Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 11 marzo 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Covid-19, domani il nuovo Dpcm: misure rafforzate e chiusure mirate;
– Pd: “48 ore” per Letta, mentre Franceschini cerca l’unità;
– Patto Governo-sindacati per la nuova Pa: lavoro agile, formazione e premi;
– Recovery Plan: obiettivo dell’Italia zero emissioni nel 2050;
– Il caso Attanasio-Iacovacci: avanti con le indagini;
– Libia: nuovo Governo di unità nazionale.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica
Autore:  Ciriaco Tommaso – Lopapa Carmelo
Titolo: Sicurezza, ristori e vaccini i pilastri dell’agenda Draghi “Questo è l’ultimo sforzo”
Tema: Emergenza sanitaria
«Mettiamo in sicurezza il Paese», dice Mario Draghi durante la riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi. Lo ripeterà domani a Fiumicino, visitando un hub vaccinale. Spiegherà così, agli italiani, il senso del decreto. Le nuove restrizioni. L’inevitabile ultimo «sforzo» da qui a Pasqua, che è anche «sacrificio» necessario per la riscossa. E infatti accompagnerà l’appello con tre messaggi, che ritiene indissolubilmente legati: sicurezza sanitaria, ristori per la ripartenza, vaccini per tornare a correre. Sono i pilastri del progetto del premier. L’unica strada, sostiene, per sconfiggere la pandemia. Ma anche il tentativo di far digerire la stretta. E quindi, assieme alle nuove regole – che saranno contenute in un decreto o, forse, in un disegno di legge con corsia preferenziale in Parlamento – saranno liberati diversi miliardi destinati al “dl sostegno” che il premier intende varare la prossima settimana. L’al tro tassello, ricorda ai capidelegazione, è il piano vaccinale che sarà presentato a breve dal commissario straordinario. Ricevendo a Palazzo Chigi le forze di maggioranza, i vertici del Cts, il commissario straordinario e la Protezione civile, Draghi siede accanto ai suoi più stretti collaboratori. C’è il sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, il capo di gabinetto Antonio Funiciello e il segretario generale Roberto Chieppa. Scelta inedita, che segna la voglia di difendere una linea costruita autonomamente, senza lasciarsi condizionare dalle pulsioni aperturiste di Matteo Salvini. Certo, il punto di partenza dei ragionamenti del premier è che in questo momento i numeri non giustificano un lockdown nazionale. L’approccio alle restrizioni, allora, resta regionale.
Leggi da:  PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: Ministri divisi, Draghi allende i dati I nuovi divieti scattano da lunedì
Tema: Nuovo Dpcm anti-Covid 

A grandi passi verso la nuova stretta anti Covid. Mario Draghi, però, si è preso altre 24 ore per decidere. La cabina di regia governo-Cts, riunita ieri sera dal premier a Palazzo Chigi, attenderà infatti oggi gli ultimi dati sulla diffusione del contagio. Poi, la Conferenza Stato-Regioni, convocata per le ore 10, valuterà l’informativa finale del ministro della Salute, Roberto Speranza. E domani il Consiglio dei ministri, convocato per le 11, varerà le nuove misure ad hoc, appena 6 giorni dopo l’entrata in vigore del Dpcm del 6 marzo. Resta da capire quando diventeranno operative: lo stesso Draghi aveva promesso di comunicare le decisioni in anticipo, per evitare chiusure last minute che finirebbero per danneggiare le varie categorie. E dunque appare improbabile che si parta già questo weekend, mentre sembra ipotizzabile il via al decreto per lunedì 15 marzo, quando però l’Italia potrebbe già trovarsi quasi tutta in zona arancione o rossa, per i cambi di colore delle regioni dovuti al progredire della pandemia. E in effetti, sui territori, molti sindaci e governatori la stretta l’hanno già decisa autonomamente. II governatore della Puglia, Michele Emiliano, per combattere gli assembramenti ha vietato da ieri fino al 6 aprile «lo stazionamento» davanti alle scuole e nei luoghi pubblici (piazze, lungomare, belvedere) «se non si è in solitudine o in compagnia di persone conviventi o del proprio nucleo familiare o se non per usufruire di servizi essenziali». E pure il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha disposto da oggi fino al 31 marzo la chiusura al pubblico di lungomare, parchi e piazze «fatta salva la possibilità di accesso agli esercizi commerciali e alle abitazioni».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Pasqua chiusi in casa – Trenta milioni di italiani verso la zona rossa
Tema: Nuovo Dpcm anti-Covid 

L’Italia tutta in rosso nei weekend non sembra raccogliere più grandi consensi. «È solo una delle ipotesi, ma francamente non so se sarà quella definitiva», dice il ministro della Salute Speranza. Piuttosto una chiusura mirata durante la settimana di Pasqua, festivi e prefestivi, come avvenne a Natale, e soprattutto criteri più stringenti per l’ingresso automatico in zona rossa: quei 250 casi settimanali ogni 100.000 abitanti che – con l’attuale quadro – significherebbe blindare da 28 a 30 milioni di cittadini. Nove regioni e due Province autonome, mezza Italia. II governo rimanda di 48 ore la decisione sulle nuove misure che dovrebbero essere adottate domani in Consiglio dei ministri e comunque non entreranno in vigore prima della prossima settimana. Draghi vuole valutare le proposte dei tecnici del Cts (che dovrebbe essere dimezzato nei suoi componenti entro la fine del mese) alla luce dei dati sui contagi aggiornati, quelli relativi alla pri ma settimana di marzo che l’Istituto superiore di sanità avrà a disposizione oggi insieme al dato sull’Rt nazionale relativo al periodo 24 febbraio-7 marzo. «Le decisioni che vogliamo assumere devono essere sostenute dai dati più recenti. Credo giusto che vengano introdotte misure più rigorose ma proporzionali che ci consentano di affrontare le prossime settimane», spiega Speranza. Ma l’orientamento prevalente ieri in cabina di regia, dopo un’ora e mezza di confronto che ha confermato le diverse impostazioni tra le due anime del governo, sembra quello di insistere sulle chiusure localizzate e non adottare nuove restrizioni uguali su tutto il territorio nazionale. Nessun lockdown generalizzato.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: Decreto Draghi, l’Italia si fa rossa – Da lunedì mezza Italia finisce in zona rossa e le Regioni si blindano
Tema: Nuovo Dpcm anti-Covid 

