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SINTESI IN PRIMO PIANO – 11 luglio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Tra Grillo e Conte nuovo braccio di ferro sui poteri del leader;
– Renzi: basta alla logica dei sussidi, aiutare il lavoro;
– Ripartita la produzione industriale: +1,3% a giugno. Attese positive;
– G20, l’accordo storico sulla minimum tax cambia il fisco globale;
– Minacce Isis, solidarietà a Di Maio. Draghi: impegno contro il terrorismo;
– La variante Delta spaventa l’Europa: raffica di chiusure;
– Haiti disperata e senza guida. Il governo vuole i soldati Usa.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Le misure anti variante per evitare il picco d’agosto – Vaccini e test per evitare un’altra ondata. «A fine agosto rischiamo 11 mila casi»
Tema: Emergenza Covid-19

Vaccinare il maggior numero possibile di persone e aumentare i tamponi, soprattutto molecolari, per garantire un efficace tracciamento dei casi da Covid-19. Ecco la strategia per frenare l’arrivo di una possibile quarta ondata alla fine dell’estate. L’avanzare della variante Delta allarma gli scienziati e preoccupa il governo, che guarda al resto d’Europa e cerca di utilizzare al meglio il vantaggio temporale di circa due mesi rispetto ad altri Paesi. Ma soprattutto frena sugli allentamenti già previsti per evitare di ripetere gli errori commessi la scorsa estate. In Italia nei reparti ospedalieri l’occupazione di posti letto è a livelli normali e fortunatamente le terapie intensive si sono svuotate. Eppure, nonostante questi segnali tranquillizzanti, i dati e le curve epidemiologiche confermano la risalita dei contagi. L’analisi settimanale dell’Istituto superiore di sanità diffusa venerdì, mostra l’andamento in ascesa della curva e conferma come il Covid -19 mutato colpisca soprattutto i giovani: l’età media è scesa drasticamente, ora è intorno ai 35/36 anni. Uno studio riservato a disposizione dell’esecutivo, fotografa la situazione e monitora l’evoluzione della pandemia confrontandola con quanto sta accadendo negli altri Paesi. In particolare con la Gran Bretagna, dove la Delta ha già avuto un picco. L’analisi prevede che in Italia a fine luglio si potrebbe arrivare a 3 mila nuovi positivi ogni giorno per raggiungere al 30 agosto un numero di casi che potrebbe oscillare tra 8 e 11 mila. Una nuova ondata, che potrebbe coincidere con la ripresa della vita normale dopo le vacanze estive e la ripartenza della scuola.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele – Guerzoni Monica 
Titolo: Il retroscena – Giustizia, resa dei conti nel M5S – Lo scontro sulla giustizia terremota i 5 Stelle Grillo incoraggia Di Maio Ma Conte non arretra
Tema: M5S

Ancora tensioni dentro il M5S. Quel post sparato a sera da Beppe Grillo in difesa del ministro degli Esteri minacciato di morte dall’Isis, per qualche lungo minuto ha scatenato il panico nel Movimento. Visto il clima incandescente per lo scontro sulla giustizia, i contiani hanno temuto un altro siluro contro l’ex premier. Ma dall’entourage del comico è arrivata la rassicurazione che no, era solo «una battuta nello stile di Grillo». La tensione resta altissima, i 5 Stelle sono al tutti contro tutti. Lo scontro tempestoso sulla prescrizione – ministri da una parte e Conte dall’altra e poi la telefonata risolutiva di Draghi a Grillo – ha complicato il lavoro dei sette «saggi», che da giorni si confrontano in videocall per conciliare i «punti fermi» dell’aspirante leader con il ruolo un po’ ingombrante del fondatore e garante. La scissione sembrava a un passo. Finché ieri sera dal tavolo dei mediatori è arrivato un refolo di o ttimismo: «C’è stata un’accelerazione e l’accordo è vicino». II caos che si è scatenato attorno alla riforma Cartabia della prescrizione avrebbe convinto i vertici del Movimento che non si può andare avanti senza un capo politico, con i gruppi parlamentari sbandati e attraversati dalla tentazione di uscire dalla maggioranza. L’incontro tra i notai delle due parti, in lotta sui punti più controversi del nuovo statuto, avrebbe avuto esito positivo. Di conseguenza Grillo sarebbe pronto a dare il via libera a Conte come capo politico vero e forte, purché l’ex premier accetti di essere affiancato da una segreteria di peso. Oggi l’assemblea straordinaria chiesta dai contiani e convocata dai capigruppo Crippa e Lichen con l’avallo di Crimi, si aprirà in un’aria da resa dei conti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pucciarelli Matteo 
Titolo: Tra Grillo e Conte nuovo braccio di ferro sui poteri del leader
Tema: M5S

