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SINTESI IN PRIMO PIANO – 12 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Tensioni in maggioranza, Renzi minaccia, Conte apre al confronto.
– Covid-19: rallenta il contagio in Italia, spiragli per gli spostamenti tra Comuni.
– Covid-19, ipotesi Vaccination Day in tutta Europa ad inizio gennaio
– Economia, Bankitalia taglia le stime sulla ripresa

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Falci Giuseppe_Alberto 
Titolo: Conte, mossa anticrisi – Renzi alza il tiro sul governo Conte: incontrerò i leader
Tema: Tensioni in maggioranza

Da Bruxelles, dove di trova per partecipare al Consiglio europeo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte apre a un confronto all’interno della maggioranza, riconoscendo “l’esistenza di istanze molte critiche che sono state in modo molto sonoro rappresentate” e mostrandosi quindi aperturista a una sorta di tagliando, che prevede già “nelle prossime ore” un giro di faccia a faccia con i leader dei singoli partiti di maggioranza e poi un incontro collegiale. In quella sede, assicura, “cercheremo di capire che fondamento hanno questo critiche e che istanze rappresentano. II Paese merita risposte”. II premier prova a mediare anche sulla struttura di missione del Recovery fund, oggetto della contesa con Matteo Renzi, che ieri è tornato all’attacco in una intervista rilasciata a El Pais, agitando lo spettro di una crisi di governo. Alla domanda, se è pronto a far cadere l’esecutivo, nel caso in cui Conte non faccia marcia indietro sulla governance del Recovery fund, il leader di Iv è perentorio: “Sì, perché questo non è un problema di posti, che pure mi hanno offerto”. “È irresponsabile attaccare il governo di cui si fa parte, per di più da un quotidiano estero, minacciando addirittura una crisi mentre il Consiglio europeo è ancora in corso e l’Italia sta facendo valere le proprie ragioni”, la replica del ministro Bonafede. Dal Pd si prova la mediazione, anche se il Nazareno prende le distanze dalla linea “distruttiva” di Renzi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: L’irritazione del premier Così si prepara a trattare, ma non cede sulla regia
Tema: Tensioni in maggioranza

Giuseppe Conte è rimasto sbigottito dall’intervista rilasciata da Matteo Renzi a El País, per giunta nel corso di un Consiglio europeo, ad un organo di informazione che ha risonanza internazionale. Sbigottito e disorientato a tal punto dal considerarlo un attacco all’Italia: un segnale politico che ormai non ha nulla di legato alle modalità di gestione del Recovery fund o a questioni di merito. Ora Conte per la verifica politica che è ormai necessaria si prenderà tutto il tempo che occorre, parlerà direttamente anche con Zingaretti e con Renzi, sarà disponibile ad accettare qualsiasi richiesta, di maggiore collegialità o di cambiamento nella definirione della struttura di governance del Recovery plan, ma su un punto non intende cedere: la gestione dei 209 miliardi che arriveranno nei prossimi sei anni dall’Ue dovrà per forza di cose avvenire con strutture e poteri inediti per un Paese che non ha mai mostrato capacit&agrav e; sufficienti nella spesa dei fondi di coesione europei. E su questo concetto è perfettamente allineato anche con il capo dello Stato Sergio Mattarella, anche lui convinto che ad uno sforzo straordinario che il Paese dovrà fare servirà anche una capacit&agrav e; di gestione e spesa straordinaria dei finanziamenti di Bruxelles.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Prove di Conte-ter – Renzi agita la crisi Pd e 5S frenano E al Colle rispunta la via delle urne
Tema: Tensioni in maggioranza

Matteo Renzi ieri è salito di un altro gradino nella sua polemica contro il premier Giuseppe Conte e in un’intervista al quotidiano spagnolo El Pais si è detto pronto a far cadere il governo. Il Quirinale, alla luce degli sviluppi delle tensioni in maggioranza, ribadisce la propria interpretazione: se il Conte bis cadrà sul Recovery non resterà che il voto. Al Colle restano convinti che sia difficile trovare un’altra maggioranza di stampo europeista per completare la legislatura. Il Pd è tra due fuochi. Da un lato sente che il rapporto con Conte si è logorato, e che il governo si dibatte in un pantano, proprio mentre per la prima volta la sinistra distribuisce ingenti risorse e non è costretta ad esigere balzelli. Per Orlando Conte ha bisogno di un Gianni Letta. Un mentore politico. “Noi gli abbiamo chiesto una verifica del programma, abbiamo portato le nostre proposte (che sono tutte pubblicate sul sito del Pd) e stiamo face ndo iniziative per spiegarle”. Ma “é saltato lo spirito di mediazione, siamo di nuovo fermi”. Renzi si dice convinto che non si andrà a votare. Tattica per ottenere un rimpasto? Per cambiare il premier, mantenendo la stessa maggioranza? O proseguire la rotta con un Conte ter? Sono tutti scenari che al Colle scrutano con scetticismo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Verdù Daniel 
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – Renzi sfida Conte, Pd spiazzato – “Conte si scusi e ritrovi lucidità Altrimenti, pronti a farlo cadere”
Tema: Tensioni in maggioranza

