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SINTESI IN PRIMO PIANO – 16 dicembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Vaccini: la Ue accelera, anticipato al 21 dicembre il via libera a Pfizer. L’Italia insegue.
– Covid, scontro al Cts ma rimane la linea del rigore. Verso la zona rossa.
– La verifica di governo va avanto con Renzi che tiene sulla corda Conte. M5S: “Indecente parlare ora di rimpasto”.
– Rapporto Istat: Un paese per vecchi, cinque anziani per ogni bambino.
– Giganti del web sotto il tiro Ue: maxi multe contro le pratiche sleali

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Renzi allunga i tempi e tiene Conte sulla corda – Il nuovo aut aut di Renzi a Conte Sale la tensione sul chiarimento
Tema: Verifica di governo

Doveva essere il giorno del chiarimento nella tormentata verifica di governo, ma bisognerà attendere ancora: il previsto incontro tra il premier Conte e la delegazione di Italia viva guidata da Matteo Renzi non si è tenuto ieri — la motivazione ufficiale è un impegno a Bruxelles della ministra Teresa Bellanova al consiglio con i suoi omologhi Ue dell’Agricoltura —, ma si terrà domattina alle nove. Resta però la tensione. Perché Renzi non ceder «Stiamo facendo una battaglia per le idee, non per le poltrone. All’incontro verranno anche le ministre, che sono pronte a rimettere il mandato, se serve», è l’avvertimento. L’ex premier, che contesta l’idea di una cabina di regia per gestire il Recovery fund, assicura che la sua intenzione non è «far cadere il governo», ma «ci sono 846 morti, diamoci una smossa. La palla ora tocca al premier. La prima condizione che pongo è sulla sanit&agra ve;: ci sono 36 miliardi del Mes bloccati con un no ideologico dei Cinque Stelle e di Conte, a me sembra una follia. Prendiamo i soldi, mettiamoli sulla sanità e smettiamola con le polemiche». E se alla fine fosse crisi, per Renzi non ci sarebbero affatto solo le elezioni come invece pensa il Pd: «C’è la Costituzione, se c’è una maggioranza si vede in Parlamento». Conte da parte sua cerca di rassicurare: «Comprendiamo bene che fino quando il piano non sarà definito ci saranno ansie e tensioni legittime», ma insiste sulla necessità di una struttura che gestisca il processo del Recovery fund «efficace ed efficiente»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Il retroscena – Il capo di Italia viva: non perdo la faccia E rinvia a gennaio l’orizzonte della crisi
Tema: Verifica di governo

Matteo Renzi lascia Giuseppe Conte sui carboni ardenti facendo slittare l’incontro di due giorni. Una mossa per destabilizzare il premier, che preoccupa anche i vertici del Pd. E tutti sarebbero ancora più inquieti se avessero sentito quello che ieri il leader di Italia viva ha detto ai suoi senza usare troppi giri di parole: «Io non perdo certo la faccia. Se Conte non molla sulle cose che gli chiediamo apro la crisi. Non ora, ovviamente, che c’è la legge di Bilancio. Dopo, a gennaio». E’ corposa, la lista delle cose su cui il premier, stando a Renzi, dovrebbe mollare. C’è il piano del Recovery, «scritto dagli amici degli amici», che va ripensato, magari sostituendo la task force con un’unità di missione. C’è il Mes, «perché con tutti questi morti servono soldi alla sanità» e Conte deve «smetterla con il suo no ideologico». E c’è la delega ai Servizi, che vada a un pd come Emanuele Fiano o a un esponente di Iv come Ettore Rosato. Non è un caso a questo proposito che Renzi posti una sua foto con Joe Biden: è un messaggio al presidente del Consiglio, un tempo in ottimi rapporti con Donald Trump. Il leader di Iv consiglia al premier di andare alla Casa Bianca e di lasciare la delega ai Servizi a un parlamentare che non abbia avuto a che fare con l’amministrazione Trump. Insomma, Renzi si prepara all’incontro sfoderando un piglio combattivo.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Conte-Renzi, ora si tratta all’ombra del Quirinale – Renzi, rilancio sul Mes ministre pronte al ritiro Il Colle: più collegialità
Tema: Verifica di governo

