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SINTESI IN PRIMO PIANO – 1 ottobre 2019

– Manovra di governo: Iva congelata
– Voto a 16 anni: il dibattito politico
– I dati Istat sull’occupazione
– Austria: rebus alleanze per Kurz

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: Voto a 16 anni, dal M5S a Zingaretti tutti d’accordo: facciamolo – Piace il voto ai sedicenni Si di Conte e dei partiti
Tema: Voto a 16 anni

Tutti pazzi per i sedicenni. Il popolo di Greta fa gola ai partiti. La proposta, avanzata ieri in un’intervista a Repubblica dall’ex premier Enrico Letta di estendere il voto agli under 18, grazie a una riforma costituzionale «da fare in un anno», è subito piaciuta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Ci sta», ha detto. E ha messo d’accordo il leader Pd Nicola Zingaretti e il capo dei Cinquestelle Luigi Di Maio. Di Maio ha tuttavia ricordato che è una campagna storica dei grillini. Lo stesso in verità hanno fatto anche i leghisti. «Noi l’abbiamo avanzata nel 2015», ha fatto sapere infatti il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga, che da parlamentare firmò la richiesta di modificare gli articoli 48 e 58 della Costituzione nel novembre di quattro anni fa. Il fronte è larghissimo e coinvolge maggioranza e opposizione. Tra i fautori, Italia Viva, Leu, Forza Italia. Volendo, insomma, si può fare in poco tempo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  F.GRI. 
Titolo: Il voto a 16 anni riunisce Conte e Salvini
Tema: Voto a 16 anni

Tutti d’accordo con Salvini, ma non lo sanno. Già, perché da ieri la prima delle priorità della politica italiana è il voto ai sedicenni. Tutto ha avuto inizio con una intervista su «Repubblica» a Enrico Letta, l’ex premier, che invita il Pd a essere coraggioso sul fronte dei nuovi diritti e tra gli altri ci mette il voto per i sedicenni. L’idea è una folgore dentro la maggioranza. Di Maio lo rivendica in quanto vecchia battaglia grillina. Zingaretti pure si dice entusiasta. Il premier Giuseppe Conte ci sta. Non sanno, o forse fanno finta di non sapere che tre giorni fa, Matteo Salvini salutava con simpatia i ragazzi che manifestavano per l’ambiente e diceva: «C’era una proposta di legge della Lega: diritto di voto esteso ai sedici anni. In questo momento storico è sacrosanto». Ecco, anche se i militanti leghisti sui social hanno subissato di insulti il povero Enrico Letta, in pratica il politico dem non ha fatto altro che dare ragione al suo arcinemico leghista.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lauria Emanuele 
Titolo: L’analisi – Quel milione di nuovi elettori tra Europa e ambiente
Tema: Voto a 16 anni

Ambientalista, europeista, movimentista. L’identikit del nuovo elettore italiano, se la proposta Letta diventerà realtà, è questo. Il profilo di un adolescente più evoluto e informato rispetto al passato, grazie alle nuove tecnologie, anche se non necessariamente più autonomo. È il ritratto del cittadino di un mondo nuovo che vive con crescente sofferenza il divario generazionale: non solo perché gli anziani, per dirla con Greta Thunberg, rubano il futuro. Ma perché sono, semplicemente, maggioranza: e dunque prendono le decisioni. Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale alla Cattolica di Milano, snocciola i dati del gap anagrafico: «All’inizio del ventunesimo secolo, cioé solo diciannove anni fa, gli over 65 erano 10,6 milioni e i giovani fra 118 e i 34 anni erano 13,4 milioni. Oggi quei numeri si sono ribaltati: gli ultrasessantacinquenni sono 13,8 milioni e gli under 34 che hanno diritto di voto 10,7 milioni».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Casadio Giovanna 
Titolo: Nuovi italiani, maggioranza in stallo Franceschini: “E un dovere morale”
Tema: Ius soli

Tanti figli – 800 mila ragazzini italiani di fatto però senza cittadinanza – ma pochi e svogliati padri politici. Se già nel 2017 andò a finire in un buco nell’acqua e lo ius soli temperato (oggi si chiama ius culturae) fu rinviato a miglior data dal centrosinistra allora in maggioranza perché mancavano i numeri, poiché Alfano e i centristi erano contrari, ecco che lo stesso copione sta per ripetersi con i giallo-rossi. Non si sa a chi andrà la palma dell’attendismo tra i 5Stelle e un Pd pieno di “distinguo”. Intanto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi spiega la sua posizione: «Noi ci siamo, facciano sapere gli altri. Seguano il mio metodo sulle unioni civili: niente annunci ma risultati. Sei numeri ci sono, allora ok, però niente tormentoni velleitari che sono controproducenti».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Il retroscena – La lunga notte delle liti I timori su Renzi e Di Maio: così facciamo poca strada
Tema: Maggioranza di governo

Un partecipante agli incontri preliminari la mette così: «Se Renzi comincia a differenziarsi per avere visibilità e Di Maio si mette a inseguirlo sul suo terreno, facciamo poca strada. Finiremo per dividerci in responsabili e arruffapopolo». È il termometro di un clima elettrico, nella giornata che ha portato alla definizione della Nadef, la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, atto preliminare alla legge di Bilancio. Nel pomeriggio arrivano due note asimmetriche che rendono l’idea. Da una parte Dario Franceschini, che manda un «avviso ai naviganti» (dalla Sala delle Caravelle) e si rivolge implicitamente a renziani e 5 Stelle, attribuendo loro una «smania quotidiana di visibilità», che «logora i governi». A seguire, una nota concordata con il Pd del premier Giuseppe Conte, che segue la scia ma con un solo obiettivo: i renziani. Il destinatario implicito è però Luigi Di Maio, che non perde occasione per far sentire il suo peso.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: La cittadinanza spacca il M5S «Nel programma non c’è»
Tema: Maggioranza di governo

