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SINTESI IN PRIMO PIANO – 10 giugno 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Verso gli Stati Generali: Conte vede i ministri, pressing da Pd e M5S.
– Consiglio Ecofin. Recovery Fund, si tratta ma cresce il fronte del no.
– Tregua Conte – Gualtieri: pronto il piano per la ripresa.
– A Houston l’ultimo saluto a George Floyd. Joe Biden: E ora giustizia raziale.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Ora Conte dice sì agli incontri Ma il piano di rilancio non decolla
Tema: Verso gli Stati Generali

Giuseppe Conte non balla più da solo, prova ne sia il via vai di ministri chiamati a Palazzo Chigi per lavorare all’agenda degli Stati generali dell’economia. Un evento che il Pd e Italia Viva, dopo averlo aspramente contestato, vogliono all’insegna della collegialità e non più costruito in solitaria dal capo del governo. L’organizzazione della kermesse, pensata da Conte per rilanciare la compagine giallorossa, è scandita da incontri e vertici preparatori e complicata dalla consegna, da parte di Vittorio Colao, del piano per il rilancio dell’Italia. Un elenco di 102 proposte che, per paradosso, hanno raccolto molti applausi a destra e molte critiche a sinistra e nei partiti della maggioranza. Tanto che a Palazzo Chigi ieri sera si stavano ancora chiedendo se sia il caso di invitare Colao agli Stati generali, col rischio che il manager faccia ombra al premier e che il suo lavoro venga scambiato per l’agenda ufficiale dell’evento.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sideri Massimo 
Titolo: Il retroscena – Colao e l’invito agli Stati generali Possibile, se non diventano propaganda
Tema: Verso gli Stati Generali

E ora il campo da gioco cambia. Si chiama Stati generali, Roma, politica. Non più incontri su Zoom, condivisone di file e riunioni lontane dai riflettori. Finito il lavoro della Task force, Vittorio Colao si trova ancora a Milano. Deve decidere se andare nella capitale o ripartire per la sua amata Londra. La volontà di andare c’è, a patto che gli Stati generali non diventino «propaganda elettorale». L’accordo con il premier Giuseppe Conte, d’altra parte, suonava più o meno così: la Task force non parli con la stampa e venga a parlare agli Stati generali. Ma in che contesto? In quale momento? In una posizione di «rilievo» oppure nelle retrovie? Insomma, le parole del premier saranno soppesate per vedere anche quale sarà, alla prova dei fatti, il valore che si vorrà dare a un piano che ieri, a tratti, sembrava piacesse più per certi versi all’opposizione.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: L’analisi – Il premier commediografo – Il premier s’improvvisa commediografo
Tema: Verso gli Stati Generali

Nell’ora della pennichella, in una piazza Montecitorio deserta per colpa del caldo e dell’epidemia, a sentir parlare Cristian Romaniello, 5 Stelle, fino a ieri sostenitore senza «se» e senza «ma» di Giuseppe Conte, c’è da non credere alle proprie orecchie. «Questa storia degli Stati generali sembra una commedia di Goldoni – spiega -: si fanno queste cose quando non si sa che pesci prendere». Poi ti fa la domanda che non ti aspetti: «Ma Conte dura? Dicono che a settembre… Di Maio è sempre pronto a puntualizzare che Conte non è l’ultima spiaggia di questa legislatura. E il Premier ce la sta mettendo tutta per cadere: se ha intenzione di fondare un partito, non è che noi e il Pd stiamo qui ad aspettare che lo faccia».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Stefano Folli 
Titolo: Il punto – Il cortocircuito tecnici-politici – Quel cortocircuito tra tecnici e politici
Tema: Verso gli Stati Generali