Su e giù come alle giostre. Matteo Renzi tiene sulla corda Giuseppe Conte, minaccia di ritirare le sue due ministre dal governo e passare all’appoggio esterno, dà buca al premier facendo saltare l’atteso faccia a faccia, elogia Draghi, punzecchiando palazzo Chigi per le posizioni ondivaghe sulle restrizioni natalizie, e poi in serata, parlando col TG5, butta prima acqua sul fuoco: «Far cadere il governo? Non ci penso neppure!». E poi alza la posta. Qual è la condizione per evitare le dimissioni delle ministre di Italia via? «La prima condizione è sulla sanità: ci sono 36 miliardi che potrebbero andare a irrobustire il servizio sanitario, inutile dire che i medici sono eroi e poi non dargli i soldi. Questi 36 miliardi sono bloccati con un no ideologico dei Cinque stelle e di Conte: a me sembra una follia. Prendiamo i soldi, mettiamoli sulla sanità e smettiamola con le polemiche», aggiunge con riferimento al Mes. Ponendo così una condizione che né Conte né i Cinquestelle possono accettare. La seconda giornata della verifica di governo – mentre in serata Conte incontra la delegazione di Leu – vive quindi sugli umori del senatore di Rignano. «Non possiamo galleggiare, nessuno vuole riscaldare poltrone», rassicura il presidente del Consiglio. E tende la mano all’alleato che da giorni cannoneggia sul quartier generale: «Il Recovery sarà discusso in Parlamento, step by step, e con l’approvazione finale nelle Camere. Subito dopo il passaggio in Consiglio dei ministri partirà un’interlocuzione con tutte le parti sociali per l’elaborazione finale». Basterà al riottoso Matteo?
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Il retroscena – Conte apre sul Recovery Ma si tratta anche sui Servizi
Tema: Verifica di governo

È una verifica partita alla cieca, o quanto meno a carte coperte. Non le mostra il Pd, preoccupato più per lo sfarinamento della maggioranza che per gli attacchi di Matteo Renzi. Non le scopre Giuseppe Conte, che ai partiti ha detto: «Sarei anche pronto a rafforzare la squadra, ma nessuno me lo ha chiesto. Se poi volete cambiare voi qualche elemento, fate pure». Tradotto: non intendo aprire una crisi che non so come chiudere. Infine, non fa vedere cos’ha davvero in mano Matteo Renzi: non lo farà neanche domattina, quando arriverà dal presidente del Consiglio con una lista di punti da discutere. Temi, dal Recovery alle infrastrutture, passando per il Mes sanitario, che nessuno crede davvero siano la materia del contendere. Qualcosa, le convulsioni degli ultimi giorni l’hanno già prodotta: la cabina di regia che doveva gestire il Recovery fund non sarà quella che il presidente del Consiglio aveva annunciato. Non solo non avr&a grave; i poteri derogatori che lo stesso Pd aveva contestato in Consiglio dei ministri, con il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che si è alzato in piedi dicendo: «Capisco l’obiettivo, ma lo strumento è pericoloso e da rivedere»
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Testata:  Foglio 
Autore:  Canettieri Simone 
Titolo: Seguendo Zingaretti a pranzo “Sono preoccupato: perché Renzi non è andato da Conte?”
Tema: Intervista a Nicola Zingaretti – Verifica di governo

“Sono molto preoccupato, da questa situazione. A proposito: perché Renzi, secondo lei, non si è presentato da Conte?”. La domanda è retorica. La preoccupazione di Zingaretti è riferita al governo, al bilancio bloccato in commissione e alle coperture che non tornano per il taglio delle tasse annunciato dal M5s (servono 9 miliardi) e soprattutto alle mosse di chi è stato segretario del Pd prima di lui. E che ora è intenzionato, com’è evidente a tutti, a tenere alta tensione, non a caso questa sera Renzi sarà in tv a “Carta bianca” per caricare ancora di più di pathos la questione, per dire che la delegazione di Iv è pronta a uscire dal governo, per evocare la crisi e la conta in Parlamento. Per circondare Conte in una nuvola di gas, fatta di attesa e sospetti. Per esempio ieri dalla Lega chi sta intorno a Matteo Salvini confessava al Foglio che “il dialogo con Renzi va avanti in queste ore” (anche se il Capitano uffi cialmente nega). Segnali, mezze verità e poi quel nome di Mario Draghi, che tanto piace a Giancarlo Giorgetti, evocato dall’ex premier fiorentino nella sua e-news, ma citato anche da un pezzo da novanta del M5s come Laura Castelli, mente economica di Luigi Di Maio. Ombre. Pensieri. Casualità, che in politica non hanno cittadinanza
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: Un conflitto che (comunque) danneggia il governo
Tema: Verifica di governo

