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SINTESI IN PRIMO PIANO – 10 agosto 2019

– Salvini sfiducia Conte e teme una trappola Pd-5S;
– Sfida sulla data delle elezioni;
– La crisi fa crollare la Borsa, lo spread vola a 238. Fitch ‘avverte’;
– L’aumento dell’Iva costerà 541 euro in più per ogni famiglia.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Salvia Lorenzo
Titolo: Ora è scontro per la data del voto Salvini evoca l’inciucio M5S-Pd
Tema: Sfida sulla data delle elezioni
La crisi di governo apre la sfida sulla data delle elezioni anticipate. Dopodomani comincia il percorso per andare alle urne. Resta incandescente la tensione nel governo. Il ministro Matteo Salvini attacca il Movimento Cinque Stelle: stanno trattando con il Partito democratico. Replica l’altro ministro Luigi Di Maio: tu hai votato con il Pd, sei un giullare. Intanto i mercati reagiscono male alla crisi. Lo spread torna a salire ed arriva a quota 241. La Borsa di Milano chiude con una perdita di quasi il 2 e mezzo. L’agenzia Fitch conferma la pagella dell’Italia, ma pesa l’incertezza economica. 
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Testata:  Repubblica
Autore:  Lauria Emanuele – Ricci Piero
Titolo: Voto subito (ma c’è chi dice no) – Salvini teme l’inciucio 5S-Pd “Voto subito, niente giochi”
Tema: Sfida sulla data delle elezioni
Il Capitano senza paura, stavolta, un timore lo confessa apertamente: «Tira un’aria strana, non vorrei che accadesse qualcosa di incredibile». «Un governo Di Maio-Renzi. Avverto toni troppo simili, nelle dichiarazioni di Pd e M5S». Neppure il popolo desnudo di Termoli, sul lungo asse ideale che collega il Papeete al profondo Sud, scaccia via questo pensiero dalla testa di Salvini, che nel suo tour da rockstar e candidato premier scorge in lontananza lo spettro del ribaltone, del «gioco di Palazzo». «Sarebbe un insulto alla democrazia, una truffa», sbotta il segretario della Lega. «I miei parlamentari saranno lunedì a Roma, pronti per la sfiducia a Conte. Il Paese non può aspettare». «La legge sulla riduzione dei parlamentari è un paravento: se dovessimo aspettare la sua entrata in vigore – replica Salvini – passerebbe un anno». È tutto qui, il nodo dei tempi, che preoccupa il segretario leghista. E il ministro torna a rifilare un fendente a Di Maio, senza mai nominarlo: «Il prossimo governo durerà cinque anni a colpi di sì. Non di elemosina o assistenza».
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Testata:  Repubblica
Autore:  Vecchio Concetto
Titolo: Sfiducia dopo Ferragosto I dubbi del Quirinale su elezioni a novembre
Tema: Sfida sulla data delle elezioni
Il Quirinale al momento non interverrà sui tempi della crisi, ma tiene in considerazione che il clima del “tutti contro tutti” tra i partiti possa portare a un voto in tardo autunno, addirittura a novembre, mettendo così a rischio la manovra, che quest’anno si annuncia particolarmente dura se si vuole evitare l’aumento dell’Iva. Sergio Mattarella è da ieri a La Maddalena, per qualche giorno di riposo. Qui attenderà che il percorso parlamentare si compia. I contatti con Roma sono costanti. Dalla conferenza dei capigruppo al Senato, lunedì, si potrebbe capire quando andremo a votare. Se – come confermano fonti parlamentari – la mozione di sfiducia della Lega a Giuseppe Conte sarà discussa il 20 agosto, allora il voto a fine ottobre, verosimilmente il 27 ottobre, sarà l’opzione più concreta. Se invece la Lega, che chiede di fare presto, sarà messa in minoranza dagli altri gruppi, che al contrario non hanno fretta, rinviando così «la parlamentarizzazione» ai primi di settembre, allora i tempi slitterebbero, perché si rischierebbe il voto a novembre.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Ciao ciao Di Maio Il favorito è Conte – M5S, finisce l’era Di Maio Per il candidato premier parte l’operazione Conte
Tema: M5S, finisce l’era Di Maio

«Da oggi le decisioni le prendiamo insieme. Ma ognuno di noi dovrà rispettare e tenere per sé quel che viene detto in questa stanza». Luigi Di Maio chiama la vecchia guardia del Movimento in un appartamento segreto del centro di Roma e, simbolicamente, getta la spugna. È finita l’era del cerchio magico del capo, finiti i giorni in cui il vicepremier M5S faceva tutto da solo. Le scelte dell’ultimo anno sono state interamente sue, e sono state fallimentari. Il leader M5S ha bisogno di dare un’idea di unità. Soprattutto, ha bisogno di non avere nemici. Perché politicamente ha perso tutto, a soli 33 anni, nel giorno d’agosto in cui Salvini ha deciso di staccare la spina. Così li chiama a raccolta: Max Bugani, che solo pochi giorni fa aveva lasciato in polemica la sua segreteria, è lì insieme ad Alessandro Di Battista, allontanato per una frase del suo ultimo libro. Ci sono i fedelissimi ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro. C’è Davide Casaleggio ma anche i senatori “critici” Paola Taverna e Nicola Morra. I capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, fondamentali per tenere i gruppi parlamentari in subbuglio. La maggior parte di loro sono al secondo mandato e non potrebbero correre alle prossime elezioni. Ma la variabile più importante ha il nome di Giuseppe Conte. È lui che il Movimento vorrebbe proporre come candidato premier. Mentre il ruolo del presidente della Camera Roberto Fico sarà fondamentale nella gestione dei tempi della crisi e nel tentativo di calendarizzare il taglio dei parlamentari.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  a.cuz. 
Titolo: Patuanelli “Votiamo il taglio dei parlamentari con chi ci sta”
Tema: Intervista a Stefano Patuanelli 

«L’unico vero motivo è non consentire a questa legislatura di approvare il taglio dei parlamentari. Non vediamo nessun’altra ragione valida per quest’accelerazione di agosto, a Camere già chiuse. Solo qualche giorno fa il governo ha preso la fiducia con un’ampissima maggioranza sul decreto sicurezza». «Mancavano anche due senatori della Lega, con i quali saremmo arrivati oltre la maggioranza assoluta. Nessuno si aspettava 160 voti quel giorno, ma ci sono stati». II che dimostra che avete votato qualsiasi cosa, pur di restare al governo, è la considerazione del giornalista. Patuanelli: «Non è vero. Ci sono molte cose che abbiamo bloccato: ricordo che se non ci fosse stato il Movimento l’emendamento sull’eolico dell’ex sottosegretario leghista Armando Siri, tanto voluto da Paolo Arata, sarebbe passato». D: Cosa dirà Conte al Senato? R.: «I tempi della crisi li decide il presidente della Repubblica. Il percorso sarà trasparente alla luce del sole. Ma per capire quello che succederà da lunedì bisognerebbe avere la sfera di cristallo». «Il nostro obiettivo è approvare in quarta lettura la riduzione dei parlamentari e tornare immediatamente al voto. È evidente che per farlo ci dev’essere una maggioranza alla Camera che approvi la riforma, ma non ci interessa sapere chi sono i singoli parlamentari che lo faranno».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Taglio dei parlamentari, la carta quasi impossibile che può far slittare tutto
Tema: Taglio dei parlamentari