Sono bastate poche parole, quelle di Luigi Di Maio sullo ius culturae («Non è una priorità» ha detto il leader a Non è l’Arena su La7) per dare il la ai pensieri contrapposti della truppa pentastellata. I parlamentari sono spaccati. Anche in seno al governo c’è chi si dice «contrario» (il ministro Fioramonti però ieri ha detto che «è una buona idea»), posizione condivisa da una buona fetta di deputati e senatori, specie quelli più vicini all’esperienza e ai temi del governo gialloverde. C’è chi punge come Gianluigi Paragone: «Quando non si sanno come risolvere i problemi urgenti, si cercano le soluzioni di non urgenza». L’ala ortodossa, invece, freme. C’è chi non ha ben digerito la frenata: «Certo, c’è da fare prima la manovra poi vedremo». Per Matteo Mantero invece «è una cosa di buon senso e come tutte le cose di buon senso sacrosanta, il “problema” dell’immigrazione scompare se c’è integrazione». Da più parti nel Movimento viene fatto notare che il tema è divisivo anche per i dem. Anche i vertici pentastellati cercano di rispedire nel campo degli alleati la patata bollente.
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Testata:  Foglio Inserto 
Autore:  Merlo Salvatore 
Titolo: Renzi tra Di Maio e il Pd – Renzi gode della grillizzazione del Pd ma gioca con Di Maio
Tema: Maggioranza di governo

Mentre il Pd apparentemente si grillizza in preda a una sindrome mimetica, Matteo Renzi, che sente di avere l’acqua per l’orto, si abbandona a un ludico paradosso. E allora critica gli ex compagni di partito che gli paiono grillizzati e contemporaneamente però recupera un vecchio e mai del tutto sopito rapporto con Luigi Di Maio, avversario e connivente. “Ho telefonato a Luigi”, raccontava ieri Renzi ai suoi parlamentari. “Il Pd voleva aumentare l’Iva, ma li abbiamo fermati”. E così, mentre riconosce nel suo vecchio partito il contagio del M5s, l’ex segretario del Pd si spinge fino a dire che “più dei 5 stelle mi preoccupa il giustizialismo della sinistra”. Uno spazio gli si è spalancato davanti, e adesso, come fosse rinato, lui si prepara a occuparlo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – I troppi annunci del governo esasperano tensioni latenti
Tema: Maggioranza di governo: editoriali

Comincia a colpire la frequenza con la quale Palazzo Chigi negli ultimi giorni ha annunciato o lasciato filtrare soluzioni, ridimensionate in poche ore. Si è cominciato esaltando in modo esagerato l’accordo raggiunto in materia di immigrazione a Malta con Francia, Germania, Finlandia e Commissione europea. Il passo avanti c’è stato, ma perché diventi qualcosa di più solido bisognerà aspettare l’avallo non scontato delle altre nazioni europee. Quanto ai soldi per evitare l’aumento dell’Iva, a sentire il premier Giuseppe Conte sono stati trovati 23 miliardi di euro. Eppure non si capisce ancora bene dove e come. Sono elementi di confusione che Lega, FI e FdI possono additare a riprova di una situazione precaria. La alimentano le liti nella maggioranza, giocate su distanze tattiche tra Movimento Cinque Stelle, Pd e resto della coalizione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sorgi Marcello 
Titolo: Taccuino – Renzi e Di Maio, quei “no” decisi che sanno tanto di pretattica
Tema: Maggioranza di governo: editoriali

No, non deve preoccupare troppo il rifiuto di Renzi e Di Maio di qualsiasi aumento selettivo dell’Iva, come quello che chiaramente si delinea, a sentire il nuovo ministro dell’Economia Gualtieri. Il neo-leader di Italia viva, che è arrivato a definire la sua creatura, nata dalla scissione del Pd, «partito no-tax», e il capo politico dei 5 stelle, che l’anno scorso di questi tempi arrivò a proclamare «l’abolizione della povertà», stanno semplicemente posizionandosi per la lunga partita della legge di stabilità. Cominciata appena, con il consiglio dei ministri che ha dovuto soltanto fissare i tetti programmati del rapporto deficit-Pil e del debito pubblico, e destinata a protrarsi fino a metà novembre, dato che la trattativa con Bruxelles è appena cominciata. Renzi e Di Maio vogliono semplicemente passare come quelli che non ci stanno ad aumentare le tasse.
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Testata:  Libero Quotidiano 
Autore:  Senaldi Pietro 
Titolo: Renzi punta a fare incetta di grillini – Renzi pensa di fare incetta di grillini
Tema: Maggioranza di governo: editoriali

