire la crisi una volta approvata la legge di bilancio, stringere un «nuovo patto di governo e di legislatura». Questa volta la tecnica del rinvio, del muro di gomma, non può funzionare. Tanto più che l’avvocato cova il timore che il Pd sia solleticato dall’idea di andare a elezioni in primavera, prima del semestre bianco (per l’elezione del nuovo Capo dello Stato) che scatterà il 4 agosto. Lo schema che ha in testa il premier – che non è disposto a rinunciare alla cabina di regia per il Recovery plan, ma è pronto a discutere della riallocazione dei 209 miliardi tra i vari progetti e capitoli di spesa – è quello di una crisi pilotata per dar vita a un Conte-ter. Con dentro due vicepremier. «Ma dovranno chiedermelo». La cosa infatti all’avvocato non piace, ma è rassegnato a subirla. Il primo dovrebbe essere Di Maio, il secondo Zingaretti. Però il segretario dem resiste (non vuole lasciare la Regione Lazio), perciò avanza l’ipotesi di Dario Franceschini o di Lorenzo Guerini.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Natale, aperture limitate Censimento per i vaccini – Poche deroghe a Natale Sì agli spostamenti solo tra piccoli Comuni È allarme shopping
Tema: Deroghe a Natale
La deroga per Natale ci sarà, ma molto limitata. La linea rigorista all’interno del governo continua a prevalere e per questo alla fine si pensa di consentire soltanto gli spostamenti tra Comuni più piccoli — massimo 15.000 abitanti — e vicini. Niente «liberi tutti», dunque. Anzi, si toma a discutere se compensare il provvedimento con qualche chiusura, ritornando alla serrata nei giorni di festa anche all’ora di pranzo per i ristoranti. Il dibattito è aperto. Oggi sarà una giornata cruciale con la riunione dei capidelegazione della maggioranza, che potrebbe allargarsi ai capigruppo. E un obiettivo è già fissato: lasciare l’ultima parola al Parlamento senza però far passare la mozione del centrodestra che mira a spostamenti liberi non soltanto a Natale, ma anche per il 26 dicembre e il 10 gennaio 2021. Spaventano i trasferimenti già programmati dagli italiani, che hanno portato a un boom di prenotazioni pe r treni e aerei il 19 e 20 dicembre, a poche ore dall’entrata in vigore del divieto di spostamento tra le Regioni, anche se gialle. Spaventa la possibilità che gli assembramenti dei giorni festivi facciano risalire la curva epidemiologica. Proprio come accaduto ieri, quando le vie dello shopping di Roma, Napoli, Milano, Torino, Firenze e altre città si sono riempite di gente.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rigatelli Francesco 
Titolo: Il governo allenta la stretta I virologi: sarà terza ondata – La ribellione dei virologi
Tema: Deroghe a Natale; no dei virologi

Alla vigilia delle festività, con lo spettro dell’arrivo della terza ondata, o comunque di una ripresa della seconda ancora in corso (solo ieri sono stati quasi 20 mila i contagiati e 649 i morti), gli italiani sembrano voler approfittare delle aperture previste dalla zona gialla e, complice il Natale, tornare alla vita sociale. Un quadro che preoccupa i virologi, che si sentono sempre meno ascoltati e alzano la voce.  Senza potenziare il tracciamento non possiamo alleggerire le regole, altrimenti la terza ondata è certa Per Arnaldo Caruso, presidente della Società di virologia e professore ordinario a Brescia, il caos nel Paese corrisponde a quello della politica: «Ci si divide tra rigoristi e liberisti ed entrambi i poli hanno le loro ragioni. Come medici e ricercatori, noi mettiamo al primo posto la salute, l’obiettivo è salvare più vite umane possibile fino all’arrivo del vaccino. C’è chi invece, anche comprensibilmente, p one l’accento su necessità sociali ed economiche. Non penso che una parte debba prevalere per forza sull’altra – sottolinea Caruso -, ma serve buon senso. Non bisogna allentare le misure II vaccino funziona, non dobbiamo perdere tempo ché nessuno, né i politici né gli scienziati, può influire davvero su questo momento delicato senza la partecipazione di tutti gli italiani».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto – Foschini Giuliano 
Titolo: Piano B per i vaccini: l’Italia chiede all’Europa dosi di riserva – Vaccini, pronto il piano B “Chiediamo dosi di riserva per evitare intoppi”
Tema: Vaccini