E’ difficile pensare che lo scontro tra il governo e un frammento comunque decisivo della maggioranza si chiuderà bene. Può darsi che il conflitto tra Giuseppe Conte e Iv dipenda solo dal desiderio di maggiori quote di potere. Lo stesso rinvio dell’incontro della delegazione di Matteo Renzi con il premier, previsto ieri, si presta a diverse spiegazioni. Potrebbe essere un modo per evitare la rottura, usando a pretesto l’assenza della ministra Teresa Bellanova da Roma; o un espediente per prepararla meglio, con un documento contro il piano dl Palazzo Chigi sul Fondo per la ripresa europeo. Ma il saldo finale di queste convulsioni appare inevitabile: come minimo, una tensione patologica nella coalizione tra M5S, Pd e Iv.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Draghi, i partiti e la realtà urgente
Tema: Verifica di governo

La mini verifica procede come era prevedibile: in modo stanco e forse poco utile, senza vere idee messe in campo e senza colpi d’ala. L’impressione è che Conte e i Cinque Stelle siano preoccupati di non toccare nulla di sostanziale per il timore che crolli il castello di carte del governo. Il Pd vorrebbe magari smuovere le acque, ma anch’esso teme le conseguenze di uno scossone troppo forte, data la precarietà generale. Resta Renzi, naturalmente, ma il rinvio dell’appuntamento con il premier, unito all’annuncio che Italia Viva sta preparando un documento con una serie di punti irrinunciabili, fa pensare che il senatore fiorentino sia ancora incerto sul da farsi e si preoccupi di guadagnare tempo senza apparire in ritirata.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Ripartire da Draghi si puo’
Tema: Verifica di governo

Lo spettacolo osceno della quasi crisi di governo proiettato ormai da giorni sugli schermi della nostra crisi pandemica-con i politici che da settimane discutono in modo spensierato di rimpasto, di verifica, di task force, curandosi poco di cosa significhi discutere di tutto questo con 800 morti al giorno- è improvvisamente entrato in quella che potremmo definire la famosa “fase Draghi”. Dal punto di vista politico, la “fase Draghi” è una fase in cui gli avversari dell’attuale presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, usano a vario titolo il nome dell’ex governatore della Bee per evocare una suggestione che grosso modo suona così: se un profilo come quello di Draghi fosse disposto a prendere la guida del governo, cosa che si augurano a vario titolo non solo Matteo Renzi ma anche Giancarlo Giorgetti, Gianni Letta e qualche pezzo da novanta del M5s, non ci vorrebbe molto a sostituire l’attuale maggioranza con una maggioranza più larga e con un premier divers o.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Al.T. 
Titolo: Scambi di accuse, sospetti e veleni sul dossier con le critiche all’Italia
Tema: Cts

Un viceministro che non risparmia accuse, una sottosegretaria che annuncia «chiarimenti» del ministero, funzionari sotto attacco e un ministro che si trova a dover gestire una situazione tesissima. Come se non bastassero i dati del Covid, i timori sulla terza ondata, le polemiche sulle festività imminenti, una verifica di governo, il titolare della Salute Roberto Speranza si deve occupare di un conflitto crescente, che parte da un piano pandemico contestato e arriva a toccare l’Oms. Il fuoco incrociato di Pierpaolo Sileri, viceministro della Sanità, colpisce prima il direttore vicario dell’Oms, e componente del Cts, Ranieri Guerra, già attaccato da Report e Piazzapulita, e poi si concentra su Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero, già responsabile della Prevenzione. Attacco che lambisce Speranza, che raccontano irritato dalle uscite di Silerl. Tutto ruota intorno al rapporto sull’Italia redatto da alcuni ricercatori dell’Oms, tra i quali l’italiano Francesco Zambon. Documento che stigmatizza l’impreparazione dell’Italia e che viene ritirato il giorno dopo la pubblicazione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Basso Francesca 
Titolo: L’Europa accelera sui vaccini «I primi entro la fine dell’anno»
Tema: Vaccini

II semaforo verde dell’Ema, l’Autorità europea per i medicinali, al vaccino antiCovid della Pfizer-BioNTech potrebbe arrivare il 21 dicembre, In anticipo dl una settimana rispetto alla data prevista, che era il 29. La Commissione europea nel giro di un paio di giorni darà poi il via libera definitivo all’immissione sul mercato Ue. «Probabilmente i primi europei saranno vaccinati entro la fine del 2020», ha twittato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sottolineando che «ogni giorno conta. Lavoriamo alla massima velocità per autorizzare i vaccini peril Covid-19». Ad anticipare la notizia, ieri mattina, era stato il quotidiano Bild che citando fonti del governo tedesco e della Commissione aveva detto che il via libera sarebbe arrivato il 23 dicembre. Anche il mi nistro Roberto Speranza ieri aveva auspicato che l’Ema «nel rispetto di tutte le procedure di sicurezza» potesse approvare il vaccino Pfizer-BioNTech &l aquo;in anticipo e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare anche nei Paesi dell’Ue». Ieri però la Commissione ha ricordato che «l’Ema è un’agenzia indipendente e il processo di autorizzazione dei vaccini è solamente nelle loro mani».  Intanto i ministri della Salute di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna più la Svizzera si sono impegnati con una dichiarazione congiunta ad avviare insieme la campagna vaccinale.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  a.d’a. 
Titolo: Italia e Germania in pressing L’Europa accelera sul vaccino
Tema: Vaccini