Più passano i giorni, più gli avversari di Salvini potrebbero realizzare le trappole nelle quali sperano di incastrarlo per evitare le elezioni anticipate. Perciò il leader della Lega preme sulla Casellati perché la mozione di sfiducia contro Conte venga calendarizzata già la prossima settimana. Se il voto del Senato dovesse slittare, alla Camera i grillini tenterebbero di sfruttare il tempo per far approvare con un blitz d’Aula la riforma che riduce il numero dei parlamentari: in quel caso il governo potrebbe anche cadere ma la legislatura sarebbe salva, perché le procedure costituzionali che si innescherebbero congelerebbero il ritorno alle urne almeno fino all’estate del prossimo anno. È chiaro che per una simile operazione servirebbe un accordo politico su larga scala, che dovrebbe coinvolgere i Cinquestelle, il Pd e anche Forza Italia: sarebbero i prodromi di una nuova maggioranza. Ma Zingaretti si mostra scettico all’idea, sostenendo che in prospettiva «noi non possiamo caricarci sulle spalle l’onere della prossima Finanziaria»: un valido argomento per non dire che preferirebbe stilare le liste elettorali del partito e così de-renzizzarlo. Mentre Berlusconi pretende dalla Lega garanzie: «Sottoscriviamo un accordo prima del voto».
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Sullo stesso tema si segnala dalla Stampa il retroscena:
Salvini e la telefonata pre-crisi a Berlusconi: “Mi garantisci che Fi non farà strani patti?”
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: Il tetto dei mandati decapita i vertici (si salva solo Dibba) Spinta per la deroga
Tema: M5S

Il ministro Fraccaro ha ribadito ieri a SkyTg24: «Nel M55 c’è la regola dei due mandati, per me ci sono due mandati». Ma non tutti nel Movimento la pensano allo stesso modo. Diversi parlamentari – alcuni anche direttamente toccati dalla causa – valutano se non sia il caso di «chiudere un occhio». «In fondo se finisse nel giro delle prossime settimane, questa sarebbe la legislatura più breve della storia della Repubblica», fa notare un pentastellato. «Meno di diciotto mesi, davvero poco per bruciare tutta l’esperienza fatta in questi anni», sottolinea un altro. L’ipotesi che serpeggia, ma che non è stata toccata dai vertici (lo sarà solo una volta chiariti i tempi e le dinamiche di un eventuale ritorno alle urne), è quella di una deroga. Un’idea che prende quota. Uno «strappo alle regole» se necessario da valutare attraverso un voto di ratifica su Rousseau, spiegando a cosa andrebbe incontro Il Movimento, che si vedrebbe falcidiato, privato dei suoi elementi di spicco. Non tutti, a dire il vero. Infatti, c’è chi ha fatto un solo mandato come Alessandro Di Battista o Gianluigi Paragone e, grazie alle nuove regole e al «mandato zero», anche il socio di Rousseau Max Bugani. Tutti e tre, nel caso di Movimento decimato, chiamati a essere i nuovi frontman dei pentastellati in Parlamento.
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Testata:  La Verita’ 
Autore:  Belpietro Maurizio 
Titolo: L’editoriale – La trappola del governo elettorale – Il premier gioca per sé ma gli italiani l’hanno capito
Tema: Analisi

I grillini provano a far passare il taglio dei parlamentari che allontanerebbe il voto di mesi. Gli altri si appellano ai regolamenti per rallentare le procedure. Poi c’è la richiesta di un esecutivo ad hoc, così da togliere al leghista il posto di ministero dell’Interno durante la campagna. Sono tutte scuse per non restituire più la parola agli italiani. L’editoriale di Belpietro:
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Rebotti Massimo 
Titolo: Lega pigliatutto: 297 deputati – La nuova Camera? Sovranisti in vetta
Tema: Sondaggi e proiezioni

Un Parlamento profondamente diverso rispetto all’attuale, con un centrodestra (in tre versioni diverse) sempre dominante. Se si «proiettano» le ultime intenzioni di voto rilevate da Ipsos sulla Camera dei deputati, il panorama, rispetto alle Politiche del 4 marzo 2018, ne uscirebbe terremotato. Cominciamo dall’ipotesi al momento preferita, secondo le dichiarazioni, dal leader della Lega Matteo Salvini: «Corriamo da soli». In questo caso il Carroccio passerebbe dagli attuali 125 seggi a 297, non lontanissimo quindi dall’autosufficienza. A quel punto, con i «compagni di viaggio» come li ha chiamati il ministro dell’Interno, il traguardo dei 316 deputati verrebbe agevolmente raggiunto, visto che, tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, il bacino di potenziali alleati è di 62 parlamentari. In questa ipotesi il Pd otterrebbe il suo miglior risultato, passando dagli attuali 114 deputati (con +Europa) a 135. Oltre al boom leghista, l’altra costante delle simulazioni è la débâcle M5S che, dalla vetta degli attuali 216 seggi, passerebbe a 122. E questa, tra le tre, è perfino l’ipotesi migliore per il Movimento. L’asse sovranista: è lo scenario politicamente più probabile: un patto tra Lega e Fdl, auspicato da Giorgia Meloni già all’indomani delle Europee. L’asse sovranista volerebbe a 358 seggi, maggioranza robusta e omogenea. Di conseguenza sarebbero più deludenti i risultati del Pd, 122 seggi, e del M5S, 106.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fontana Luciano 
Titolo: Fine di un’illusione – La fine di un’illusione che non poteva durare
Tema: L’analisi

E’ accaduto nel cuore di agosto quello che era chiaro da molti mesi. L’alleanza giallo-verde e il contratto tra i due vicepremier gemelli si erano da tempo inabissati in un vortice di accuse, polemiche, sgarbi, veti paralizzanti per il governo. I sondaggi dall’inizio dell’anno segnalavano un percorso impossibile per chi sembrava costretto a stare insieme: tutti i benefici per Matteo Salvini, tutti i danni per Luigi Di Maio e il suo partito trionfatore nelle elezioni del 4 marzo del 2018. L’esecutivo e l’attività dei ministri (l’uno contro l’altro in ogni occasione) erano diventati un campo di battaglia. Il risultato finale era davanti agli occhi di tutti: Consigli dei ministri inconcludenti, qualche volta della durata di pochi minuti. Sospetti reciproci e proclami che tentavano di nascondere il nulla. Tutto questo mentre il Paese arrancava con i suoi indici economici depressi. Le elezioni europee hanno certificato definitivamente il capovolgimento dei rapporti di forza, hanno gettato in un abisso di delusione e rabbia il Movimento Cinque Stelle, di esaltazione ed euforia la Lega. Non poteva durare e non è durata.
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Testata:  Sole 24 Ore 

