In evidenza sui principali quotidiani:
– Bce: svolta sull’inflazione
– Senato: due casi positivi, fermi i lavori
– Scontro Usa- Vaticano sulla Cina
– Usa: rissa televisiva tra Trump e Biden
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – Pd-5 stelle alla prova di un patto sul nuovo fisco
Tema: Fisco
Tra i tanti fronti che restano aperti tra gli alleati del Conte II si intravede però quello che può essere il vero collante per arrivare uniti all’appuntamento elettorale. Dopo le regionali, la convinzione è che si arriverà fino all’elezione del capo dello Stato, nel febbraio del 2022, prima di ipotizzare il voto. E che comunque nulla succederà fino al 3 agosto 2021, che è una sorta di data-chiave perché quel giorno comincia il semestre bianco di Sergio Mattarella. Dunque, in questo tempo che c’è davanti – un anno e mezzo o forse due – chi manovra le leve del Governo sta già pensando a come prepararsi alle urne. E non è solo il Recovery Fund, la carta che Di Maio e Zingaretti, Conte e Gualtieri vogliono giocarsi. Anzi, su quel lato le difficoltà sono chiare a tutti, innanzitutto sulla capacità di spesa e progettualità delle amministrazioni che potrebbe sgonfiare – molto – l’enfasi su cui si è costruita l’aspettativa sul rilancio italiano. Ci sono poi le resistenze europee che rendono meno scontato un percorso netto di partenza e arrivo di 209 miliardi da Bruxelles a Roma.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bartoloni Marzio
Titolo: Vaccino, parte la produzione in Italia – Vaccini, Sanofi avvia la produzione in Italia
Tema: Covid-19: Vaccino italiano al via nel 2021
La guerra al Covid ha uno degli avamposti più importanti in Italia ad Anagni, a 70 chilometri da Roma, dove la multinazionale Sanofi ha deciso che avvierà proprio da qui la sua produzione del vaccino che sta sviluppando insieme all’altro colosso farmaceutico Gsk subito dopo la fine della sperimentazione. L’indicazione arriva direttamente dai vertici: «Qui c’è un centro di eccellenza di grande esperienza», avverte l’ad e presidente Sanofi Italia Marcello Cattani. «Prevediamo di entrare in Fase tre a dicembre», aggiunge il vice presidente esecutivo globale Thomas Triomphe di Sanofi Pasteur che punta, se tutto fila liscio nei test sull’uomo, a produrre un miliardo di dosi entro il 2021. Di queste, 300 milioni sono destinate all’Europa e ad Anangni se ne produrrà una buona parte. La distribuzione dopo l’ok dell’Agenzia Ue del farmaco potrebbe partire a metà 2021. L’Italia si conferma così Paese di punta nella corsa al vaccino più ambito potendo fare affidamento su una forte tradizione manifatturiera nella farmaceutica che non a caso ne fa il primo Paese produttore di farmaci in Europa.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Iossa Mariolina
Titolo: Salgono i nuovi casi (1.851), la Campania è ancora prima L’allarme sull’influenza: solo 12 vaccini per farmacia
Tema: Coronavirus, salgono i contagi
Dall’inizio dell’epidemia di coronavirus, almeno 314.861 persone hanno contratto il Covid: ieri i contagi sono stati 1.851 in più rispetto al giorno precedente, quando l’incremento era stato di 1.648 casi. I deceduti sono complessivamente 35.894 (19 ieri, il giorno prima erano stati 24) e sono state dimesse 227.704 persone (1.198 ieri, martedì erano 1.316). Sono aumentati i tamponi processati in un giorno: sono stati 105.564, 15.379 in più rispetto a quanti ne ha contati il bollettino di martedì (90.185). I numeri dicono che la situazione è sostanzialmente stabile, e comunque complessivamente in miglioramento, salvo novità delle prossime ore, soprattutto in riferimento alla riapertura delle scuole. Va meglio infatti anche per quanto riguarda pazienti ricoverati con sintomi, che sono 3.047, in diminuzione di una unità rispetto al giorno precedente, mentre continuano a crescere i pazienti in rianimazione: sono 28o in terapia intensiva, +9 rispetto al giorno precedente. E’ sempre la Campania la regione con il maggior numero di casi positivi in 24 ore (,sono 287). Seguono il Lazio, con 210, la Lombardia con 201, il Piemonte e la Sicilia con 170 (quest’ultima ha comunicato che dei 170 nuovi positivi, 29 sono militari della Marina sbarcati a Siracusa dalla nave Margottini), il Veneto con 155, la Toscana con 120, la Puglia con 99.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Meli Maria_Teresa
Titolo: Scontro sui decreti sicurezza Il Pd: dal M5S stop inaccettabile
Tema: Decreti sicurezza
Tensione nella maggioranza, ieri, sui decreti sicurezza. Due sere fa i capi delegazione dei partiti della coalizione concordano di approvare domenica, in Consiglio dei ministri, le modifiche sottoscritte da Pd, Leu, Cinque Stelle e Italia viva nel luglio scorso. Ma la mattina dopo ecco arrivare la battuta d’arresto. Luigi Di Maio fa sapere tramite i suoi sherpa che il Movimento è contrario alla reintroduzione della protezione umanitaria tra le motivazioni per i permessi di soggiorno. II Pd, per cui quel punto è dirimente, questa volta non asseconda l’alleato. Anzi. Nicola Zingaretti chiede ai Cinque Stelle di «rispettare» l’accordo. «Questo stop è inaccettabile. Siamo pronti ad andare allo scontro», annunciano dal Pd, decidendo di «vedere» le carte di Di Maio. «II suo Potrebbe essere un bluff», e la spiegazione. Ma il ministro degli Esteri fa mostra di fare sul serio. Una parte dei Cinque Stelle nel pomeriggio lascia intendere che l’approvazione dei decreti rischia di slittare di qualche giorno rispetto alla data prevista. Dal Pd però lo escludono: «La data è domenica, non si scherza».