Il fattore dominante della crisi ormai non è più la confusione, diventata quasi familiare nei mesi della pandemia. L’elemento chiave, come sta emergendo in questi giorni, è il rischio del cortocircuito politico-istituzionale, effetto possibile dello strano gioco in corso al di fuori dei canali classici di una democrazia parlamentare. Per puntellare il suo governo il presidente del Consiglio non si rivolge alle due Camere, bensì tenta di organizzare uno show mediatico in una villa romana e lo chiama “Stati generali”: una mossa il cui obiettivo è consolidare il profilo del premier come garante dell’Europa, cioè del percorso economico e finanziario che la Commissione richiede a garanzia delle risorse post-Covid. L’operazione, come è noto, provoca irritazione e fastidio tra due soci principali della maggioranza, Cinque Stelle e Pd, che si sentono relegati a un ruolo secondario e vedono Conte che procede da solo: imprudente, certo, ma convinto di essere comunque meno debole e incerto dei partiti obbligati a sostenerlo. Sullo sfondo si attende sempre che prenda forma il cosiddetto “piano nazionale per le riforme”, anch’esso concepito in raccordo con gli aiuti e i prestiti promessi dall’Europa. E non è chiaro quali siano gli intrecci tra il “piano”, che dovrebbe essere tipica materia parlamentare, e gli incombenti “Stati generali”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Il retroscena – Assedio a Conte Tra Pd e 5 Stelle spunta l’ipotesi di Guerini premier
Tema: Verso gli Stati Generali

«L’insofferenza verso il premier non è mai stata così alta nel Pd», rivela un dirigente appena uscito dalla sede del Nazareno. Il segretario Nicola Zingaretti si morde la lingua, più di tanto non può dire, ma basta l’istantanea consegnata da una sola frase, «il governo vada avanti, ma concreto e senza pigrizie», per far capire che aria tira dalle sue parti. Se il malumore verso Conte monta tra i suoi ministri, è l’inazione verso ferite aperte da mesi come i casi Mittal, Alitalia e Atlantia ad agitare Zingaretti. Sono le decine di fronti aperti e i fondi europei da gestire, a far dire ai suoi ministri «non abbiamo mica vinto le elezioni, che ci mettiamo a fare la lista delle cose da fare con gli Stati generali». E se alla scossa del segretario si aggiunge quella del suo vice Andrea Orlando, che invita Conte «ad evitare false partenze» e ad un «approfondimento» sui fondi europei che consentono «una svolta», allora si capisce che l’irritazione per queste assise convocate da Conte senza imbastire una strategia comune, stia crescendo di ora in ora.
Il ministro della Cultura, secondo i rumors che circolano tra i Dem, avrebbe stretto una sorta di patto con Matteo Renzi e Luigi Di Maio: per sostituire Giuseppe Conte con Lorenzo Guerini, un ex democristiano come lui, gran tessitore e personaggio apprezzato in alto loco
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia 
Titolo: Stati generali: Stati generali, Conte vede i ministri Ma continua il pressing di Pd e M5S
Tema: Verso gli Stati Generali

Una serie di incontri bilaterali con i vari ministri in due giorni (ieri è stato il turno del capodelegazione del Pd Dario Franceschini e dei ministri Enzo Amendola, Giuseppe Provenzano, Luigi Di Maio, Gaetano Manfredi e Fabiana Dadone) per raccogliere proposte settoriali da inserire nel Piano per l’Italia che sarà presentato alle parti sociali agli annunciati Stati generali che dovrebbero partire a Roma venerdì pomeriggio e occupare anche metà della prossima settimana. Giuseppe Conte tiene il punto sull’appuntamento annunciato e subito ridimensionato dagli alleati, Pd in primis, come l’inizio di un percorso per la “ricostruzione” dell’Italia che durerà mesi. Il premier sta lavorando al documento da giorni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: La delusione della task force dopo le critiche dei politici
Tema: Il piano di Colao