Autore:  D’Alimonte Roberto 
Titolo: Perché Salvini ha deciso lo strappo – Che cosa ha spinto Salvini allo strappo
Tema: L’analisi

L’analisi del politologo D’Alimonte: la Tav è un alibi. Una ragione ben più solida è il mancato accordo sull’autonomia. Su quello, però, non si poteva rompere con il rischio di fare una campagna elettorale Nord contro Sud. Ma la Lega Nord ha mal digerito l’ennesimo rinvio. Anche il taglio dei parlamentari ha avuto un peso. La riforma costituzionale avrebbe dovuto concludere il suo iter in Parlamento a settembre. L’eventuale richiesta di referendum ne avrebbe allungato i tempi di applicazione. Una volta approvata definitivamente i collegi elettorali avrebbero dovuto essere ridisegnati. Il rischio di un rinvio a data incerta di eventuali elezioni anticipate era concreto. Senza contare che andare al voto dopo il taglio avrebbe drasticamente ridotto la rappresentanza parlamentare degli eventuali vincitori. E poi c’è la questione della legge di bilancio per il 2020. Fino ad oggi molti pensavano che Salvini preferisse farla insieme al M5S. Adesso evidentemente ha cambiato idea. Ma questi fattori non bastano a spiegare la decisione di Salvini. Senza le elezioni europee e i dati di sondaggio non ci sarebbe la crisi. La Lega è ancora sopra il 35% delle intenzioni di voto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rizzo Sergio 
Titolo: Quanto vale Matteo da solo – Quanto vale Salvini
Tema: I sondaggi

Giuseppe Conte ha ragione, dice Ilvo Diamanti: «È evidente che la popolarità di Matteo Salvini dipende anche dal contesto di stabilità di cui Conte è garante». Dunque è anche merito suo. Con il paradosso che il capo della Lega «apre la crisi adesso che gli indici di fiducia sono particolarmente alti verso il governo, e di riflesso anche verso il presidente del Consiglio». E la apre dietro l’impulso di andare da solo alle elezioni, sperando di fare cappotto. Ma chi gli potrebbe dare torto? Ha preso un partito sprofondato al 4 per cento, che alle Europee del 2014 era andato poco oltre il 6: alle Politiche del 2018 ha sfondato la soglia del 17 per raddoppiare fino al 34,33 per cento delle ultime Europee. E la sua marcia trionfale sembra inarrestabile. Fatti come Moscopoli, il caso Siri, o l’episodio del Papeete avrebbero probabilmente aperto una falla nella linea di galleggiamento di chiunque, ma non nella sua. Fra i sondaggi più recenti c’è chi lo proietta oltre il 38 per cento, a un soffio dal record storico di consensi di Matteo Renzi: quel 40 e rotti alle elezioni europee del 2014. E, tuttavia, da solo non ce la può fare. Si dovrà necessariamente appoggiare a Fratelli d’Italia, mentre per qualche analista è escluso che gli convenga elettoralmente portarsi dietro Forza Italia: “Per lui potrebbe essere addirittura controproducente”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Le certezze e gli interrogativi
Tema: L’analisi

Al punto in cui siamo la questione non è più se andremo alle elezioni, ma come ci si andrà. Ci sono un paio di punti fermi che aiutano a chiarire il quadro accanto a interrogativi ancora senza risposta. Il primo punto fermo è la posizione di Zingaretti e del Pd. Il segretario ha sempre detto di volere il voto anticipato senza subordinate; secondo, costruire le liste elettorali con persone di fiducia e così liberarsi del maggior numero possibile di renziani. Se Zingaretti, come si presume, sarà determinato anche nei prossimi giorni, non ci saranno combinazioni in Parlamento per sostenere governi “tecnici” o di scopo. Naturalmente non c’è da credere che tutti i passaggi fino allo scioglimento delle Camere saranno lineari. C’è anzi da attendersi un gran lavorio dietro le quinte da parte di coloro che desiderano rinviare le urne. E’ un fronte trasversale che accumuna forze o gruppi anche molto ostili tra loro. C’è poi un nodo molto delicato ancora irrisolto: il governo Conte dimissionario può gestire le elezioni? Può farlo con Salvini, protagonista e aspirante premier, al ministero dell’Interno? La questione è ancora sullo sfondo ma scotta. È il tema istituzionale ma anche assai politico su cui Mattarella tiene le carte coperte. Prepariamoci a giornate intense.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Salvini si sfida con i voti, non con i veti
Tema: L’analisi

Una scuola di pensiero individua come strategia possibile la trasformazione del governo di transizione – che verrà nominato dal presidente della Repubblica per accompagnare il paese al voto dopo aver preso atto della sfiducia all’attuale premier – in un esecutivo, sostenuto tanto dal Pd quanto dal M5s, più invernale che balneare, capace cioè di “evitare di far scattare l’Iva” e “mettere in sicurezza il paese” qualora la crisi di governo dovesse innescare una crisi finanziaria (ieri spread a 240 punti). Ma è la tesi della battaglia elettorale quella giusta per tentare di realizzare quello che ogni democrazia matura dovrebbe essere in grado di fare: dimostrare che l’alternativa al bubbone salviniano è un progetto vincente e non una fredda formula algebrica frutto di un accordo tra partiti un po’ incapaci, un po’ codardi e un po’ perdenti. Salvini è un pericolo per l’Italia e la convergenza di interessi per rallentare la sua ascesa può essere persino giustificabile. Ma considerare un tabù le elezioni solo per paura di perderle non è una strada giusta per arginare il consenso dell’avversario.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Zapperi Cesare 
Titolo: «Così si farà l’autonomia» – «L’agonia è finita Col nuovo esecutivo chiuderemo subito sull’autonomia»
Tema: Intervista a Luca Zaia 

«L’esperienza di questo anno ha ampiamente dimostrato – spiega il governatore leghista del Veneto Luca Zaia – che i 5 Stelle sono incompatibili con qualsiasi progetto di governo, che si tratti di amministrare un Comune o di guidare il Paese. Non si può entrare nelle istituzioni con una logica barricadera. Questa loro perenne contrapposizione a qualsiasi progetto è alla fine antidemocratica». «La Lega ci ha creduto fino in fondo. Era un’esperienza inedita ma il contratto di governo era un progetto eccezionale. Valeva la pena provarci». «Lavorandoci insieme, abbiamo capito che il socio era incapace di corrispondere alle attese dei cittadini. E ora agiamo di conseguenza». «Io dico: si vada subito alle elezioni e il nuovo governo varerà la sua manovra» e con il nuovo esecutivo «saremo pronti per chiudere subito la partita» sull’autonomia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martini Fabio 
Titolo: Molinari (Lega): “Conseguenze gravi se non si va al voto” – “Sospette le sue mosse Palazzo Chigi cerca nuove maggioranze”
Tema: Intervista a Riccardo Molinari 