Misure più restrittive, ma dentro l’attuale sistema per zone. Una riunione della cabina di regia di maggioranza ha deciso lo schema di decreto legge che verrà approvato domani dal Consiglio dei ministri. Entrerà in vigore lunedì per dare il tempo agli italiani di prepararsi alle nuove regole. Dalla prossima settimana il passaggio delle Regioni in zona rossa sarà più rapido e automatico: basterà avere 250 casi settimanali ogni centomila abitanti, la regola già in vigore per la chiusura delle scuole. Ma poiché la quantità di tamponi effettuati varia molto da Regione a Regione, verrà introdotto anche un numero minimo di test necessari a verificare l’attendibilità della situazione epidemiologica. La decisione di procedere con decreto legge e non più con un decreto del presidente del Consiglio non è formale. Mario Draghi abbandona la strada dell’atto amministrativo e si affida ad una legge da far votare in Parlamento. Se la situazione si stabilizzerà, con le nuove regole dovremmo arrivare alla fine dell’inverno. I dettagli da mettere a punto sono ancora molti, e per questo la maggioranza ha deciso di rinviare ogni decisione a venerdì. Durante la riunione di ieri si sono scontrate come sempre le due anime della maggioranza: da un lato l’ala rigorista dei ministri Pd (Roberto Speranza e Dario Franceschini) sostenuti dal Cinque Stelle Stefano Patuanelli, dall’altra il leghista Giancarlo Giorgetti e Italia Viva, contrari a misure drastiche. In mezzo la forzista Maria Stella Gelmini.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Nel partito la guerra di nervi tra zingarettiani ed ex renziani E Franceschini cerca l’unità
Tema: Pd

Enrico Letta, o come lo hanno già soprannominato al Nazareno «il Draghi del Pd», si è dato 48 ore di tempo per evitare di entrare nel tritacarne dem prima ancora di diventare segretario. In questi giorni infatti è in atto un braccio di ferro tra le correnti del Partito democratico e l’ex premier preferisce aspettare che dopo la guerra arrivi l’accordo prima di annunciare la sua discesa in campo. Nel frattempo chi cerca di sminare il terreno, con un gran lavorio diplomatico, è Dario Franceschini. Il ministro della Cultura, preoccupato per le sorti (incerte) del suo partito, vorrebbe arrivare all’elezione di Letta all’unanimità, o quasi. Perciò punta a coinvolgere le minoranze interne o, quanto meno, Base riformista. Il correntone di minoranza guidato da Lorenzo Guerini e Luca Lotti, però, non è certo soddisfatto del blitz condotto da Franceschini per portare l’ex presidente del Consiglio alla guida dei dem, è s tato preso in contropiede. Ma è ancor meno soddisfatto dell’atteggiamento degli orlandiani e degli zingarettiani, che stanno alzando il tiro proprio per evitare che gli ex renziani votino per Letta segretario. Il loro obiettivo è quello di consolidare attorno all’ex premier la stessa maggioranza che sosteneva Nicola Zingaretti ed emarginare così gli ex renziani. Del resto, l’uscita di scena del presidente del Lazio è stata fatta puntando l’indice proprio contro gli esponenti di Base riformista. II segretario dimissionario l’altroieri ha parlato a lungo al telefono con Letta, per poi dire ai fedelissimi: «E’ una figura autorevole, garantirà la continuità della linea politica».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Letta, ultimi ostacoli nel Pd Un congresso per rifare tutto
Tema: Pd

Chiede soltanto una cosa, Enrico Letta. D’esser messo nelle condizioni di fare il meglio, per il Pd e il Paese. Di non ritrovarsi, dopo aver fatto una scelta di vita tanto radicale, alla guida di un partito in guerra, pronto a impallinarlo alla prima curva. Perciò «avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere», ha twittato ieri alle 11 del mattino. Premettendo però di avere «il Pd nel cuore». Davvero colpito dalla «quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo» e che «toccano le corde più profonde», senza tuttavia nascondere quanto «questa inattesa accelerazione» lo abbia colto «alla sprovvista». Parole ripetute ai tanti con cui si è confrontato: gli ex ministri Provenzano e Amendola, suoi amici da molto tempo, il padre nobile Romano Prodi, che lui sente regolarmente. Due giorni necessari per capire quale schema prevarrà fra le varie corre nti dem, alcune rimaste completamente spiazzate dal jolly calato a sorpresa dal trio Zingaretti-Franceschini-Orlando. Se un segretario-yogurt, eletto con una data di scadenza a breve, quella di un congresso con primarie da tenere subito dopo le amministrative, come vogliono gli ex renziani di Base riformista. incontrando aerò l’opposizione di Stefano Bonaccini: «Letta è una personalità autorevole e adeguata. Apriamo insieme una nuova fase costituente», ha esortato in serata il governatore emiliano. Oppure un leader con “pieni poteri”, non un semplice traghettatore, che resti in carica sino alla fine del mandato, nel 2023, e fortemente legittimato da un voto ampio dell’assemblea nazionale in programma domenica. E quest’ultimo lo scenario prospettato da Zingaretti martedì sera, nella lunga telefonata con cui il segretario uscente ha garantito a Letta il sostegno incondizionato della “sua” maggioranza.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Mieli Paolo 
Titolo: Guerre culturali e silenzi intorno e dentro al Pd
Tema: Pd

Bisogna dar atto a Nicola Zingaretti di essersi comportato da italiano perbene, di quelli che, se annunciano le dimissioni, poi ne traggono le conseguenze e vanno fino in fondo. Semmai gli si può rimproverare di aver motivato l’addio mettendo insieme la richiesta di primarie che saliva dalla periferia (del tutto legittima) e un’opaca guerra per le «poltrone» sulla quale non ha saputo o voluto essere più circostanziato. Resta il fatto che si è impegnato a lasciane il Nazareno e domenica prossima, a quanto pare, tornerà in Regione Lazio. Verrà sostituito, si dice, da Enrico Letta, sicché tra una settimana il Pd e iI M5S di Giuseppe Conte saranno guidati da due ex presidenti del Consiglio U che renderà i rispettivi partiti più solidi. E, soprattutto, più forti nel dialogo con il governo presieduto da Mario Draghi oltreché nella contrattazione per la scelta del futuro rapo dello Stato. Se tutto andra a l meglio per loro, alle elezioni politiche le due formazioni del centrosinistra potrebbero avere anche un vantaggio su quelle del centrodestra. Qualora riescano a conquistare la maggioranza del seggi alla Camera e al Senato, i due partiti avranno pronta la soluzione per II governo della prossima legislatura: E leader di quello che avrà ottenuto più voti andrà a Palazzo Chigi, l’altro, se vorrà, gli farà da vice. Certo Immagine del Pd non è uscita rafforzata dal terremoto di vertice.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Il Dubbio 
Autore:  Puletti Giacomo 
Titolo: Intervista ad Andrea Marcucci: «Enrico va benissimo ma il Pd non può evitare il congresso»
Tema: Pd