Incredibile, le sconfitte possono cambiare anche un tipo come Renzi. Ma solo nella forma, perché la sostanza dell’uomo resta la medesima. L’ex premier si è trasformato da rottamatore in cannibale. Nella sua prima fase ha preso un partito, il Pd, e cercato di mandare via chiunque ci fosse prima di lui o non gli si inchinasse prontamente davanti con un’inclinazione dai 90° a salire. Fallita l’operazione, si è fatto il suo partito e ora cerca di mangiarsi tutti, ex compagni e alleati passati e presenti. Sono illuminanti a riguardo tre passaggi dell’intervista rilasciata ieri dal leader di Italia Vera al direttore del Foglio, Claudio Cerasa. Su M5S, Matteo ha dichiarato che ci si è alleato oggi e non un anno e mezzo fa perché «ora è cambiato tutto, il Movimento è più debole elettoralmente e meno centrale sotto l’aspetto del dibattito politico». Traduzione: al govemo comando io, tratterò i grillini come li ha trattati Salvini, se non peggio. Quanto al Pd, l’ex segretario l’ha accusato di «vivere di correnti e fuoco amico, essere privo di entusiasmo» e di «aver rinnegato la spinta riformista» del suo governo. Traduzione: questi ex compagni sono tristi e non cambiano mai, quindi contano poco e conteranno sempre meno. Sul futuro di Italia Viva, il segretario fondatore ha ammesso di puntare al 10%. Traduzione: mi mangio un pezzo di M5S, uno del Pd, forse uno anche di Forza Italia, e mi bevo a colazione Calenda e Pizzarotti.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Allegranti David 
Titolo: Intervista ad Andrea Romano e Stefano Ceccanti – Un faro su Franceschini – Romano e Ceccanti ci spiegano perché il Pd rischia di grillizzarsi
Tema: Maggioranza di governo: interviste

Malumori tra gli ex renziani rimasti nel Pd. “Così rischiamo di grillizzarsi, su democrazia e giustizia” Roma. Il taglio dei parlamentari, la sanzione a chi lascia il Pd in Umbria (poi ritirata dopo le proteste), la app per votare online che assomiglia a Rousseau, la tentazione giustizialista. Insomma, non è che questo Pd corre il rischio di grillizzarsi? “Ho sempre pensato che i Cinque stelle svolgessero una funzione paradossalmente positiva: si erano impossessati di alcuni elementi profondamente negativi dell’album di famiglia di una certa sinistra catastrofista, sottraendoli per nostra fortuna al patrimonio programmatico della sinistra di governo. Penso a un certo anticapitalismo grossolano, alla critica pregiudiziale alle multinazionali, al dietrologismo come lettura della realtà, eccetera”, dice al Foglio Andrea Romano. Insomma, aggiunge con un’altra metafora, “i Cinque stelle hanno estratto alcune malattie dal corpo della sinistra isolandole in un organismo diverso”.
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Testata:  Foglio Inserto 
Autore:  Valentini Valerio 
Titolo: Intervista a Michele Giarrusso – Moderati un corno – “Conte e il Pd non s’illudano di istituzionalizzarci”, dice Giarrusso
Tema: Maggioranza di governo: interviste

“Il Pd s’illudeva di normalizzarci, e invece ora mette le multe peri transfughi: siamo noi che li stiamo rieducando, altroché”, dice Michele Giarrusso. E nel dirlo, il senatore del M5s lancia un messaggio d’avvertimento anche al premier “Conte coltiva ambizioni da leader politico. Ma tenga a mente le parabole di Renzi e Salvini: oggi le leadership si bruciano in fretta”. E si che l”`avvocato del popolo” nega di avere queste ambizioni: “Come Giulio Cesare, che per tre volte rifiuto la corona, ma poi cedé alla tentazione e fu accoltellato, proprio in Senato”. Cioè dove, guarda caso, Giarrusso è ora l’animatore più intransigente della dissidenza grillina. “Di Maio? E’ solo il capo politico. Il nostro leader è Beppe Grillo, a cui stiamo chiedendo di tornare in prima linea”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Magri Ugo 
Titolo: Retroscena – Referendum e presidenzialismo La Lega punta alla “spallata”
Tema: Il centrodestra

La delegazione referendaria s’è addentrata guardinga nel “Palazzaccio”, con Roberto Calderoli in testa e dietro i rappresentanti delle otto Regioni: quelli della Basilicata, mai stati prima a Roma, sembravano i più intimoriti dalle statue dei giureconsulti. Nel cortile interno della Cassazione c’è una cappella dove l’ex ministro si è inginocchiato a pregare «per il successo della nostra iniziativa e per l’Italia». Mezz’ora più tardi tutti i timbri sono stati apposti, e così la procedura referendaria si è messa ufficialmente in moto. In assenza di inciampi, tra 15 aprile e il 15 giugno i cittadini saranno chiamati a decidere se abolire o no la quota proporzionale del “Rosatellum”. Nel primo caso resterebbero in piedi soltanto i collegi dove viene eletto chi arriva primo. Dalla spallata referendaria nascerebbe il sistema sempre sognato da tutti i profeti del sistema “uninominale”. Non a caso ieri l’ottantenne Mario Segni si è fatto vivo con Calderoli per capire come spera di convincere la Consulta a dargli disco verde. Già, perché pure Segni ci aveva provato un quarto di secolo fa, ma i giudici sbarrarono la strada in quanto – dissero – la legge elettorale non si può rimodellare con il taglia-e-cuci del referendum.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna Maria 
Titolo: Cantiere centrodestra Summit all’orizzonte
Tema: Il centrodestra

Venerdì potrebbe essere la giornata giusta. II vertice di centrodestra per rinsaldare i legami tra Lega, Forza Italia e Fdi dovrebbe servire a concordare un’opposizione comune al governo Conte bis e a decidere i candidati governatori delle Regioni che andranno al voto, dopo l’Umbria a fine ottobre su cui c’è già l’accordo sulla leghista Donatella Tesei. Matteo Salvini a dire il vero va un po’ per conto suo, fa la parte del leone e ha lanciato Lucia Borgonzoni per l’Emilia Romagna, che va al voto il 26 gennaio. Ma prima, a dicembre, ci sarà la Calabria, che nel precedente vertice è stata assegnata a Fi e per la quale il coordinamento regionale ha indicato, in una riunione durante la convention azzurra di Viterbo, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Salvini, però, sembra contestare l’intesa e anche Giorgia Meloni vorrebbe piazzare uno dei suoi. Su Toscana, Liguria, Puglia (Fdi potrebbe volere Fitto), Marche e Campania, che andranno alle urne l’anno prossimo, ancora è tutto da discutere. Domenica i tre leader si sono sentiti per gli auguri di compleanno a Silvio Berlusconi, che giovedi sarà a Bruxelles per partecipare alle sedute del parlamento europeo, ma il giorno dopo potrebbe rientrare a Roma invece che a Milano, per il vertice.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Grignetti Francesco 
Titolo: Intervista a Olga D’Antona – “No al reddito per chi ha ucciso il mio Massimo” – “Reddito di Stato alla Br assassina Mai pentita è una vergogna”
Tema: Reddito di cittadinanza alla brigatista