I sette “saggi” nominati da Beppe Grillo si sono incontrati anche ieri, ormai siamo arrivati al nono giorno di trattative (compreso oggi) per trovare un accordo statutario tra il fondatore e Giuseppe Conte dopo la plateale rottura attorno alla nuova organizzazione del partito. Grillo aveva parlato di un generico “tempi brevissimi” nell’annunciare la soluzione di compromesso, in realtà non sta andando esattamente così ma trapela un cauto ottimismo. Una prima bozza dello Statuto rivisitato collegialmente è stata messa nero su bianco, mancano due punti da chiarire e sono legati ai poteri del capo politico e al suo rapporto con gli altri organi del nuovo M5S. Argomenti di non poco conto, lasciati per ultimi con l’obiettivo di non far saltare il tavolo proprio al fotofinish. I sette incaricati non lavorano da soli, sono stati coinvolti anche i legali dello stesso Grillo. Il quale ha fatto delle concessioni: la comunicazione sarà di competenza del presidente, la politica estera lo stesso. Non è però disposto a farsi relegare ai margini decisionali, a rivestire il ruolo del grande saggio da onorare formalmente ma poi lasciare da una parte quando il gioco si fa duro. «Beppe ha sempre fatto e disfatto quando lo riteneva necessario, è la storia del Movimento e tale resterà, a prescindere dalle formule di uno Statuto», assicura chi ha avuto modo di sentire in queste ore il comico genovese. Alla domanda: ma quando si chiude la fase di trattative?, la risposta è incerta. Oggi è in programma un incontro tra i ministri e i gruppi parlamentari via Zoom per discutere su quanto avvenuto giovedì scorso sulla riforma della giustizia. La travagliata faccenda dell’accordo di governo sulla Cartabia ha ovviamente influito nella discussione in corso: «Si sono alzati i toni per accelerare sulla leadership di Conte», racconta un’altra fonte ben informata.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Fazzo Luca 
Titolo: Il 40% dei processi è inutile Ma la Cartabia non li elimina
Tema: Riforma Cartabia

La vera sfida – se, come vuole Mario Draghi, il «pacchetto giustizia» verrà approvato senza modifiche del Parlamento – si sposta ora nei tribunali e ancor più nelle Procure della Repubblica. Perché tra le condizioni indispensabili per raggiungere l’obiettivo della riforma Cartabia ce n’è soprattutto uno: la riduzione del numero dei processi, la cancellazione dai ruoli d’udienza delle decine di migliaia di fascicoli portati avanti per ostinazione e inerzia anche quando è evidente che le prove non ci sono o che si tratta di vicende insignificanti. Solo se si riduce il numero dei processi, ritiene la ministra, diventano realistici i tempi stretti che la riforma prevede per la celebrazione dei giudizi d’appello e di Cassazione, pena l’improcedibilità del reato. E la strada più ovvia per ridurre il numero dei processi passa per l’intervento sull’enorme percentuale di processi che in primo grado terminano con l’assoluzione dell’i mputato: le statistiche ufficiali parlano del 40% di assoluzioni. Sugli oltre 1,6 milioni di processi penali pendenti oggi in Italia, 600mila sono destinati a finire in nulla. Il rimedio proposto dal governo sta tutto in una frase: gli imputati potranno essere rinviati a giudizio solo se il giudice riterrà che gli elementi raccolti giustificano una «ragionevole previsione di condanna». Sarebbe una rivoluzione copernicana rispetto alla situazione attuale, dove il criterio per mandare a processo è quello assai più blando della «sostenibilità della accusa in giudizio», e in pratica solo l’evidente innocenza dell’imputato dissuade il giudice preliminare dall’accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Jerkov Barbara 
Titolo: Intervista a David Ermini – Ermini: «Le toghe devono cambiare la loro mentalità» – «Bene la riforma, ma le toghe devono cambiare mentalità»
Tema: Riforma Cartabia