Matteo Renzi minaccia di usare la sua forza parlamentare (30 deputati e 18 senatori) per far cadere il premier Conte, se il presidente del Consiglio non accetterà di cambiare radicalmente la struttura che ha progettato per distribuire i 209 miliardi di euro di fondi europei che l’Italia riceverà. La situazione è critica e arriva nel momento peggiore. Ma Renzi questa volta è disposto ad andare fmo in fondo. Se cade il governo, come afferma in un’intervista telefonica a El País, non ci sarebbero difficoltà a formare un altro esecutivo: “Non si può accettare che in nome dell’emergenza, a 10 mesi dal suo insorgere, si arroghi tutti i poteri dello Stato per disporre di quei 200 miliardi. Non abbiamo mandato via Salvini per questo”, ribadisce Renzi, che conferma l’intenzione di far cadere il governo se il nodo non verrà sciolto: “Questo non è un problema di poltrone, come mi è stato detto. Non posso accettarlo. Il meccan ismo di discussione delle regole istituzionali non può essere cornpensato con un piccolo accordo. Italia Viva è un piccolo partito, ma noi siamo decisivi per il governo. Se Conte vuole pieni poteri come aveva chiesto Salvini, io dico di no. E’ un problema di rispetto delle regole. E in quel caso ritireremo il sostegno al governo”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Roberto Fico – Intervista a Fico: “No ai ricatti, se cade il governo si va al voto” – Fico “Niente ricatti Se cade il governo vedo solo il voto”
Tema: Tensioni in maggioranza

Il presidente della Camera Roberto Fico sul tema della tenuta della maggioranza: “Non è tempo di ricatti. Se cadesse questo esecutivo, l’unica strada possibile sarebbe il voto. Le condizioni per una nuova maggioranza non ci sono”. Fico quindi esclude l’ipotesi rimpasto: “Non è certo quel che serve. Ben venga invece un confronto tra le forze di maggioranza, che devono trovare una linea per andare avanti. Se c’è qualcosa che non va, bisogna dirselo e affrontarlo, ma con l’obiettivo di proseguire, in un momento molto difficile per il Paese. Dobbiamo occuparci, come abbiamo fatto finora, dei ristori, di una manovra di bilancio che aiuti le persone messe in difficoltà dalla crisi e dalla pandemia, dei vaccini in arrivo. Dobbiamo capire come lavorare per il bene dell’Italia. Servono grande serietà e grande visione del futuro”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – «Ora sciogliamo i nodi e pensiamo a ricostruire» – Di Maio: Palazzo Chigi non subisca Sciogliamo i nodi e ripartiamo
Tema: Tensioni in maggioranza

La pressione sul premier non è mai stata così forte e anche il voto sul Mes al Senato è una vittoria dimezzata, se si fa il conto del numero degli attacchi subiti da Giuseppe Conte da parte di chi teme o non apprezza fino in fondo la sua leadership. Luigi Di Maio commenta con i suoi: “Il premier non dovrebbe subire pressioni ma gestirle. MI hanno insegnato che o subisci o gestisci”.  Il ministro degli Esteri non vuole partecipare a “continue polemiche e accuse reciproche fuori luogo”, perché quando c’è un problema, spiega, “ci si siede al tavolo e da persone adulte le cose si risolvono». Valutazioni che Di Maio fa anche alla luce dell’ultimo Dpcm (il decreto del premier sulle misure anti Covid), che ha visto una “retromarcia sulle restrizioni della mobilità tra i piccoli comuni, come chiesto dallo stesso Di Maio: “È evidente che la capi delegazione non basta, se poi quellò che viene deciso cambia al primo sussult o”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Cala ancora l’Rt nazionale: 0,82 Meno ricoveri e terapie intensive
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Scende ancora l’indice di contagio Rt in Italia, passa da o091 a 0,82, come si legge nel report settimanale dell’Istituto superiore di sanità diffuso ieri e relativo al periodo dal 18 novembre al 1 dicembre. Scende di 0,1 punti percentuale anche il tasso di positività, ci dice il bollettino giornaliero del ministero della Salute: siamo al 9,8%, il giorno prima era il 9,9%. Segno che il rapporto tra tamponi effettuati (quasi 19 mila in più in un giorno) e positivi trovati resta stabile. L’incidenza dei casi è in diminuzione a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 454,7 casi per 100.000 abitanti nel periodo 30 novembre-6 dicembre, contro i 590,65 ogni i00mila abitanti del periodo precedente. Ma, scrivono i tecnici dell’Iss, il valore è ancora “troppo elevato per permettere una gestione sostenibile” e per questo motivo “è necessario mantenere i livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio naz ionale consentendo una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi e, di conseguenza, una riduzione della pressione sui servizi sanitari”. Le regioni a rischio ancora alto sono Emilia-Romagna, Veneto e Provincia autonoma di Trento. Equiparate alle regioni a rischio alto anche Sardegna e Puglia. A rischio basso sono Molise e Basilicata, le altre regioni sono a rischio moderato.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Russo Paolo 
Titolo: Il retroscena – Speranza: vaccinazioni al via il 6 gennaio
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