Il giorno dopo è difficile trovare qualcuno tra i 23 esperti (economisti, sociologi, manager) del comitato presieduto da Vittorio Colao che sia contento. Le reazioni suscitate dal loro rapporto al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su come rilanciare l’Italia sono state generalmente negative. Per ora nessuno reagisce ufficialmente perché, spiegano, «ci siamo dati la regola del silenzio e l’unico che può parlare è Colao». Ma, con la promessa dell’anonimato, si raccolgono commenti diversi, dettati anche dalle differenti provenienze professionali ed esperienze con le istituzioni. C’è chi è sorpreso di «tanta attenzione e tanta cattiveria» e chi invece, avendone viste molte, con una scrollata di spalle osserva: «C’era da aspettarselo, questo è il Paese delle polemiche e invece lo spirito del rapporto è proprio quello di invitare alla condivisione delle proposte, fatte con l’unico scopo di aiutare il Paese in questa fase difficilissima». Tutti sono stupiti, alcuni anche arrabbiati, del fatto che si rimproveri alla commissione di aver avanzato troppe proposte (102, a loro volta articolate in sottoproposte) invece di selezionarle. «Ma fare le scelte spetta alla politica, non agli esperti», è l’affermazione ricorrente.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: L’importanza del nuovo fattore C
Tema: Il piano di Colao

Lo hanno chiamato con disprezzo il libro dei sogni, lo hanno definito con sdegno un lavoro inutile, lo hanno declassato senza averlo neppure letto a semplice contributo da non prendere sul serio. Eppure, a voler leggere senza paraocchi le centoventuno pagine del famoso rapporto Colao, si capirà che una delle ragioni per cui sembra fare molta paura il piano suggerito dall’ex amministratore delegato di Vodafone è legata al fatto che quel piano – che meriterebbe di essere apprezzato anche perla semplice circostanza che una degli esperti che si sono rifiutati di firmarlo si chiama Mariana Mazzucato – è come uno specchio in cui la politica vede riflesse molte delle sue contraddizioni.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Cottarelli Carlo 
Titolo: Piano Colao la mania dei condoni – L’ennesimo condono fiscale vero difetto del Colao
Tema: Il piano di Colao

Non so se quello che si racconta sulla reazione negativa di Conte al piano Colao sia vero. Ma è verosimile, visto che, se non ci fossero stati contrasti, ci sarebbe stata almeno una conferenza stampa congiunta tra i due. Ma non ci si deve stupire se, come in passato, la politica non accetta in modo entusiastico il parere dei tecnici. Certo, «è la politica che deve decidere», ma dopo aver chiesto un parere a tecnici indipendenti, sarebbe anche giusto se la politica spiegasse perché certi consigli non sono stati accettati. Insomma, mi coglie un senso di deja vu… Ma non è di questo che voglio parlarvi, né della difficoltà di capire perché il premier, prima ancora che venisse finalizzato il piano Colao (da lui stesso nominato), abbia deciso di convocare gli “Stati Generali dell’Economia”. In tanti hanno già sollevato dubbi sull’utilità di tale evento. Ma non voglio avere preconcetti: vedremo cosa accadrà fra qualche giorno. Voglio invece commentare alcuni aspetti del piano Colao. È un piano complesso, presentato in due documenti: un «Rapporto per il presidente del Consiglio dei ministri» di 53 pagine e le 102 «Schede di lavoro». Ma è un piano estremamente utile, sia a livello strategico, sia in termini di suggerimenti concreti da attuare nell’immediato e nel medio periodo. L’enfasi data, in particolare, a una riforma della pubblica amministrazione che la renda alleata, e non ostacolo, dell’attività delle imprese, a una pubblica istruzione e ricerca di alta qualità per formare il capitale umano, e a infrastrutture moderne e verdi (senza nulla togliere agli altri tre pilastri della proposta) sono di particolare importanza.
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Testata:  Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia 
Autore:  Napoletano Roberto 
Titolo: Con due Italie non si riparte
Tema: Il piano Colao