L’Europa accelera sul vaccino Pfizer, con l’approvazione da parte dell’Agenzia Ue del farmaco (Ema) che potrebbe arrivare prima di Natale, il 21 dicembre. L’annuncio arriva dallo stesso ente con sede ad Amsterdam, che anticipa il meeting dei suoi esperti di otto giorni rispetto alla data Originariamente fissata per il 29 dicembre. «Abbiamo ricevuto nuovi dati dall’azienda», ha scritto l’Ema in un comunicato aggiungendo: «Il 21 dicembre è stata programmata una riunione straordinaria per arrivare ad una conclusione se possibile. L’appuntamento del 29 resta in calendario, se necessario». I media tedeschi parlano di un pressing guidato dalla stessa Angela Merkel insieme al suo ministro della Salute, Jens Spahn. «II nostro obiettivo — ha affermato lo stesso responsabile di Berlino — è che pure in Germania si possa avere un’autorizzazione prima di Natale». Anche l’Italia dietro le quinte ha avuto un ruolo determinante, come lasc iava trasparire l’intervento pubblico di ieri mattina del ministro Speranza: «Il mio auspicio è che l’Ema, nel rispetto delle procedure dl sicurezza, possa approvare il vaccino Pfizer in anticipo sul previsto e che al più presto le vaccinazioni possano iniziare. Intanto i ministri della Salute di 8 Paesi del continente hanno firmato una nota congiunta annunciando: «Avviamo insieme la campagna del vaccino».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: La prima fase in 291 ospedali – Così l’Italia prepara la campagna di gennaio
Tema: Vaccini

Non ci sarà alcuna vaccinazione di massa in Italia o in Europa continentale entro la fine dell’anno, ma una sorta di cerimonia di inaugurazione probabilmente sì. Le condizioni adesso esistono. Nella loro videoconferenza di ieri pomeriggio i ministri della Salute di Italia, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Lussemburgo — con i colleghi di Svizzera e Gran Bretagna — si sono dati un obiettivo: procedere fra Natale e Capodanno alle prime, simboliche somministrazioni del vaccino messo a punto dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech. L’operazione dovrebbe poi dispiegarsi in Europa continentale, Italia inclusa, a partire dai giorni dell’Epifania. Tutto naturalmente dipende da una condizione: l’Agenzia europea dei medicinali (Ema) deve validare il vaccino Pfizer-Biontech nella commissione di esperti la cui convocazione è stata anticipata al 21 dicembre.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Intervista ad Antonella Viola – Viola: c’è già il sì di Usa e Londra Bene stringere
Tema: Vaccini

«Quel vaccino è stato già approvato dalle autorità degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Era necessario accelerare». Secondo Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, la scelta dell’Ema di anticipare la riunione che dovrebbe dare il via libera al prodotto della Pfizer-BioNTech anche in Europa è «finalmente una buona notizia». Non c’è il rischio di dare una sensazione di fretta, e che questa finisca per minare la fiducia nel vaccino? «Ma no! Tutti i dati sono stati pubblicati, tutti li abbiamo visti. Per quale motivo avremmo dovuto attendere ancora?». Si comincia da medici e infermierl. Quanti lo faranno secondo lei? «Mi auguro tutti. Se fai il medico o l’infermiere sai quanto può essere pericoloso il virus, ti fidi della scienza. E poi sei ad alto rischio contagio, il vaccino lo fai anche per proteggere tuoi pazienti, il sistema sanitario, i tuoi cari quando vai a casa. Tu tti, mi aspetto che lo facciano tutti».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Bce: su dividendi e buyback per le banche il tetto del 15%
Tema: Bce