I leader europei accelerano e lavorano a un Vaccination Day comune già per i primi di gennaio. “Se come auspico si deciderà di partire tutti insieme noi siamo certamente pronti a farlo già per la prima settimana del nuovo anno”, assicura il ministro della Salute, Roberto Speranza. Al quale fa eco il commissario Domenico Arcuri. “Se come da accordi sottoscritti con tutti i Paesi europei Pfizer consegnerà già ai primi dell’anno le dosi – assicurano gli uomini del suo staff – noi siamo pronti. Abbiamo siringhe e diluenti, oltre che gli elenchi dei 570 mila anziani e operatori delle Rsa che raggiungeremo con le unità mobili. Che a loro volta partiranno dai 277 ospedali di riferimento nei quali si vaccineranno anche un milione e 400 mila sanitari”. Il problema è il ritardo sempre più preoccupante del vaccino europeo, quello targato Oxford-Astra Zeneca-Irbm, sul quale la commissione Ue aveva puntato più fiches, riservando solo a noi 40 milioni e 380 mila dosi, in grado di coprire oltre 20 milioni di italiani. Proprio alla fine di questa settimana, dopo un primo slittamento, era stato preannunciato l’invio del dossier finale contenente sei milioni di dati all’Ema, l’agenzia europea del farmaco. Ma ora l’ad dell’italiana Irbm, Piero Di Lorenzo, afferma che il tutto “verrà inviato ad Amsterdam tra quindici giorni”. Quindi dopo Natale.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Zurlo Stefano 
Titolo: Sì agli spostamenti ora è scaricabarile: «La responsabilità? È del Parlamento»
Tema: Covid-19, la situazione in Italia

Il pressing trasversale dei governatori, dell’opposizione, di Italia Viva alla fine ha scalfito certezze granitiche del governo in tema di spostamenti tra Comuni duranti i giorni di festa. E così il decreto che regola la spinosissima materia è in arrivo in Parlamento. Da Bruxelles il premier Conte però chiarisce: “Non dobbiamo creare occasioni di convivialità fra persone non conviventi su questo c’è grande sensibilità. Il Parlamento può, se vuole, assumendosene tutta la responsabilità, introdurre qualche eccezione ai divieti per i comuni più piccoli, in modo da permettere una circolazione in un raggio chilometrico contenuto”. Insomma, un mezzo passo indietro, tutto da definire ma senza buttare a mare lo scudo appena forgiato. “Qualsiasi misura che possa costituire un’eccezione – prosegue Conte – deve essere presa con grande cautela e attenzione, perché non può saltare l’impianto complessivo. Una terza ondata non possiamo permettercela”. Il premier non arretra, ma disegna la strada, prevista del resto dall’iter normativo.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Santilli Giorgio 
Titolo: Superbonus, dal Recovery 20 miliardi, ma solo 5 per la mini proroga al 2022 – Recovery, 20 miliardi al Superbonus ma solo 5 per la miniproroga 2022
Tema: Recovery Plan