Se gli Stati Generali dell’Economia vogliono avere una possibilità di successo devono fare l’esatto contrario di quello che ha fatto il comitato di esperti guidati da Vittorio Colao. Non discutiamo la qualità tecnica e la ricchezza degli approfondimenti, ma l’Italia non ha bisogno di un nuovo libro dei sogni e le risorse europee a fondo perduto sono a fronte di progetti riconoscibili, con scadenze precise, monitorabili, monitorati e attuati. Vogliamo essere ancora più chiari. Non discutiamo il valore dell’esercitazione accademica che vale per quello che è e che può valere per qualunque Passe al mondo. Abbiamo, però, il dovere di segnalare che anche l’esercitazione accademica per un Paese come l’Italia è priva strutturalmente di peso scientifico se non parte e se non si conclude dichiarativamente con l’esame del problema strutturale delle due Italie che rappresentano comunità con un reddito pro capite che è l’uno la metà dell’altro. Nessuna esercitazione accademica può avere prospettiva di lungo termine se non riconosce l’assunto di base che le proposte si riferiscono a due Paesi separati nel reddito, nelle infrastrutture, nella quantità, qualità e dimensione delle strutture produttive, digitali, scolastiche, sanitarie e di servizi in genere.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Il retroscena – E nel Pd spunta l’idea di candidare il ministro a sindaco di Roma
Tema: Gualtieri candidato sindaco?

Cinque pedine, ma un solo candidato vero. Il Partito democratico è a caccia del sindaco di Roma, del possibile successore di Virginia Raggi, ed è una ricerca serrata, già in corso, con un anno abbondante di anticipio. Le telefonate dell’istituto di sondaggi, tra i più quotati a livello nazionale, sono in corso in questi giorni. Ma la notizia è che al fianco dei quattro outsider che il segretario (e governatore del Lazio) Nicola Zingaretti sta facendo testare, c’è il ministro di maggior peso del governo giallorosso: il responsabile dell’Economia Roberto Gualtieri. Scelta tutt’altro che casuale, quella del leader dem, che si sarebbe mosso a prescindere dall’effettiva intenzione del ministro di lasciare via XX Settembre per approdare in Campidoglio da qui a dodici mesi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda – R.Es. 
Titolo: Fondo per la ripresa, Paesi Ue ancora distanti ma si tratta
Tema: Recovery Fund

A poco più di una settimana dal prossimo vertice europeo, dedicato in gran parte alle trattative su un nuovo bilancio comunitario, alcuni paesi continuano ad affilare le armi e a difendere strenuamente le loro posizioni, almeno in pubblico. Tuttavia, si respira cautissimo ottimismo, e l’obiettivo è di trovare un accordo entro luglio. Intanto le dimissioni di Mário Centeno da ministro delle Finanze in Portogallo hanno aperto la corsa alla successione per la guida dell’Eurogruppo. Una riunione dei ministri delle Finanze europei, presieduta dalla Croazia, è stata ieri l’occasione per misurare la temperatura del negoziato, anche se la trattativa non riguarda direttamente i dicasteri economici (è in mano ai ministri degli Affari europei). In una conferenza stampa ieri, il ministro delle Finanze croato Zdravko Maric ha riferito delle perduranti divergenze di veduta tra i paesi membri, ma ha anche notato che la discussione, tutta concentrata sul Fondo per la Ripresa, è stata «utile».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Centeno lascia, l’Italia punta sulla spagnola Calvino
Tema: Recovery Fund

Centeno lascia la presidenza dell’Eurogruppo. Il ministro portoghese abbandona anche il governo di Antonio Costa, inseguito da alcune polemiche e lanciato nella corsa per la Banca centrale del suo Paese. Ma crea un vuoto in Europa: la guida del tavolo dei ministri delle Finanze della moneta unica è centrale e il “morbido” Centeno dal 2017 è stato punto di riferimento per le istanze dei mediterranei e dell’Italia. Andrà sostituito entro il 9 luglio. Per ora non ci sono candidature ufficiali ma, spiegano autorevoli fonti europee, i mediterranei hanno già scelto il loro cavallo: la ministra spagnola Nadia Calvino. Ieri intanto il Recovery Plan da 750 miliardi proposto da Bruxelles è sbarcato sul tavolo dei ministri delle Finanze, in attesa di essere discusso il 19 giugno dai leader in un vertice interlocutorio, che dovrebbe preparare un secondo summit probabilmente il 9-10 luglio. I “frugali” e i Visegrad hanno ribadito il no al piano di Ursula von der Leyen. Eppure restala convinzione che a luglio, magari in un terzo vertice nella seconda metà del mese, si chiuderà: così avrebbe deciso di imporre Angela Merkel. Dietro le quinte circola l’ipotesi di una mediazione tedesca di tagliare parte dei 250 miliardi di prestiti (compensati da Mes e Sure) per salvare gli aiuti da non rimborsare (500 miliardi), ritenuti fondamentali per salvare dal tracollo l’Italia (e quindi l’eurozona).
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bassi Andrea 
Titolo:  «Il regionalismo è da rivedere, ora va rafforzato lo Stato»
Tema: Intervista a Giuseppe Provenzano – Il Recovery plan