Si alla distribuzione dei dividendi e al riacquisto di azioni proprie «fino al 3o settembre 2021» per le banche europee. È un’ apertura, sia pur condizionata, quella arrivata ieri con una nuova raccomandazione della Bce/Ssm che di fatto ha messo fine al periodo di sospensione indicato dallo scorso marzo. L’apertura dell’Ssm limita, con una serie di paletti abbastanza puntuali, il ritorno a dividendi e buy backs, perché l’approccio resta improntato sull’ «estrema prudenza» a causa della perdurante incertezza economica della crisi pandemica: un doppio tetto applicato sui bilanci cumulati 2019/2020; una «traiettoria robusta del capitale»; l’avvio di dialogo con la vigilanza per poi ottenere il disco verde che sarà caso per caso; l’astenersi dal distribuire acconti sul dividendo per gli utili 2021, evitando dunque salti in avanti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Onado Marco 
Titolo: Il commento – Un primo segnale (condizionato) che arriva da Francoforte
Tema: Bce

onsentendo alle banche di ritornare alla distribuzione di fondi agli azionisti, la Bce si è allineata, quasi con riluttanza, alla Bank of England ma nello stesso tempo introduce maggiori elementi di prudenza e di controllo. La decisione di primavera, condivisa dalle principali autorità di vigilanza mondiali, era infatti assolutamente eccezionale, perché blocca la remunerazione del capitale di rischio, quindi una delle manifestazioni principali dell’attività di impresa. E infatti un autorevole membro del consiglio direttivo della Bce, Yves Mersch, aveva detto che era al limite della legittimità. Ma nelle condizioni drammatiche dello scorso febbraio, proprio quando le banche chiudevano i bilanci, era giusto preoccuparsi prima di tutto che le risorse finanziarie venissero indirizzate all’attività di prestito. Il rischio di un nuovo credit crunch come nel 2009 (causato anche dalla scarsità di capitale di molte banche) era troppo alto. Oggi il quadro macroeconomico è ancora complicato, ma possiamo escludere che ci sia un problema di insufficienza patrimoniale nelle banche.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Crisi aziendali, al via il Fondo per l’ingresso dello Stato
Tema: Crisi aziendali

La scena l’hanno rubata Ilva, Alitalia, Tim con la rete unica. Ma lo Stato che entra nelle imprese è una scia lunga, che attraversa anche il dissesto di piccole e medie imprese divorate da crisi di liquidità, perdita di mercato e ora dall’emergenza Covid. A consentirlo è il nuovo Fondo del ministero dello Sviluppo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’attività di impresa: il decreto attuativo, sbloccato dopo un iter di otto mesi (Gazzetta ufficiale n. 309 del 14 dicembre) prevede che lo Stato, attraverso la sua controllata Invitalia, possa entrare nel capitale delle aziende in stato di difficoltà economico finanziaria per un massimo di io milioni, restando in minoranza, e per un tempo non superiore a 5 anni. L’intervento nel capitale di rischio dovrà essere accompagnato da un apporto di investitori privati per almeno il 30%.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Scuola, città, R&S: gli assi dei fondi Ue 2021-27
Tema: Fondi Ue

Paradossi dell’abbondanza. L’attenzione altissima sul Programma italiano di ripresa e resilienza, il cosiddetto Recovery Plan, 196 miliardi che arrivano a 209 includendo gli altri programmi del Next Generation Eu, rischia di far scivolare in secondo piano l’accordo tra governo e regioni da siglare al più presto per i fondi della programmazione comunitaria 2021/2027. Per l’Italia si tratta di 43 miliardi di fondi strutturali cui si aggiungono 39 miliardi di cofinanziamento nazionale previsto dalla legge di bilancio. Ne ha discusso ieri il Partito democratico in un incontro al quale hanno partecipato anche il ministro del Sud Giuseppe Provenzano, il commissario Ue per la Coesione Elisa Ferreira e il segretario Dem Nicola Zingaretti. Arrivare all’Accordo di partenariato entro l’anno, per non accumulare ritardi, è l’esigenza principale. Ma il clima è appesantito dalle proteste di alcune regioni, Campania e Basilicata su tutte, che denunciano la penalizzazione del Mez zogiorno.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Rosa Federico 
Titolo: Rete unica, la mossa della Lega per «blindare» i piani di Open Fiber
Tema: Rete unica

Un emendamento alla legge di Bilancio per mettere in sicurezza i piani di Open Fiber. La norma è stata messa a punto dalla Lega dopo che Infratel — il soggetto attuatore del Piano nazionale per la Banda Larga che fa capo a Invitalia —, ha comunicato alla società presieduta da Franco Bassanini che non concederà più anticipi rispetto all’effettivo stato di avanzamento dei lavori, per via dei ritardi accumulati nella realizzazione dell’infrastruttura. Senza i pagamenti di Infratel i conti di Open Fiber rischiano di non quadrare più e l’emendamento della Lega mira a superare questo ostacolo consentendo di sbloccare i pagamenti attraverso una modifica delle procedure previste dal contratto di concessione. L’emendamento introduce per esempio la possibilità «nelle aree bianche del Piano Banda Ultra Larga» di nominare «il Presidente della Regione o della Provincia Autonoma come commissario straordinario» con poteri di gestione delle risorse, si legge nella bozza.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Di Branco Michele 
Titolo: Niente Imu 2021 per i settori più in difficoltà
Tema: Manovra