Il Comitato tecnico di valutazione sta ultimando íl Recovery Plan, nella versione che andrà all’esame del Consiglio dei Ministri probabilmente la prossima settimana, se le nubi politiche sollevate soprattutto da Italia Viva si saranno diradate. Il risultato finale del lavoro del Comitato sarà la base della discussione politica in Cdm. Non mancheranno obiezioni, proposte di correzione, capitoli su cui lo scontro nella maggioranza sarà aperto. Tra questi sarà il Superbonus per cui il Parlamento ha chiesto con risoluzione votata all’unanimità una proroga fino al 2024. Finora il Mef è stato prudente: in legge di bilancio di questa proroga non c’è traccia e il termine è fermo al 31 dicembre 2021. Le ultime bozze parlano di 20 miliardi destinati al Superbonus. Non sarebbe una piccola cifra – anche se le richieste del Mise erano di 40 miliardi – se non fosse che i tre quarti andrebbero a coprire la misura già finanzi ata per il 2021, mentre solo 5 miliardi sarebbero destinati alla proroga per il 2022. Una proroga corta, quindi: sei mesi o forse meno, stando alla somma che resterebbe utilizzabile a questo scopo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Maxidecreto Ristori arrivano gli sconti su affitti e bollette
Tema: Decreto Ristori

Dopo una serie di rinvii le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno iniziato solo a tarda sera a votare gli emendamenti al maxidecreto «Ristori»: arriva uno sconto sugli affitti, il rinvio per altri 3 mesi della tassa di occupazione del suolo pubblico pagata da ambulanti, bar e ristoranti, la proroga della golden power e anche uno sconto sulla bolletta a favore delle imprese colpite da chiusure e restrizioni. Da segnalare il pressing dell’M5s che insiste per finanziare il Fondo per il settore trasporto aereo che eroga la cig ai piloti e che in questa fase paga il crollo del gettito della tassa sui voli. Un loro emendamento è stato scartato per carenza di copertura ed ora si sta valutando se riformularlo o rinviare tutto al Dl Ristori di gennaio.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signorini Antonio 
Titolo: Pacco di Natale già finiti i soldi – Pacco cashback, soldi finiti: si rischia il bonus dimezzato
Tema: Cashback

Il cashback di Stato, o meglio l’anticipazione natalizia dell’incentivo all’uso della moneta elettronica fortemente voluto dal premier Giuseppe Conte, potrebbe riservare brutte sorprese. L’intoppo è spuntato nel regolamento che attua il decreto di novembre e, come era già successo per altri bonus governativi, a generarlo è uno stanziamento sottostimato, pari a 227,9 milioni di euro per questa fase di sperimentazione. In altre parole, una volta esauriti i 228 milioni di euro il bonus verrà decurtato. Il regolamento non precisa le modalità. Se cioè si attuerà un metodo tipo click day, privilegiando i primi che si sono registrati oppure, più verosimilmente stando alla formula utilizzata nella norma, se verranno tagliati i bonus di tutti gli aventi diritto in misura proporzionale alle risorse disponibili. Quel che si sa al momento è che fino a ieri sera si erano iscritti 3,6 milioni di utenti attraverso l’app Io: anche s e gli utenti rimanessero quelli di ieri, e se tutti avessero diritto ai 150 euro di rimborso, il Tesoro dovrebbe già prepararsi a erogare 525 milioni di euro. Più del doppio della cifra a disposizione.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Morino Marco 
Titolo: Cantieri, intesa per il lavoro 24 ore su 24 – Infrastrutture, svolta nel lavoro Cantieri aperti 24 ore su 24
Tema: Canrieri, accordo Mit-sindacati

Una intesa tra ministero delle Infrastrutture (Mit) e sindacati siglata, ieri, dalla ministra Paola De Micheli con i vertici di FenealUil (Vito Panzarella), Filca-Cisl (Stefano Macale) e Fillea-Cgil (Alessandro Genovesi), prevede che nella grande opere infrastrutturali si lavorerà 24 ore al giorni, 7 giorni su 7,  nel totale rispetto delle norme sulla sicurezza e con l’obiettivo di velocizzare al massimo la realizzazione dei progetti. L’intesa garantisce l’impiego di lavoratori su tre turni (8 ore a turno) e quattro squadre, senza l’utilizzo degli straordinari e applicando il contratto dell’edilizia. Le regole saranno applicate alle opere commissariate sulla base dell’articolo 9 del Dl Semplificazioni.  Secondo le stime di Mit e sindacati, l’accordo favorirà la creazione di circa 20mila posti di lavoro aggiuntivi. “Con questo protocollo lanciamo al Paese un messaggio chiaro: vogliamo fare le infrastrutture, farle bene, in sicurezza, aumentando l’occu pazione e la qualità dell’occupazione. Questo protocollo è anche uno scudo contro le infiltrazioni criminali e una garanzia di legalità”, dice il ministro De Micheli.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide 
Titolo: Bankitalia lima il crollo del Pil, ma nel 2021 crescita ferma al +3,5%
Tema: Covid-19, l’impatto sull’economia