Sono in corso i contatti tra governi europei per tappare il buco di Sanofi, il cui vaccino arriverà con sei mesi di ritardo facendo mancare all’Unione 300 milioni dldosi, 40 milioni solo per l’Italia. L’idea delle capitali è quella di chiedere alla Commissione Ue di far valere l’opzione con Pfizer e Moderna per l’acquisto di altre 180 milioni di provette, oltre ai 280 milioni già prenotati. Intanto nel giorno in cui, secondo l’Afp, le vittime italiane (64.036) superano quelle del Regno Unito (64.026), trasformando il nostro nel Paese con più decessi in Europa (dietro solo a Usa, Brasile India e Messico), il governo si prepara al V-Day europeo: punta ad anticipare al 5-6 gennaio le prime vaccinazioni per farsi trovare pronto all’avvio còntemporaneo della campagna d’immunizzazione continentale, alla quale a Bruxelles lavora Ursula von der Leyen. L’idea è stata discussa giovedì al summit dei capi di Stato e di governo: si pensa a un lanci o congiunto del vaccino per massimizzare l’impatto mediatico e sensibilizzare la popolazione sulla necessità di ricorrervi per sconfiggere la pandemia. ll via libera a Pfizer da parte dell’Ema è previsto per il 29 dicembre. Il giorno di Moderna sarà invece il 12 gennaio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  F. CAP. 
Titolo: Il retroscena – Vaccini, corsa contro il tempo “In estate copertura totale”
Tema: Vaccini

Il governo vuole accelerare sul piano di vaccinazione. Deve, perché domani inizia ufficialmente la corsa. Tra 24 ore scadrà infatti il termine per inviare a Pfizer, l’azienda che per prima porterà i suoi vaccini in Italia, un piano di distribuzione dettagliato in cui siano indicati quali saranno i punti di somministrazione su tutto il territorio nazionale e di quante dosi ogni centro avrà bisogno. Ecco perché il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, insieme al commissario Domenico Arcuri e al ministro della Salute Roberto Speranza, ha riunito ieri i governatori chiedendogli entro le 22 di oggi un riepilogo con la popolazione delle proprie regioni suddivisa per categorie. «Si tratta di una sfida epocale – ha detto Boccia al termine della Conferenza Stato-Regioni -. Bisogna definire in tempi rapidissimi il numero dei primi soggetti da vaccinare, che sono gli operatori sanitari, gli ospiti delle Rsa, e gli esponenti di forze de ll’ordine e forze armate». Stando ai numeri provvisori in possesso di Arcuri, una persona da vaccinare su tre si trova in Lazio e Lombardia. Nel report si dovranno però indicare anche quante celle frigorifere speciali sono state acquistate e di quante se ne hanno eventualmente ancora bisogno, vista la necessità di conservare il vaccino a-80 gradi. Tutto per arrivare pronti al 6 gennaio, giornata inaugurale della campagna.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Maio Luigi – Lamorgese Luciana – Bonafede Alfonso 
Titolo: «Su quali gambe cammineranno le idee di Falcone» – Sfida oltre i confini nazionali alla criminalità organizzata
Tema: Sfida al crimine

Caro direttore, in questi giorni ricorre il ventennale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità  organizzata transnazionale (Untoc), pietra miliare del multilateralismo, il cui documento istitutivo fu aperto alla firma a Palermo nel dicembre 2000. L’intuizione fondamentale fu la necessità di disporre di strumenti più efficaci di cooperazione internazionale giudiziaria e di polizia nella lotta al crimine organizzato transnazionale. E’ grazie a quell’intesa se oggi ogni Stato non conduce più una battaglia solitaria contro questo odioso fenomeno (che del resto non ha un’appartenenza territoriale) ma può contare sulla collaborazione degli altri Paesi, sulla condivisione delle competenze e delle esperienze nazionali. Ed è sempre merito della Convenzione di Palermo, alla quale hanno aderito 190 Stati sui 193 dell’Onu, se la risposta della comunità internazionale al crimine organizzato, nelle sue numerose manifest azioni, ha conosciuto in questi anni un significativo innalzamento qualitativo anche per effetto degli strumenti innovatibi introdotti a supporto dell’attività condotta dalla magistratura e dale forze di polizia: squadre investigative comuni, consegne controllate, sorveglianza elettronica, operazioni sotto copertura, protezione dei testimoni, magistrati e ufficiali di collegameto, tecniche investigative speciali, formazione specifica per gli operatori, capacity building e assistenza tecnica solo per citarne alcuni.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Il retroscena – Un lapsus di Di Maio fa tremare il Palazzo – Di Maio gela i suoi: “Io ministro anche in un altro governo”
Tema: Di Maio