La notizia, le ha causato un colpo al cuore. Una delle brigatiste assassine, una di quelle che nel maggio 1999 uccisero suo marito Massimo D’Antona, percepisce il reddito di cittadinanza. E così per Olga D’Antona, la vedova del professore, già parlamentare del centrosinistra, l’intera giornata è stata bruciata al telefono, tra chi le chiedeva un commento e chi la voleva consolare. «Ci sono cose che saranno pure legali, ma sono ingiuste», dice. E’ turbata, indignata, ma anche rassegnata.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Manovra da 30 miliardi, l’Iva non aumenta – Alt agli aumenti Iva, 21 miliardi da flessibilità Ue e antievasione
Tema: Manovra di governo

Saranno gli spazi di deficit aggiuntivo e i risultati della lotta all’evasione a sostenere la manovra 2020, portando oltre 21 miliardi una legge di bilancio che ne varrà circa 30. Questo, almeno, è l’obiettivo del governo scritto nelle 120 pagine della Nota di aggiornamento al Def approvata ieri sera dal consiglio dei ministri. Una Nadef, quella arrivata dopo l’ennesimo vertice per placare le tensioni nella maggioranza, che promette la «completa disattivazione dell’aumento dell’Iva» all’interno di un «triplice ambizioso obiettivo» fatto anche di alleggerimento della pressione fiscale e riduzione del cuneo sul lavoro. Il tutto grazie a oltre 14 miliardi di deficit in più rispetto al tendenziale e 7 miliardi di maggiori entrate da lotta all’evasione. Il ministro dell’Economia Gualtieri si dice «fiducioso» sul via libera Ue.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: Governo in manovra – Stop all’aumento Iva manovra da 29 miliardi
Tema: Manovra di governo

Il dado è tratto: la Nadef, la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, approvata ieri dal Consiglio dei ministri, si impegna alla «completa disattivazione dell’aumento dell’Iva», come hanno preteso i renziani e Di Maio nella notte: di conseguenza le carte in tavola cambiano e le risorse diventano più scarse. A cominciare da quelle destinate alla riduzione del cuneo fiscale che sarà quest’anno di soli 2,7 miliardi invece dei 5 preventivati inizialmente dal governo che contava sul gettito di qualche «rimodulazione» delle aliquote Iva. L’obiettivo tuttavia è quello di aumentare gli stanziamenti nei prossimi tre anni: già nel 2021 ci saranno 5,4 miliardi. La legge di Bilancio non potrà tuttavia volare altissimo: sarà un intervento in tutto di 29 miliardi soprattutto destinati alla sterilizzazione dell’Iva, alle spese indifferibili e alla riduzione del cuneo fiscale.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: Iva, congelata, servono 7 miliardi – Il governo congela l’aumento Iva Arrivano i tagli al cuneo fiscale
Tema: Manovra di governo

Il governo congela l’Iva ma servono sette miliardi. Il premier Conte manifesta ottimismo: li recupereremo dall’evasione. Il ministro dell’Economia, Gualtieri, non esclude la rimodulazione delle aliquote. Sulla manovra da trenta miliardi i dubbi di Renzi e Di Maio. Il capo del governo stoppa il leader di Italia Viva sul fisco: «Basta con i giochini e le fibrillazioni». Franceschini sferza l’ex presidente del Consiglio: «La smania di visibilità logora i governi».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bassi Andrea 
Titolo: Caccia ai furbetti e bonus: i dubbi sulle coperture – Evasione, 7 miliardi di gettito dubbi sulla cifra messa nel Def
Tema: Manovra di governo

La manovra pensata dal neo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri scricchiola, traballa, sbanda. E lo fa vistosamente. La «rimodulazione» delle aliquote Iva, con l’aumento di 1,5-2 punti di quella intermedia al 10% con il meccanismo del cashback, la restituzione del 3% per chi paga in contanti, è saltata nel burrascoso vertice di domenica sera a Palazzo Chigi. Era il pilastro su cui il ministero dell’Economia aveva faticosamente costruito la prossima manovra. Crollato, Gualtieri si è trovato in poche ora a dover fronteggiare un buco di 5 miliardi di euro nei conti. Per ora Tesoro e Palazzo Chigi sono riusciti a trovare soltanto una soluzione “tampone”. I cinque miliardi mancanti sono stati caricati sotto la voce «lotta all’evasione», che nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza approvato dal consiglio dei ministri di ieri, è stata quantificata nella stupefacente cifra di 7,2 miliardi di euro, lo 0,4 per cento del Pil italiano.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Mancano ancora cinque miliardi – Meno sgravi a chi guadagna di più
Tema: Manovra di governo