Riccardo Molinari da presidente dei deputati della Lega sta seguendo passo passo la “pratica” scioglimento delle Camere: i Cinque stelle vanno al ralenti, mentre per voi prima si chiude e meglio è? Molinari: “Una volta preso atto che è impossibile andare avanti, chiediamo al presidente Mattarella e ai presidenti delle Camere di velocizzare il più possibile la procedura per lo scioglimento anticipato, andare al voto e avere un governo in ottobre. Ma non lo chiediamo per un interesse di parte». «Noi vorremmo che ad ottobre ci fosse un governo pienamente legittimato, speriamo a guida Lega, per partire subito e realizzare quel che serve al Paese”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Retroscena – Commissario Ue, l’Italia ha tempo fino al 26 Resta in pole Garavaglia, oppure Centinaio
Tema: Commissario Ue

Entro il 26 agosto da Palazzo Chigi deve partire una lettera con i nomi dei candidati italiani al ruolo di commissario europeo, indirizzata alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Non ci sono margini per deroghe, e dal momento che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte resterà nella pienezza dei suoi poteri fino al 20 – data probabile del dibattito parlamentare sulla fiducia – è ragionevole pensare che la pratica debba essere chiusa entro quel giorno. Lo scenario più accreditato al momento tra i palazzi del potere è quello che vede la riproposizione dei nomi scelti dal vicepremier Matteo Salvini, già oggetto del colloquio tra il premier Conte e la presidente von der Leyen: il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia per un portafoglio economico o il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio per l’Agricoltura. La prima opzione è quella preferita da Matteo Salvini, spiegano fonti a lui vicine, perché gli consentirebbe di spezzare (o quantomeno ridurre) l’isolamento europeo e tenere in casa un “lumbard” utilissimo in vista della campagna elettorale che lo attende.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gorodisky Daria 
Titolo: Pd Renzi e Zingaretti, prove di tregua «Sfiducia? Prima quella a Salvini»
Tema: PD

La chiamata alla crisi di Matteo Salvini ricompatta il Pd: almeno per due giorni, almeno nell’attacco al ministro dell’Interno. Tutti insistono sulla linea «governo in fuga». “Conte, Salvini e Di Maio hanno fallito e messo l’Italia in ginocchio, ora scappano per paura della manovra finanziaria”. Nel partito tutti contro le alternative al voto, ma i paletti sull’iter possono allungare i tempi. E tra Renzi e Zingaretti prove di tregua ma sulla sfiducia «prima quella a Salvini».
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Testata:  Repubblica Roma 
Autore:  Costantini Stefano 
Titolo: Le scelte di Zingaretti “L’ora della svolta verde” – Zingaretti “Svolta green investiamo sul futuro”
Tema: Intervista a Nicola Zingaretti 

Zingaretti in questa intervista indossa le vesti più leggere di Presidente del Lazio. E questa è tutta un’altra storia. Quella che vuole raccontare, nonostante siano giorni di crisi di governo in cui il suo destino può cambiare da un momento all’altro, costringendolo a prendere decisioni estreme, anche quella di dimettersi da Governatore per potersi candidare alle politiche. L’intervista:
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Senesi Andrea 
Titolo: «Un traghettatore per fare la manovra E poi andiamo subito alle urne» Pisapia: con il M5S non si governa
Tema: Intervista a Giuliano Pisapia 

Giuliano Pisapia, eletto a Strasburgo con il Pd, in questo periodo gira per le feste dell’Unità ripetendo agli elettori di sinistra smarriti una sola formula: «Unità, unità, unità». Cosa dovrebbe fare il Pd, insistere per il voto subito o provare nuove maggioranze? Pisapia: «La strana coppia che per formare un governo ha dovuto scrivere un contratto invece di un programma è arrivata dopo un anno di litigi a una strada senza uscita. Mi pare impossibile la formazione di qualsiasi maggioranza alternativa in grado di sostenere un altro governo. Al voto bisogna andarci prestissimo». Sulla manovra finanziaria e chi la farà: «Un governo di transizione che prepari le elezioni e s’incarichi di raddrizzare la barra economica salvandoci dal baratro».
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Testata:  Stampa 
Autore:  A.D.M. 
Titolo: “Tra di noi non serviranno le primarie Con Di Maio nessuna alleanza possibile”
Tema: Intervista ad Andrea Orlando 

Parla il Vicesegretario dem: “Il fallimento del governo populista e l’irresponsabilità di Salvini ci portano al voto nel peggiore dei modi: bruciando miliardi di risparmi di capitalizzazione delle imprese e aumentando l’Iva. Lo scenario che evoca mi sembra assolutamente irrealistico, il M5s ha cercato fino all’ultimo di ricucire con Salvini. E le parole di Di Maio in queste ore provano che non c’è attualmente nessuna consapevolezza della gravità della situazione. Nell’ultima direzione Pd abbiamo escluso tutti alleanze con M5s in questa legislatura”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carlini Vittorio 
Titolo: Vola lo spread, crolla la Borsa Vendite sull’incertezza politica
Tema: Salvini sfiducia Conte, mercati ko 

La Lega presenta in Senato una mozione di sfiducia al premier Conte. Lunedì 12 agosto alle 16 è stata convocata, dalla presidente del Senato Casellati, la conferenza dei capigruppo per stabilire i tempi di discussione. Martedì 13 stesso passaggio alla Camera. Conte aprirà il dibattito in aula. La crisi mette ko i mercati: Piazza Affari chiude a -2,5%, lo spread s’impenna oltre 240. Le vendite hanno colpito pesantemente le banche. Asta Bot: collocati 6,5 miliardi con rendimenti in salita.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: L’aumento dell’Iva costerà 541 euro in più per ogni famiglia – L’aumento dell’Iva costa 541 euro in più a famiglia
Tema: Aumento Iva

La crisi di governo riporta in primo piano il doppio rincaro dell’Iva previsto dal 1° gennaio 2020. Per come è scritta l’ultima legge di Bilancio, senza contromisure l’aliquota ordinaria del 22% salirà al25,2% e quella ridotta al 10% passerà al 13 per cento. Con un effetto sul budget familiare che Il Sole 24 Ore è in grado di stimare in 541 euro in media all’anno. Che corrispodono a 45 euro in più al mese su una spesa di 1.982 euro.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosaria 
Titolo: Iva, una bomba da 23 miliardi sulla manovra
Tema: Aumento Iva