Ministro del Sud Giuseppe Provenzano, stanno per iniziare gli Stati generali dell’economia. Quali sono le richieste per il Mezzogiorno? «Anzitutto non li chiamerei Stati generali per una ragione di scaramanzia storica. Ne ho appena parlato con Conte, e il Sud arriverà all’appuntamento con un vantaggio». Un vantaggio? «Il piano Sud 2030 da 123 miliardi che è stato il frutto di un lavoro partecipato». Quel piano però, è stato scritto prima dell’emergenza Covid? «Certo, ma resta attuale, per certi versi ancora più urgente, e lo stiamo attuando. Dico di più, è stato l’argine durante la crisi al ripetersi di ciò che è costantemente avvenuto durante ogni emergenza: il dirottamento delle risorse del Sud». Non teme che l’avere già programmato 123 miliardi di investimenti, possa lasciare il Mezzogiorno fuori dalla ripartizione dei 170 miliardi del Recovery plan europeo? «Assolutamente no. È la stessa Commissione a riconoscere un ruolo fondamentale alla coesione territoriale nell’uso dei fondi del Recovery plan».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide 
Titolo: Reddito di emergenza, un altro flop – Reddito di emergenza verso il flop Le domande sono solo 244mila
Tema: Reddito di emergenza, un flop

A meno di tre settimane dalla pubblicazione del decreto “Rilancio” (34/2020) Inps manda in pagamento i primi 67mila Redditi di emergenza (Rem), l’aiuto economico perle famiglie più in difficoltà che non hanno finora beneficiato di altri sussidi, compreso il Reddito di cittadinanza. Ma la buona notizia della velocità di esecuzione arriva assieme a quella cattiva delle poche domande presentate: 244.355 finora. Di questa poco più di 147mila sono quelle in istruttoria, mentre circa 39mila sono state respinte: Inps settimana scorsa aveva comunicato che in molti casi mancava la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) valida. Per un confronto, le domande di Reddito di cittadinanza hanno finora registrato un tasso di cancellazione del 25%. I candidati al Rem sono dunque meno di un terzo dei nuclei stimati dal governo nella Relazione tecnica che accompagna il decreto o degli 85mila indicati nelle microsimulazioni dell’Ufficio parlamentare di Bilancio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: : Tra Conte e Gualtieri il giorno della tregua “Adesso le riforme”
Tema: Governo, tregua Conte-Gualtieri

È il giorno della tregua. Una pace d’interesse siglata da Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri, dopo una guerriglia senza quartiere tra il Pd e Palazzo Chigi. Il premier e il suo ministro dell’Economia, a sera, giurano di essere impegnati a limare in gran segreto un mega piano di riforme del governo. Sarà presentato agli Stati generali. Lo chiameranno “masterplan” e servirà a recepire alcune idee della task force di Colao, ad aggiungerne altre partorite dai ministri giallorossi, a rassicurare l’Europa per ottenere i finanziamenti del recovery fund. Al testo dell’esecutivo che sarà la base del grande Piano nazionale delle Riforme – lavora pure il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera. Proprio lui, la figura attorno a cui l’esecutivo è arrivato sull’orlo dell’implosione.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Riforme e meno burocrazia per ricostruire il Paese
Tema: Convegno dei Giovani di Confindustria – La ripresa