Quest’anno la caduta del Pil non dovrebbe andare oltre il 9% anche con un quarto trimestre compromesso dalla nuova ondata dei contagi. Ma la ripresa del 2021 si fermerà su una media del 3,5, contro il 6% previsto dal governo. Una congiuntura più forte arriverebbe solo nel 2022 (+3,8%; dato nuovamente in linea con le stime governative) per poi ridiscendere su un +2,3% nel 2023. Le proiezioni macroeconomiche diffuse ieri dalla Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema confermano quindi che  l’eredità statistica dell’anno del Covid sarà significativa. Nella nota di ieri si parla di un «effetto trascinamento» che sposterebbe in avanti un recupero destinato a riportare il Pii sui livelli pre-crisi solo nel corso del 2023, se tutto andrà bene. Bankitalia propone nelle sue proiezioni anche uno scenario più negativo di quello base che incorpora gli effetti sfavorevoli di un prolungamento dei contagi, un ristagno della domanda estera e un irrigidimento dell’offerta di credito su un livello prossimo a quanto stimato durante la crisi finanziaria globale. In questo caso gli effetti negativi sul Pil del 2021 sarebbero tra -1,6 e -0,9% e per ll 2022 tra -1% e-0,7%.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Vico Dario 
Titolo: Il rimbalzo della produzione trainato dai macchinari Ma Bankitalia taglia le stime
Tema: Covid-19, l’impatto sull’economia

La produzione industriale ad ottobre è salita di 1,3% rispetto al mese precedente e a sostenere questo rimbalzo sono stati i beni strumentali (+2,6%) meglio di quelli intermedi (+1,3%) e di quelli di consumo (+0,7%). E quando si producono più macchinari è evidente che si sta guardando verso il futuro. Se però prendiamo in esame anche l’indagine rapida del Centro Studi Confindustria, che anticipa tradizionalmente il dato Istat, riferita alla produzione industriale di novembre ci troviamo di nuovo davanti al segno meno (-2,3%). Sono due le tendenze degne di nota: la rapida crescita delle economie asiatiche fortemente industrializzate con l’eccezione giapponese e l’exploit dei prezzi delle materie prime legate alla manifattura. Questi trend ci suggeriscono come le attese attorno a una ripresa vivace dell’industria siano ampie, che ne approfitteranno in termini di quote di mercato soprattutto cinesi e coreani e che siamo in presenza di un disaccoppiamento tra l’andamento della manifattura rispetto ai servizi. In contemporanea con i dati dell’Istat ieri sono arrivate anche le proiezioni di Bankitalia, condotte in coordinamento con la Bce. II calo del Pil 2020 ne risulta leggermente mitigato grazie all’inatteso exploit del terzo trimestre (-9% rispetto alla precedente stima di -9,5%) ma per il 2021 la correzione è al ribasso. Da una valutazione di +4,8% si è passati a un +3,5% con uno scivolamento della ripresa verso il secondo trimestre del prossimo anno e in direzione del 2022.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bottero Giuseppe 
Titolo: Al lavoro, ma poveri l’onda dei sottopagati che spaventa l’Italia
Tema: Lavoro

Nell’Italia che in silenzio vede sfumare un quarto dei contratti a termine, «i più fragili e svantaggiati», ricordava ieri l’Istat, alzando ancora l’asticella della disoccupazione —2, 5 milioni a casa, seicentomila in più rispetto ad un anno fa — c’è un’emergenza che finora è rimasta quasi nascosta: quella dei “working poor”, i nuovi poveri con diploma, magari laurea, e un posto di lavoro. «Uno scandalo» denuncia Esher Lynch, vicesegretario generale della European Trade Union Confederation (Eutc), la confederazione europea dei sindacati, che ha fotografato dieci anni di diseguaglianze. Partendo dai dati dell’Eurostat, e da una constatazione tanto semplice quanto dolorosa: tutto quello che abbiamo imparato — studia, cerca un buon impiego, trovalo e pensa a crescere — non basta più. In Europa, spiega l’Etuc, tra il 2010 e il 2019 il numero di lavoratori a rischio povertà è aumentato del 12 per cento, con picchi in Ungheria (+58%), Gran Bretagna (+51%), Estonia (+43%) e Italia (+22%). Nel nostro Paese fa fatica ad arrivare alla fine del mese il 12,2 per cento di chi ha un contratto.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: L’Eba avverte: rischi in aumento, accelerare su tagli ai costi e fusioni
Tema: Banche