Il punto su cui i partiti della maggioranza sono più d’accordo è il solo che non confesserebbero mai: il bilancio 2020 rischia di approdare in Parlamento senza identità. Lo si teme nel Pd, lo si lamenta nella nuova creatura renziana Italia viva, lo si sa fra gli M5S. Non era quasi mai stato cosi negli ultimi anni, piacesse o no agli italiani o a Bruxelles. I governi del Pd avevano cercato di dare potere d’acquisto ai ceti medi, poi di incoraggiare le imprese agli investimenti. II primo governo di Giuseppe Conte, quello di Lega e M5S, si era rivolto a una fascia del Paese che chiede protezione e assistenza. Conte nella seconda incarnazione, meno abrasiva e meno nazionalista, resta in cerca d’autore. Una dose di lotta all’evasione, piccoli tagli a tasse e contributi su salari e stipendi medio-bassi e un po’ di equità fiscale limando gli sgravi ai benestanti sono a stadi avanzati di preparazione. Ma sia al Tesoro sia nei partiti si sa già che un pacchetto così non costituisce ancora un insieme ragionato di politica economica.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tamburini Fabio 
Titolo: La vera sfida rimane il rilancio dell’economia – Il rilancio dell’economia
Tema: Manovra di governo

Nessuno ha la bacchetta magica. Per questo il giudizio sulla cornice della manovra presentata in Consiglio dei ministri non può essere che interlocutorio. La ragione è semplice: occorre lasciare al nuovo Governo il tempo per prendere le misure necessarie e agire di conseguenza Certamente non sarà facile sia perché lo schieramento governativo si presenta del tutto eterogeneo, sia perché l’economia italiana è bloccata. La maggioranza formata alla fine di una pazza estate è articolata, raccoglie sotto lo stesso tetto forze diverse e, almeno in alcuni casi, contrapposte. Riuscirà a consolidarsi? Oppure è destinata a franare come un castello di carte alla prima prova davvero impegnativa?
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Manacorda Francesco 
Titolo: L’analisi – Ma la crescita va finanziata
Tema: Manovra di governo

Le prime scelte di politica economica annunciate ieri sera dal governo Conte-bis sono nel segno di una sostanziale — anche se forse obbligata — immobilità. Le condizioni esterne non sono negative: la Commissione europea si prepara ad approvare una flessibilità di oltre 14 miliardi per i conti pubblici italiani e un deficit al 2,2% del Pil; sui mercati finanziari lo spread naviga ormai da settimane nella bonaccia dei 140 punti. Ma nonostante questo quadro favorevole prevale il compromesso e non si vede il segno di azioni decise. La scelta di non aumentare in alcun modo l’Iva e il conseguente effetto di intervenire al minimo sulla riduzione del cuneo fiscale (le tasse che pesano sul lavoro), cosi come il rituale richiamo a una grande lotta all’evasione fiscale ancora tutta da avviare, prevedendo più di 7 miliardi di recupero di tasse da questo capitolo, sono segnali deboli di un governo che sente sul collo il fiato della Lega e l’incubo di nuove elezioni.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Boccia: «Positivo avere congelato l’aumento dell’Iva»
Tema: Manovra di governo

Sulla manovra «non ci sono grandi aspettative». Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, spiega perché: «C’è un nodo risorse importante, su cui tutti nel paese dobbiamo essere realisti, visto il debito pubblico». Una convocazione ancora non c’è stata: «Nessun problema, siamo mandando messaggi chiari al governo, se ci convoca glieli ripeteremo». Bene, intanto, la volontà di non aumentare l’Iva, annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. «Dobbiamo ringraziare Conte, ci ha risparmiato un comunicato che sarebbe stato un invito al governo a non aumentare l’Iva», ha commentato Boccia, che ieri ha parlato all’assemblea degli industriali di Torino, in mattinata, nell’area Tre di Mirafiori, e nel pomeriggio a Milano, in Assolombarda, al convegno “Comunicare domani”, promosso da Una-Aziende della comunicazione unite con Google.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Cuneo: taglio solo da luglio per 2,7 miliardi, 5,4 nel 2021
Tema: Cuneo fiscale

Il taglio al cuneo fiscale partirà a luglio; ne beneficeranno i lavoratori con reddito annuo fino a 26mila euro; nel 2020 l’impegno aggiuntivo è valutato in 0,15 punti percentuali di Pil, circa 2,7 miliardi, che nel 2021 saliranno a 0,3 punti di Pil, pari a 5,4 miliardi. Nell’ultimissima bozza di Nadef, approvata ieri sera dal governo, sono emersi nuovi dettagli al capitolooccupazione, a cominciare dalla riduzione delle tasse sul lavoro. Che si farà, ma scatterà a metà 2020, per far quadrare i conti della manovra. La copertura economica sarà assicurata dalla legge di Bilancio, ma il contenuto della misura sarà dettagliato in uno dei 23 disegni di legge collegati alla manovra, richiedendo così un supplemento di istruttoria.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M.Per. 
Titolo: Due fondi verdi da 50 miliardi, 1,8 da tasse ambientali nel 2020
Tema: Green economy in Italia

Il green new deal entra nella Nota di aggiornamento al Def approdata ieri in Consiglio dei ministri come «perno della strategia di sviluppo del Governo», come anticipato sul Sole 24 Ore di domenica scorsa. La Nadef preannuncia un disegno di legge ad hoc per la transizione ecologica del Paese, che sarà un collegato alla legge di bilancio. La manovra istituirà due fondi di investimento dedicati, assegnati allo Stato e agli enti territoriali, per un valore complessivo di 50 miliardi in 15 anni, che si avvarranno come dotazione iniziale di partenza per il 2020 anche dei fondi europei non spesi della programmazione 2014-2020, pari a circa 40 miliardi, e di quelli residui del fondo investimenti creato da Pier Carlo Padoan nel 2018, rilanciato dalla scorsa legge di bilancio. I due fondi si affiancheranno e daranno continuità a quelli costituiti con le ultime manovre.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tucci Claudio 
Titolo: Disoccupati ai minimi ma crescono gli inattivi
Tema: L’Istat sull’occupazione