Tre parole chiave: opportunità, ternpistica, coraggio. La tragedia della pandemia va colta per ricostruire il paese, utilizzando le risorse europee, facendo quelle riforme, a partire dalla burocrazia, che finora hanno rallentato la crescita. Opportunità, quindi. Da cogliere subito, senza tentennamenti. E con coraggio: che viene chiesto a tutti, imprese, banche e soprattutto alla politica, chiamata a prendere decisioni importanti e in tempi stretti. È il messaggio che è arrivato ieri da imprenditori, banchieri, protagonisti del mondo della finanza, che si sono incontrati sul web per discutere su come “Ripartire più forte”. Questo era il titolo del convegno organizzato dai Giovani imprenditori di Confindustria e dal fondo di investimenti Quadrivio Group, moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tarnburini.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferrera Maurizio – Stefanelli Barbara 
Titolo: Investire sull’energia dei giovani – Mai sacrificare l’energia dei giovani
Tema: La ripresa

Sappiamo che i nuovi posti non si creano quando i lavoratori più anziani muoiono o vanno in pensione. Si creano con lo sviluppo, l’apertura del mercato, l’innovazione. Nessun alibi, dunque: non ci sono spazi improvvisamente liberi a fare da materasso per attutire la caduta. La ripartenza sarà lenta e faticosa. E, senza politiche di sostegno mirate e monitorate, non ci sarà affatto per i 178 milioni di giovani che erano attivi nei settori più aggrediti dalla crisi e per quei 328 milioni titolari di «lavori precari». A questo punto è fondamentale ricordare che non parliamo soltanto di un’emergenza occupazione, chiusa in una bolla nera: un intero ciclo esistenziale è minacciato. Senza lavoro non c’è reddito, si è costretti a restare a casa dei genitori. Viene così rinviato a tempo, quello sì, «indeterminato» il momento in cui l’individuo costruisce la propria indipendenza e va a sperimentare relazioni stabili di convivenza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tridico Pasquale 
Titolo: La lettera – Inps a fianco delle imprese
Tema: Tridico sulle imprese

“Caro Direttore, approfitto della Sua ospitalità per meglio chiarire il mio pensiero sul sistema imprenditoriale italiano. Il valore aggiunto, che l’intero sistema delle piccole medie e grandi imprese italiane fornisce al Paese, è assolutamente una delle componenti fondamentali della nostra economia. Le imprese italiane producono valore e lavoro. Eproprio nella gestione di questa pandemia abbiamo avuto modo di apprezzare quanto gli imprenditori italiani abbiano acuore i destini dei propri dipendenti. Ben 4331.098 lavoratori dipendenti hanno ricevuto l’anticipazione degli ammortizzatori sociali da parte dei rispettivi datori di lavoro. E questo testimonia quanto questi tengano alle proprie risorse umane e quanto sia sano il sistema imprenditoriale italiano”.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: Europa, riaprono i confini – La Grecia: «Sì agli italiani» Ecco dove si può viaggiare
Tema: Europa riapre i confini

Partire sì, ma per dove? Il mondo intero è una grande incognita, anche adesso che è iniziata la Fase 3 e sono scattate le riaperture dei confini dopo l’emergenza Covid. L’Europa si presenta a macchia di leopardo, anche se il bilancio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, dopo il tour diplomatico tra Berlino, Lubiana e Atene può dirsi positivo: «Sono contento — ha detto ieri al termine del vertice di Atene con il collega Nikos Dendias — che il ministro mi abbia rassicurato sul fatto che la Grecia aprirà all’Italia entro la fine del mese, eliminando qualsiasi obbligo di quarantena, con l’impegno altresì a valutare, in base ai dati, una riapertura già dalle prossime settimane». La conferma è arrivata dallo stesso Dendias: «Dal prossimo lunedì la Grecia toglierà in maniera graduale le limitazioni». E sempre dal 15 giugno, dati epidemiologici permettendo, anche la Slovenia aprirà le frontiere agli italiani: senza più quarantena o altre restrizioni. Nella vicina Croazia, invece, è già possibile entrare dal 29 maggio: l’unica condizione, per il turista italiano, è presentarsi alla frontiera munito della prenotazione in albergo o in altra struttura. Comunque le novità non sono finite: dopo tante polemiche, secondo un’anticipazione del quotidiano viennese Der Standard, anche l’Austria, all’alba del 16 giugno, cioè martedì prossimo, riaprirà il confine con l’Italia e tornerà così la libera circolazione al passo del Brennero
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Austria e Grecia verso la fine delle restrizioni agli italiani
Tema: Europa riapre i confini