D. Senatore Marcucci, il Pd si avvicina all’assemblea nazionale dopo giorni tumultuosi seguiti alle dimissioni da segretario di Nicola Zingaretti. Qual è il clima nel partito? R. “Mi pare che la consapevolezza della gravità del momento sia ben presente in tutti. Per questo, subito dopo le dimissioni di Zingaretti, la mia prima preoccupazione è stata quella di chiedere un accordo unitario. Non ci si pub certo presentare divisi all’assemblea nazionale, anche perché un consesso numeroso che si svolge solo online porrebbe problemi tecnici non di poco conto. Quindi io fino all’ultimo chiedo accordo unitario”. D.Le due ipotesi che la fanno da padrone si dividono tra l’elezione di un reggente che porti a un congresso in breve tempo e quella di un “uomo forte” che possa arrivare fino al 2023. Quale delle due prevarrà? R. “L’ipotesi del reggente non esiste. Comunque vada domenica dobbiamo votare un segretario nel pieno delle sue funzioni perché non si amo certo nella stagione di poterci permettere altre funzioni più traballanti. Altro discorso è quello del congresso, con tutto quello che è successo in questi anni, serve assolutamente che il Pd torni dalla sua base, per organizzare il futuro. Siamo l’unico partito costituzionale, che ha uno statuto e che convoca congressi veri. In questo momento la possibilità di fare un congresso deve essere vissuta come una grande opportunità e non come un pericolo”.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Nomina alla Camera, Forza Italia divisa Ma passa il candidato di Berlusconi
Tema: Forza Italia

Alla fine la decisione di Silvio Berlusconi – confermata in un vertice all’ora di pranzo con lo stato maggiore e i ministri azzurri nella villa romana – è stata rispettata. E Andrea Mandelli – azzurro, presidente dell’Ordine dei farmacisti, apprezzatissimo dal Cavaliere che lo aveva proposto anche come sottosegretario – è stato eletto vicepresidente della Camera, al posto di Mara Carfagna che è andata al governo. Quel posto, evidentemente, faceva gola a tanti in Forza Italia. Tanto da provocare non solo divisioni nel partito, ma anche nella maggioranza: a Mandell’ infatti sono andati 248 voti, sufficienti per l’elezione, ma ben 120 ne ha ottenuti Annagrazia Calabria, 13 Simone Baldelli e 8 Stefania Prestigiacomo, tre candidati alternativi al prescelto. II segnale insomma è chiarissimo: c’è malumore fra gli azzurri e c’è chi non ha gradito l’indicazione piovuta dall’alto solo ieri mattina. Ma si è mosso anche il M5S che non aveva fatto mistero di sostenere la Calabria sia perché volto del rinnovamento azzurro, sia perché donna. Sì, perché in molti si attendevano l’elezione di una deputata al posto dell’uscente Carfagna (ora ci sono 4 tra presidente e vice uomini e una sola donna), ma a quanto raccontano dai vertid del partito è stato Berlusconi ad imporre Mandelli, molto vicino anche a Licia Ronzulli e quindi – nella complessa geografia azzurra – quasi un «bilanciamento» della elezione a capogruppo del «moderato» Occhiuto.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Intervista a Davide Casaleggio – «Bene l’ingresso di Conte ma il Movimento mantenga la partecipazione dal basso»
Tema: Manifesto M5S

Un manifesto «Controvento» che parla di «regole non scritte per gli amici», di «condizioni di trasparenza» per attivare il voto su Rousseau. Un manifesto che ha scosso il Movimento al punto che alcuni big si spingono a dire: «Ora è guerra». Ma Davide Casaleggio tira dritto. Ha lanciato il suo manifesto: nel M5S lo vedono come un passo politico, lei nega. «Credo che ognuno veda quello che auspica. Nella maggior parte dei casi sono suggestioni. La realtà è che negli anni abbiamo perfezionato molto la parte tecnica di Rousseau arrivando a gestire il record mondiale di un voto in una singola giornata. È tuttavia necessario un passo successivo sul metodo. Questo manifesto indica alcuni punti che discuteremo in modo aperto sui quali è necessario lavorare per il miglioramento futuro». Parla di «Gomorra della politica». A cosa allude? «Ho citato un pezzo del mio discorso che ho te nuto all’evento conclusivo della campagna elettorale in piazza del Popolo nel 2018, proprio tre anni fa. Quel discorso era intitolato proprio Controvento, come il titolo di una targa di Guareschi che mio padre ha appeso fuori dal cancello di casa, come controvento siamo sempre andati in questi anni per cambiare lo status quo della politica che abbiamo conosciuto». Avete fatto riferimento al tetto dei due mandati: è quello uno dei problemi con M5S? «Non credo sia un problema del Movimento. Anzi è un valore che lo ha sempre contraddistinto e che permette di mantenere il ricambio necessario per poter far partecipare direttamente i cittadini nelle istituzioni. E stato un tema ribadito anche dagli iscritti agli scorsi Stati generali».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Messaggero 
Autore:  Jerkov Barbara 
Titolo: Intervista a Maria Elena Boschi: «Il mio stalker era ovunque essere donne espone di più»
Tema: Boschi e lo stalker

Perseguitata da uno stalker, ha avuto il coraggio di denunciare, come ha rivelato ieri Il Messaggero. E non è stata nemmeno la prima volta. Presidente Boschi, ancora una volta si è trovata vittima di uno stalker. Ci racconta cosa è successo? «Un uomo mi ha scritto di tutto per mesi ogni giorno, anche più volte, via email. Poi si è presentato fisicamente alla Camera dei Deputati e anche in Toscana». Quando ha deciso di denunciare? E, soprattutto, è stato difficile decidersi a questo passo? «Denunciare è sempre un peso. Speri sempre di cavartela senza fare un passo formale e ti ripeti “prima o poi si stancherà”. Ma in realtà spesso le cose non vanno così. E dunque sì, è stato difficile, ma giusto». Già in passato era stata perseguitata da un molestatore, che grazie alla sua denuncia è stato giudicato e condannato a due anni e due mesi di carcere. Pensa che anche una donna meno nota di lei avrebbe avuto la stessa attenzione da parte di forze dell’ordine e magistratura? «Per l’esperienza di ragazze che conosco e di validi servitori dello Stato che ho incontrato posso dirle che c’è grande professionalità e attenzione sia da parte delle forze dell’ordine che della magistratura per tutte le donne, non solo per quelle più conosciute. Sicuramente chi come me ha un ruolo pubblico non ha problemi nel rivolgersi alle istituzioni: non sono la prima, temo di non essere l’ultima a denunciare. E anzi tra ie mie colleghe voglio ringraziare un’avversaria politica quale Giorgia Meloni che è stata tra le prime a esprimermi solidarietà».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fiammeri Barbara 
Titolo: Draghi: il Patto solo un primo passo, ora investimenti e nuovi lavori
Tema: P.A.: Patto per gli statali
A evocare esplicitamente Carlo Azeglio Ciampi e l’accordo del ’93 è stato Renato Brunetta. Ma nelle parole pronunciate ieri da Mario Draghi, davanti ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil per la firma del «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale», si avverte la stessa urgenza e anche lo stesso «metodo». Draghi rivendica la scelta del «dialogo», del «confronto» per accelerare un rinnovamento per il quale però «molto, se non quasi tutto, resta da fare» . E bisogna farlo rapidamente perché la Pubblica amministrazione ha e avrà un ruolo determinante tanto sul fronte della pandemia che nell’attuazione del Recovery plan. Parole che nella Sala Verde di Palazzo Chigi suonano come un monito tanto più credibile perché pronunciato da chi ha detto di non voler «promettere nulla che non sia realizzabile». Così come la decisione di sottoscrivere l’in tesa. Se ha scelto di farlo è perché ha voluto sottolineare l’assunzione di responsabilità da parte del Capo del Governo. Draghi prende la parola per ultimo. Prima di lui, oltre al ministro Brunetta, sono intervenuti Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil). Il Patto è «un primo passo», che impone ora a tutti firmatari, Governo e sindacati, di tradurre i contenuti in fatti concreti. Brunetta ha già convocato per domani le associazioni sindacali per un primo confronto sul merito.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Intesa in sei punti sulla Pa: nei contratti lavoro agile, formazione e più premi
Tema: P.A.: Patto per gli statali