Che Luigi Di Maio intenda sopravvivere a questo governo e conservare comunque un posto da ministro, a detta dei colleghi e di molti parlamentari è testimoniata da una frase che si è lasciato fuggire venerdì 4dicembre. Di Maio è in videoconferenza con circa duecento deputati e senatori grillini. È un vertice molto teso in cui si fronteggiano le due linee del Movimento sulla riforma del Mes. La fronda contro la revisione del trattato del fondo Salva Stati europeo si è molto estesa e rischia di mandare all’aria la maggioranza e il governo di Giuseppe Conte. Un argomento che i diretti interessati respingono come inaccettabile: «Non ci potete ricattare con questa scusa che cade il governo se non lo votiamo» reagisce Alvise Maniero, uno dei deputati anti-Mes più decisi. A quel punto Di Maio sbotta e pronuncia quella, che alla luce delle ultime 72 ore di passione nel governo, mentre si agita lo spettro del voto anticipato, si parl a di verifica e rimpasti osi evocano govemissimi, è tornata in mente a chiunque nel M5S: «La cosa che non avete capito è che io non sto facendo il doppio gioco nel difendere questo governo — dice il ministro — Perché, se cade, io farò comunque parte del prossimo, come ministro». In una frase, insomma, sostiene che è possibile un altro esecutivo senza Conte e che lui sarà dentro. Uno scenario che fino a poco tempo fa sarebbe suonata come un’eresia nel Movimento.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Mobili Marco
Titolo: Debiti delle famiglie, bollette e affitti: così il Senato cambia i decreti Ristori – Uscita dai debiti semplificata e sconto sulle bollette elettriche
Tema: Decreto Ristori
Via libera delle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama ai quattro decreti ristori. Con una maratona notturna e una lunga trattativa tra Governo e opposizioni, i due relatori Mauro Maria Marino (IV) e Vincenzo Presutto (M5s) domani potranno presentare all’Aula del Senato gli oltre 6o correttivi approvati dalle due commissioni, al netto di possibili stralci o modifiche per carenza di coperture della Ragioneria di Stato al momento di predisporre il maxiemendamento per il voto di fiducia di martedì. Per gli emendamenti che puntavano ad ampliare la platea dei codici Ateco da ammettere ai i ristori, nonché per una loro estensione ai liberi professionisti, è tutto rinviato al decreto finale sui ristori atteso per metà gennaio e sostenuto dal nuovo deficit da 20 miliardi già annunciato dal Governo. Niente da fare nemmeno per il tentativo di permettere ai Comuni di esentare dalla Tari le attività chiuse nelle zone rosse e arandoni. Gli scon ti restanio impossibili L’Esecutivo, come impegno, è già pronto con il voto di fiducia di martedì ad accogliere tutti gli ordini del giorno che hanno sostituito questi correttivi sui soggetti da ammettere agli indennizzi. Con il via libera a un emendamento presentato da Fi per le attività maggiormente colpite dalle misure anti Covid nelle aree rosse e arancioni arrivano astri no milioni di euro. Non mancano comunque le novità.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Marro Enrico
Titolo: Ristori, mutui sospesi e sconti sugli affitti
Tema: Decreto Ristori
Mentre il decreto legge Ristori arriva (domani) in aula al Senato con molte novità, i 5 Stelle minacciano di non votare il Recovery plan, se non conterrà la proroga del superbonus del 110% fino alla fine del 2023. Lo dice, tra gli altri, Stefano Buffagni, sottosegretario al ministero dello Sviluppo: «La proroga è un punto non negoziabile». Sulla questione c’è un braccio di ferro tra il Movimento e Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, per nulla convinto di un incentivo che gli appare troppo costoso e a vantaggio di chi ha più case. I 5 Stelle, con parlamentari Pd, hanno presentato emendamenti alla legge di Bilancio per la proroga, ma servirebbero una quindicina di miliardi. Potrebbero arrivare dal Next generation Eu, cioè i 209 miliardi destinati all’Italia, ma nella bozza di Pnrr (Piano nazionale di rilancio e resilienza) col quale il governo chiederà alla Ue le risorse, non si parla di proroga a fine 2023, ma c’è solo un generico cenno alla «estensione del superbonus». Va avanti intanto a tappe forzate il decreto legge Ristori. Al Senato il governo ha accorpato i quattro decreti in materia approvati negli ultimi due mesi. Il provvedimento dovrà essere convertito entro il 27 dicembre alla Camera, senza modifiche. Al Senato le commissioni hanno approvato numerosi emendamenti.
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Biondi Andrea
Titolo: La francese Vivendi indagata a Milano – Vivendi, affondo dei Pm contro i vertici
Tema: Indagine su Vivendi
I vertici di Vivendi, il colosso francese dei media, risultano indagati dalla Procura della Repubblica di Milano, che ha annunciato l’avviso di chiusura indagini. Vincent Bolloré e l’ad Arnaud de Puyfontaine sono indagati per le ipotesi di reato di manipolazione del mercato e di ostacolo all’esercizio delle funzioni di autorità pubblica di vigilanza nel caso della scalata a Mediaset. Il gruppo francese ieri ha smentito qualsiasi irregolarità e ha stigmatizzato che un documento riservato, volto alla tutela dei soggetti indagati, sia stato reso pubblico. Per spiegare la marcia indietro sull’acquisto del 100% di Mediaset Premium il ceo Vivendi Arnaud de Puyfontaine disse pubblicamente: «Credevamo fosse una Ferrari, invece era una Fiat Punto»,. Non è dello stesso avviso la Procura di Milano. In quel matrimonio fatto saltare quando si era già sull’altare il Pm Silvia Bonardi vede invece il risultato di una strategia preordinata dei francesi. E la Procura individua una “pistola fumante”: quanto accaduto «a partire dal 18 febbraio 2016», quindi «due mesi prima della sottoscrizione del contratto dell’8 aprile 2016», quando il Consiglio di sorveglianza di Vivendi «aveva autorizzato il management a procedere all’acquisto di azioni Mediaset fino al raggiungimento del 24,99%». Tutto ciò all’oscuro sia di Mediaset, sia della Consob. Insomma una Mediaset Premium come cavallo di Troia per centrare il controllo del gruppo di Cologno, «provocando per tutto l’anno 2016 continui deprezzamenti del valore d’azione Mediaset». Ora rischiano il processo Vincent Bollorè, azionista di riferimento di Vivendi, ma all’epoca dei fatti anche presidente del Consiglio di Sorveglianza e il ceo Arnaud de Puyfontaine.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tabarelli Davide 
Titolo: L’analisi – L’Europa rischia sulla crescita – L’Europa rischia di sacrificare la crescita sull’altare della salvaguardia ambientale
Tema: Crescita ed ecologia