«La questione morale nella e della magistratura, per l’impatto e le ricadute sull’opinione pubblica, più che questione democratica è ormai una vera emergenza democratica. Perché il crollo di fiducia che ha colpito l’ordine giudiziario e il suo organo di governo autonomo mina alle fondamenta la legittimazione democratica della stessa giurisdizione». David Ermini parla al congresso di Md. Parole chiare, davanti a una platea di toghe. Tanto che, approvando senz’altro la riforma Cartabia appena varata dal Cdm, avverte: «La premessa è una svolta culturale prima ancora che normativa». Quale valutazione dà della riforma, presidente Ermini? «Ottima sul piano del metodo. Nel merito giudicherà il Parlamento. La ministra è riuscita intelligentemente a trovare un punto di caduta per riforme condivise. Era opportuno che si arrivasse a un accordo, perché una riforma del processo penale e civile è necessari a non solo per dare un segnale all’Europa ma in primo luogo per i cittadini. L’auspicio è che in Parlamento il clima non ridiventi gladiatorio, la giustizia deve restare fuori da strumentalizzazioni o pregiudiziali ideologiche e di interesse».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Renzi Matteo 
Titolo: «Il mio ritorno a Palazzo Chigi e l’inquietudine di fine 2020 che vedevo anche in Zingaretti»
Tema: Riforma Cartabia
Un brano tratto dal libro di Matteo Renzi «Controcorrente», edito da Piemme: “Mentre Biden annuncia come primo atto alla Casa Bianca la firma per riportare gli Stati Uniti dentro la sfida della sostenibilità ritornando tra i Paesi firmatari degli accordi sul Climate change di Parigi (che onore aver partecipato come Italia a quel processo e a quella firma!) rifletto sul fatto che aver spaccato il fronte populista mandando all’opposizione Salvini e portando l’esecutivo Conte su posizioni europeiste diametralmente opposte a quelle del Governo giallo-verde non basta più. (…) Ne parlo con Nicola Zingaretti in più di una circostanza. Scorgo in lui un’inquietudine sull’azione dell’esecutivo che è anche la mia inquietudine … E il contrappasso è che nel primo momento in cui torno nei luoghi da cui sono uscito per aver perso il referendum sento il nuovo presidente del Consiglio fare un elogio della riforma costituzionale necessaria: cambiamo i l titolo V, più poteri al Governo, pronti a discutere anche di superamento del bicameralismo paritario. Trattengo con signorilità la risata. Per la prima volta dopo quattro anni torno nel Palazzo da cui sono uscito perché sconfitto al referendum. E nella prima riunione che faccio in quelle stanze mi sembrano tutti convinti di magnificare l’importanza di una riforma costituzionale che cambi poteri del Governo, poteri delle Regioni, bicameralismo. Che incredibile contrappasso!”.
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Testata:  Giornale 
Autore:  de Feo Fabrizio 
Titolo: Centrodestra, a Torino caccia ai delusi M5s – Scatta l’operazione Torino «Guardiamo ai 5 Stelle delusi»
Tema: Centrodestra

L’occasione è servita. Il centrodestra – che sotto la Mole non ha mai vinto – questa volta sente davvero di potersi giocare la partita e cogliere una grande vittoria. L’operazione Torino parte da una candidatura forte, quella di un imprenditore credibile e stimato come Paolo Damilano, dalla coesione della coalizione e dal desiderio della città di sperimentare qualcosa di nuovo. I sondaggi non solo danno Damilano in vantaggio su Stefano Lo Russo, l’uomo scelto dalle primarie del Pd, ma indicano anche che il titolare delle Cantine Damilano del Barolo ha un maggiore potenziale di crescita personale. Naturalmente la variabile sono gli elettori che votarono Chiara Appendino. Per questo ora che si entra nei cento giorni fondamentali la missione sarà proprio quella di convincerli e fare in modo che l’ago della bilancia si sposti nella direzione giusta. «Noi lavoriamo per vincere a Torino, deve essere una grande città europea. Damilano è il miglior ca ndidato possibile, può allargare i confini dell’elettorato di centrodestra» dice Antonio Tajani, a Torino per un’iniziativa a sostegno del candidato.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Ripartita la produzione industriale: +1,3% a giugno Attese positive – Industria: +1,3% a giugno, attese positive
Tema: Ripartenza – Dati Confindustria

Una conferma delle attese positive: la produzione industriale è cresciuta nel secondo trimestre, +1,1%, con una dinamica analoga a quella del primo. A generare questo andamento è il recupero stimato in giugno, +1,3%, che conferma l’andamento positivo, nonostante la forte correzione rilevata dall’Istat in maggio (aveva segnato -1,5%). Sono i dati che emergono dall’indagine rapida sulla produzione industriale diffusi ieri dal Centro studi di Confindustria. Secondo il Csc il sostegno all’attività industriale arriva soprattutto dalla domanda interna. E’ ripartita la spesa delle famiglie, «la componente finora più debole della domanda e tassello mancante al puzzle della crescita», favorita dall’allentamento delle misure di contenimento del Covid. Gli imprenditori, dice la nota, continuano ad essere ottimisti, nonostante i timori di un possibile impatto negativo della variante Delta sui contagi. Le prospettive sono positive, l’avanzata della campagna vaccinale senza intoppi «è la precondizione principale affinché non si interrompa sul nascere una ripresa che si sta manifestando in questi mesi e che va consolidata». La fiducia degli imprenditori manifatturieri in giugno è salita ai massimi dall’autunno del 2000 «sostenuta da una ripresa della domanda che continua ad accelerare, mettendo sotto pressione la capacità produttiva delle imprese». Nell’ultimo mese i saldi dei giudizi e delle attese su produzione e ordini «hanno raggiunto livelli storicamente elevati» e sono molto migliorate le valutazioni degli imprenditori sull’andamento dell’economia e dell’occupazione nel breve periodo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Visco e Franco oltre il Covid «La ripresa va sostenuta, gli aiuti non si fermeranno»
Tema: Ripresa – Aiuti all’economia