Il «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale» firmato ieri a Palazzo Chigi parte dal rinnovo dei contratti nazionali del pubblico impiego. Una partita da 6,7 miliardi di euro fra pubblica amministrazione centrale (3,8 miliardi) e territoriale (2,9 miliardi), che offre 107 euro lordi di aumento mensile medio. Su queste cifre, a dicembre i sindacati avevano svolto una giornata di sciopero nazionale quasi ignorata dai dipendenti. Ma l’aria ora è cambiata. L’intesa con Cgil, Cisl e Uil preparata dal ministro della Pa Renato Brunetta e firmata ieri nella Sala Verde di Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Mario Draghi ha prima di tutto un valore politico. E punta a replicare quello spirito di coesione che nel ’93 portò Carlo Azeglio Ciampi a costruire la nuova politica dei redditi (Brunetta era all’epoca consigliere economico della presidenza del Consiglio) nel nuovo contesto dell’Italia che andrà ricostruita dopo la pandem ia. E la scelta, «probabilmente unica in Europa» rivendica Brunetta, è quella di mettere al centro i lavoratori pubblici, «volto della Repubblica» secondo la definizione del presidente Mattarella richiamata ieri. Ma proprio le urgenze della crisi pandemica non lasciano troppo tempo al passaggio dai principi ai fatti. La Funzione pubblica decide allora di accelerare subito, convocando già domani tutte le confederazioni sindacali rappresentative per l’avvio delle trattative. Mentre il decreto Recovery di aprile dovrà occuparsi della prima sfrondata a una serie di vecchie norme sul pubblico impiego, a partire da quelle che hanno congelato la spesa per le assunzioni a termine e il valore dei fondi integrativi. I sei punti in cui è articolata l’intesa costruiscono una griglia operativa puntuale
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea 
Titolo: Draghi e gli statali, aumento di 107 euro e smart working nel contratto
Tema: P.A.: Patto per gli statali

L’accordo prevede sei articoli, al primo posto il rinnovo dei contratti relativi al triennio 2019-2021, a seguire lo smart working, la revisione dei sistemi di classificazione professionale, la formazione del personale, i sistemi di partecipazione sindacale e, infine, il welfare contrattuale. È questo l’impianto del «Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale» siglato dal premier, Mario Draghi, e dal ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, con i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri. Nella premessa il patto, firmato ieri a Palazzo Chigi, specifica che la «coesione sociale e creazione di buona occupazione saranno i pilastri di ogni riforma e di ogni investimento pubblico», così come previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’obiettivo del primo intervento in materia di politica economica e sociale del governo è, insomma, avviare una nuova stag ione all’interno della pubblica amministrazione, assegnandole sia il compito di rendere più equa l’intera società sia la veste di motore dello sviluppo per uscire dalla crisi. «La pandemia e il piano di rilancio e resilienza richiedono nuove professionalit&agra ve; e nuove forme di lavoro. Nuove professionalità richiedono investimenti e nuove regole. Questo è quello che oggi stiamo cominciando: ci tengo a confronto e dialogo», ribadisce Draghi ai sindacati, confermando il registro adottato durante le consultazioni. A fare da sfondo al nuovo corso sul versante delle relazioni sindacali è il rinnovo del contratto per circa 3,2 milioni di statali, con un aumento medio di circa 107 euro. Tanto che il ministro Brunetta ha convocato per domani tutte le sigle sindacali rappresentative del pubblico impiego per attivare il tavolo per la riforma della p.a. e il rinnovo dei contratti.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Griseri Paolo 
Titolo: Intervista a Maurizio Landini: “Bene il premier, ma basta mercato ora un assunto per ogni pensionato”
Tema: Intervista al segretario generale Cgil

Landini, il primo intervento sindacale del governo è sul pubblico impiego. Che segnale è? «E’ il segnale che la pubblica amministrazione può diventare motore di sviluppo, creatrice di buona occupazione». La pandemia ha rivalutato il lavoro pubblico? «Ha rivalutato il lavoro in generale. Ha fatto capire che senza scuole e ospedali siamo tutti meno sicuri, con meno diritti». Quali novità sono in arrivo peri pubblici dipendenti? «Si valorizzano il contratto collettivo nazionale, scaduto dal 2019, e la contrattazione decentrata che sarà incentivata. L’impegno del governo è mettere più risorse per la revisione degli inquadramenti professionali e stabilizzare l’elemento perequativo già previsto in busta paga. La formazione diventerà permanente e si regolerà il lavoro a distanza». Tutte richieste che trasferirete anche al settore privato? «Certo. In molti contratti di categoria ci sono già». Il nuovo ministro del lavoro, Brunetta, è stato per anni una specie di spauracchio per i pubblici dipendenti. Si aspettava che sarebbe stato proprio lui a sbloccare la trattativa sulla pubblica amministrazione? «Nelle trattative conta il merito, non i pregiudizi, e in questo protocollo c’è una vera svolta. Il ministro ha avviato da subito il rapporto con i sindacati. Si è investito sul lavoro pubblico e si dà qualità a tutta la pubblica amministrazione. Tanto più avendo a disposizione le risorse del Recovery». Draghi ricorda che l’età media dei pubblici dipendenti è di 51 anni. Piuttosto alta. Come porre rimedio? «Innanzitutto assumendo i giovani. Il turnover è fermo da tempo e dovrà essere sbloccato. Poi tanta formazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Infine sperimentando anche staffette generazionali: per ogni dipendente che va in pensione, uno va assunto».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  r. am. 
Titolo: Intervista a Luigi Sbarra: “Una fase nuova che ci permetterà di fare le grandi riforme insieme”
Tema: Intervista al segretario generale Cisl