La Commissione Von der Leyen, forte del mandato politico delle elezioni del maggio 2019, ha messo al primo posto della sua strategia il Patto Verde, il Green Deal.  si sapeva fin dall’inizio che avrebbe alzato l’asticella, in linea con quanto vuole il Parlamento. L’obiettivo precedente, concordato nel 2018, di taglio alle emissioni di CO2 del 40% entro il 2030 rispetto al 1990, l’ha portato ad almeno 55%. Nel 2019, prima del Covid, eravamo a una riduzione del 23%, il che c’ha permesso di superare l’obiettivo, questo stabilito nel 2008, di almeno 20% nel 2020. Abbiamo ridotto di un miliardo le emissioni a 3,7 miliardi tonnellate all’anno, sforzo, però, ampiamente vanificato dalla crescita di 13 miliardi del resto del mondo, soprattutto della Cina e del resto dell’Asia, a cui abbiamo demandato il compito di produrre gran parte dei manufatti che usiamo. È un risultato positivo, ma t’abbiamo messo 3o anni, con spazi enormi all’inizio, come la possibilità di chiudere il sistema industriale dell’Est Europa ereditato dal comunismo. Di aiuto è stato anche l’incremento di tre volte delle fonti rinnovabili, il solare, l’eolico e soprattutto le biomasse, ma il loro contributo complessivo è ancora limitato al 19% dei consumi finali.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Case, trasporti, territorio e idrogeno l’Italia ecologica in un piano da 74 miliardi
Tema: Ecologia in Italia