Per la Lega le clausole Iva scatteranno «se qualcuno la tira per le lunghe». Per i Cinque Stelle invece sono proprio le elezioni anticipate la causa del possibile aumento. I due partiti ex alleati di governo si attribuiscono reciprocamente la colpa di quello che a questo punto appare come inevitabile, la partita più importante e più onerosa della prossima legge di Bilancio: il mancato disinnesco delle clausole Iva, 23 miliardi nel 2020, oltre 50 miliardi in due anni, un peso insopportabile per i consumi che già stentano e per le imprese. Si prospetta una legge di Bilancio da oltre 40 miliardi, se si aggiungono le spese indifferibili (come le missioni militari all’estero) riforme fiscali come la flat tax, voluta fortemente dalla Lega, e i tagli al costo del lavoro. Se non si troveranno altre coperture, il passaggio dell’aliquota intermedia dell’Iva dall’attuale 22 al 25,2% e di quella ridotta dal 10 al 13% sembra difficile da evitare: i tempi sono stretti, le scadenze della legge di Bilancio sono fin troppo vicine, ed è improbabile che un nuovo governo all’indomani delle elezioni sia già in grado di mettere a punto un disegno di legge da inviare al Parlamento entro il 20 ottobre e subito dopo alla Commissione Europea garantendone l’approvazione finale entro il 31 dicembre. Un governo tecnico avrebbe pochi margini di manovra, mentre con l’esercizio provvisorio le clausole Iva scatterebbero in automatico.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Pogliotti Giorgio 
Titolo: Ex Ilva, a rischio la tutela a tempo Scuola, 54mila precari sul filo – I decreti su Ilva, rider e precari della scuola a rischio stop
Tema: Le partite in sospeso

L’accelerazione della crisi politica impressa dalla Lega mette a rischio il nuovo “scudo penale” per il gestore della ex Ilva, così come la nuova disciplina di tutele assicurative per i rider e le misure per superare le crisi aziendali, tra cui quella della Whirlpool di Napoli. Non solo. Sulle quote latte potrebbe saltare la proroga del blocco della riscossione delle multe così come potrebbe non entrare mai in vigore la sanatoria dei 54mila precari della scuola. Ma lo stop imposto dalla crisi del Governo travolge e, con tutta probabilità, cancella del tutto i disegni di legge della riforma della giustizia, così come il ddl sul servizio civile e la riforma del golden power. Tutte le partite in sospeso:
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Testata:  Stampa 
Autore:  Cottarelli Carlo 
Titolo: Non aiuta giocare col deficit
Tema: Il commento
Scrive Carlo Cottarelli: “Perché una crisi di governo ora? Il Movimento Cinque Stelle aveva mostrato una grande disponibilità a cedere su ogni fronte pur di evitare elezioni. La risposta ha a che fare con la legge di bilancio per il 2020, legge che si prospetta come molto, molto difficile. Ricordiamo i numeri principali. In aprile il governo aveva indicato come obiettivo di deficit per il 2020 il 2,1 per cento del Pil, più o meno il livello di quest’anno. Forse anche questo obiettivo sarebbe stato considerato inadeguato dalla Commissione europea, ma prendiamolo come punto di riferimento. Cosa serviva per raggiungere il 2,1 per cento? Primo, occorreva trovare 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva che, a sua volta era stato reso necessario per finanziare le maggiori spese nel 2020 per reddito di cittadinanza, quota 100 e un po’ di altre cose. Secondo occorrevano 2 o 3 miliardi per coprire le cosiddette spese indifferibili, spese che dovranno comunque aver luogo ma che non erano incluse nel bilancio pluriennale (…) Andare avanti con questo governo avrebbe comportato per Salvini accettare un compromesso e, probabilmente, rinunciare a quello che è ora il suo obiettivo principale di politica economica: la flat tax”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sensini Mario 
Titolo: Vola lo spread, avvertimento di Fitch
Tema: Agenzie di rating

Nonostante la crisi di governo, che ha causato una nuova forte impennata dello spread sui titoli di Stato, salito da 210 a 241 punti, e una brutta scivolata in Borsa (-2,48%), l’agenzia di rating americana Fitch lascia invariato il giudizio sull’affidabilità dei titoli pubblici italiani. Il rating resta a livello BBB (due scalini sopra il livello di titoli speculativi), con una prospettiva negativa, legata soprattutto agli sviluppi politici. «Ci sarebbero rischi negativi sul bilancio qualora il futuro governo decidesse di disimpegnarsi dalle regole di bilancio Ue» dice l’agenzia, che già a febbraio dava per scontata la caduta dell’esecutivo gialloverde nella seconda metà dell’anno. «Un governo più stabile e un’orizzonte di lavoro più ampio per agire sul bilancio», al contrario, migliorerebbero la sostenibilità del debito a medio termine, favorita anche dai possibili nuovi acquisti di titoli da parte della Bce. Sul giudizio complessivo, tuttavia, pesano «il livello estremamente elevato del debito pubblico» stimato in crescita al 134,7% nel 2021, «da crescita del Pil tendenziale molto bassa» prevista allo 0,1% quest’anno, ma anche «il rischio politico e l’incertezza derivanti dall’attuale dinamica politica».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Puledda Vittoria 
Titolo: Paura per l’economia, lo spread vola a 240. Fitch: i conti pubblici peggioreranno – Mercati, spread a 240 e 15 miliardi in fumo Fitch: l’incertezza costa
Tema: Agenzie di rating

L’apertura formale della crisi di governo è costata a Piazza Affari 15 miliardi di minor capitalizzazione in un solo giorno (il Ftse Mib ha perso il 2,48%) e il rialzo dello spread a 239 punti, in una seduta nervosa anche per l’attesa del responso di Fitch. A tarda serata l’agenzia di rating ha confermato il voto all’Italia, la tripla B, le previsioni sul Pil e l’outlook negativo, che riflette «l’alto livello del debito pubblico», una crescita debole e «la crescente incertezza» legata all’attuale dinamica politica. Sul fronte del debito pubblico, Fitch prevede che salga al 134,7% del pil nel 2021 dal 132,2% del 2018, aggiungendo che ci sono «rischi negativi per le prospettive di bilancio qualora un futuro governo decidesse di disimpegnarsi dalle regole Ue». Fitch ipotizza che non scatterà nessuna clausola di salvaguardia dell’Iva e che ci sarà un’aliquota “flat tax” del 15%, nel programma della Lega, che «potrebbe essere limitata a redditi annui inferiori a 50.000 euro». Già ieri il mercato dei titoli di Stato ha sofferto: lo spread è volato subito sopra i 240 punti, poi ha vivacchiato per alcune ore a quota 235 e in chiusura è ritornato a 239 punti, una trentina in più della seduta precedente. L’altra faccia della medaglia è che il rendimento dei Btp è salito dall’1,54% della vigilia all’1,84% di ieri. Se il rialzo durasse per un anno, lo Stato pagherebbe 1,2 miliardi di interessi in più sul debito pubblico già emesso.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Padoan Pier_Carlo 
Titolo: I rischi dello sfondare – Il modello Salvini è la causa della nuova incertezza economica
Tema: Il commento

Per Pier Carlo Padoan “la tranquillità relativa dell’Italia negli ultimi mesi era legata alla strategia del galleggiamento” e “le elezioni preoccupano i mercati a causa dell’ostilità mostrata da Salvini nei confronti del modello soft di Tria”.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Girardo Marco 
Titolo: «Finita l’era della spesa in deficit per il consenso»
Tema: Intervista a Giulio Tremonti 