L’Eba, l’autorità bancaria europea, traccia il quadro del contesto europeo scosso dalla pandemia e dalle sue conseguenze: il sistema europeo ha tenuto testa alla prima fase dello shock pandemico, mostrando grande resilienza, continuando a erogare il credito, con i prestiti e la liquidità che per la prima volta nel corso di una grande crisi sono aumentati, anche grazie al supporto di moratorie e garanzie pubbliche. In prospettiva tuttavia prevale l’incertezza. Gli impatti negativi della pandemia saranno più evidenti l’anno prossimo e le banche, sia pur con grande dispersione tra istituti e tra giurisdizioni, dovranno gestire il netto aumento degli Npl e dunque le perdite e il persistente calo della profittabilità. Gli strumenti per gestire i danni provocati dalla pandemia ci sono: tagli a costi, aggregazioni, buffer e ratios di capitale. Il flusso del credito all’economia dovrà essere alimetato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Intervista a Mario Quagliariello – Quagliariello: «No a ritardi nell’emersione degli Npl» – «Riconoscere subito i rischi, no a ritardi nell’emersione di Npl»
Tema: Banche

Intervento di Mario Quagliariello, Director of Economic Analysis and Statistics all’Eba: ” Le banche italiane non si sono cornportate diversamente dalle altre banche europee, nella prima fase del Covid-19. Nel dicembre 2019, il capitale delle banche italiane era a un buon livello, solo lievemente più basso della media europea, le banche italiane erano robuste a inizio pandemia e questa solidità a giugno è rimasta. Considerata l’incertezza è difficile fare previsioni, ma una robusta dotazione patrimoniale è fondamentale per coprire le perdite che potrebbero arrivare con l’aumento dei NPLs nel 2021 e continuare a erogare il credito all’economia”. Aggiunge Quagliariello: “Per il 2021 ci prepariamo al peggio sperando al meglio. C’è ancora molta incertezza sull’evolversi della pandemia, è difficile fare pronostici. Ma abbiamo visto, e questo ci preoccupa, un incremento degli indicatori “precoci” di deterioramento del credito, dove sono aumentate molto le esposizioni cosiddette di Stage 2, non necessariamente l’anticamera dello Stage 3 cioè dei NPLs ma un peggioramento da Stage 1 a Stage 2. E sono saliti molto anche i forborne loans, i prestiti che consentono il recupero, dove la banca si attiva per evitare il default, che però possono trasformarsi in NPLs. Seguiamo questi sviluppi con attenzione. Nel secondo trimestre i NPLs sul totale degli attivi sono lievemente calati, perché sono aumentati gli impieghi e perché le sofferenze non si vedono subito soprattutto quando scattano misure di supporto come le moratorie. Prevediamo che l’anno prossimo le banche dovranno fare più accantonamenti perché le perdite dovute alle sofferenze lieviteranno. Per questo invitiamo le banche alla prudenza ora, sotto tutti i profili”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Fraioli Luca 
Titolo: Svolta Ue sul clima: emissioni giù del 55% entro il 2030 – Svolta sulle emissioni La Ue fissa il taglio del 55% in dieci anni
Tema: Clima

Ieri i capi di Stato e di governo Ue hanno detto sì al taglio delle emissioni di anidride carbonica del 55% (rispetto ai livelli del 1990) entro i prossimi dieci anni. Il risultato è salutato come un passo verso il vero traguardo: raggiungere la “carbon neutrality” nel 2050. Non è un caso che il tour de force notturno di Bruxelles sia stato imposto al leader europei alla vigilia del quinto anniversario degli Accordi di Parigi. L’Europa ha voluto dimostrare che l’intesa siglata nel 2015 da 190 Paesi non è carta straccia, nonostante il boicottaggio dell’America di Trump e la pandemia di Covid-19 che ha imposto al mondo altre priorità.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Germania, 30 mila casi e 600 morti
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

Nuovi picchi nella diffusione dell’epidemia da Covid-19 in Germania, dove nel-giro di 24 ore sono stati segnalati 29.875 nuovi casi (oltre 6.000 più di ieri) e 598 vittime, finora un record. “La situazione è tornata ad essere serissima, i nostri sforzi non sono sufficienti”, ha detto il presidente tedesco Frank Walter Steinmeter. Concreta l’ipotesi di un nuovo lockdown.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bresolin Marco 
Titolo: Sprint dei Paesi Ue per il vaccino-day “Il via tutti insieme”
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