Le speranze sulla transizione green del nostro Paese stanno tutte in sei pagine del Recovery Plan pronto per essere inviato all’Europa e in Parlamento. Si intitolano “Rivoluzione verde e transizione energetica”: riassumono i nostri impegni di investimenti e indicano le quattro linee di azione previste da Roma per i prossimi cinque anni. Sulla earta dovremmo partire con il piede giusto nel percorso che ci porterà ad attingere ai 209 miliardi che spettano al nostro paese in base al Next Generation Eu: il capitolo verde italiano prevede progetti per 74,3 miliardi, il primo in ordine di risorse, ma soprattutto rappresenta il 37,4 per cento dell’intero ammontare dei finanziamenti che ci spettano, come indicano i regolamenti stilati da Bruxelles. Certo mancano ancora i dettagli, e non sappiamo quanti e quali dei 60 progetti operativi che presenterà l’Italia in Europa saranno dedicati alla crescita sostenibile, ma gli spunti che emergono dalle linee guida del Recovery Plan sem brano ambiziosi. Quattro le aree principali di azione: edifici, mobilità, economia circolare e territorio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Brera Guido_Maria 
Titolo: Fisco e capitali un piano globale per il green deal – Fisco e capitali, un piano globale per il green deal
Tema: Crescita ed ecologia in Europa

«L’indifferenza è il peso morto della Storia» scriveva Antonio Gramsci cent’anni fa. Diversi secoli prima, nella Commedia, gli ignavi venivano ritratti in una sterile corsa dietro a qualcosa di insignificante come la loro vita. Era la punizione che Dante assegnava agli ignavi, coloro che vigliaccamente sono negligenti, indifferenti, di fronte alle azioni da compiere. La nostra modernità ci mette oggi davanti a sfide ineludíbilì, da cui sarebbe insensato scappare. Una di queste, il Climate Change, rappresenta una minaccia insostenibile per i sistemi economici e sociali globali. Eppure la sua urgenza e la sua portata non vengono compresi. Forse per difesa. Come tapparsi le orecchie per non sentire una responsabilità. Continuare lungo la strada, senza badare a dove conduce. Istintivamente l’essere umano ha paura del cambiamento. Culturalmente la società umana del Ventunesimo secolo detesta l’irreversibilità. Ecco: il Climate C hange è qualcosa di irreversibile, destinato a cambiare tutto. A impattare in modo radicale i sistemi economici e produttivi, stravolgere le nostre abitudini. Ma il tentativo di sminuire la gravità della situazione è infantile, cieco e paradossale. Perché la migliore, l’unica vera difesa possibile, è prendere coscienza del problema. E agire in fretta per affrontarlo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Barca Fabrizio – Monti Mario 
Titolo: Il Recovery delle dispute: breve discorso sul metodo – Investimenti, riforme, risultati Un metodo per non sbagliare
Tema: Recovery

Il pubblico dibattito sul Recovery plan (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) può riportare l’Italia sulla strada giusta. Ma solo se sapremo davvero «dibattere». Di fronte a una calamità naturale e sociale come la pandemia, che impatta su tutte le dimensioni della vita umana in misura e modi così diversi e che obbliga una moltitudine di persone a ridisegnare la propria esistenza, una stagione di nuovo sviluppo non potrà mai nascere in stanze chiuse, senza mobilitare i saperi e senza che si crei una coesione nazionale. Ancor più per un Paese che da oltre vent’anni vede peggiorare la propria condizione economica e sociale, in assoluto e rispetto agli altri. E che a un tale destino è sembrato a tratti rassegnarsi. Ma la storia, la pratica e perfino la «teoria della scelta sociale» ci dicono che per trovare un accordo, un’intersezione, fra posizioni diverse e arrivare a scelte condivise, il dibattito deve essere non so lo pubblico, ma anche acceso, aperto, informato e ragionevole, ossia attento ai punti di vista e alle idee altrui.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  r. dim. 
Titolo: La ex Ilva riparte dall’acciaio green e cambia nome – L’Ilva cambia nome: sarà “green”
Tema: Ex Ilva