Giulio Tremonti: “E’ venuta meno la possibilità della spesa pubblica in deficit che ha caratterizzato mezzo secolo della nostra storia politica ed economica e consentiva di generare consenso e temperare il dissenso. Ora per la dinamica del debito non è più sostenibile: l’Europa rappresenta circa il 6% della popolazione mondiale, il 20% del Pil e il 40% del welfare finanziato in deficit. Questi tre pilastri stanno contemporaneamente cedendo senza manutenzione. Vista da questa prospettiva filosofica la crisi politica italiana di queste ore sembra quasi perdere pathos … Nessun governo nazionale riesce oggi a governare le migrazioni intercontinentali, a reggere l’urto della finanza internazionale e della rivoluzione digitale. Nel bel mezzo di una crisi di governo i nostri conti sono i più vulnerabili”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Patucchi Marco 
Titolo: Vescovi “La Lega delude il Nord le imprese vogliono stabilità”
Tema: Intervista a Luciano Vescovi (Confindustria Vicenza)

«Finirà che venderemo le nostre aziende. Fare impresa in Italia sta diventando impossibile: troppe incertezze, troppa instabilità. In giro per il mondo c’è un mare di liquidità e chi è a caccia di investimenti con ritorni interessanti, corteggia i gioielli italiani…». Luciano Vescovi è appena rientrato in ufficio da un giro nei suoi cantieri. Per lui che guida un’azienda edile e soprattutto, i 1700 industriali vicentini (86mila posti di lavoro complessivi), la crisi di governo in pieno agosto è una maledizione. L’intervista:
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Dall’industria si segnala dal Sole 24 Ore:
Aziende chimiche in stagnazione – Imprese chimiche italiane, la stagnazione è realtà
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Testata:  Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia 
Autore:  Napoletano Roberto 
Titolo: L’editoriale – Fate piano
Tema: La crisi di Ferragosto

Roberto Napoletano: “La situazione è grave. Serve assolutamente una fase di decantazione. Per favore, fate piano. L’economia reale è al palo. II Paese lacerato dall’egoismo dei ricchi e dalla debolezza costitutiva dei poveri (…) La cifra dominante è la crescita zero e non è detto che non possa finire peggio. I guasti della diarchia populista-sovranista sono sotto gli occhi di tutti. Il vaniloquio da campagna elettorale permanente ha arrecato danni di ogni tipo. Ora assistiamo inermi a un ulteriore salto di qualità. “Chiedo agli italiani di darmi pieni poteri (…) per fare quello che abbiamo promesso di fare” (…) tutto viene travolto. Mercati, istituzioni europee, Costituzione italiana, popolo italiano”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Spini Francesco 
Titolo: Patuelli (Abi): “Così l’aumento dell’Iva diventa inevitabile” – “Ora aumenta l’incertezza politica Così è inevitabile l’aumento dell’Iva”
Tema: Intervista ad Antonio Patuelli (ABI)

“Negli ultimi anni le banche hanno affrontato la crisi con un quadruplo salto mortale, ma ce l’hanno fatta. Il rischio maggiore ora sarebbe una nuova recessione di cui ci sono sintomi in Germania” e la crisi di governo “produce nuove incertezze”. Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, parla in un momento cruciale per il Paese, mentre il settore del credito dà segnali di recupero. L’intervista:
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: Panorama – Inflazione, a luglio crescono i prezzi degli alimentari – Inflazione in frenata, rincari negli alimentari
Tema: Rilevazioni Istat

Nuova gelata sui prezzi al consumo con cinque capoluoghi del Centro-Nord in deflazione. L’Istat ha rivisto al ribasso la stima dell’inflazione di luglio 2019 fino a un tasso dello 0,4% (era +0,7% a giugno). La stima preliminare era +0,5%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una variazione nulla rispetto al mese precedente. I dati definitivi di luglio «misurano un’inflazione che si posiziona al livello più basso da novembre 2016. Rispetto alla stima preliminare, si accentua l’inversione di tendenza dei prezzi degli energetici regolamentati», è il commento dell’Istat. Insomma, a luglio 2019, ci sono cinque capoluoghi del Centro-Nord in, seppure lieve, deflazione. Sono Ancona, Livorno e Ravenna (in cui i prezzi segnano -0,3% per tutte e tre), Perugia (-0,2%) e Bologna (-0,1%). L’inflazione è leggermente al di sopra della media nazionale al Sud (da +0,8% di giugno a +0,6%) e nelle Isole (da +0,7% a +0,5%), mentre il Nord-Est e il Nord-Ovest registrano un dato pari a quello nazionale (+0,4%), rispettivamente da +0,8% e da +0,6% del mese precedente. Un’inflazione al di sotto della media nazionale caratterizza invece il Centro (da +0,5% a +0,1%).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sabella Marco 
Titolo: La manifattura batte i servizi La crescita è del 29% in 10 anni
Tema: L’indagine di Mediobanca

«L’Italia si conferma un Paese orgogliosamente manifatturiero». E’ il commento di Gabriele Barbaresco, direttore dell’area studi di Mediobanca, nel presentare i risultati dell’indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione. Un lavoro che recensisce dieci anni di bilanci di un universo di 2.095 imprese che rappresentano il 49% del fatturato industriale e il 51% di quello manifatturiero, il 37% di quello dei trasporti e il 43% della distribuzione al dettaglio. «Si tratta di un campione molto ampio che permette di trarre conclusioni importanti sulle tendenze di fondo dell’economia italiana. È anche uno dei primi studi aggregati condotti sui bilanci delle imprese del 2018 e quindi offre anche indicazioni sull’evoluzione più recente del sistema economico», aggiunge Barbaresco. Tutti i particolari:
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Testata:  Milano Finanza 
Autore:  Gualtieri Luca 
Titolo: Intervista a Umberto Ambrosoli – Parla Ambrosoli Quanti vani allarmi su Sindona – Le ragioni di Bankitalia
Tema: Banche

Nel dibattito pubblico degli ultimi mesi è riemerso il tema dell’autonomia di Banca d’Italia. Se alcune forze politiche hanno abbozzato l’idea di una nazionalizzazione, i sostenitori dell’indipendenza hanno ricordato le occasioni in cui via Nazionale riuscì a difendere la propria autonomia. Tra questi episodi rientra di diritto il caso Sindona, uno degli scandali finanziari più virulenti della Prima Repubblica di cui oggi è possibile fare una ricostruzione ancora più dettagliata:
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Masciandaro Donato 
Titolo: Falchi&Colombe – Guerra delle valute, il bersaglio vero è la Fed – Guerra valutaria, il bersaglio di Trump non è la Cina ma la Fed
Tema: Trump, il bersaglio è la Fed