La firma del “Patto per l’innovazione” rappresenta il primo impegno importante come segretario generale della Cisl per Luigi Sbarra, che si è insediato il 3 marzo. Voi a dicembre eravate arrivati allo sciopero. Quest’accordo rappresenta davvero una svolta? «Siamo sicuramente in una fase nuova, che esalta il ruolo delle relazioni sociali e imprime una spinta alla ripartenza. È un Patto che è stato negoziato, in un contesto di grande responsabilità. Ecco perché lo consideriamo nel metodo un segnale di svolta: insieme è possibile affrontare i grandi nodi delle riforme, e aiutare il Paese a riprendere la via della crescita». Può anche essere il metodo per affrontare il nodo del blocco dei licenziamenti? «Ci stiamo confrontando con il ministro del Lavoro Orlando sulle misure urgenti per il decreto Sostegni. Noi pensiamo che il blocco dei licenziamenti debba andare di pari passo con l’emergenza sanitaria». Ma cos&igra ve; non si sacrificano i precari? Non sarebbe meglio un’uscita graduale? «L’uscita graduale è possibile se accompagnata da un tavolo per cambiaregli ammortizzatori sociali, che devono diventare universali, solidaristici e di tipo assicurativo, e rilanciare le politiche attive del lavoroegli investimenti, senza i quali non è possibile creare nuovo lavoro. Dobbiamo evitare il rischio di shock occupazionali e traumi sociali: abbiamo perso 500 mila posti di lavoro nel 2020, ci sono già oltre 100 tavoli aperti al Mise».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Mf 
Autore:  Landau Janina 
Titolo: Intervista a Federico D’Incà – Il ministro D’Incà: il Recovery rimane cruciale e su McKinsey polemiche sterili
Tema: Intervista al Ministro per i rapporti con il Parlamento

A circa un mese dalla nascita del governo guidato da Mario Draghi, Federico D’Inca, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha fatto il punto con Class-Cnbc in merito alle priorità che il nuovo esecutivo si trova ad affrontare: dal piano vaccini, alla messa a punto dei progetti per il Recovery Plan, passando per il tema delicato delle riforme strutturali che il Paese dovrà affrontare. Domanda. Partiamo subito dalle priorità che vi siete dati. Risposta. Innanzitutto combattere questa pesantissima pandemia con un piano di vaccinazione che ci aiuti a uscirne in maniera veloce. E poi poter far sì che gli oltre 200 miliardi di euro del Recovery possano essere messi a terra in maniera rapida ed efficace. D. Rispetto al precedente governo questo è composto da una maggioranza più ampia. Cosa comporta? R. E’ una maggioranza più ampia rispetto a quella passata e al suo interno comprende anche forze politiche che fino a qualche mese fa erano i n aperto contrasto tra di loro. Una cosa è chiara a tutti: la necessità che le energie non debbano essere impiegate nei contrasti ma messe a disposizione nel nostro Paese per permettergli di ripartire. D. Parliamo di Recovery. Quali sono, secondo lei, i progetti prioritari da sostenere? R. Tutti quelli che riguardano le prossime generazioni, non a caso il piano si chiama Next Generation EU. Una priorità più volte sottolineata dal M5S è quella della transizione energetica. Abbiamo circa 51 miliardi di tonnellate di gas serra emessi ogni anno nel mondo. Non dobbiamo guardare all’oggi, ma all’Italia del 2050. Altro tema centrale è quello del digitale.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Recovery, prende forma il piano Cingolani 80 miliardi di euro per la rivoluzione verde
Tema: Recovery Plan

L’Italia punta ad investire nella transizione ecologica 80 miliardi di euro del pacchetto di aiuti in arrivo dall’Unione Europea, con un piano in cinque anni. Sull’emergenza clima, l’obiettivo di Roma è tagliare le emissioni di gas del 60% entro il 2030, quindi anche oltre gli impegni presi dalla UE, per arrivare poi a zero nel 2050. John Kerry, primo Special Presidential Envoy for Climate nella storia degli Stati Uniti, è rimasto quasi sorpreso, ovviamente in positivo, quando ha sentito questi impegni da parte del ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. I due si sono sentiti ieri per la prima volta, durante una chiamata facilitata dall’ambasciatore italiano a Washington Armando Varricchio. Lo scopo era coordinare le iniziative in vista dei diversi appuntamenti che li aspettano. Cingolani è un tecnico, e ha mostrato subito la concretezza che gli americani auspicano dall’intero governo Draghi in tutti i campi. Il ministro ha detto che oltre un ter zo degli aiuti in arrivo da Next Generation EU, ossia 80 miliardi di euro, verrà investito nella transizione ecologica. La politica verde non serve solo a proteggere l’ambiente, ma anche a creare lavoro, sviluppo e crescita sostenibile. Alcune aree di intervento menzionate sono l’agricoltura, l’energia idroelettrica e solare. L’Italia ha l’obiettivo ambizioso di tagliare le emissioni del 60% entro il 2030, per arrivare a zero nel 2050. Nuovi impegni concreti verranno presi alla vigilia del vertice del 22 aprile, ritoccando le Nationally Determined Contribution concordate con l’accordo di Parigi. Il discorso però proseguirà in vista del Pre-COP26 di Milano e il G20 di Roma, a cui lavorano anche i leader delle aziende come il ceo dell’Enel Francesco Starace, nell’ambito del B20 guidato da Emma Marcegaglia.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Sostegni, sale il pressing per far crescere gli aiuti: conto oltre i 40 miliardi
Le riunioni tecniche e politiche per definire l’impianto del decreto intitolato ai «Sostegni» incrociano quelle che studiano i nuovi dati del contagio con le ulteriorichiusure che comporta E questa contemporaneità complica gli sforzi per trovare una quadra già difficile su numeri e impianto del provvedimento. Lo snodo è delicato anche sul piano politico. Perché ormai da quasi tre mesi le misure restrittive che provano a contenere la pandemia si sono sgandate dagli aiuti economici alle categorie colpite. La sofferenza e le attese di commercianti, autonomi e partite Iva ingenerale alimentano quindi i timori nelle componenti politiche del governo che un sistema di aiuti parziale produca reazioni negative nonostante la spesa. Perché i fondi, circa 10 miliardi nella griglia elaborata fin qui, sono tanti. Ma non bastano. Il pressing della maggioranza sui tecnici al vertice dell’esecutivo Draghi è già stato tradotto in cifre, ufficiose ma significative. In pratica, secondo i primi calcoli, mancherebbero almeno 10 miliardi. Che porterebbero di slancio il conto complessivo del provvedimento a superare quota 40 miliardi. Nel capitolo ristori la sfida, impari, è quella fra le risorse a disposizione e l’arcotemporale da coprire. Nelle intenzioni del governo ci sarebbe il completamento del quadro di aiuti 2020, per compensare chi è stato ignorato o trascurato dal sistema dei codici Ateco e dal parametro legato alle sole perdite di aprile.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Grignetti Francesco 
Titolo: Intervista a Gian Carlo Blangiardo: “Istruzione, lavoro e povertà la crisi ci allontana dall’Ue e accorcia l’aspettativa di vita”
Tema: Intervista al Presidente Istat