Sostenere la ripresa in un quadro di diffusa incertezza, a causa delle varianti del Covid. E il messaggio che viene dai ministri dell’Economia e dai governatori delle banche centrali riuniti a Venezia per il G20.«Dall’ultima riunione di aprile di certo l’outlook economico è migliorato, soprattutto in alcuni Paesi sviluppati. Questo è legato ai progressi nella vaccinazione e al supporto alle politiche», ha detto il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nella conferenza stampa finale. Ma permane una distribuzione diseguale dei vaccini nel mondo, mentre la pandemia non può dirsi affatto superata. «Abbiamo però confermato il nostro impegno per l’uso di tutti gli strumenti disponibili finché sarà necessario per supportare la ripresa», ha sottolineato Franco, spiegando che bisogna «evitare un ritiro prematuro» degli aiuti all’economia. Di «acque inesplorate», ha parlato il governatore della Banca d’ Italia, Ignazio Visco, per descrivere la situazione, presente e futura. «Abbiamo bisogno di rimuovere l’incertezza – ha detto – ma nel frattempo bisogna mantenere i sostegni all’economia, anche se questi non potranno rimanere per sempre». La vaccinazione per battere Il Covid è importante, «ma la transizione lo è ancora di più – ha aggiunto -, verso un ritorno alla normalità, una normalità diversa, credo», perché la pandemia potrebbe aver cambiato il modo di consumare, oltre che di produrre. E a proposito di produzione, sempre ieri, sono arrivati segnali incoraggianti dal Centro studi di Confindustria: «Gli imprenditori continuano a essere ottimisti, nonostante la variante Delta».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Renzi Matteo 
Titolo: Renzi: basta alla logica dei sussidi, aiutare il lavoro – Reddito di cittadinanza: no alla logica dei sussidi Incentivare il lavoro
Tema: Reddito di cittadinanza

Renzi: “La cosa che mi fa più male, dell’esperienza con il M5S al Governo, è il reddito di cittadinanza. Il tempo che abbiamo la fortuna di vivere chiede fantasia, creatività, innovazione. Non sussidi. La scelta di introdurre il reddito di cittadinanza non è stato un tentativo di combattere la povertà, ma di combattere la voglia di fare, specie nel Mezzogiorno. . Vengo da una cultura in cui combattere la povertà significa investire sull’educazione, sul benessere, sulla sanità pubblica. Il Movimento Cinque Stelle ha costruito una indecorosa sceneggiata che è proseguita con il capo di Anpal, Mimmo Parisi, ideatore dei navigator e responsabile di uno dei maggiori scempi istituzionali e conflitti di interesse dell’ultimo decennio con il fallimento dell’Inps, incapace con il proprio portale di gestire molti dei servizi a essa delegati. I poveri sono cresciuti, i posti di lavoro diminuiti, la credibilità dei grillini azzer ata. Ma ancora oggi molta gente vive di sussidi e non accetta l’idea di trasformare il reddito di cittadinanza in uno strumento che veramente funzioni. Quei denari vanno dati come incentivo al lavoro, non come incentivo a restare a casa sul divano. Per farlo occorre un gesto politico forte. Ecco perché nel 2022 Italia Viva raccoglierà le firme in tutto il territorio nazionale per chiedere un referendum che abolisca il reddito di cittadinanza”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Minenna Marcello 
Titolo: Reddito di cittadinanza da cambiare
Tema: Reddito di cittadinanza

Un tema ricorrente negli ultimi tempi è la carenza di lavoratori stagionali che rischia di rallentare la ripresa di alcuni tra i settori più colpiti dalla pandemia come il turismo e la ristorazione. All’appello mancherebbero dai 150mila ai 200mila lavoratori, cioè oltre un quarto del fabbisogno dei mesi estivi. Questa carenza deriva in parte dalla scarsa attrattività degli impieghi stagionali la cui precarietà spesso si accompagna a retribuzioni inadeguate, mansioni pesanti e orari insostenibili. Ma c’è anche la paura di perdere il reddito di cittadinanza. Infatti, salvo poche eccezioni, accettare una proposta di lavoro stagionale comporta la decurtazione o l’azzeramento del sussidio statale. In molti casi invece rifiutare una o anche più proposte non preclude il diritto a percepire tale sussidio. È evidente la distorsione rispetto all’obiettivo di favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. Una valida alternativa potre bbe consistere nel trasformare quello che oggi per lo Stato è quasi esclusivamente un costo fisso nel prezzo sostenuto dall’erario per assicurare ai datori di lavoro la possibilità di trovare la manodopera necessaria tra I percettori del sussidio. A tal fine si potrebbe consentire la cumulabilità dell’assegno di cittadinanza con redditi da lavoro stagionale prevedendo al contempo la perdita dell’assegno a fronte del rifiuto di un certo numero di proposte d’impiego in sedi non eccessivamente distanti dal luogo di residenza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: I dossier fisco e concorrenza da chiudere entro luglio Ora Draghi guarda avanti
Tema: Riforma fiscale – Legge sulla concorrenza