Per la seconda estate consecutiva, ecco che Trump agita il feticcio della guerra valutaria. È un feticcio perché il presidente di un Paese la cui valuta è una moneta internazionale non ha alcuna ragione economica per volere una guerra valutaria. Ma questo non vuol dire che una guerra valutaria non ci possa essere: perché se il presidente ragiona non pensando al suo Paese, ma al proprio tornaconto, quantomeno minacciarla può essere molto conveniente. Soprattutto per mettere pressione sulla Fed. Nei giorni scorsi la Cina ha lasciato che sul mercato il tasso di cambio del renminbi scivolasse verso livelli particolarmente bassi, superando la soglia psicologica di 7 renminbi contro 1 dollaro. L’andamento del cambio è stato l’ennesimo pretesto per il presidente Trump per accusare Pechino di aver dichiarato una guerra valutaria e successivamente aggredire verbalmente la Fed, colpevole a suo dire di non mettere in atto una politica monetaria espansiva, da usare come antidoto contro la presunta manipolazione valutaria cinese. Un’analisi:
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica
Autore:  …
Titolo: Vaticano Il Papa: “Il sovranismo è chiusura e isolamento Certi discorsi assomigliano a quelli di Hitler”
Tema: Vaticano
«Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento». A dirlo è Papa Francesco in un’intervista concessa ieri alla Stampa. «Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. ‘Prima noi. Noi…Noi…;’: sono pensieri che fanno paura. II sovranismo è chiusura. Un paese deve essere sovrano, ma non chiuso. La sovranità va difesa, ma vanno protetti e promossi anche i rapporti con gli altri paesi, con la Comunità europea. II sovranismo è un’esagerazione che finisce male sempre: porta alle guerre» ha aggiunto il Pontefice. Il Papa poi ha difeso l’Europa: “Non può e non deve sciogliersi. È un ‘unità storica e culturale oltre che geografica. II sogno dei Padri Fondatori ha avuto consistenza perché è stata un’attuazione di questa unità. Ora non si deve perdere questo patrimonio». Con gli anni «si è indebolita» ma «bisogna salvarla. Dopo le elezioni, spero che inizi un processo di rilancio e che vada avanti senza interruzioni». II Pontefice è contento che sia una donna (Ursula von der Leyen, ndr) a presiedere la Commissione europea anche perché «le donne hanno la capacità di accomunare, di unire». 
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Testata:  La Verita’
Autore:  Giordano Mario
Titolo: Il Papa in campo: più Ue, più Greta, zero Lega – Comizio anti Lega del Papa: «Prima l’Europa»
Tema: Vaticano
La preghiera di papa Francesco si leva dalle colonne della Stampa, Secolo XIX, Gazzetta di Modena, Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Reggio, La Nuova Ferrara, Provincia Pavese e Sentinella del Canavese. Tutti i giornali hanno pubblicato ieri, infatti, una lunga intervista a Bergoglio che definisce il populismo come «imporre al popolo l’atteggiamento populista». Il Papa non cita mai direttamente la Lega, né il suo leader. Ma il riferimento allo slogan «prima gli italiani» è chiaro. E sottolinea la differenza fra «popolarismo» (positivo) e «populismo» (negativo) con il fatto che «gli ismi non vanno mai bene». «La globalizzazione è un poliedro»: il tutto è superiore alla parte. Spazio poi in conclusione di intervista alla foresta dell’Amazzonia, ai grandi temi ambientali e all’esempio di Greta.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Messina Sebastiano
Titolo: L’analisi – Quella voglia di pieni poteri – La voglia di pieni poteri
Tema:
Pretendere che il premier non abbia più limiti ai suoi poteri, significa che il presidente della Repubblica dovrà solo firmare nomine di ministri e decreti legge sotto dettatura? Che la magistratura non potrà indagare su chi governa, sul suo partito e sui suoi brasseur d’affaires? Che la Chiesa dovrà tenersi lontana dalle questioni calde come l’accoglienza degli immigrati? Che la stampa non potrà più indagare su tangenti, finanziamenti illeciti e corruzione? Che i contropoteri, il sano antidoto all’autoritarismo presente in ogni democrazia, saranno sterilizzati e silenziati? Non devono essere questioni tanto astratte, se persino Papa Francesco ha sentito il bisogno – nella sua intervista a La Stampa – di dichiararsi “preoccupato”, sentendo «discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934». 
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Si segnala anche Padellaro su Il Fatto Quotidiano 
Tornare alle urne è uno strumento di igiene politica – Il voto ora è un’indispensabile strumento di igiene politica
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Testata:  Famiglia Cristiana
Autore:  Regolo Luciano
Titolo: Intervista a Virginia Raggi – «Cosi sto reinventando Roma» – «La mia Roma, città aperta e solidale»
Il Papa è il vescovo di Roma. Nei vostri incontri cosa le ha trasmesso? Virginia Raggi: «Ogni volta che lo vedo mi dà grande forza. Quando è stato qui in Campidoglio, lo scorso 26 marzo, ha voluto salutare l’intera città, credo che quel giorno resterà nei cuori di tutti i romani. Poi parla di argomenti a me molto cari, per esempio della terra come “casa comune”».
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Testata:  Foglio
Autore:  …
Titolo: Editoriali – La violenza senza nome
Tema: Religione
“Quando le chiese vengono profanate, le statue vengono distrutte e i preti attaccati, l’occidente un tempo cristiano non sa come rispondere”, scrive Matthew Schmitz nella storia di copertina del Catholic Herald, dedicata all'”età della profanazione”. L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei cristiani, un’organizzazione senza scopi di lucro con sede a Vienna, riferisce che gli attacchi anticristiani e gli atti di vandalismo sono in aumento in tutta Europa. Nella sola Francia, secondo il ministero dell’Interno francese, gli atti anticristiani sono quadruplicati tra il 2008 e il 2019. “L’aumento della violenza contro i cattolici è stato stranamente ignorato e minimizzato, non solo dai media, ma dagli stessi cattolici”. Non sappiamo neppure come descrivere questa violenza. “Gli atti di aggressione contro l’islam e l’ebraismo sono immediatamente archiviati usando termini ampiamente conosciuti” che vanno da “islamofobia” ad “antisemitismo”. “Non esiste un termine del genere per gli attacchi ai cristiani (…) La nostra società ha una sorta di afasia sugli atti di aggressione contro i cristiani. E’ la violenza che non può essere nominata”. 
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Testata:  Repubblica
Autore:  Tito Claudio
Titolo: Il retroscena – Salvini prepara l’assalto all’euro e a Bruxelles “Uscita concordata”
Tema: Salvini prepara l’assalto all’euro
L’Unione europea e l’euro. I trattati e i parametri europei. In tre parole: uscita dalla moneta unica. La campagna elettorale di Matteo Salvini è pronta. Il piano segreto del leader leghista per affrontare la probabile sfida delle urne si sta di nuovo componendo. E se l’anno scorso la chiave della sua comunicazione è stata la lotta agli immigrati, questa volta la rotta punta contro Bruxelles. Il progetto di dare un colpo all’Ue era stato solo accantonato in questi quattordici mesi e ora sta riuscendo dal cassetto del Viminale e da quello della macchina di propaganda.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Franceschini Enrico 
Titolo: Emmott “Il governo è stato un fallimento nonostante il consenso”
Tema: Intervista a Bill Emmott 