Ursula von der Leyen ha un obiettivo: far partire le campagne di vaccinazione nello stesso momento in tutti e 27 i Paesi Ue. Ipotesi 4 o 5 gennaio. Un «Vaccination-Day» dall’elevato valore simbolico per celebrare l’unità europea nella battaglia contro il Covid, ma anche per rispondere al Regno Unito che è partito con un mese d’anticipo rispetto agli ex partner. I leader ne hanno discusso giovedì al Consiglio europeo, ma l’esito di questa strategia non è affatto scontato. Perché non tutti gli Stati potrebbero essere pronti per iniziare nei primi giorni del nuovo anno. Nei giorni scorsi il governo italiano aveva fissato la data di partenza tra il 23 e il 26 di gennaio: troppo tardi per gli altri Paesi europei, che si stanno organizzando per iniziare già prima dell’Epifania. Giuseppe Conte ne ha parlato a Bruxelles con i colleghi, i quali gli hanno detto molto chiaramente che le opinioni pubbliche non possono attendere fino alla fine del prossimo mese, ma neanche fino a metà. Per questo ora Roma si starebbe attrezzando per accelerare la messa in moto della macchina.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Vaccino, gli Usa bruciano i tempi ma è scontro tra Biden e Trump
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

L’impennata di decessi da Covid-19 negli Stati Uniti, oltre i tremila al giorno, impone una accelerazione all’operazione vaccino. Già lunedì, martedi al più tardi comincerà la somministrazione del prodotto Pfizer grazie al via libera della Food and Drugs Administration (Fda), l’authority federale dei farmaci. Sono pronte per la distribuzione quasi 3 milioni di “doppie dosi” (il vaccino Pfizer richiede un richiamo a tre settimane dalla prima inoculazione), cioè quanto basta per meno dell’un per cento della popolazione. Forti le pressioni sulla Fda anche da parte del presidente uscente Donald Trump, che si è rivolto al capo dell’authority scrivendo su Twitter: “Autorizza i vaccini ADESSO. Smettila di giocare e comincia a salvare delle vite”. A stretto giro ha risposto il presidente eletto Joe Biden: “Non ci può essere alcuna influenza politica sul vaccino”, ha twittato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Soave Irene 
Titolo: Il super focolaio generato da scienziati «Dopo il convegno 330 mila contagi»
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero

Secondo il New York Times, che riporta l’esito di una ricerca della rivista Science, il convegno della Biogen svoltosi il 26 e il 27 febbraio scorsó al Marriott Long Wharf Hotel di Boston è diventato uno dei primi superfocolai della pandemia. Secondo lo studio, sono risultati giorni dopo positivi al coronavirus almeno 99 dei 175 partecipanti da tutto il mondo. Italia compresa. L’azienda non conferma né smentisce. Appena 13 giorni dopo il convegno, l’11 marzo, l’Oms definiva quella di Covid-19 una «pandemia», cioè un’epidemia globale, forse anche grazie a questo evento: prima della diagnosi i 175 partecipanti ignari erano rientrati a casa, o si erano spostati verso altre conferenze, in aerei e treni affollati, e la catena di contagi riconducibili al «Biogen Science Day 2020» coinvolge secondo lo studio fino a 330 mila persone in 29 Paesi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Amabile Flavia 
Titolo: Regeni, governo al bivio Fico: nessuna relazione con l’Egitto dei torturatori
Tema: Caso Regeni

Il governo chiede la verità sull’omocidio di Giulio Regeni, ma per il momento cade nel vuoto la richiesta dei genitori di ritirare l’ambasciatore al Cairo e di creare una commissione d’inchiesta parlamentare, per far luce su ciò che accadde nei nove giorni che trascorsero tra l’arresto del ricercatore e il ritrovamento del suo cadavere. Il sostituto procuratore Colaiocco due giorni fa ha firmato l’atto di chiusura delle indagini a carico dei quattro appartenenti ai servizi segreti egiziani accusati a vario titolo del sequestro, delle sevizione e dell’omicidio dell’italiano. Il premier Conte ha assicurato che l’esecutivo valuterà ogni iniziativa per arrivare alla verità, mentre il presidente della Camera Fico ha confermato l’interruzione dei rapporti tra i Parlamenti dei due Paesi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Mo.Ri.Sar. 
Titolo: Ma Conte non richiama l’ambasciatore
Tema: Caso Regeni

Mentre il presidente della Camera Roberto Fico ha confermato l’interruzione dei rapporti diplomatici fra la Camera dei deputati e il Parlamento egiziano, dal governo non arriva l’atteso annuncio del ritiro dell’ambasciatore italiano al Cairo Giampaolo Cantini, dopo gli ultimi sviluppi delle indagini sulla morte di Giulio Regeni. Ieri il premier Giuseppe Conte si è limitato ad assicurare che sul caso “vogliamo la verità e continueremo, come governo, ad operare tutti quel passi necessari e funzionali per ottenere la verità”. Stessa linea del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che si limita a chiedere al Cairo “un chiaro cambio di passo”. Chiede, invece, “atti chiari e precisi” il segretario Pd Nicola Zingaretti mentre Nicola Fratolanni, portavoce nazionale di Sinistra Italiana esorta il governo a “bloccare ogni affare e ogni vendita di armi al regime di Al Sisi”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: I pm: «La prof di Giulio Regeni non ha aiutato le indagini»
Tema: Caso Regeni