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Testata: Stampa
Autore: Mattioli Alberto
Titolo: Decreti sicurezza, i dubbi dei 5S L’aut aut di Zingaretti: agire subito
Tema: Decreti sicurezza
Nicola Zingaretti sbuca davanti al bar Liberty di Voghera per comiziare a sostegno di Nicola Affronti, candidato del centrosinistra (molto più centro che sinistra, è delllJdc) a sindaco della città, che domenica affronta un difficile ballottaggio. Ma il tema del giorno sono i decreti sicurezza del governo Conte I griffati Matteo Salvini, «che in realtà con la sicurezza c’entrano niente», chiosa Zingaretti, e che il Conte II vorrebbe e, stando agli accordi programmatici, dovrebbe cambiare in profondità. Per tutto il giorno, però, fonti del Pd fanno sapere che l’intesa traballa perché il M5s frena, specie sulla reintroduzione della protezione umanitaria. Divisi su tutto, i grillini lo sarebbero anche sul fatto di dare finalmente via libera a una riscrittura “pesante” dei decreti salviniani: «Siamo per recepire le osservazioni del Capo dello Stato», dicono, insomma modifiche poche e mirate. E per il Pd questo è «inaccettabile». Poi però filtrano retroscena uguali e contrari, stavolta dal Movimento. Assicurano che in realtà Di Maio non bloccherà il dossier, che quindi potrebbe approdare già al Consiglio dei ministri convocato per domenica sera.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Patta Emilia – Rogari Marco
Titolo: Due positivi, il virus blocca i lavori del Senato – Covid al Senato, il rischio stop ipoteca la corsa del Dl Agosto
Tema: Senato: due casi positivi, fermi i lavori
Fermi per un giomo i lavori del Senato, dove questa settimana non è previstala riunione dell’Aula, causa Covid: tutte le commissioni, la Giunta delle elezioni e delle immunità e il Consiglio di presidenza Misure che per precauzione dovrebbero essere reiterate almeno per la giornata di oggi. Due i senatori risultati positivi, entrambi del M5s: Francesco Mollame (ultima pre senza in senato il 10 settembre) e Marco Croatti (giovedì scorso ha partecipato all’assemblea del gruppo). In attesa del risultati dei tamponi effettuati a tappeto durante la giornata di ieri, la presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati rassicura che il Senato resta aperto: «Non ho nessuna intenzione di chiudere. Non l’ho fatto neppure nel periodo più acuto della pandemia e sarebbe assurdo che succedesse adesso – ha detto -. Ho sconvocato le commissioni esclusivamente per effettuare gli accertamenti imposti dai protocolli di sicurezza, ma domani (oggi, ndr) tutto dovrebbe tornare alla normalità. Fra l’altro ho già convocato per le 9.30 la Conferenza dei capigruppo».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Di Caro Paola
Titolo: Due positivi in Senato, fermati i lavori Casellati: «Oggi torniamo alla normalità» – Due senatori M5S positivi Tamponi e si fermano i lavori
Tema: Senato: due casi positivi, fermi i lavori
Covid ferma i lavori del Senato. In via precauzionale infatti ieri a Palazzo Madama sono stati sconvocate tutte le commissioni (compresa quella Bilancio che lavora sul decreto Agosto da approvare entro il 13 ottobre) e le relative audizioni (era prevista quella del ministro Fabiana Dadone) dopo che due senatori del M5S sono risultati positivi al virus. Si tratta di Francesco Mollame e Marco Croatti, il primo assente dal Senato dal 10 settembre, il secondo invece — come ha raccontato lui stesso in un post su Facebook — presente fino al 24, anche all’assemblea dei gruppi del suo partito, pur nel rispetto di tutte le precauzioni previste, dalla mascherina al distanziamento. Immediati sono scattati i controlli sanitari su tutti i colleghi del M5S e della commissione Industria della quale Croatti fa parte, e si attendono i risultati con ansia, tra voci di nuovi contagiati e paura diffusa. Come da protocollo, sono stati sanificati i locali dove maggiore era il rischio potenziale di contagio, nelle prossime ore si valuterà la situazione per prendere decisioni. Ma il Senato, almeno per ora, non chiude.