Nel 2021 gli alberghi non pagheranno l’Imu. 11 governo alle prese con gli ultimi nodi da sciogliere sulla manovra (la discussione generale è prevista per venerdì alla Camera) sembra aver trovato un accordo su uno dei temi più caldi: gli aiuti alle categorie in difficoltà a causa del Co vid-19. Ci sono quattro emendamenti in commissione Bilancio su questa materia e ieri il relatore della manovra, Stefano Fassina, ha confermato che «ci sarà un Intervento sull’Imu per il 2021 per i settori più in sofferenza». Tra questi, appunto, rientrano gli alberghi che saranno esentanti dal versamento delle due rate in programma il prossimo anno. Nella maggioranza si sta ragionando sull’opportunità di estendere il beneficio anche ad altri settori (in prima fila ci sarebbero bar e ristoranti) ma il ministero del Tesoro sta facendo valutazioni di carattere finanziario per capire fin dove si può estendere l’agevolazione.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide 
Titolo: Istat: cinque anziani per ogni bambino – Popolazione sotto i 60 milioni, cinque anziani ogni bambino
Tema: Rapporto Istat

II calo demografico in atto dal 2015 ha rotto la soglia psicologica dei 60 milioni di abitanti nel 2018, quando la popolazione residente in Italia si è fermata a 59.816.673, un dato assai inferiore ai 60.483.973 che erano stati calcolati a inizio anno. A fine 2019 si è verificato un ulteriore arretramento a 59.641.488 residenti, circa 175mila persone in meno (-0,3%). Parte inevitabilmente da qui la lettura dei dati del Censimento Istat 2018/2019, il primo della nuova serie dei censimenti permanenti realizzata con le nuove tecniche di rilevazione che uniscono i dati amministrativi con quelli campionari e che, d’ora in avanti, permetteranno all’istituto una diffusione annuale dei numeri che fotografano la struttura della popolazione nazionale. Rispetto al 2011, ultimo anno in cui s’è effettuato un Censimento di tipo tradizionale, la popolazione è cresciuta solo dello 0,3%; 207.774 individui in tutto, una mini-crescita. Popolazione sotto la soglia d ei 60 milioni di abitanti e un’Italia sempre più anziana con 5 ultra 65enni per ogni bambino.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Saraceno Chiara 
Titolo: Un Paese per vecchi 700 mila morti nell’ultimo anno come durante la guerra
Tema: Rapporto Istat

Un’Italia sempre più vecchia, che perde popolazione nonostante l’apporto degli stranieri. Un paese che nell’arco di 69 anni — meno della vita di una generazione — ha visto rovesciarsi il rapporto tra bambini e anziani. Quando gli attuali sessantacinquenni avevano tre anni, c’era meno di un anziano per bambino. Nel 2019 ce ne sono cinque per ogni ragazzo/a sotto 115 anni. Così l’indice di vecchiaia (il rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è più che quintuplicato, passando dal 33,5% del 1951 a quasi il 180% del 2019. Si tratta di una trasformazione demografica epocale, avvenuta in un tempo relativamente breve. Il progressivo invecchiamento della popolazione è dovuto non tanto o solo all’innalzamento della durata della vita, ma alla riduzione della fecondità; è iniziato con il comportamento delle generazioni oggi anziane e di quelle che le hanno seguite. Una tendenza che sembra non conoscere arresto o inversione, al contrario. I giovani contemporanei, infatti, si trovano a fare scelte di fecondità in un contesto difficile su molti fronti (anche prima del Covid 19 che ha complicato le cose): un mercato del lavoro che concentra su di loro le proprie esigenze di flessibilità; scelte di politiche sociale pregresse e attuali che guardano prevalentemente agli anziani, pur senza riuscire ad evitare che molti di loro si trovino in povertà, o che non ricevano le cure di cui hanno bisogno; scarso sostegno all’occupazione femminile e ad un riequilibrio nella divisione delle responsabilità di cura; inadeguato investimento in formazione e nel contrasto alla povertà minorile.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Orioli Alberto 
Titolo: L’analisi – Le tre bolle sotto il debito
Tema: L’Analisi di Orioli