Semmai archiviati i due ultimi capitoli, giustizia e Rai, cosa che lo rende «soddisfatto di stare rispettando il programma che ci siamo dati», ora l’attenzione di Palazzo Chigi è tutta volta a varare la legge sulla concorrenza e la legge delega sulla riforma fiscale, entrambe entro la fine del mese. La prima è un obbligo di legge, il dettaglio delle misure è in corso di definizione, ma una parte del provvedimento sarà certamente costituito dalla sintesi delle proposte formulate dall’Antitrust, suddivise in diverse aree tematiche: sviluppo delle infrastrutture per la crescita e la competitività, riforma del settore degli appalti pubblici, interventi per assicurare efficienza e qualità dei servizi pubblici locali, rimozione delle barriere all’entrata nei mercati, promozione di un’economia sostenibile, interventi nel servizio sanitario e settore farmaceutico e nel rilascio delle concessioni. Negli stessi giorni il governo varer&agrav e; la legge delega sulla riforma del Fisco, avendo fra i punti di riferimento l’indagine conoscitiva espletata dal Parlamento e coordinata da Luigi Marattin. Un lavoro molto articolato, che al termine di decine di audizioni ha prodotto un testo condiviso dalla maggior parte dei partiti. II provvedimento è allo studio del ministero dell’Economia e non si sa ancora da quante risorse verrà accompagnato. Di sicuro si tratterà, almeno nelle ambizioni, di una riforma organica di semplificazione e di una rimodulazione, anche delle aliquote dell’Irpef, tesa a consegnare in prospettiva al Paese un sistema fiscale più votato alla crescita economica. E allo studio un abbassamento dell’aliquota media effettiva che grava sui redditi di quello che una volta si chiamava ceto medio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Sì alla tassa globale La svolta dei Grandi – G20, l’accordo storico sulla minimum tax cambia il fisco globale
Tema: G20

Tutte le grandi multinazionali dovranno pagare una tassa minima del 15 per cento e dovranno versare le imposte nei Paesi dove vendono prodotti e servizi. È la decisione presa dal G20 a Venezia: si partirà dal 2023. In realtà l’intesa testimonia che il clima, rispetto all’inizio del millennio quando la globalizzazione era nel mirino dei movimenti, è assai cambiato: stavolta le regole puntano ad imbrigliare multinazionali, arbitraggi e Far West fiscale. Lo spiega bene il nostro ministro dell’Economia, Daniele Franco, padrone di casa e regista del summit, nella conferenza stampa di ieri sera, affiancato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: «Si può definire un accordo storico perché per la prima volta si impongono delle norme globali per le multinazionali e si regolamenta la concorrenza fiscale». Il meccanismo, che andrà affinato in sede Ocse fin dai prossimi giorni, prevede una doppia tenaglia per le multinazion ali e segnatamente per i giganti del web, Google & Co. In un’intervista a Repubblica il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans spiega: «La svolta ambientale del Green Deal sarà anche sociale e sosterrà le famiglie».
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Testata:  Repubblica 
Titolo: Intervista a Frans Timmermans – Timmermans: l’Ue vara il “Green Deal” sociale, aiuteremo le famiglie – Timmermans “Investire su famiglie e auto elettriche Ecco il nostro Green Deal”
Tema: Green deal

Il “Green deal” dovrà essere anche «sociale». Altrimenti sarà un fallimento. Sarà indispensabile dare la possibilità alle industrie di adeguarsi «passo dopo passo» e sostenere le famiglie nel cambiamento. Per questo l’Europa costituirà un nuovo fondo “ad hoc”, il Fondo Sociale per l’Azione Climatica. Perché chi più inquinerà, più pagherà: dalle imprese alle auto, dagli aerei al riscaldamento. Il futuro è elettrico. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione e responsabile Ambiente, definisce «una rivoluzione» il pacchetto verde che il governo europeo presenterà mercoledìi prossimo. Quello che a Bruxelles chiamano il “pacchetto dei pacchetti”. E che modificherà per sempre le abitudini di tutti. Con l’obiettivo di abbattere l’inquinamento del 55% entro il 2030. Un progetto che cambierà l’Europa? Ma quanto? «Stiamo affrontando un comp ito importante. Il nostro obiettivo finale è il 2050. Raggiungere la neutralità Dobbiamo climatica. Ma serve un percorso. Significa ridurre prima le emissioni di inquinamento del 55% in 9 anni. E per farlo dobbiamo sostanzialmente cambiare tutto. Perché con le norme in vigore adesso, arriveremmo al 40% di riduzione».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Patucchi Marco 
Titolo: Le multinazionali licenziano Landini: “Stop al Far West”
Tema: Gkn di Campo Bisenzio

Secondo Carlo Bonomi «le aziende che stanno procedendo a chiusure potevano licenziare anche prima, perché la cessazione di attività era una delle deroghe alla moratoria». Maurizio Landini, chiedendo al governo la convocazione delle imprese coinvolte, sostiene che «questi atteggiamenti da Far West sono fuori dalle logiche, dalle leggi del nostro Paese e anche dall’accordo che abbiamo firmato con il governo e con tutte le associazioni». Ma quello che il presidente di Confindustria e il leader della Cgil omettono, il giorno dopo il licenziamento di 422 lavoratori da parte della Gkn di Campo Bisenzio, è l’altra faccia dei loro ragionamenti. Perché da un lato è eticamente e politicamente discutibile che un’impresa, pur in presenza di norme che in teoria lo consentirebbero, comunichi via e-mail, come ha fatto la Gkn a pochi giorni dal termine della moratoria, il licenziamento dei lavoratori. Dall’altro, l’avviso comune tra parti so ciali al quale si riferisce Landini è un blando «impegno a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro». Insomma, acqua fresca come sembra indirettamente confermare il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, quando pur sottolineando lo sdegno per le «modalità» di quanto avvenuto, aggiunge: «Mi sembra perb una questione che ha delle caratteristiche specifiche. Ci troviamo di fronte a un caso particolare che stiamo valutando».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Riccio Sandra 
Titolo: Il governo: 1,7 miliardi per l’industria tech
Tema: Ipcei