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Testata: Giornale
Autore: Sorbi Maria
Titolo: Disastro influenza in 3 milioni senza vaccino – La lunga odissea per avere un vaccino: dosi introvabili, liste d’attesa infinite e l’allarme dei medici «Arriveremo tardi»
Tema: Vaccino anti-influenzale
Che le dosi di vaccino anti influenzale non saranno sufficienti per tutti lo abbiamo capito già da un pezzo. Ma ora spunta un nuovo guaio: in alcune regioni le scorte non basteranno nemmeno per chi, da quest’anno, rientra nelle fasce con priorità: i 60enni. Verranno distribuiti solo se avanzeranno. A lanciare l’allarme è Roberto Rossi, presidente dell’ordine provinciale dei medici di Milano che, oltre a denunciare il ritardo con cui ci si è mossi nell’ordinare i vaccini, mette a fuoco un problema comune a parecchie regioni: «La Lombardia ha garantito l’acquisto di 2,4 milioni di vaccini, l’80% in più dello scorso anno, ma l’ordine di Milano teme siano in realtà dosi non sufficienti a coprire la platea di chi che ne avrebbe diritto gratuitamente. A maggior ragione potrebbero non bastare per tutti gli altri, ovvero i soggetti a cui il ministero della Salute ha consigliato la somministrazione».
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Testata: Giornale
Autore: Bulian Lodovica
Titolo: Dalla scuola all’influenza: un altro disastro annunciato
Tema: Vaccino anti-influenzale
Mentre il governo fa trapelare di voler prorogare lo stato di emergenza «ben oltre la fine dell’anno», è corsa contro il tempo. Come per le mascherine, introvabili sul mercato nei mesi cruciali con le terapie intensive al collasso, e per i banchi nuovi, impossibili da fornire entro l’inizio delle scuole, ora si corre contro l’influenza autunnale che incrocia la pandemia. Contro la carenza di vaccini causata dalla forte domanda sul mercato. Le dosi rischiano di non bastare nonostante gli appelli, non solo alle fasce più fragili, a sottoporvisi anche per non gravare su un sistema sanitario nazionale che rischierebbe una pressione insostenibile su due fronti, influenza e Covid. Ma i vaccini antinfluenzali a oggi non sarebbero sufficienti per tutti. Ci sono appena 12 dosi a disposizione per ogni singola farmacia italiana, dicono da Federfarma, dividendo il numero di 250mila dosi indicato dalla conferenza Stato regioni per le farmacie sul territorio (comprese quelle comunali), che sono 19mila. L’allarme è sul tempo di consegna: «Domani (oggi ndr) è il primo ottobre, i cittadini stanno facendo pressioni per averlo, nelle farmacie c’è un boom di prenotazioni». A preoccupare sono i dati della Fondazione Gimbe, che rilevano una carenza strutturale nella maggior parte delle Regioni, che non disporrebbero di scorte adeguate a soddisfare la domanda. Non ci sarà il vaccino per due persone su tre in farmacia
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco – Trovati Gianni
Titolo: Manovra e fondi Ue: con 40 miliardi +0,9% extra per il Pil – Doppia spinta da 40 miliardi divisa tra manovra e fondi Ue
Tema: Fondi Ue
I numeri presentati ieri in consiglio dei ministri dopo l’accordo serale di martedì nella maggioranza aprono la strada a un’espansione fiscale che l’anno prossimo viaggia intorno ai 40 miliardi. Divisi più o meno a metà fra la manovra classica e la spinta dei fondi europei, dalla prima tranche dei sussidi della Recovery and Resilience Facility ai finanziamenti legati agli altri programmi comunitari, in particolare React-Eu e Just Transition Fund. Il primo si concentra su sanità, lavoro e welfare per i territori più deboli, il secondo guarda alla transizione ambientale. E soprattutto entrambi, essendo programm già esistent prima dell’asccordo europeo del 21 luglio, viaggiano con un calendario più pedito, al riparo da molte delle incognite che ancora circondano il cammino della Facility. La Nadef andrà uffiicialmente sul tavolo del consiglio dei ministri inizialmente previsto per domenica ma in serata slittato a lunedì, insieme alle modifiche sui decreti sicurezza se si troverà l’accordo nella maggioranza. Ed è attesa ale Camere il 14 ottobre, in un calendario complicato che nella stessa giornata prevede l’intervento del premier Conte per riferire sugli aiuti Ue e il giorno dopo l’invio del Documento programmatico di bilancio (Dpb) a Bruxelles.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Perrone Manuela