Il pubblico ministero Sergio Colaiocco nell’atto finale dell’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni arrivata anche nel Regno Unito, denuncia da parte della professoressa Maha Mahfouz Abdelrahman, la docente di Giulio, all’università di Cambridge, “l’assenza di volontà di contribuire alle indagini relative al sequestro, la tortura e l’omicidio di un suo studente; quali siano le ragioni di siffatta anomala condotta non è stato possibile, sino ad oggi, accertare”. Le indagini hanno rivelato come fu proprio la professoressa a convincere Giulio prima a focalizzare il proprio lavoro di ricerca in Egitto, e poi a chiedere un finanziamento di 10.000 sterline alla Fondazione inglese Antipode, punto di svolta della vicenda: l’attenzione delle forze di sicurezza egiziane s’è moltiplicata infatti proprio dopo la scoperta che dietro i suoi contatti con gli ambulanti del Cairo poteva esserci Antipode.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano 
Titolo: Regeni, i rimorsi e le bugie della prof di Cambridge “L’ho mandato a morire”
Tema: Caso Regeni

Il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni portano la firma degli apparati del governo egiziano di Al Sisi. Ma a spingerlo verso l’orrore sono state le persone di cui si fidava e che avrebbero dovuto proteggerlo, tra cui la sua professoressa di Cambridge, Maha Abdelrahman: all’esito delle indagini sono apparse chiare due cose: la consapevolezza della professoressa Abdelrahman che dietro la morte di Giulio ci fosse il suo lavoro, e dunque la ricerca che lei gli aveva commissionato. E le bugie sistematiche che la docente ha offerto ai nostri pm.Era il 7 febbraio del 2016 e la professoressa Abdelrahman manda una mail a una sua collega canadese, distrutta. “Ho mandato un giovane ricercatore verso la sua morte…”, scrive. “Indicare alle persone come fare ricerca è qualcosa che penso ma sento di non dover più fare”. “Poche righe — segnalano i magistrati romani — che parlano di una donna profondamente colpita dagli eventi. E che sono rivelatr ici non solo del rimorso ma anche della leggerezza che aveva caratterizzato la sua gestione del dottorando Regeni soprattutto nella fase di invio sul campo dello studente”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: L’America dei veleni nel ricorso del Texas alla Corte Suprema
Tema: USA

Il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha messo nero su bianco uno straordinario ricorso alla Corte Suprema degli Stati Uniti a favore del presidente in carica Donald Trump: l’azione denuncia come illegittime le elezioni condotte in quattro stati rivelatisi decisivi, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Georgia. Chiede agli alti magistrati di intervenire con urgenza per fermare tutto, annullare il voto popolare del poker di stati apostrofato come irrimediabilmente viziato e sancire di fatto un secondo mandato alla Casa Bianca per Trump. Il caso, indipendentemente da una decisione degli alti magistrati possibile in ogni momento, rivela anzitutto le gravi divisioni nel Paese, che minacciano di trascinarsi oltre le dispute sulle elezioni e di gravare su una presidenza Biden. Trump ha chiesto di farsi direttamente parte in causa e via Twitter ha invitato la Corte, a maggioranza conservatrice rafforzata dalle sue nomine, a «salvare gli Usa». Sarà difficile, secondo la maggior parte degli esperti. Perché se le divisioni politiche sono profonde, i protagonisti e le argomentazioni addotte appaiono discutibili e fragili.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: Gelo sulla Brexit: per Bruxelles e Londra il «no deal» è vicino
Tema: Brexit

Niente accordo commerciale tra Ue e Londra domani. Le posizioni restano lontane su “questioni fondamentali”, come la concorrenza leale nel mercato unico, per la quale ci sono delle condizioni da rispettare, e la pesca, tema sul quale continua a esserci “un divario”. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen paria al termine del Consiglio europeo dove poco prima ha informato i leader Ue sul risultato della cena di mercoledì sera con il premier britannico Boris Johnson. Per l’Ue e il Regno Unito «comunque vada — ha aggiunto von der Leyen — fra tre settimane sarà un nuovo inizio tra vecchi amici». Poche ore più tardi è stato Johnson a gelare le speranze.
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