C’era un’Italia che lentamente migliorava le sue condizioni, ma la pandemia l’ha ricacciata indietro di dieci anni se non di più. L’ultimo rapporto Istat sul Benessere equo e solidale, ovvero 152 indicatori per fotografare lo stato del Paese, è zeppo di cattive notizie. «Siamo un Paese che tende ad allontanarsi dagli standard europei – dice amaramente il presidente dell’Istituto di statistica, Gian Carlo Blangiardo, demografo di chiara fama – ma che cerca di resistere». Le cose insomma vanno male. L’economia e la società sono quasi rattrappite sotto i colpi. Ma lo spirito è combattivo. Presidente Blangiardo, ci racconti gli italiani al tempo del virus. «Siamo consapevoli del momento difficile, ma cerchiamo di tenere. Molti indicatori vanno male. Eppure c’è chi in questo anno così drammatico ha riscoperto valori antichi, che erano stati frettolosamente accantonati. La vita in casa, ad esempio: non sono soltanto aumentate le l iti – come qualcuno sostiene – ma c’è anche chi, e non sono pochi, ha riscoperto il piacere della vita familiare. Aumenta il numero dei libri che sono stati letti. Tanti hanno scoperto l’utilità della Rete». Un anno drammatico con centomila decessi da Covid. Sono soprattutto anziani. Puntualmente il vostro rapporto segnala che l’aspettativa di vita è tornata indietro a quella di 10 anni fa. In media si perde un anno, ma è colpito soprattutto il Settentrione dove la speranza di vita senza distinzione di genere passa da 82,1 anni nel 2010 a 83,6 nel 2019, per scendere nuovamente a 82 anni nel 2020. «È l’effetto di così tante morti in più. In Italia nel 2020 ci sono stati 746mi1a morti; erano 636mi1a l’anno prima. La differenza l’hanno fatta il Covid e i decessi correlati».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Biondi Andrea – Festa Carlo 
Titolo: Serie A, i fondi congelano l’offerta: «Prima l’accordo sui diritti tv»
Tema: Diritti Tv

I fondi di private equity Cvc, Advent e Fsi congelano l’offerta per la media company dei diritti tv della Serie A e attendono che la situazione in Lega e trai club si rassereni. Quindi ogni discussione, stando alle valutazioni dei fondi, a quanto risulta al Sole 24 Ore potrà avvenire solo dopo l’assegnazione dei diritti tv tra Sky e Dazn (in partnership con Tim). Proprio quest’ultimo tema sarà sul tavolo oggi nell’assemblea di Lega da cui, molto probabilmente, uscirà ancora una fumata nera, con nessuna derisione e un altro rinvio. Insomma, i dub dovrebbero restare ancora divisi sulla scelta dell’operatore che trasmetterà le partite per il prossimo triennio. Una frattura che rischia di provocare effetti negativi immediati visto che la scadenza per una scelta è il prossimo 29 marzo. In questa situazione di grave incertezza si inserisce l’ulteriore contesa per far entrare (o meno) i private equity nella media company della Serie Nelle ultime ore & egrave; quindi maturata la scelta della cordata Cvc, Advent e Fsi di essere spettatore neutrale di quello che è diventato un muro contro muro tra due opposte fazioni di club. Da qui il congelamento dell’offerta che nelle intenzioni iniziali doveva arrivare in via Rosellini questa settimana migliorata in alcuni aspetti tecnici (responsabilità legali dei club, library, tema Super Lega). Lo stop è necessario, secondo i fondi, nell’attesa di capire se dopo rassegnazione dei diritti audiovisivi auno fra Dazn e Sky si potrà ricreare un clima più sereno e opportuno per finalizzare il term sheet. Al momento il barometro segna tempesta.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Biondi Andrea – Fotina Carmine 
Titolo: Banda ultralarga, voucher fermi tra esame Ue e concorrenza
Tema: Tlc

Tutto bloccato a Bruxelles. E con l’Antitrust italiana pronta intanto a risollecitare il governo sui rischi per la concorrenza. La nuova tranche di voucher per la banda ultralarga, la “fase 2”, non parte. Ai blocchi più di 800 milioni, parte del piano varato il 5 maggio 2020 dal Comitato banda ultralarga, su cui ora anche i nuovi ministri, in particolare il tandem Giorgetti-Colao, potrebbero volere rivedere qualcosa. Le misure di incentivazione sono state prenotificate dal ministero dello Sviluppo alla Dg Competition della Commissione Ue lo scorso novembre. Da gennaio c’è stato uno scambio di mail trai funzionari, ma non è ancora arrivato il via libera che consentirebbe di procedere con la notifica ufficiale e quindi sbloccare gli aiuti. Approfondimenti sono in corso sul merito, anche se il rallentamento è acuito dall’aumento dei dossier anti-crisipiombati in questi mesi a Bruxelles. Dei nuovi voucher, che andrebbero a famiglie con Isee fino a 50mila euro (circa 320 milioni) e a piccole e medie imprese (515 milioni), si è discusso tanto già nei mesi scorsi. A settembre in una segnalazione specifica l’Antitrust aveva chiesto di limitare i contributi a connettività superiori a 100 Megabit al secondo, potenziabili a una velocità di un Gigabit ed eliminando il criterio di preferenza delle reti più performanti. Il Garante potrebbe tornare sul tema all’interno della più ampia segnalazione che, nell’arco di una ventina di giorni, invierà al governo Draghi e al Parlamento per proporre interventi da inserire nella legge annuale per la concorrenza.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore:  Longo Grazia 
Titolo: “Iacovacci e Attanasio colpiti e uccisi dai rapitori mentre tentavano la fuga”
Tema: Agguato durante la missione a Goma

«Dopo aver ammazzato Mustapha Milambo, ci hanno portati nella savana e ci hanno fatto sedere per terra. L’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci si sono improvvisamente alzati e hanno provato a scappare, ma i sequestratori gli hanno sparato contro e li hanno uccisi. A nulla è servito il tentativo del carabiniere di portare via l’ambasciatore dalla linea del fuoco». È questa una delle rivelazioni più importanti che emerge dai testimoni ascoltati dai Ros su delega del procuratore di Roma Michele Prestipino e dei due pm titolari delle indagini, Sergio Colaiocco e Alberto Pioletti, sull’agguato del 22 febbraio scorso sulla strada Rutshuru-Goma. Ma non è l’unica. Durante i 5 giorni trascorsi a Kinshasa, capitale del Congo, i carabinieri del Ros hanno anche raccolto la testimonianza dell’altro carabiniere della scorta dell’ambasciatore che ha spiegato che «era stata richiesta al servizio di sicurezza del Pam (Programma alimentare mondiale, ndr) una macchina blindata a Goma e il giubbotto antiproiettili, ma ci venne negato con la giustificazione che il percorso era considerato verde, cioè non pericoloso». A Kinshasa Attanasio aveva la macchina blindata dell’ambasciata italiana ma per raggiungere la lontana Goma aveva dovuto prendere l’aereo e atterrare all’aeroporto internazionale di Ndjili.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Messaggero 
Autore:  Scarpa Giuseppe 
Titolo: Congo, inchiesta sull’Onu per la sicurezza di Attanasio «Uccisi mentre fuggivano»
Tema: Agguato durante la missione a Goma