Titolo: Governo, ultimatum di 10 giorni su Aspi: senza novità arriva la revoca – Ultimatum su Aspi, Cdm entro dieci giorni
Tema: Aspi, ultimatum
Per il Governo è Atlantia a non aver rispettato gli impegni del 14 luglio sulla cessione di Autostrade per ‘Italia ed è sempre Atlantia ad aver causato la rottura della trattativa. Da qui il nuovo ultimatum: entro dieci giorni, ovvero entro sabato 10 ottobre, la vicenda sarà portata in Consiglio dei ministri dove «saranno valutate le conseguenze di questo comportamento», compresa quella di una «risoluzione della convenzione». È questo, in sintesi, il contenuto della risposta dell’Esecutivo alle lettere trasmesse due giorni fa dalla holding. A metterla nero su bianco sono stati il segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, e i capi di gabinetto dei ministeri delle Infrastrutture, Alberto Stancanelli, e dell’Economia, Luigi Carbone, al termine del vertice convocato ieri prima del Consiglio dei ministri con il premier Giuseppe Conte e i ministri Paola De Micheli e Roberto Gualtieri. Un confronto segnato dall’irritazione comune nei confronti di Atlantia, alla quale il Governo – forte anche della rabbia del Comitato in ricordo delle 43 vittime del ponte Morandi («siamo scandalizzati da tanta arroganza») – contestatutte le osservazioni e soprattutto l’accusa secondo cui le condizioni poste dall’Esecutivo obbligherebbero la società a un’operazione non di mercato e non trasparente. La minaccia della revoca della concessione resta sul tavolo come una pistola fumante. E per il Governo rimane dirimente la cessione di Aspi a Cassa depositi e prestiti, con la manleva a fronte dei danni che potrebbero essere chiesti per responsabilità legate alla tragedia di Genova.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Galvagni Laura
Titolo: Atlantia: fatto tutto il possibile, fiducia in Conte
Tema: Aspi, ultimatum
«Confidiamo nell’equilibrio del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, un riferimento di garanzia per tutti. Speriamo di poter firmare presto l’atto transattivo e di poter portare avanti la cessione di Autostrade per l’Italia, e che Cdp sia della partita». Evitando così uno scontro «lungo e oneroso per tutti». È con queste parole che il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, ha concluso il confronto con la stampa avuto nel tardo pomeriggio di ieri. Un auspicio che non cancella la determinazione a difendere i propri diritti nel caso in cui l’esecutivo dovesse decidere di procedere con la revoca della concessione ad Aspi o il commissariamento della società. «Non possiamo parlare dell’ipotesi commissario perchè non esiste allo stato alcuna norma che disciplina un intervento simile, possiamo però dire che la decadenza della convenzione produrrebbe un effetto sistemico: per gran parte del debito di Autostrade e una parte di quello di Atlantia, circa 15-16 miliardi in tutto, potrebbe essere richiesto il rimborso immediato. Di conseguenza dovremmo attivare procedure concorsuali per proteggere le società e promuovere iniziative di difesa a livello amministrativo e non solo», ha commentato il ceo Carlo Bertazzo, facendo chiaro riferimento al possibile ricorso a Bruxelles.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bufacchi Isabella
Titolo: Inflazione, Bce pronta a cambiare linea – Inflazione, la Bce prepara la definizione di un nuovo obiettivo
Tema: Bce: svolta sull’inflazione