Torna l’acciaio di Stato, ma in tempi di rivoluzione “verde” è necessario cambiare il look. Nel contratto di co-investimento, siglato nella tarda serata di giovedì 10 tra Arcelor Mittal e Invitalia, è previsto che in occasione del rimpasto azionario in ArcelorMittal Italia Holding srl, la società che tramite Ami gestirà Taranto in affitto e poi in proprietà, l’assemblea dovrà deliberare oltre alla ricapitalizzazione anche il cambio della ragione sociale. Questo perché l’agenzia pubblica dello sviluppo economico intende dare già dal nome il segno della discontinuità rispetto al passato. Intanto nei prossimi giorni i legali della parti – studio Irti per Invitalia, studio Cleary Gottlieb per il gruppo lussemburghese – invieranno una pre-notifica a Bruxelles sull’assenza di concentrazione a seguito dell’alleanza. La svolta per l’ex Ilva è fissata a gennaio. Entro il 20 si dovrà perfezionare la partnership pubblico-privata con il primo aumento di capitale riservato ad Invitalia: fino a 400 milioni per sottoscrivere il 50% dei diritti di voto del veicolo cui dovrà essere ritagliato il nuovo nome.
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Politica Estera

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Brexit: trattativa a oltranza, restano solo 24 ore per evitare la rottura con l’Unione europea – Brexit, Europa e Regno Unito sul baratro del no deal
Tema: Brexit

Alle prese con il rischio di una sconfitta storica, nel caso di un fallimento delle trattative, Londra e Bruxelles stanno negoziando questo fine settimana nel disperato tentativo di trovare un accordo dell’ultimo minuto su un trattato di partenariato post-Brexit. Nessuno ieri osava fare previsioni sulla possibilità di una intesa. Molti diplomatici, tuttavia, si aspettavano che nel caso di insuccesso le parti sarebbero comunque state costrette a tornare al tavolo dei negoziati l’anno prossimo. «Le trattative continuano. Nulla da riferire per ora», diceva ieri sera qui a Bruxelles in modo laconico un esponente comunitario nell’entourage del capo-negoziatore comuniescluso tario Michel Barnier. Il contesto è che le parti ormai noto. Il Regno Unito e l’Unione europea devono trovare un accordo su un trattato di partenariato in modo da evitare che l’uscita del paese dal mercato unico, fissata per il 31 dicembre, sia un salto nel buio, con gravi perturbazioni s ui due lati della Manica. Le parti si sono date fino ad oggi per trovare una intesa. I nodi del negoziato non sono cambiati: la regolamentazione della pesca nel Mare del Nord; l’accesso della Gran Bretagna al mercato unico, nel rispetto delle regole sugli aiuti di Stato; il meccanismo di soluzione delle controversie. «Quest’ultimo punto non è banale – spiegava ieri un diplomatico -. Il Regno Unito vuole che l’iter sia politicizzato al massimo e rifiuta anche l’idea di un arbitrato obbligatorio».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: Brexit, Johnson schiera le navi da guerra
Tema: Brexit
Boris Johnson schiera la marina da guerra per difendere le acque britanniche dopo la Brexit. ll governo di Londra è pronto a far intervenire quattro unità della Royal Navy, armate di cannoni e mitragliatrici, per fermare i pescherecci stranieri che osassero avventurarsi oltre i loro limiti territoriali: l’ordine è di abbordare le barche di altre nazioni e arrestarne gli equipaggi, al limite facendo intervenire i Marines dagli elicotteri. Si tratta di una pericolosa escalation — condannata come «irresponsabile» anche dall’interno del parito conservatore — che arriva alla vigilia della conclusione delle trattative con Bruxelles, prevista per stasera: ormai tutti si attendono un fallimento e lo stesso Johnson ha ammesso che un «no deal», un divorzio senza accordi, è «molto, molto probabile». La questione della pesca è uno dei punti su cui si è incagliato il negoziato: gli europei, soprattutto i fra ncesi, vorrebbero mantenere libero accesso alle acque britanniche, mentre Londra rivendica il recupero della piena sovranità quale «Stato costiero indipendente». Un «no deal» significherebbe il ritorno, dal 1° gennaio, a dazi e dogane: e in questi giorni si sta già sperimentando un assaggio delle possibili conseguenze
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: La Corte suprema boccia Trump
Tema: Trump