Sarà un importante sostegno per aiutare le imprese italiane nei progetti strategici nei settori della microelettronica, delle batterie e del calcolo ad alte prestazioni. Prende il via il Fondo a sostegno della realizzazione degli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo (Ipcei) che rientrano tra le catene del valore strategiche individuate dalla Commissione europea, sulla base della loro capacità di generare innovazione tecnologica, migliorare i prodotti e i processi di produzione, e favorire una crescita economica sostenibile. L’avvio dei finanziamenti – dell’ammontare complessivo di 1, 7 miliardi di euro – arriva con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto firmato del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco. Il passo è importante e permetterà a molte imprese di fare il salto di qualità necessario per diventare sempre più protagoniste in ambiti che stanno diventando sempre più di primo piano.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: Di Maio e le minacce: avanti contro l’Isis
Tema: Lotta al terrorismo

«La conferenza anti Daesh presieduta dal ministro Luigi Di Maio è stata un successo e il governo resta impegnato nel contrasto al terrorismo», così ieri il premier Mario Draghi, esprimendo pieno sostegno al ministro degli Esteri italiano, citato in un bellicoso editoriale pubblicato l’8 luglio scorso sull’ultimo numero di al-Naba, il magazine ufficiale dell’Isis, con espresse minacce rivolte al nostro Paese: «Lo Stato islamico prenderà Roma». Proclami non nuovi, che anche in questa occasione vengono considerati pura propaganda dalle unità di intelligence e sicurezza italiane. L’allarme, però, comunque è scattato perché l’editoriale richiama esplicitamente la riunione a fine giugno «nella Roma dei Crociati» della Global Coalition Against Daesh e presieduta proprio da Di Maio insieme con il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. «Il ministro degli Esteri italiano – scrive al-Naba&nbsp ;- ha ammesso che non è sufficiente combattere l’Isis in Iraq e Siria ma bisogna guardare ad altre regioni in cui è presente». E ancora: Di Maio ha definito «preoccupante» l’espansione dello Stato Islamico in Africa e nel Sahel, affermando che «proteggere la regione significa proteggere l’Europa». Così, la sua risposta all’Isis è fermissima: «Siamo decisi ad andare avanti sia sul lato militare, potenziando l’azione della Coalizione, che su quello della cooperazione allo sviluppo. Stabilizzare la Siria, l’Iraq e il Sahel significa fermare all’origine, in stretta cooperazione con i nostri alleati e i governi interessati, il fenomeno terroristico. Non saranno le minacce a fermare l’azione dell’Italia».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  m.pucc. 
Titolo: Minacce Isis, solidarietà a Di Maio Draghi: impegno contro il terrorismo
Tema: Lotta al terrorismo

«Pieno sostegno e profonda solidarietà al ministro degli Esteri», anche perché «la conferenza anti-Daesh da lui presieduta (e che si è tenuta in Italia) è stata un successo. Il governo resta impegnato nel contrasto al terrorismo», dice il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il giorno dopo quanto rivelato da Repubblica, cioè le minacce dell’Isis rivolte al nostro Paese e a Luigi Di Maio – che risulta essere fra i principali bersagli «dei mujaheddin», è scritto nella pubblicazione teorica degli estremisti islamici – per il suo impegno diplomatico nel limitarne l’avanzata militare e la sfera di influenza in Medioriente, sono numerosi e per una volta bipartisan i messaggi di solidarietà nei suoi confronti. Dal segretario del Pd Enrico Letta alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, dal ministro Roberto Speranza (Leu) al collega di Forza Italia Renato Brunetta, da Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana al già compagno di partito di Di Maio, Alessandro Di Battista. Beppe Grillo invece si concede una battuta: «Di Maio non ti preoccupare. Sono meno pericolosi dei grillini più agguerriti!», dice riferendosi ai miliziani dell’Isis. «Non saranno le minacce a fermare l’azione dell’Italia nella lotta al terrorismo – replica invece il ministro – Siamo decisi ad andare avanti sia sul lato militare, potenziando l’azione della coalizione internazionale contro l’Isis, che su quello della cooperazione allo sviluppo, supportando le Istituzioni locali. Stabilizzare la Siria, l’Iraq e il Sahel significa fermare all’origine, in stretta cooperazione con i nostri alleati e i governi interessati, il fenomeno terroristico».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Oppes Alessandro 
Titolo: Spagna, via la ministra degli Esteri per salvare i rapporti con il Marocco
Tema: Spagna