La Banca centrale europea, nell’ambito della revisione della strategia monetaria appena avviata, è pronta a modificare l’obiettivo e adattare politica e strumenti a un’inflazione sempre «più bassa» (1,2% medio dal 2019 contro il 2,3% del 1999-2008), al tasso di interesse naturale sceso in territorio negativo (-1,3% e 0,5% dai 2011),ai cambiamenti strutturali e alla pandemia che portano disinflazione, «alla persistente incapacità di centrare i target» che può deprimere le aspettative. Nel fare questo la Bce entrerà nel dibattito in corso tra banchieri centrali di tutto il mondo sull’overshooting, ed esaminerà la compensazione di periodi di inflazione sotto l’obiettivo con periodi sopra l’obiettivo per mirare ad alzare la media nel lungo termine: quindi avendo pazienza nell’introdurre politiche restrittive nel caso di inflazione al rialzo nel pieno di una robusta ripresa economica. Ancor più, «l’orientamento di medio termine del Consiglio direttivo dovrà tener conto dell’andamento dell’economia reale, inclusa l’occupazione» perchè il mandato gerarchico della Bce lo consente: la stabilità dei prezzi è al primo posto, ma la flessibilità del medio termine consente di «evitare di frenare posti di lavoro e crescita». Così la presidente Christine I agarde, introducendo la conferenza Ecb Watchers – atteso appuntamento a Francoforte giunto ieri alla sua ma edizione – ha tracciato per la prima volta, il percorso della review della strategia della politica monetaria, con un’intonazione moderatamente accomodante ma sicuramente lungimirante e quel tanto innovativa (andando addirittura oltre le spinte draghiane) da risultare scomoda ai falchi. E aprendo così alla modifica dell’obiettivo di inflazione.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Perrone Manuela – Trovati Gianni
Titolo: Cabina di regia e poteri sostitutivi – Recovery, per blindare i tempi cabina di regia e poteri sostitutivi
Tema: Misure anticrisi
La Nota di aggiornamento al Def esaminata ieri in Consiglio dei ministri punta già dal prossimo anno su una crescita ambiziosa del 6% con uno 0,9% extra prodotto da manovra e fondi comunitari. Una scommessa del genere ha una sola possibilità di riuscita: una capacità di spesa e di attuazione ultra-rapida degli interventi finanziati dagli aiuti europei, con una accelerazione drastica rispetto ai ritardi abituali nella gestione delle risorse. Va letto così, nell’ottica di garantire il rispetto del cronoprogramma che sarà concordato con la Ue, il fitto lavorio nel governo sulle ipotesi di creazione di una struttura apposita per giocare la partita del Next Generation Eu. Un lavorio trapelato anche dalle indicazioni lanciate dal premier Giuseppe Conte martedì all’assemblea di Confindustria: «Ci doteremo, per il nostro piano nazionale di ripresa, di uno strumento normativo ad hoc, ne abbiamo bisogno, non c’è altra strada. Una struttura normativa dedicata, con norme specifiche e soggetti attuatori dedicati che garantisca un monitoraggio trasparente e tempi di attuazione certi». Le parole del premier hanno fatto fiorire una ridda di ipotesi alimentando anche le tensioni sotterranee nell’esecutivo e tra i parlamentari.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Fubini Federico
Titolo: L’analisi – E la Banca centrale torna a dividersi sulle mosse anticrisi
Tema: Bce: svolta sull’inflazione
Quando era direttrice generale del Fondo monetario internazionale, ai collaboratori Christine Lagarde ripeteva spesso quattro parole: «Find me a solution», trovatemi una soluzione. Le serviva uno strumento tecnico per poter guidare i governi azionisti dell’Fmi verso un nuovo equilibrio politico. Da quando è presidente della Banca centrale europea, Lagarde sa che il compito di trovare una soluzione spetta a lei. Ma non è facile, non tanto perché la francese non ha una formazione da economista, ma per le spinte diverse con cui deve fare i conti. Lagarde vuole conciliare i suoi istinti da colomba nella politica monetaria con il desiderio di evitare la stessa ostilità dottrinaria del mondo tedesco che aveva circondato il suo predecessore Mario Draghi. Deve tenere ferma la barra di una partita tattica, ma vitale, sugli acquisti di titoli nei prossimi mesi da parte della Bce e quella della sfida strategica — altrettanto rischiosa — sugli obiettivi che la Banca centrale intende perseguire in un sistema economico ormai irriconoscibile. Infine vuole mantenere un’impressione di ordine e consenso al vertice della Banca centrale, mentre le economie del Nord e del Sud Europa continuano a divergere fra loro e l’area euro continua a perdere terreno sugli Stati Uniti e sulla Cina. Non stupisce che la Bce sia entrata nella pausa estiva in una tregua apparente, ma ne è uscita in un ritorno di competizione fra banchieri centrali sia sulla tattica che sulle strategie.