La corsa al vaccino e l’affanno del ritardo italiano offuscano obiettivi e problemi di medio periodo, come quelli legati all’allarme demografico. Su cui pesa un altro ritardo. Per lo meno analitico. C’è una bolla finanziaria legata ai prestiti garantiti dallo Stato che non verranno mai ripagati. Ce n’è un’altra del lavoro e scoppierà quando non ci sarà più il blocco dei licenziamenti; ce n’è una terza legata agli andamenti demografici di un Paese che ha ormai 5 anziani per ogni bambino e ben presto vedrà squilibrarsi l’assetto del proprio sistema di welfare. Il comun denominatore di queste tre emergenze – e sarebbe il primo punto nell’agenda post Covid di un Governo previdente – è l’aumento del debito. Questi punti non sono all’attenzione di Giuseppe Conte e dei suoi ministri. Sarebbe miope e sbagliato se il retropensiero fosse che, alla fine, toccherà ai fondi del Recovery plan porre rimedio alla devastazione nei conti p rocurata da questo inedito tridente. I fondi europei serviranno a finanziare riforme e crescita, non le misure di pronto soccorso. E l’unica strada per risolvere il problema sarebbe quella di riuscire a innescare tassi di crescita mai raggiunti (e non raggiungibili se le stime dell’effetto Recovery sul Pii si ferma al 3,5% calcolato finora).
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R. Es. 
Titolo: Panorama – McConnell e Putin, congratulazioni a Biden
Tema: USA

Nello stesso giorno, arrivano perii presidente eletto degli Stati Uniti, Joe Biden, una dichiarazione di resa del Partito repubblicano e le congratulazioni del Cremlino. Vladimir Putin ha inviato ieri un telegramma in cui si dice fiducioso che Russia e Stati Uniti, «che hanno una responsabilità speciale per la sicurezza e la stabilità globale», possano, «nonostante le loro differenze», aiutare «a risolvere molti problemi e sfide che il mondo sta affrontando». Putin osserva che la cooperazione russo-americana «risponderebbe agli interessi dei popoli di entrambi i Paesi e dell’intera comunità internazionale». Come Putin, anche il leader dei senatori repubblicani Usa, Mitch McConnell, ha atteso fin dopo la proclamazione di Biden da parte del collegio elettorale, per riconoscerne la vittoria.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Si dimette Barr, lo «scudo» di Trump
Tema: USA

Il boicottaggio trumpiano perde spinta e figure importanti. William Barr, ministro della Giustizia, ha consegnato la lettera di dimissioni lunedì e lascerà l’incarico il prossimo 23 dicembre. Ieri, invece, il leader dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, dopo aver svicolato per settimane, ha riconosciuto la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 3 novembre: «Il Collegio elettorale ha parlato. Avremmo voluto risultati diversi, ma ora voglio congratularmi con il presidente eletto Joe Biden e con la vice Kamala Harris, la prima donna a ricoprire questo incarico». L’uscita di McConnell era stata preceduta da dichiarazioni simili rilasciate da una decina di senatori conservatori, alcuni particolarmente vicini a Trump, come Lindsey Graham. Il presidente in carica, dunque, è sempre più solo nel bunker della Casa Bianca e, soprattutto, in quello virtuale costruito su Twitter. ll distacco di Barr, a solo un mese dalla scadenza naturale del suo man dato, forse conta più per il valore simbolico che per il significato politico.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Panebianco Angelo 
Titolo: L’America sembra più vicina – Ora l’America sembra più vicina
Tema: USA

Certamente contano le tradizioni culturali. Nel caso di Biden gioca un ruolo l’eredità dell’internazionalismo wilsoniano. A world safe for democracy , un mondo sicuro per la democrazia: con queste parole il presidente Woodrow Wilson annunciò nel 1917 l’ingresso in guerra degli Stati Uniti. L’idea che l’America debba operare per favorire la democrazia nel mondo (una generosa aspirazione per i simpatizzanti, l’ipocrita maschera dell’imperialismo yankee per gli antipatizzanti) fu da allora parte integrante della tradizione democratica americana. Col tempo contagiò anche i repubblicani. Si pensi al reaganismo. Ma si pensi anche a George Bush Jr e alla sua «esportazione della democrazia» al tempo delle guerre di Afghanistan e di Iraq. Oltre alle tradizioni, contano le circostanze in cui i governi si trovano di volta in volta ad operare. E’ possibile che, se vi investirà tempo e pazienza diplomatica, Biden possa riuscire a convocare un summit delle democrazie. Invece, è poco probabile che possa nascere un organismo politico vitale (la lega delle democrazie). Quali che siano le affinità fra loro, le democrazie hanno, in molti ambiti, interessi non coincidenti quando non apertamente divergenti. Ci sono troppe divisioni, attuali o potenziali.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Giganti del web sotto il tiro Ue: maxi multe contro le pratiche sleali – Big Tech, la Ue annuncia la stretta
Tema: Giganti del web