Ad agosto il tasso di disoccupazione è sceso al 9,5%, il valore più basso da novembre 2011. In numeri assoluti, rispetto a luglio, l’Istat ha conteggiato 87mila persone in meno che cercano un impiego. L’occupazione, tuttavia, sempre ad agosto, è rimasta stabile (per la precisione, ha subito un calo di mille posizioni, nel confronto congiunturale); a differenza, invece, del numero di inattivi che, nello stesso periodo, ha segnato un rialzo di ben 73mila unità (i disoccupati in meno, quindi, non si sono trasformati in nuovi occupati, ma in persone che hanno smesso di cercare un impiego, una spia rossa visto il debutto, da aprile, del reddito di cittadinanza che, al contrario, avrebbe dovuto portare, specie nei mesi di avvio, a una crescita fisiologica della disoccupazione dovuta a una maggiore partecipazione al mercato del lavoro).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ducci Andrea 
Titolo: Disoccupazione giù al 9,5%. Ma con più inattivi
Tema: L’Istat sull’occupazione

L’occupazione è stabile mentre il numero dei disoccupati registra una diminuzione di 87 mila unità. Un dato che porta nel mese di agosto il tasso di disoccupazione al 9,59, livello analogo a quello registrato nel novembre del 2011. A certificarlo è l’Istat che commentando l’andamento del mercato del lavoro nel corso degli ultimi tre mesi spiega: «Nel confronto trimestrale — osserva l’Istituto statistico — permangono la crescita dell’occupazione, soprattutto dipendente permanente, e il calo della disoccupazione già osservati nei mesi precedenti». Il quadro però deve fare i conti con una diminuzione del calo dei disoccupati che non discende da un aumento del numero degli occupati, bensì da un significativo balzo, dopo cinque mesi di stabilità, delle persone inattive, cioè coloro che hanno smesso di cercare un impiego. A confermarlo è l’Istat che nel mese di agosto registra in totale 23,4 milioni di occupati (un migliaio in meno rispetto a luglio), dall’analisi dell’istituto le persone in cerca di un impiego sono 2,45 milioni (87 mila in meno rispetto al mese precedente), a crescere è invece il numero degli inattivi, che aumentano in un mese di 73 mila e si attestano a quota 13,24 milioni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  lu.ci. 
Titolo: Disoccupazione in calo è ai minimi dal 2011
Tema: L’Istat sull’occupazione

Crescono gli occupati nel nostro Paese e cala al 9,5% il tasso di disoccupazione mese su mese, un dato positivo “visto” l’ultima volta nel 2011. L’Istat registra una sostanziale stabilità per il dato mensile e cioè agosto rispetto a luglio, con un tasso di occupazione che si attesta al 59,2% ma registra un incremento per gli ultracinquantenni (+34 mila). Dopo la flessione del mese scorso, tornano a crescere, in particolare, i lavoratori dipendenti e quelli a termine (+32 mila in totale) mentre diminuiscono gli indipendenti (meno 33 mila). Le persone in cerca di occupazione sono in forte calo (-3,4%, pari a -87 mila unità nell’ultimo mese). C’è però una tendenza preoccupante relativa agli inattivi e cioè a coloro che il lavoro non ce l’hanno e nemmeno lo cercano. La stima complessiva degli inattivi trai 15 e i 64 anni ad agosto è in aumento (+0,6%, pari a+73 mila unità) e non ci sono particolari distinzioni tra uomini e donne: questo trend alza il tasso di inattività al 34,5% (+0,2 punti).
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Conte: piano shock antievasione. Gualtieri lancia i green bond
Tema: Lotta all’evasione fiscale

«Abbiamo sterilizzato l’aumento dell’Iva, ma vorrei chiarire che non ci accontentiamo di questo. Il nostro progetto politico è molto articolato». Nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri lampo che ha licenziato la Nota di aggiornamento al Def, Giuseppe Conte parte dal nodo che aveva aperto la prima faglia nella maggioranza durante il vertice notturno di domenica. E annuncia «un’operazione di contrasto all’evasione come mai fatto in passato. Siamo consapevoli di dover lavorare per inasprire le sanzioni e le pene ai grandi evasori, ma anche di dover realizzare un grande patto con i cittadini per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica». Un patto che «non dovrà penalizzare i commercianti e dovrà avvantaggiare i consumatori, riducendo le commissioni e valorizzando i circuiti alternativi alla moneta elettronica, come quello postale, ma non solo». No a meccanismi «bonus malus», in sintesi, per accontentare il leader M55 Luigi Di Maio e il numero uno di Italia Viva, Matteo Renzi, che avevano tuonato contro l’ipotesi di rimodulazione dell’Iva.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Dazi pesanti per l’Italia che chiede aiuto a Pompeo – Dazi Usa, conto pesante per l’Italia Roma punta sull’intervento di Pompeo
Tema: Dazi Usa

Otto miliardi di dollari. Dovrebbe essere questo il controvalore dell’import europeo che gli Stati Uniti potranno colpire con i dazi. Il danno per l’Italia è difficile da quantificare e occorre cautela. Al momento si possono solo azzardare stime che oscillano tra i circa 200 milioni di dollari fino al miliardo di dollari. La cifra totale di 8 miliardi è stata fissata dal Wto. Di questo l’Italia parlerà con il segretario di Stato americano Pompeo in vista a Roma.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: Wto verso il sì ai super dazi Usa – Wto pronta a dare il via libera ai dazi Usa contro l’Europa
Tema: Dazi Usa