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Testata: Repubblica
Titolo: Tagliamo la giungla fiscale
Tema: Fisco
La riforma dell’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, è tra i temi che stanno attirando maggiore attenzione nel dibattito politico. Non c’è da sorprendersi. Nel 2019 gli italiani hanno pagato allo stato 193 miliardi di Irpef. Beh, non proprio tutti gli italiani, visto circa 10 milioni di contribuenti su 40 non devono pagare nulla. Ma andiamo con ordine. Al centro della discussione c’è l’introduzione del “metodo tedesco”: basta scaglioni e aliquote relative. Il metodo tedesco, si dice, comporta aliquote “personalizzate”: questo è il vostro reddito, questa è l’aliquota da applicare al reddito. Qui serve subito un chiarimento: non è un grande cambiamento. Cosa fa ora il contribuente? Prende il proprio reddito (meno le detrazioni concesse) e poi guarda su una tabella quanto deve pagare. Se vuole, può anche calcolare l’aliquota facendo il rapporto tra tassa da pagare reddito imponibile. Questa aliquota è il risultato di un calcolo basato su cinque scaglioni, ognuno dei quali si applica a un pezzo del vostro reddito.
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Testata: Stampa
Autore: Bresolin Marco
Titolo: Il retroscena – Slitta il Recovery, Italia nel mirino – L’Italia resta isolata, sul Recovery Si va verso il rinvio del via libera
Tema: Recovery Fund
Si fa presto a dire Recovery Fund. Un po’ più complicato è tradurre l’accordo politico raggiunto a luglio dai 27 leader nei relativi testi giuridici, passaggio indispensabile per poi consentire alla Commissione di emettere obbligazioni e trasferire le risorse alle capitali. In questi giorni stanno riemergendo le vecchie tensioni e i soliti disaccordi. E così ieri l’ambasciatore tedesco presso l’Ue ha avvertito che un ritardo sarà «molto probabilmente inevitabile». Per questo l’Italia lavora alle contromosse con un’offensiva che punta a snellire l’iter burocratico del “Next Generation EU”. Con la nota di aggiornamento al Def da approvare e la legge di Bilancio da scrivere, Roma non può permettersi uno slittamento dei pagamenti. Lasciata alle spalle la pausa estiva, è ricominciata la battaglia tra i governi sul dossier che a luglio aveva visto i leader Ue impegnati in cinque giornate consecutive di negoziati. Tra i protagonisti del contenzioso ci sono certamente Polonia e Ungheria, che respingono le condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto. Ma nelle ultime ore si registrano grandi «movimenti sospetti» dei Frugali (Paesi Bassi e Finlandia in primis), partiti di nuovo all’attacco per sabotare il maxi-piano da 750 miliardi con un obiettivo chiaro: giocare al rinvio. Per il governo italiano, in questo partita il tempo è veramente denaro. E così è iniziato un pressing diplomatico a Bruxelles per cercare di rendere più veloce l’esborso dei fondi.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: G.D.D.
Titolo: Sullo Stato di diritto Bruxelles boccia Ungheria e Polonia
Tema: Bruxelles boccia Polonia e Ungheria
L’Unione Europea boccia Ungheria e Polonia, colpevoli di aver intaccato l’indipendenza dei propri sistemi giudiziari con le riforme varate negli ultimi anni. Il rapporto sulle violazioni dello Stato di diritto nei Ventisette, pubblicato ieri, rinnova le critiche di Bruxelles ai due Stati governati da leader e partiti sovranisti. «Le riforme della giustizia varate dalla Polonia a partire dal 2015 sono state una rilevante fonte di controversie», si legge nel rapporto, che mette sotto accusa anche l’Ungheria. Come sottolinea il commissario per lo Stato di diritto e coautrice del rapporto, Vera Jourova, «l’Unione Europea è stata creata anche come antidoto contro le tendenze autoritarie». La Ue, si legge nel rapporto, «si fonda sullo Stato di diritto. Le carenze in un Paese hanno effetti su tutti i membri». Scontata la reazione stizzita dell’Ungheria, che ritiene «errato» e «infondato» il rapporto della Commissione. Martedì, il premier Viktor Orban aveva chiesto le dimissioni di Jourova, che alcuni giorni fa aveva definito «malata» la democrazia illiberale teorizzata e costruita dal leader sovranista. La questione si intreccia con la delicata partita sul Recovery Fund e rischia di prendere in ostaggio i 750 miliardi di euro del mega-pacchetto Ue per risollevare la propria economia dalla recessione senza precedenti, innescata dal Coronavirus. Su
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Valsania Marco
Titolo: Rissa tra Trump e Biden nel faccia a faccia televisivo – Il dibattito triste dell’America, rissa verbale tra Biden e Trump
Tema: Usa: rissa televisiva tra Trump e Biden