Un terremoto politico. Che il premier spagnolo Pedro Sánchez avesse in mente un rimpasto per il suo governo di coalizione Psoe-Unidas Podemos, in carica da gennaio dello scorso anno, era noto da tempo. Ma nessuno fino a ieri mattina ne immaginava la portata. Per questo la bomba è esplosa con fragore ancor maggiore quando si sono conosciuti i nomi dei “bocciati”. Uno fra tutti, quello della ministra degli Esteri, Arancha González Laya, sacrificata sull’altare delle relazioni diplomatiche con il Marocco, che con la crisi dei migranti di fine maggio hanno toccato il punto più basso degli ultimi decenni. Le autorità di Rabat accusavano la ministra di aver avuto un ruolo di primo piano nell’accoglienza offerta in Spagna al leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali  – considerato il nemico numero uno del Marocco per la sua lotta alla guida del popolo saharawi – ricoverato in un ospedale di La Rioja per curarsi dal Covid. Proprio quell’episo dio scatenò la reazione senza precedenti del governo marocchino, con l’apertura delle frontiere che separano il Paese dall’enclave spagnola in terra marocchina di Ceuta, invasa in poche ore a fine maggio da quasi 10mila migranti. Le tensioni si sono poi in parte stemperate, ma le relazioni tra i due Paesi non sono ancora tornate alla normalità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Logroscino Adriana 
Titolo: L’Europa e l’allarme Delta
Tema: Emergenza Covid-19

Era il timore maggiore: che con la ripresa del turismo, invocata, desiderata, attesa, tornasse a correre il contagio. La situazione fotografata da alcuni Paesi europei e riportata dalla circolare del ministero della Salute che lancia «l’allerta internazionale variante Delta» lo conferma. Il Covid ha ripreso la sua corsa, moderatamente, un po’ dovunque. Ma in alcuni Paesi, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi e Finlandia, sono evidenziati picchi riconducibili non soltanto alla maggiore contagiosità della variante Delta, ma anche alla circolazione di turisti, di tifosi, alle serate nei locali, in cui si concentrano soprattutto i giovani, ai concerti, agli eventi «super diffusivi». Alla socialità, insomma, vissuta senza mascherine né distanza. Infatti i primi a contagiarsi sono i ragazzi. inevitabilmente poi il virus raggiunge le altre fasce d’età, a cominciare dai loro familiari. La circolare firmata dal direttore generale del dipart imento Prevenzione del ministero, Giovanni Rezza, nel lanciare l’allerta, guarda con preoccupazione ad agosto, quando la variante Delta riguarderà dal 70 (a inizio mese) al 90% dei casi. «Durante i mesi estivi, ogni allentamento delle misure senza un contemporaneo aumento dei livelli di vaccinazioni complete nella popolazione, potrebbe portare a un repentino e significativo aumento dei casi in tutte le fasce d’età, soprattutto sotto i 50 anni, con un incremento associato di ricoveri e decessi».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Amabile Flavia 
Titolo: La variante Delta spaventa l’Europa raffica di chiusure
Tema: Emergenza Covid-19

Aumentano i contagi in Europa, la variante Delta avanza costringendo molti Paesi a fare marcia indietro sulle aperture. L’incremento è in una fase esponenziale, secondo le previsioni entro la fine di agosto la variante Delta avrà un’incidenza in Europa a del 90%. Per questo motivo le autorità sanitarie insistono per non far rallentare la campagna di vaccinazioni. In Italia sono più di 23 milioni gli immunizzati, arrivando a 57 milioni di somministrazioni. Si cerca anche di potenziare il tracciamento e il sequenziamento dei contagi. , spiega il ministero della Salute in una circolare inviata a Regioni e Province autonome. Per fortuna le forniture procedono senza interruzioni, compensando le limitazioni legate all’utilizzo di AstraZeneca. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha annunciato che l’Europa ha già fornito circa 500 milioni di dosi, sufficienti per immunizzare il 70% della popolazione, ed è pronta a fare di pi&ugr ave;. In Italia cresce l’incidenza con 1.400 nuovi casi (per il terzo giorno oltre quota mille) e un tasso di positività dello 0,67% sui test effettuati. Ieri si sono registrati 12 decessi mentre il numero complessivo delle persone ricoverate è sceso a 1.147. È nei Paesi con una minore percentuale di vaccinazione che si vive la situazione più drammatica, come in Russia, dove sabato sono stati accertati 752 decessi provocati dal Covid-19, il massimo in un solo giorno dall’inizio dell’epidemia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Foschini Paolo 
Titolo: Haiti disperata e senza guida Il governo vuole i soldati Usa
Tema: Haiti