Nel tentativo di regolamentare il grande mondo digitale, diventato ormai centrale nella vita quotidiana a causa della pandemia, la Commissione Ue ha proposto ieri due importanti provvedimenti legislativi ll primo darà a Bruxelles nuovi poteri per combattere l’eventuale abuso di posizione dominante da parte delle imprese digitali che hanno il ruolo di guardiane del mercato. Il secondo punta a regolare i contenuti e i servizi. II doppio pacchetto legislativo giunge in un momento delicatissimo, mentre aWashington si sta insediando una nuova amministrazione. Lo sguardo corre alle grandi piattaforme Internet, spesso americane. Bruxelles propone di considerare sistemiche, quindigatekeepers, le società che sono presenti in almeno tre Paesi membri e che hanno una clientela pari ad almeno il 10% della popolazione europea, ossia 45 milioni di persone, o altresì almeno iomila aziende. «Questi gruppi – ha precisato in una conferenza stampa a Bruxelles la commissaria al la concorrenza Margrethe Vestager – fanno da intermediario tra aziende e clienti, e approfittano spesso di una loro posizione di vantaggio(…) Le nuove regole devono completare le norme antitrust già in vigore».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: La sfida di Bruxelles multe e concorrenza per i giganti del web Google: “Un danno”
Tema: Giganti del web

«D’ora in poi la concorrenza tra aziende online sarà equa come quella offline. D’ora in poi quello che è vietato offline sarà vietato anche online». È Margrethe Vestager a spiegare il significato del Digital Market Act e del Digital Service Act approvati ieri dalla Commissione europea «per mettere ordine al caos della Rete». La firma è proprio della liberale danese, vice di Ursula von der Leyen con delega al Digitale, e del commissario Ue la Mercato interno, il francese Therry Breton. Un pacchetto legislativo che pone l’Europa all’avanguardia nelle regole di Internet, fino ad oggi affidate a norme obsolete, e che punta a trascinare il resto del mondo a rendere il Web un ambiente più «sicuro e democratico». Bruxelles punta ad aprire il mercato a nuovi produttori, anche Ue, per far guadagnare all’Europa l’agognata sovranità digitale. Ma alcuni settori, come cultura ed editoria, chiedono al Parlamento e uropeo di fare di più. Arrivare all’approvazione finale della proposta da parte dell’Eurocamera e dei governi sarà una battaglia, come lo fu nel 2019 quella che portò alla nascita della direttiva sul copyright duramente contrastata dalla Silicon Valley. Per Vestager ci vorranno almeno due anni. Il Digital Market Act si applicherà solo alle mega aziende della Rete come Amazon, Facebook, Apple, Microsoft, Booking, Alibaba, Tik Tok, Snapchat e Samsung.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carlini Vittorio 
Titolo: Microsoft, Google e Alibaba sfidano il re Amazon la battaglia nel cloud computing vale 257 miliardi $
Tema: Giganti del web

«Cloud wars». Le guerre del cloud. Una battaglia tra i giganti hi tech Usa da Amazon a Microsoft fino a Google. Ma che, da una parte, coinvolge gli stessi colossi cinesi come Alibaba; e, dall’altra, vede il tentativo dell’Europa di uscire dall’angolo. La posta in palio è alta. Secondo Statista la “nuvola informatica” nel 2020 vale oltre 257 miliardi di dollari. E, nel 2022, dovrebbe accelerare fino a 362 miliardi. Insomma: è corsa al cloud computing. Il tutto mentre la spesa globale per l’It cala. Una sorpresa? Tutt’altro. La nuvola non è più solo “ricavi e business” per le società hi-tech ma anche, e soprattutto, elemento essenziale del sistema nervoso del mondo imprenditoriale. «Nel passato – sottolinea Stephane Klecha, fondatore di Klecha & co – tra i punti cruciali della trasformazione, in particolare a causa dei social media, c’è stato il flusso d’informazioni sui cittadini. Adesso invece», in scia all’In ternet delle cose, alla maggiore potenza computazionale e all’intelligenza artificiale, «è l’industria al centro di tutto». Il passaggio, quindi, diventa fondamentale. Anche perché, e qui è l’essenzialità della nuvola informatica, il business aziendale è sempre di più esternalizzato.
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