Il primo dibattito presidenziale tra Donald Trump e Joe Biden è spesso degenerato in caotica rissa, politica e personale. Ma nella confusione a emergere con la “mano” migliore nella partita per la Casa Bianca, stando ai sondaggi all’indomani del duello a Cleveland, è Biden. Il 48% dei probabili elettori intervistati dalla rete televisiva Cbs ha dato il vantaggio allo sfidante democratico contro il 41%che ha preferito il presidente repubblicano in carica. A Biden, nel susseguirsi di reazioni su social media e tra analisti,` è stato riconosciuto il merito d’aver tenuto testa agli assalti e alle continue interruzioni di Trump, nei momenti più efficaci guardando direttamente verso la telecamera e all’opinione pubblica sulle sfide sotto i riflettori, dalla lotta a pandemia e crisi economica alle tensioni razziali. Il responso riflette anche fedelmente l’attuale distacco nei sondaggi sul voto, che in media vedono Biden avanti di 7-8 punti e in testa in stati cruciali e combattuti quali Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Arizona. È uno scenario diverso da questi stessi giorni nel 2016: la candidata democratica Hillary Clinton allora vantava un risicato vantaggio di due punti su Trump, ribaltato al momento del voto. Le analisi d’opinione mostrano inoltre come forse solo il 10% dell’elettorato si consideri indeciso, comprimendo chance di ribaltamenti nella corsa in assenza di sorprese e costringendo Trump a un cammino in salita.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarcina Giuseppe
Titolo: Trump-Biden Il peggiore faccia a faccia – «Pagliaccio». «Smemorato» Trump e Biden, il dibattito che ha sconvolto l’America
Tema: Usa: rissa televisiva tra Trump e Biden
La Commissione indipendente che organizza i dibattiti presidenziali prende atto che martedì 29 settembre a Cleveland, la politica americana ha toccato il livello più basso. Per i prossimi appuntamenti, il 15 e il 22 ottobre, «ci saranno misure aggiuntive per mantenere l’ordine, in modo da avere una discussione più strutturata», annuncia la Commissione. Sul taccuino dell’altra sera solo mozziconi di proposte, slogan di repertorio e una sfilza di insulti. Biden a Trump: «Sei un pagliaccio». Trump a Biden: «Non ti ricordi nulla, la parola intelligente non ha nulla a che fare con te». Il presidente è stato di gran lunga il più indisciplinato, con continue interruzioni e sovrapposizioni. Il moderatore Chris Wallace, giornalista di Fox lo ha richiamato più volte, invano, al rispetto delle regole. Secondo il sondaggio della Cnn, Biden sarebbe piaciuto al 60% degli spettatori. Ma in realtà non ci sono stati veri vincitori. Ed è difficile pensare che una bagarre del genere possa spostare gli equilibri nel voto del 3 novembre. Certo, Trump partiva sulla difensiva e alla fine ha superato abbastanza agilmente i due passaggi più difficili. Le domande sulle tasse non pagate, come documentato dal New York Times, e la gestione fallimentare della pandemia. Biden ha farfugliato in poche occasioni, è rimasto vigile, ma avrebbe potuto sfruttare meglio i temi a lui più favorevoli.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Vecchi Gian_Guido
Titolo: Vaticano, lo scontro con gli Usa «Non strumentalizzate il Papa»
Tema: Scontro Usa- Vaticano sulla Cina
L’amministrazione Trump cerca di strumentalizzare papa Francesco? «Sì, e questa è proprio una delle ragioni per cui il Papa non incontrerà il segretario di Stato americano Mike Pompeo». Monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e quindi «ministro degli Esteri» vaticano, aveva l’aria seria e un po’ tesa, ieri, all’uscita del simposio sulla libertà religiosa organizzato dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede. Pompeo arriverà stamattina in Vaticano e alle 11.20 incontrerà il suo omologo, il cardinale Pietro Parolin, ma non il Papa: aveva chiesto udienza privata ma gli è stata negata, «il Papa aveva detto chiaramente che non si ricevono personalità politiche durante la campagna elettorale», sillaba Parolin. Del resto c’è altro. Il Segretario di Stato Usa è arrivato a Roma preceduto dalle sue critiche al rinnovo imminente dell’accordo storico tra Santa Sede e Cina sulla nomina dei vescovi: sulla rivista conservatrice First Things aveva scritto pure che «il Vaticano metterebbe a rischio la propria autorità morale». Il cardinale Parolin parla di «sorpresa»: «Era già in previsione un incontro con i vertici della Santa Sede, ci sembrava quella la sede più opportuna per parlare di queste cose, e lo faremo». Ieri mattina, aprendo il simposio, Pompeo ha insistito, ha parlato dei martiri cattolici cinesi «esempio di coraggio e coerenza» e di Wojtyla capace di «sfidare la tirannia», auspicato che «la Chiesa possa essere così audace nel nostro tempo» e chiesto «a ogni leader di fede di trovare il coraggio di affrontare la persecuzione religiosa», più tardi è arrivato a dire: «Gli attori che possono mettere fine a questo regime autoritario del partito comunista cinese devono farlo». Volti tesi, saluti freddi.