È stato il “verdetto” dei centocinquanta schiaffi. La Corte suprema ha bocciato con poche, secche parole il ricorso senza precedenti presentato dal Texas per ribaltare il risultato del voto popolare americano. Un ricorso al quale si erano associati, parte in causa o a supporto, Donald Trump e la sua campagna, 126 parlamentari repubblicani e altre 17 procure generali di Stati governati dal partito. Le parole della Corte, senza udienze e grandi discussioni, hanno così bruciato come schiaffi per tutti i 150, uno più uno meno. E risuonato come un duro allarme per un’intera classe politica, l’attuale generazione di leader del Grand Old Party. Il caso, ha concluso la Corte, non ha alcuna validità giuridica. Il Texas non ha diritto o potere di sindacare su come altri Stati hanno legittimamente gestito le elezioni. Ma dietro lo scarno linguaggio, previsto quasi all’unanimità dagli esperti costituzionali e legali del Paese, è l’implicito giudizio poli tico a rappresentare una doccia fredda per la deriva del partito di Trump.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: Il dolore di Zaki in cella «Mi mancano i miei, Bologna, la mia casa»
Tema: Caso Patrick Zaki

Due lettere dal carcere di Tora che portano la firma di Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna ormai in carcere in Egitto da 309 giorni. Uno dei due messaggi è del 22 novembre, come indica la data. L’altro, invece, risale a ieri. «Le recenti decisioni sono deludenti come al solito, senza una ragione comprensibile», scrive Patrick commentando la decisione dei giudici di prolungare la sua carcerazione preventiva di altri 45 giorni, dopo le fragili illusioni nate in seguito alla scarcerazione dei tre dirigenti della Eipr, Ong con cui Patrick aveva collaborato. Il dolore fisico è forte e il tono è decisamente diverso dalla lettera scritta in luglio sempre ai genitori in cui affermava di stare bene. Ora Patrick lamenta mal di schiena. «Ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio», scrive ancora. «Il mio stato mentale non è un granché dall’ultima udienza». Poi il pensiero va alla sua vita spezzata• «Continuo a pensare all’Università, all’anno che ho perso senza che nessuno ne abbia capito la ragione. Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici a Bologna. Mi mancano la mia casa lì, le strade e l’università. Speravo di trascorrere le feste con la mia famiglia ma questo non accadrà», scrive Zaki alla famiglia che appartiene alla minoranza copta. Sono parole che preoccupano «fortemente» famiglia e attivisti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cadalanu Giampaolo 
Titolo: Zaki scrive dal carcere “Detenzione senza senso ogni giorno più pesante”
Tema: Caso Patrick Zaki

A oltre dieci mesi dall’arresto, il carcere è sempre più pesante per Patrick 7aki. Lo studente dell’università di Bologna, fermato all’aeroporto del Cairo nel febbraio scorso con le accuse di diffusione di informazioni false e incitamento a proteste non autorizzate, ha scritto nei giorni scorsi alla famiglia segnalando che le condizioni difficili di detenzione nel carcere di Tora, nella periferia del Cairo, stanno incidendo in maniera pesante sulla sua salute. «Ho problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio», scrive il giovane nella lettera pubblicata dagli attivisti e sostenitori sulla pagina Facebook “Patrick Libero”. Nel messaggio, datato 12 dicembre, il giovane sottolinea: «Il mio stato mentale non è un granché dall’ultima udienza». Il riferimento è alla seduta processuale di meno di una settimana fa, che ha portato alla decisione di comminare altri 45 giorni di carce re per lo studente. Lo scorso novembre tre membri dell’ong Iniziativa egiziana per i diritti umani (Eipr), erano stati arrestati dopo aver discusso con diplomatici stranieri la situazione del Paese. All’inizio del mese i tre funzionari sono stati rilasciati grazie anche alle pressioni internazionali, mentre al contrario la sentenza di Zaki è stata prolungata.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Pierantozzi Francesca 
Titolo: Parigi, multa beffa alla sindaca «Troppe donne sono dirigenti» – «Promosse troppe donne» Multata la sindaca di Parigi
Tema: Parigi