E adesso il cosiddetto governo provvisorio di Haiti, come se i precedenti fossero stati qualcosa di diverso nella sostanza, chiede a Onu e Stati Uniti di mandare truppe nel Paese. Anzi di rimandarcele, visto che le ultime se n’erano andate un po’ per volta a cavallo del grande terremoto 2010 coperte pure di una discreta vergogna. E rimandarcele per mettere ordine in un caos che già era allucinante prima e figuriamoci dopo l’assassinio, mercoledì scorso, del presidente Jovenel Moïse: sui cui retroscena si accumulano di giorno in giorno nuovi dettagli tra spy e gangsterstory, mentre tutti parlano di nuove elezioni ma nessuno sa come farle davvero. A invocare una polizia internazionale per provarci è stato l’altroieri il premier ad interim Claude Joseph: «Abbiamo bisogno urgente di aiuto», ha detto all’Ap. E una lettera di richiesta in tal senso è arrivata anche alle Nazioni Unite, come ha confermato senza ulteriori dettagli il portavoce dell ‘assemblea Farhan Haq. Ma dall’amministrazione Biden per ora hanno fatto sapere che gli Usa a Port-auPrince potrebbero mandare al massimo qualche ispettore dell’Fbi. Anche perché nessuno ha ben chiaro chi sia allo stato l’interlocutore haitiano con cui parlare.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Washington frena sugli aiuti a Haiti “Nessun intervento militare Usa”
Tema: Haiti

Il caos ad Haiti aumenta, se fosse possibile dopo l’uccisione del presidente Jovenel Moïse, tra richieste di interventi militari esterni e rivalità politiche interne, che sfociano in nomine più o meno legittime di nuove leadership. Il primo ministro ad interim Claude Joseph ha chiesto aiuto tanto agli Usa, quanto all’Onu: «Abbiamo senza dubbio bisogno di assistenza, e l’abbiamo domandata ai nostri partner internazionali». Fonti dell’amministrazione Biden però hanno risposto che al momento non ci sono piani per un intervento militare, come quello ordinato nel 1994 da Clinton per rimettere al potere Aristide, o peggio ancora l’occupazione decisa da Wilson nel 1915. Washington sta aiutando le indagini, attraverso gli agenti dell’Fbi del dipartimento alla Homeland Security inviati a Port-au-Prnce, ma non ha intenzione di essere coinvolta in un’operazione militare che promette di costare molto tanto sul piano economico, quanto su quello politico. La p osizione americana resta che la soluzione devono trovarla i cittadini haitiani, ristabilendo la calma e andando al voto in maniera ordinata a settembre, per scegliere il nuovo capo dello stato. Anche l’Onu ha confermato di aver ricevuto una richiesta di aiuto, che riguarda l’invio di truppe per stabilizzare il Paese, e personale della sicurezza per proteggere le installazioni chiave. Il segretario generale Guterres però non ha il potere di ordinare una simile operazione, che invece richiede l’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza, dove bisognerebbe mettere d’accordo Usa, Russia e Cina sull’opportunità e le modalità dell’intervento.
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Testata:  Stampa 
Autore:  M.Per. 
Titolo: Bulgaria al voto anticipato per superare l’era Borissov
Tema: Elezioni in Bulgaria

Oggi la Bulgaria torna alle urne per le elezioni anticipate, necessarie dopo il fallimento di formare un governo all’indomani del voto del 4 aprile. In un Paese spaccato in due, su cui pesa la crescente insofferenza per l’ex premier Boyko Borissov che, pur vincendo le elezioni di primavera, non è riuscito a trovare una maggioranza di governo, sarà decisivo il voto dei giovani, scesi in piazza l’anno scorso e ancora determinati a votare per accelerare il cambiamento del Paese ferito dalla corruzione sistemica e profonda. A scontrarsi con il conservatore Borissov ci sarà Stanislav Trifonov, detto “Slavi”, popolare cantante di musica balcanica e showman, anche lui populista pur essendo pro-Ue, con il suo partito “C’è un popolo come questo” (Itn), dato in vantaggio – seppure di poco – su Borisov e il suo partito di centro-destra Gerb (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria). Ad aver eroso la fiducia in Borisov – al potere quasi ininterrottamente da u n decennio – ci sono accuse di autoritarismo e soprattutto una serie casi di corruzione che hanno investito tutte le istituzioni.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: L’avanzata dei talebani su Herat e sul confine
Tema: Afghanistan

I video circolati in Rete sono inequivocabili con la propaganda che parla di un buon 85 per cento del Paese ormai strappato al governo di Kabul. E se la situazione resta fluida, ora anche parte del confine con l’Iran è sotto controllo dei talebani che ieri hanno preso anche le città di Islam Qala e Torghundi, sui principali valichi di frontiera con l’Iran e il Turkmenistan, nella provincia di Herat. Ed è proprio da questa regione, già messa sotto pressione dal flusso di sfollati interni, che all’inizio di giugno si è ritirato il contingente italiano. Il tutto mentre il ritiro definitivo dei soldati statunitensi, completato ormai al go per cento, è stato annunciato dal presidente Joe Biden per la fine di agosto. Una situazione che preoccupa perché, se da un lato sono riprese a Teheran le trattative tra i talebani e il governo di Kabul, è chiaro come l’esercito afghano fatichi a mantenere il controllo del Paese, eccezion fatta per la capitale. Il ministero della Difesa ieri ha annunciato che le forze governative hanno riassunto il controllo di Qual-i-Naw, nella provincia occidentale di Badghis, attaccata mercoledì e si prepara a inviare un contingente nella provincia di Herat.
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