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Testata: Repubblica
Autore: Nigro Vincenzo
Titolo: Scontro Usa-Vaticano sulla libertà di fede in Cina – Libertà di fede in Cina è scontro Usa-Vaticano
Tema: Scontro Usa- Vaticano sulla Cina
That’sjust crazy!, ma questo è pazzesco! Mike Pompeo reagisce cosl alla domanda che gli rivolge Carol Morello, l’inviata del Washington Post che lo segue nel suo viaggio in Europa. Il Segretario di Stato è alla Farnesina, in mini-conferenza stampa con Luigi Di Maio (due domande in tutto). Il ministro italiano è tranquillo, sereno: i problemi con il governo italiano di fatto sono stati risolti, sul 5G, sulla Cina e su tutto il resto. Per Pompeo invece c’è lo scontro durissimo con il Vaticano. Morello gli chiedeva semplicemente: «Non crede che questo scontro possa avere un effetto sugli elettori cattolici e in generale cristiani?». E il ministro di Trump risponde invece su quanto faccia l’Amministrazione Usa per difendere i diritti umani dal Partito comunista cinese, ricordando di quante chiese brucino i comunisti cinesi e di come i dipinti di Gesù vengano sostituiti dai ritratti di Mao. Pompeo di sicuro è il miglior ministro dell’amministrazione di Donald Trump. Ma la sua prima giornata a Roma è stata vissuta sotto la nuvola nera della crisi con la Santa Sede.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Caprara Maurizio
Titolo: Conte rassicura l’alleato sul 5G E chiede aiuto su Libia e Turchia
Tema: 5G
Nell’incontro tra il Segretario di Stato americano Mike Pompeo e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 5G — la quinta generazione di telefonia mobile sulla quale la Cina ha il primato mondiale sul piano commerciale — ha occupato meno di un decimo dell’ora e poco più trascorsa insieme. A Palazzo Chigi era già chiaro che la campagna elettorale in corso per le presidenziali statunitensi imponeva a un rappresentante dell’Amministrazione di Donald Trump di ribadire in pubblico almeno uno degli altolà abituali verso Pechino. Perciò è stato Conte, senza anatemi, a far presente in sostanza nel colloquio che l’Italia sta adottando una linea compatibile con i timori di Washington verso le capacità cinesi di controllare dati e ampliare un’influenza in Europa. Più tardi alla Farnesina, dopo un incontro con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’ex direttore della Central Intelligence Agency che guida il Dipartimento di Stato ha detto ai giornalisti: «Gli Stati Uniti fanno appello al governo italiano di considerare in maniera attenta la sicurezza nazionale e la riservatezza dei dati dei propri cittadini con le società tecnologiche che fanno parte del sistema di sorveglianza del Partito comunista cinese».
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Testata: Avvenire
Autore: Guerrieri Alessia
Titolo: Antiriciclaggio, Parolin: la Santa Sede conferma l’impegno alla trasparenza
Tema: Avvenire
L’appuntamento con Moneyval era programmato dal 2019 e fissato per l’aprile scorso, ma la pandemia ha costretto a rinviarlo. E’ perciò iniziata ieri in Vaticano la visita del team del Comitato di esperti del Consiglio d’Europa sulla valutazione delle misure di lotta contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Un incontro che si inserisce nell’ambito del quinto ciclo di valutazioni (Fifth Evaluation Round), a cui sono sottoposte tutte le giurisdizioni aderenti al Gruppo Moneyval. Nel suo discorso di saluto, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha infatti sottolineato l’impegno della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano sul fronte della trasparenza, della correttezza e della cooperazione internazionale in campo economico-finanziario, anche con la scelta «di prendere parte al sistema di valutazione degli standard di contrasto al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo, promosso dal Programma Moneyval del Consiglio d’Europa». Il porporato inoltre ha ricordato che «è in corso una progressiva implementazione di sistemi che consentono un maggior controllo di quei flussi finanziari che potrebbero esporre a rischi di riciclaggio di denaro e finanziamento del terrorismo».
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