È una cifra record quella che gli Stati Uniti potranno esigere dall’Europa a colpi di dazi. La World Trade Organization si prepara a riconoscere a Washington la possibilità di imporre tariffe su circa 7,5 miliardi di dollari di export europeo, come sanzione per i sussidi ricevuti negli anni da Airbus. Washington chiedeva 11,2 miliardi di dollari. L’organismo per la soluzione delle dispute, il tribunale della Wto, si è riunito ieri per discutere l’importo dei balzelli, senza però comunicare una decisione. È il tassello che manca: una volta arrivato le tariffe Usa potrebbero scattare nel giro di pochi giorni. È il capitolo quasi conclusivo della faida dei cieli, quella tra il costruttore statunitense Boeing e il consorzio europeo Airbus.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pignatelli Michele 
Titolo: Rebus alleanze per Kurz, tempi lunghi per il governo
Tema: Austria

Primo artefice del trionfo è Sebastian Kurz, il giovane cancelliere deposto da un voto di sfiducia e riemerso ancora più forte, ai danni proprio di quei partiti – gli ex alleati populisti dell’Fpö (16,1%) e i Socialdemocratici (21,7%) – che a maggio lo avevano affossato. Eppure per l’enfant prodige di Vienna la formazione del governo si annuncia come un rebus che potrebbe richiedere mesi per essere risolto. Kurz ha detto di essere pronto a parlare con tutti e non ha escluso nessuna opzione; in teoria, basandosi sui numeri, potrebbe in effetti ottenere la maggioranza alleandosi con uno qualunque dei primi quattro partiti. La scelta preferita del cancelliere in pectore era (e forse rimane) una riedizione della coalizione con la destra dell’Fpö.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Valentino Paolo 
Titolo: Kurz tentato da un governo con i Verdi Ma il prezzo è alto
Tema: Austria

«È probabile che Sebastian Kurz faccia una coalizione solo con i Verdi», dice il politologo Anton Pelinka, docente di scienza della politica all’Università di Innsbruck e uno dei massimi studiosi europei dei nazionalismi. Il giorno dopo il trionfo del giovane leader popolare, lo scenario di un’alleanza a due tra Övp e Grünen appare quello più accreditato (o auspicato) nella conversazione nazionale. Restano ovviamente possibili, quanto meno sul piano dei numeri, sia la Grosse Koalition tra popolari e socialdemocratici, sia la riedizione di un governo con l’estrema destra della Fpö, travolta dagli scandali e uscita distrutta dalle urne. Troppo consumata la prima, troppo imbarazzante la seconda, nessuno tuttavia crede oggi che Kurz abbia alcuna voglia di riproporle.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Tortello Letizia 
Titolo: Kurz e la tentazione dei Verdi La grande coalizione per il clima
Tema: Austria

Solo tre giorni fa, alla vigilia del voto, la distanza tra il Verde e il Turchese sembrava siderale. Ambientalisti di sinistra e conservatori di Sebastian Kurz appena usciti da un governo con la destra nazionalista, quel partito che chiamava i #Fridaysforfuture «un’isteria del clima». Oggi, dopo che le urne di domenica hanno incoronato due grandi vincitori, l’ex cancelliere con uno strepitoso 38% e l’osso duro dei Verdi, il 57enne Werner Kogler, con oltre il 12% – dati che saranno definitivi solo giovedì sera, con lo scrutinio dei voti postali – i colori di Övp e Die Grünen sembrano fondersi col passare delle ore, nella direzione di un governo insieme. «Lavoriamo al meglio per la nostra bellissima Austria», scriveva ieri il 33enne Kurz su Instagram. I primi tentativi Già questa settimana, il popolare potrebbe telefonare a Kogler, per sondare la disponibilità del leader ecologista. Di certo, i due non potrebbero essere più diversi, quanto a stile politico. E potrebbero metterci tempo a convincere i rispettivi elettori ad accettare una coalizione: i «green» vedono il Kaiser conservatore come loro nemico, da quando ha portato l’estrema destra al potere, molti sostenitori di peso di Kurz, tra cui agricoltori e grandi aziende, sono diffidenti nei confronti di un’agenda troppo spinta sulla lotta all’inquinamento.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Intervista a Karl Nehammer – “L’Austria di Kurz resta europeista ma ora è Bruxelles che deve cambiare”
Tema: Austria

Nelle ore del trionfo del suo partito e di Sebastian Kurz, il segretario generale della Oevp austriaca, Karl Nehammer non si sbottona sulle future alleanze. Ma sottolinea che le priorità restano il rigore dei conti pubblici e la lotta all’immigrazione illegale. E, ricordando il «fervente europeismo» di Kurz, Nehammer sottolinea anche che «serve una nuova Costituzione europea». La Ue, insiste, deve funzionare meglio. Da dove viene il trionfo del suo partito? «È una vittoria storica. Poco tempo fa una coalizione di socialdemocratici, membri. della Fpoe e del partito Jetzt avevano votato contro Kurz come cancelliere».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Caso Ucraina La “talpa” sarà ascoltata dal Congresso
Tema: Caso Ucraina per Trump

«Se i democratici avranno successo nel rimuovere il presidente dalla sua carica (cosa che non riusciranno mai a fare), ciò causerà una frattura in questa nazione come la Guerra Civile, dalla quale il nostro Paese non guarirà mai». Questa citazione non è di Trump, ma del pastore battista suo alleato Robert Jeffress. Il capo della Casa Bianca però l’ha rilanciata via Twitter, scatenando una polemica a cui ha partecipato anche il deputato repubblicano Adam Kinziger, ex pilota dell’Air Force schierato in Iraq e Afghanistan, che ha commentato così: «E più che ripugnante. Ho visitato nazioni devastate dalla guerra civile. Non avrei mai immaginato di vedere una simile dichiarazione ripetutadaun presidente». Questo scambio dimostra l’intensità ormai raggiunta dallo scontro sull’inchiesta per l’impeachment avviata dalla Camera dei deputati. Ieri Trump ha accusato Adam Schiff, capo della commissione intelligence che guida l’indagine, di aver stravolto il suo colloquio con il presidente dell’ucraina Zelensky, in cui gli chiedeva il favore di investigare sulle attività del figlio di Biden a Kiev. Quindi ha aggiunto: «Arresto per tradimento?».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guaita Anna 
Titolo: Caso Kiev, Trump: scoprirò chi è la talpa Sotto scorta la spia che lo ha denunciato
Tema: Caso Ucraina per Trump