Kinshasa, Roma e New York. Adesso potrebbe estendersi fino al Palazzo di vetro nella Grande mela l’inchiesta sulla morte dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci. Perché secondo la procura, misure di sicurezza più massicce avrebbero potuto neutralizzare l’agguato avvenuto in Congo il 22 febbraio nei pressi di Kibumba, a nord di Goma, vicino al parco nazionale dei Virunga, al confine con il Ruanda. Dall’attività istruttoria dei magistrati è emerso il ruolo del militare dell’Arma che, nel tentativo di salvare Attanasio, si sarebbe frapposto nella linea di fuoco nel momento in cui i rangers locali erano intervenuti per sventare il tentativo di sequestro. Un epilogo tragico che si è compiuto nel momento in cui i due italiani stavano cercando di scappare. Non è stato fuoco amico ad ucciderli. È il tassello di certezza da cui parte l’indagine della Procura che sta tentando di chiarire tutti gli aspetti relativi alla morte dell’ambasciatore e del carabiniere. I pm di piazzale Clodio stanno analizzando l’attività istruttoria svolta dai carabinieri del Ros a Kinshasa che, per cinque giorni, hanno raccolto una serie di testimonianze a cominciare da chi quel giorno era con i due italiani sulla strada nella zona nord-est del Paese africano. Gli investigatori, negli uffici dell’ambasciata italiana, hanno ascoltato in primo luogo Rocco Leone, vicedirettore del Pam Congo, e sopravvissuto al blitz dei sequestratori. Il testimone ha di fatto confermato quanto emerso dai primi risultati delle autopsié svolte a Roma. L’ambasciatore e il carabiniere sono morti nel corso di «un intenso conflitto a fuoco» e raggiunti dagli spari della banda che aveva tentato di sequestrarli.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Svolta in Libia: fiducia a Dbeibah «Mai più guerre né divisioni»
Tema: Libia, nuovo governo di unità nazionale

La Libia ha un nuovo governo di unità nazionale e ciò apre uno spiraglio di speranza concreta per poter uscire alla tragica catena di violenze, lotte tra milizie e gravissime divisioni tribali seguite alla caduta del regime di Muammar Gheddafi nel 2011. La Camera dei rappresentanti (il Parlamento), riunita eccezionalmente a Sirte, lo ha votato all’unanimità ieri mattina, dopo che sino all’ultimo minuto si erano tenute serrate trattative sulla nomina dei 26 ministri. Fatto eccezionale nella storia della Libia post-Gheddafi, il nuovo premier, l’uomo d’affari misuratino 59enne Abdul Hamid Dbeibah, gode del sostegno sia della Tripolitania, che della Cirenaica e del Fezzan (la regione desertica meridionale). «Non ci saranno più guerre, né divisioni. Grazie all’unità porteremo in salvo II nostro Paese», ha dichiarato a caldo. Già oggi pomeriggio ha in programma una lunga telefonata con il premier italiano Mario Draghi. Ingegnere laureato in Canada, amministratore delegato della Libyan Investment Development Company, Dbeibah è considerato un dirigente pragmatico molto attento agli aspetti economid e ha già espresso l’intenzione di allargare le, attività delle compagnie italiane che storicamente operano nel suo Paese.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Stabile Giordano 
Titolo: Il premier Dbeibah strappa la fiducia la Libia ritrova un governo unitario
Tema: Libia, nuovo governo di unità nazionale

Dopo sette anni, la Libia ha di nuovo un governo unitario, riconosciuto sia in Tripolitania che in Cirenaica. Il premier ad interim Abdulhamid Dbeibah ha presentato ieri la lista di 35 ministri al Parlamento, riunito a Sirte a metà strada fra Tripoli e Bengasi, e ha ottenuto una fiducia quasi unanime, 132 voti a favore e due contrari su 178 presenti. «I libici adesso sono uniti», ha esultato davanti all’Assemblea. Una dichiarazione forse prematura, visto che la strada verso le elezioni di dicembre è ancora lunga. Ma il risultato resta un «passo importante verso la normalizzazione», come ha sottolineato la viceministra degli Esteri Marina Sereni. Il processo avviato dalle Nazioni Unite a Ginevra, con un comitato di 75 rappresentanti di tutte le regioni che hanno scelto Dbeibah, ha superato una delle tappe più difficili. Sia il leader del precedente governo con sede a Tripoli, Fayez al Sarraj, che il premier riconosciuto soltanto in Cirenaic a, Abdallah al Thinni, hanno avvallato la scelta. Il fronte si è stabilizzato. Ankara e Mosca sono venute a patti, il maresciallo ha accettato di riaprire i terminal petroliferi e alla fine anche lo stallo politico si è sbloccato. Ieri, dopo sette anni, un volo ha collegato di nuovo Bengasi a Misurata. Segnali di speranza dopo dieci anni di massacri e delusioni.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Baden-Württemberg e Renania-Palatinato primi test per la Cdu
Tema: Voto in Germania

Kiwi o semaforo? Quando Cdu, Verdi e Spd,i primi tre partiti tedeschi, andranno alla conta dei voti questa domenica 14 marzo per il risultato delle elezioni in Baden-Württemberg e in Renania-Palatinato (Rheinland-Pfalz), tutta la Germania avrà il fiato sospeso. Questa chiamata alle urne riguarda infatti due Länder chiave, considerati una cartina tornasole del gradimento dell’elettorato, una verifica o un collaudo di coalizioni vecchie e nuove, una vera e propria prova generale delle elezioni federali che si terranno il 26 settembre. In in Baden-Württemberg, l’unico Stato-Regione con un ministro-presidente verde grazie al carismatico 73enne Kretschmann, la coalizione Kiwi tra il primo partito nel Land Bundnis 90/Die Grunen e il secondo partico Cdu funziona dal 2016. E se questo tandem dovesse essere confermato dopo il voto di domenica, il kiwi potrebbe dare i colori al prossimo governo federale e questa sì sarebbe una rivoluzione nel panorama politico tede sco post-Angela Merkel.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: Biden il riformatore tranquillo cambierà l’America?
Tema: Usa, Piano Biden