Troppo rosa il municipio di Parigi. fatto inedito nella storia delle pari opportunità, la giunta di Anne Hidalgo è stata sanzionata dallo Stato per eccesso di quote protette. Nel 2018 il municipio si era addirittura vantato di aver assunto, su 16 nuovi dirigenti, ben 11 donne. E invece sbagliato: la legge Sauvadet del 2012, infatti, riserva una quota minima del 40% a persone dello stesso sesso nelle assunzioni ai posti di dirigente della funzione pubblica L’intento della norma era evidentemente di sostenere l’accesso delle donne ai posti di direzione, pur non facendo distinzione di sesso. Il municipio di Parigi ha peccato per eccesso di zelo e la scure della legge è caduta senza pietà: 90 mila euro di multa per non aver rispettato le quote nelle assunzioni. In questo caso, è stata la quota azzurra ad essere discriminata troppo pochi i cinque uomini assunti rispetto alle quindici colleghe.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: «Un ministro nel palazzo dove io denunciai Regeni» – La notte in cui denunciai Regeni il ministro Ghaffar era nel palazzo»
Tema: Caso Regeni

La sera in cui il sindacalista-informatore Mohamed Abdallah denunciò Giulio Regeni alla National security, innescando la trappola mortale in cul è caduto il ricercatore italiano, nella stessa struttura c’era anche l’allora ministro degli Interni egiziano, Magdi Abdel Ghaffar. I racconti di Abdallah, con i relativi accordi per spiare e segnalare ogni successivo movimento di Giulio, erano andati avanti per ore, fino alle 4 del mattino, e al momento di tomare a casa il sindacalista fu fermato, perché dal palazzo stava uscendo proprio Ghaffar: «Nella mia mente ho pensato che la questione era così grave che persino il ministro dell’Interno era venuto di persona. Siamo rimasti bloccati finché il ministro è sceso e se n’è andato». II ricordo della «spia» è contenuto nel verbale d’interrogatorio del 10 maggio 2016 —tre mesi dopo il ritrovamento del cadavere di Regeni — all’ex procuratore generale del Cairo Nabil Sadek. La presenza di Ghaffar nel momento in cui il ricercatore italiano entra nel mirino delle forze df sicurezza egiziane potrebbe essere una coincidenza, giacché le sedi di polizia e ministero sono nella stessa struttura. Ma potrebbe anche non esserlo, come pensò il sindacalista. L’orario inusuale suggerisce un sospetto in più su bugie, reticenze e depistaggi delle autorità egiziane sulla tragica fine di Giulio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fabbrini Sergio 
Titolo: Polonia, Ungheria e la fragilità dell’Europa
Tema: Europa

Nella conferenza stampa del io dicembre, Christine Lagarde (presidente della Banca centrale europea) ha chiarito come stanno le cose. Nell’Eurozona, si prevede un calo del Pil del 7,3%nel 2020, con una ripresa stimata del 3,9% nel 2021, del 4,2% nel 2022 e del 2,1% nel 2023. Nello stesso giorno, Angela Merkel, parlando al Bundestag (la Camera bassa del legislativo tedesco), ha detto che i primi mesi dell’anno prossimo potrebbero registrare un peggioramento rispetto agli ultimi mesi del 2020. In un contesto così minaccioso, le Conclusioni del Consiglio europeo del 10-11 dicembre scorsi dimostrano come l’Unione europea (Ue) disponga della forza per affrontare una crisi che nessun Paese potrebbe affrontare da solo. Chi pensa che fuori dall’Ue si starebbe meglio, dovrebbe contare fino a elusioni, tuttavia, hanno portato alla luce anche la debolezza dell’Ue. Vale la pena di discutere i due aspetti partitamente. Cominciamo dalla forza. Nella riunione dell’11-12 dicembre, i 27 capi d i Governo degli Stati membri dell’Unione europea sono riusciti a raggiungere un accordo cruciale per avviare la risposta agli effetti devastanti della pandemia. Grazie alla mediazione della cancelliera Angela Merkel (capo del Governo del Paese, la Germania, che detiene la presidenza semestrale del Consiglio dell’Ue fino al 31 dicembre prossimo), i premier della Polonia (Mateusz Morawiecki) e dell’Ungheria (Viktor Orban) hanno rinunciato ad opporre il loro veto all’approvazione della decisione sulle risorse proprie che consente di alzare il bilancio europeo dall’1,2% al 2% del Pil europeo
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