Bill Emmott, da direttore dell’Economist per oltre un decennio e poi nei suoi libri si è occupato molto dell’Italia. Sul “matrimonio” fra Salvini e Di Maio: «Era diventato una lite quotidiana fra coniugi: non poteva durare. La mia sorpresa è un’altra: che pur disponendo di un’ampia maggioranza in parlamento, la coalizione M5s-Lega abbia fatto poco di concreto. Rispetto alla popolarità che ha ottenuto appena un anno fa, è stata un vero fallimento». D.: Parafrasando una sua famosa copertina su Berlusconi, ritiene che anche Matteo Salvini, ora candidato a primo ministro, sia “inadatto a governare”? Emmott: «Lo sapremo soltanto quando lo vedremo fare un po’ di governo. Certo, su Salvini ci sono legittimi timori circa i suoi rapporti con la Russia e i presunti finanziamenti che ne avrebbe ricevuto, ma di per sé non mi sembrano sufficienti a definirlo inadatto di fare il premier. II problema è che, finora, gli è piaciuto più fare campagna elettorale che governare. Sarà interessante vedere se cambierà o meno, nell’eventualità che conquisti Palazzo Chigi».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Wendt “Lega e Fratelli d’Italia l’alleanza di destra ci fa paura”
Tema: Intervista a Marian Wendt 

Marian Wendt (Cdu) è vicepresidente del gruppo italo-tedesco al Bundestag e membro della Commissione Affari Interni. In quest’intervista spiega perché Salvini è un «pericolo», per l’Italia e per l’Europa e la crisi di governo «una vergogna».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bufacchi Isabella 
Titolo: Berlino: nessun nuovo debito per finanziare investimenti – Berlino, braccio di ferro sul nuovo indebitamento per investimenti
Tema: Germania

Investimenti pubblici record per 40 miliardi l’anno tra il 2020 e il 2023 – di cui 5 solo per la digitalizzazione – per «innovare e modernizzare il Paese»: un totale di 159 miliardi, +30% sul quadriennio precedente. Maggiori spese mirate al sociale e al cambiamento climatico. Oltre 100 miliardi saranno destinati a istruzione e R&S nei prossimi quattro anni. Un pacchetto di tagli delle tasse tra i più pesanti degli ultimi dieci anni. E altro. Ma Berlino non vuole i cordoni della spesa pubblica: no a nuovi debiti. II ministro delle Finanze Scholz: «L’obiettivo è il pareggio di bilancio».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rauhe Walter 
Titolo: Avvertimento Usa a Merkel: spese per la Difesa al 2% o truppe in Polonia
Tema: Germania

L’amministrazione Trump ha rinnovato la sua minaccia al governo di grande coalizione di Angela Merkel (Cdu) di ritirare le truppe americane dal Paese se Berlino continuasse a non aumentare le sue spese militari. «È davvero offensivo e irritante il fatto che Berlino si aspetti che siano i contribuenti statunitensi a finanziare la sicurezza nel Paese pagando da soli le spese per i 50mila soldati americani stazionati in Germania», ha tuonato ieri l’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania Richard Grenell in un’intervista all’agenzia di stampa Dpa. A fargli eco è stata anche l’ambasciatrice Usa a Varsavia Georgette Mosbacher che, senza mezzi termini, ha rincarato la dose delle critiche all’indirizzo della cancelleria di Merkel.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  R.Es. 
Titolo: Prima contrazione in sette anni del Pil britannico – Prima contrazione del Pil britannico degli ultimi sette anni
Tema: Uk

Balzo indietro per l’economia britannica sullo sfondo delle incertezze e dei timori sulla Brexit: iI PiI cala dello 0,2% nel secondo trimestre del 2019, facendo segnare il risultato peggiore dal 2012. Stando le indicazioni diffuse ieri dall’Office for National Statistics (Ons), a trascinare al ribasso il dato è stata in particolare la produzione manifatturiera, arretrata dell’1,4% fra aprile e giugno. Mentre l’unico settore in positivo è rimasto quello dei servizi, con appena un +0,1%.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: La giornata – Trump azzera i vertici dell’intelligence
Tema: Usa

Alcune settimane fa sotto il fuoco della Casa Bianca era caduto il capo dell’agenzia nazionale di intelligence, Dan Coats, responsabile del coordinamento di tutte le agenzie di spionaggio americane. Ieri è stata licenziata la sua vice, Sue Gordon. È stata l’ultima decisione del presidente americano prima di partire per le vacanze estive. L’interim, ha annunciato Trump via twitter, verrà affidato all’attuale direttore dell’antiterrorismo, Joseph Maguire. Se l’interim evita un vuoto di potere, di fatto, hanno accusato gli avversari politici, Trump lascia la comunità dell’intelligence senza una vera leadership in un momento delicato, in cui alle sfide tradizionali si aggiunge quella del terrorismo interno.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Baccaro Antonella 
Titolo: Pechino agli Usa: fomentate il caos a Hong Kong La replica: è falso – «Gli Usa dietro il caos a Hong Kong»
Tema: Diplomazie

“Ci sono gli Stati Uniti dietro la protesta a Hong Kong”: la denuncia arriva dall’ambasciatore cinese a Roma, Li Junhua. “I funzionari degli Usa la smettano di interferire”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  G.Cad. 
Titolo: “Radiazioni nucleari dalla base militare” ora cresce l’allarme
Tema: Dopo l’incidente nel Mar Bianco

Sono stati esposti a radiazioni i lavoratori “feriti” nell’incidente della base militare russa sul mar Bianco, vicino a Severodvinsk: i sei operai sono stati portati a Mosca con due aerei e ricoverati al centro biofisico di Burnazjan con sintomi di esposizione alle radiazioni. Un video diffuso dal sito di informazioni Baza mostra le ambulanze passare attraverso la capitale con i portelloni sigillati da teli di plastica, mentre gli autisti indossavano tute di protezione, il che conferma l’ipotesi della fuoriuscita di materiali radioattivi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martinelli Leonardo 
Titolo: Posti letto tagliati e medici in sciopero Sanità francese in tilt – Francia, tagli e pochi medici in corsia Bloccati oltre 200 pronto soccorso
Tema: Francia

Francia, tagli e pochi medici in corsia. Bloccati oltre 200 pronto soccorso. Scioperi a catena: non ci sono abbastanza camici bianchi. Pazienti abbandonati sulle barelle. Il caso:
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Kashmir, la polizia carica i manifestanti Il Pakistan chiude la ferrovia per l’India
Tema: La crisi in Asia

La polizia indiana ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere almeno 10.000 persone che protestavano a Srinagar, nel Kashmir, contro il ritiro da parte di Nuova Delhi dello statuto speciale nella regione a maggioranza musulmana. Intanto, il Pakistan ha annunciato la sospensione di un altro collegamento ferroviario con l’India, il Thar Express. Lo ha fatto sapere il ministro delle Ferrovie d’Islamabad: «Sino a quando sarò ministro delle Ferrovie, nessun treno viaggerà tra Pakistan e India», ha affermato Ahmad.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Simoncelli Lorenzo 
Titolo: Niger, la rivoluzione delle spose-bambine “Triplicati i divorzi”
Tema: Africa

Le ragazze dell’Africa rurale, spesso costrette alle nozze, cominciano a ribellarsi. Grazie ai media e ai volontari, le donne trovano lavoro nelle città e si emancipano. Il nuovo scenario:
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PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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