Cadono gli ultimi “muri” post Covid per la libera circolazione degli italiani nei Paesi europei. Da lunedì prossimo e fine alla fine del mese le autorità greche elimineranno ogni obbligo di quarantena ancora in vigore per i cittadini provenienti da alcune regioni (Piemonte, Veneto e Lombardia). Tra oggi e domani anche Vienna dovrebbe abolire le restrizioni per gli italiani dopo un ultimo consulto sui dati dei contagi tra i rispettivi ministri della Salute. Più complicata la situazione fuori dallo spazio Schengen come i Paesi della ex Jugoslavia (Serbia, Bosnia, Croazia e Montenegro) che rappresentano meta anche per i turisti italiani.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: L’urlo da Houston, al funerale di George «L’America non è mai stata grande»
Tema: L’ultimo saluto a George Floyd

È il momento delle emozioni, della preghiera. E il tempo per il «cambiamento» e per la «giustizia». A Houston, nella chiesa di «The Fountain of Praise», davanti alla bara dorata di George Floyd, si alternano musica e discorsi appassionati. C’è molta attesa per il video registrato di Joe Biden. Il candidato democratico per la Casa Bianca aveva incontrato la famiglia di Floyd lunedì, nel corso della lunga veglia cui hanno partecipato 6.362 persone. Il messaggio di Biden è breve. Parole di conforto per «la coraggiosa Gianna», 6 anni, figlia di George. Poi un accenno agli «abusi sistematici del razzismo» e «un appello all’America» perché abbandoni «l’indifferenza, la sfiducia»: «È giunta l’ora della giustizia razziale. Possiamo davvero cambiare il mondo».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: “Onestà e giustizia, non tagli” la scelta di Biden divide i Dem
Tema: L’ultimo saluto a George Floyd

«No, sono contrario a tagliare i fondi alla polizia». Nel giorno del funerale di George Floyd a Houston, Joe Biden rompe con l’ala sinistra del suo partito e scontenta i cortei della protesta anti-razzista. L’ex vice presidente di Barack Obama, candidato democratico alla Casa Bianca, si dissocia nettamente dallo slogan più gridato e cantato nelle manifestazioni: “De-fund the police”. Per Biden sarebbe un errore e spiega perché: «Condivido il dolore e la frustrazione di chi chiede un cambiamento. Una riforma e urgente. Voglio condizionare i finanziamenti federali alle forze dell’ordine, in modo che vadano a quei corpi di polizia locale che garantiscono il rispetto di standard basilari di onestà e giustizia». La tutela dell’ordine pubblico e della legalità, spiega ancora il candidato all’elezione presidenziale, richiede più mezzi, soprattutto nelle aree dove si concentrano povertà e disagio sociale. La spaccatura è totale, con un pezzo consistente del suo stesso partito.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Attanasio Ghezzi Cecilia 
Titolo: Il satellite svela i silenzi cinesi “Il Covid a Wuhan già in agosto”
Tema: Cina e il Covid 19

«E’ assurdo, decisamente assurdo, trarre questo tipo di conclusioni sulla base di una superficiale osservazione del traffico». Così la portavoce del ministero degli affari esteri Hua Chunying liquida lo studio della Harvard Medical School che anticipa la presenza del nuovo coronavirus ad Wuhan addirittura allo scorso agosto. La ricerca, che la portavoce non ha letto e che è ancora in fase di valutazione “peer review”, si basa su immagini satellitari e ricerche internet. Le prime dimostrerebbero un incremento netto dei veicoli che hanno affollato i parcheggi di cinque ospedali di Wuhan tra agosto e dicembre 2019, mentre le seconde registrano, a dicembre scorso, un picco di ricerche su Baidu, il Google cinese, delle parole tosse e diarrea. Se tosse e affollamenti negli ospedali possono essere spiegati con l’influenza stagionale, notano gli stessi ricercatori, la diarrea è un sintomo specificatamente correlato alla Covid19. Ma che il virus ormai responsabile di oltre 7 milioni di contagi e 400 mila morti fosse presente a Wuhan già lo scorso dicembre lo sapevamo già. Il punto è che l’abbiamo saputo troppo tardi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Il retroscena – Affari in cambio del silenzio La strategia di Al Sisi per chiudere il caso con l’Italia
Tema: Il caso Regeni