Joe Biden regala all’America l’intervento di welfare più ampio (vale per un anno ma può diventare strutturale) dai tempi della «Great Society»: le riforme sociali della presidenza Johnson negli anni Sessanta del Novecento. C’è anche questo – non solo sussidi momentanei per chi ha perso il lavoro durante la pandemia – nella manovra anti Covid da 1.900 miliardi di dollari approvata definitivamente ieri dal Congresso di Washington. E prematuro parlare di un cambio di stagione radicale per l’America liberista e non è detto che le misure appena varate non abbiano anche effetti negativi, ma di certo la strategia del basso profilo scelta da Joe Biden – l’opposto di quella di Trump, ma anche lontana da quella di Obama – unita a un gran lavoro di cucitura di rapporti parlamentari, consente al nuovo governo di imporre almeno un cambio di passo. Se n’è accorto tardivamente il Wall Street Journal, organo dell’establishment c onservatore, che ha condannato quello che definisce «Il Covid Welfare State» in un editoriale pubblicato quando i giochi parlamentari erano ormai fatti.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Basta guerre dei dazi con la Ue: Washington cerca l’intesa
Tema: Usa-Ue

L’amministrazione Biden e democratici al Congresso lavorano a «un accordo quadro» in materia commerciale con l’Unione europea. Lo conferma al Corriere Gregory Meeks, 67 anni di New York, presidente della Commissione Esteri della House of Representatives e uno dei parlamentari più influenti «Penso che i rapporti commerciali tra Usa e Unione europea usciranno rafforzati dalla crisi mondiale. Ne ho parlato a lungo con il segretario di Stato, Anthony Blinken, che si e detto molto interessato a questa impostazione». Gli Usa, quindi, si preparano ad archiviare la stagione trumpiana dei conflitti economici, e non solo, con gii alleati del Vecchio Continente. C’è già stato un primo passo importante: la telefonata di venerdì 5 marzo tra il presidente americano e la número uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen. I due hanno deciso di sospendere per quattro mesi i dazi incrociati, collegati al contenzioso del finanziamenti pubblici al consorzio europeo,Airbus e, dall’altra parte, all’americana Boeing.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Castelletti Rosalba 
Titolo: Mosca contro i social mette il freno a Twitter “Non rispetta le regole”
Tema: Russia e social media

Twitter “rallentato” in Russia. È il primo monito al social network colpevole, secondo Mosca, di non avere rimosso contenuti vietati dalla legge russa e potrebbe preludere a un blocco totale della piattaforma se non cancellerà oltre 3mila cinguettii che «incitano i minori al suicidio, contengono pornografia infantile e informazioni sull’uso della droga». Il «prossimo candidato a queste misure» potrebbe essere Facebook, ha detto il deputato Anton Gorelkin, membro della commissione della Duma, la Camera bassa del Parlamento, sulla Comunicazione. La mossa non è che il culmine delle crescenti tensioni tra Mosca e i giganti del web americani Twitter, Facebook e YouTube, ma anche il cinese Tik Tok, accusati di diffondere materiale a sostegno dell’oppositore in carcere Aleksej Navalnyj, nonché inviti ai minori a prendere parte alle recenti manifestazioni anti-governative. Soltanto pochi giorni fa il presidente Vladimir Putin aveva detto ch e «la società crollerà dall’interno» se Internet non «si sottometterà alle leggi formali e morali della società». Mosca ha gradualmente introdotto leggi più severe per regolamentare Internet: richiede ai motori di ricerca di eliminare alcuni risultati, ai servizi di messaggistica istantanea di condividere le chiavi di crittografia con i servizi di sicurezza e alle piattaforme web di memorizzare i dati degli utenti sui server in Russia.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Guanella Emiliano 
Titolo: Lula si riprende il Brasile “Saremo di nuovo grandi”
Tema: Brasile

Ha chiesto il permesso per togliersi la mascherina e poi via a parlare per tre ore filate, come ai vecchi tempi, nel discorso che segna, di fatto, la partenza della sua corsa per riprendersi il Brasile. Graziato dalla Corte Suprema, che ha annullato le sue condanne per corruzione e mandato a rifare tutti i processi a Brasilia, Lula da Silva ha esordito parlando proprio dei suoi guai giudiziari e dei 580 giorni passati in prigione. «Sono stato vittima della peggiore ingiustizia nella storia del nostro Paese, ma il mio dolore non vale nulla rispetto a quello dei milioni di disoccupati e delle 270.000 famiglie che hanno perso un loro caro per il Covid». Pandemia e crisi economica, le due piaghe che affliggono il Brasile; quasi 2.000 morti al giorno per il virus e il record di 14 milioni di disoccupati. Tutta colpa, secondo lui, di Jair Bolsonaro. «Un governo che non governa, che non si occupa della salute e dell’economia, del lavoro e dell’educazione. Vanno avanti a fa ke news, che sono pericolose perché corrono veloci, mentre la verità cammina lenta, come la tartaruga». Prende tempo, invece, sulla candidatura per le presidenziali del prossimo anno. «Ho 75 anni, la prossima settimana sarò vaccinato, mi sento con l’energia di un trentenne e ho voglia di percorrere in lungo e in largo il Paese. Dovremo costruire un grande fronte progressista e democratico, i nomi verranno dopo».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Mondello Mauro 
Titolo: Nelle cliniche clandestine di Varsavia “Le donne rischiano la vita e la galera”
Tema: Aborti illegali in Polonia

Una lama di luce si fa spazio fra le imposte. Taglia la stanza trasversalmente, illuminando lo spoglio lettino, un lenzuolo bianco pestato sopra al materasso, che sta appoggiato alla parete e riempie, insieme a unlavello, auna scrivania diferro e a un armadietto a vetri pieno di incartamenti e confezioni di medicinali, l’ambulatorio di Jacub, nellaperiferiaestdiVarsavia. E qui, al sesto piano di un palazzone popolare del quartiere di Grochów, sulla riva destra della Vistula, mischiato fra le decine di appartamenti di una costruzione-alveare, che il giovane dottore arrotonda il suo stipendio da apprendista, dedicandosi alla pratica medica meno popolare di Polonia: l’aborto clandestino. Ironicamente, dalla finestra della stanza si scorge in primo piano uno dei cartelloni pro-fife che negli ultimi tre mesi hanno invaso la Polonia: «Dipendo da te, mi fido di te», e l’immagine di un feto addormentato dentro un cuore. La nuova legge sull’interruzione di gravidanza polacc a, approvata lo scorso 27 gennaio, prevede fino a tre anni di carcere per i medici che praticano l’aborto illegalmente e autorizza l’operazione solo in caso di violenza, incesto o rischio per la salute, eliminando la possibilità di abortire in presenza di malformazioni nel feto.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

CORRIERE DELLA SERA
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LA REPUBBLICA
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LA STAMPA
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL MESSAGGERO
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL GIORNALE
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone  

SCARICA L'APP