«Il prezzo del sangue, è questo che paga l’Egitto. Sisi in qualche modo crede di risarcire così il suo debito con l’Italia, per rimanere vicino al nostro Paese…». Un diplomatico italiano, uno dei più esperti sulla complessità del mondo arabo, sus- surra con imbarazzo le parole che pronuncia. Una interpretazione drammatica. Ma forse non lontana dal vero. «Per un caso evidente, l’Egitto adesso vuole comprare lo stesso tipo di navi che ha già acquistato dalla Francia. Ma vuole farlo dall’Italia. Poteva continuare con la Francia. Ma Sisi non ha modo di ammettere la verità sul caso Regeni, non può incriminare chi ha commesso l’omicidio, perché l’assassinio è di Stato. E allora trova anche questo modo per tenere l’Italia vicina alla sua parte, in un momento che per il Mediterraneo, con la guerra di Libia, è rivoluzionario». C’è tutto il dramma di un ragionamento raggelante, ma anche abbastanza veritiero dentro queste parole. E seguire il filo della crisi in Libia serve a capire come si è arrivati a questo punto fra Italia ed Egitto.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Paci Francesca 
Titolo: Regeni, il Parlamento convoca Conte “Chiarisca i rapporti con Al-Sisi”
Tema: Il caso Regeni

Paola e Claudio Regeni hanno finito, dopo le lacrime, le parole. I social listano a lutto l’insegna gialla che ancora, sbiadita, garrisce dal balcone di qualche municipio, chiedendo verità. Il presidente della Commissione d’inchiesta sull’assassinio del ricercatore friulano, Erasmo Palazzotto, la mette giù dura e convoca il premier Conte sulla maxicommessa della discordia: «La scelta di questo governo tradisce le promesse fatte alla famiglia». A quattro anni e mezzo dalla scoperta che il Cairo poteva riservare a un cittadino italiano la sorte destinata a migliaia di oppositori locali, la notizia che l’Italia si accinge a vendere all’Egitto due fregate multiruolo, 4 navi, 20 pattugliatori, 24 caccia e 24 aerei addestratori, il maggiore contratto militare dal dopoguerra che farebbe del Cairo il primo acquirente di sistemi militari nostrani, agita l’esecutivo giallo-rosso come mai i precedenti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano 
Titolo: “Sì alle navi al Cairo” Crimi spacca i 5S – La commissione Regeni convoca Conte “Dia spiegazioni sulle navi all’Egitto”
Tema: Il caso Regeni

Il Pd contro il Pd. 5 Stelle contro 5 Stelle. Tutto mentre l’ufficio di presidenza della commissione parlamentare d’inchiesta blocca i lavori e convoca il premier Giuseppe Conte: «La scelta del governo rischia di pregiudicare la ricerca della verità» dice il presidente, Erasmo Palazzotto. La decisione del Governo italiano di vendere all’Egitto di Al Sisi le due navi Fremm già consegnate alla Marina militare italiana spaccano il governo Conte. Da una parte chi — come Gianni Cuperlo, Lia Quartapelle, Giuliano Pisapia o il 5 Stelle Gianluca Ferrara — chiede un ripensamento immediato. Dall’altro chi invece antepone la realpolitik: su tutti il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crini, che ieri ha sostenuto che «non vendere le fregate all’Egitto non avrebbe portato nessun valore aggiunto nel percorso per raggiungere la verità sulla morte di Giulio». La famiglia Regeni non la pensa così. Ieri Paola e Claudio, insieme con il loro avvocato Alessandra Ballerini, hanno affidato proprio a Repubblica un lungo sfogo, sdegnato, davanti alla decisione del Governo. «Questo governo ci ha traditi» hanno detto.
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