Un «procedimento rispettoso e solenne». Secondo la speaker della Camera Nancy Pelosi, l’inchiesta per l’impeachment di Donald Trump dovrebbe svolgersi con tutta la compostezza di un avvenimento di «portata storica». La signora, profondamente cattolica, ha detto di aver «anche cercato consiglio nella preghiera». Ma proprio mentre la leader dei democratici esprimeva questo augurio, già si capiva che la lotta sarà invece senza esclusione di colpi e che il presidente userà tutti i mezzi per difendersi. Intanto Trump ha già espresso dubbi sull’affidabilità delle parole del “Whistleblower”, l’anonimo agente della Cia che ha presentato una denuncia sulle presunte irregolarità che Trump stesso avrebbe compiuto nel chiedere al telefono al presidente ucraino “il favore” di indagare su Joe Biden e suo figlio Hunter.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Robecco Valeria 
Titolo: Trump vuole incontrare la talpa dell’Ucraina-gate I legali: «È in pericolo»
Tema: Caso Ucraina per Trump

È partita la caccia alla talpa dell’Ucraina-gate. Donald Trump vuole incontrare l’informatore che ha denunciato la sua telefonata con Volodymyr Zelensky, in cui il presidente Usa chiese al leader ucraino di indagare su Joe Biden e il figlio Hunter. «Questa persona stava spiando il presidente? Come ogni americano merito di incontrare il mio accusatore, che ha scritto cose terribili», scrive su Twitter, parlando di notizie di «seconda o terza mano». E The Donald vuole vedere «anche la persona che gli ha dato illegalmente queste informazioni. Il falso reclamo della talpa non regge – prosegue – Si tratta principalmente della telefonata al leader ucraino che, in nome della trasparenza, ho immediatamente reso nota al Congresso e al pubblico».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Sesso, droga e corruzione il Kiev-gate affossa i sogni della famiglia Biden
Tema: Caso Ucraina per Trump

Non appena i democratici hanno avviato alla Camera la procedura d’impeachment, dal quartier generale della campagna per la rielezione di Trump è partita un’offensiva pubblicitaria da 10 milioni di dollari. Mentre nel partito repubblicano sono ancora minoritarie le voci di chi prende le distanze dal presidente, o addirittura ne appoggia l’nnpeachment, in quello democratico le accuse a Biden trovano un terreno favorevole. Il partito è diviso sulla nomination nella corsa alla Casa Bianca 2020. L’ala sinistra – la stessa che ha sempre richiesto l’interdizione del presidente – è anche la più feroce avversaria di Biden. Ora potrebbe aver preso due piccioni con una fava: la prima vittima dell’impeachment rischia di essere proprio il vicepresidente di Barack Obama.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Vecchi Gian Guido 
Titolo: Dalla Siria a Hong Kong, le questioni aperte con la Santa Sede
Tema: Santa Sede: visita di Mike Pompeo

La prima cosa che Mike Pompeo vedrà, nell’avvicinarsi a San Pietro, sarà il monumento al Migrante che il Papa ha inaugurato domenica in piazza, quasi l’immagine della distanza tra l’amministrazione Trump e il pontificato di Francesco. Ma il dialogo non si interrompe mai, tra Stati Uniti e Vaticano sarebbe peraltro impensabile. Così l’udienza privata di Francesco al Segretario di Stato Usa, prevista giovedì mattina, sarà importante per approfondire le questioni che uniscono e chiarirsi, per quanto possibile, sui (diversi) temi che dividono. Mike Pompeo, cattolico e come Francesco discendente di migranti italiani (arriva in Italia oggi e nel suo programma di incontri, dal presidente Mattarella al governo, troverà anche il tempo di visitare il paese dei bisnonni in Abruzzo), giocherà anzitutto le sue carte diplomatiche. Preparata dalle ambasciate, l’udienza è pensata come un dialogo intorno alla libertà religiosa e alla persecuzione dei cristiani. Alla vigilia del summit internazionale sul tema, organizzato l’anno scorso a Washington dal Dipartimento di Stato, Pompeo si fece intervistare dal portale Vatican News della Santa Sede, «pensiamo che Papa Francesco e la Chiesa Cattolica abbiano un ruolo centrale nella promozione della libertà religiosa».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: L’Europarlamento dice no a due commissari Ue – L’Europarlamento mette von der Leyen con le spalle al muro
Tema: Ue

La commissione Affari giuridici del Parlamento europeo ha respinto le candidature di due commissari Ue, formulate da Ungheria e Romania, ritenendoli «non idonei». Il presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto di voler risolvere velocemente il caso, in vista del voto di fiducia del 23 ottobre. Il nuovo candidato ungherese è Oliver Verhelyi, rappresentante permanente presso la Ue.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  … 
Titolo: Bocciati i commissari di Romania e Ungheria “Conflitti di interesse”
Tema: Ue

La commissione giuridica del Parlamento europeo ha bocciato i commissari designati di Romania e Ungheria. Si tratta della socialista romena Rovana Plumb, 59 anni, indicata dalla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen come futura commissaria ai Trasporti, e del conservatore ungherese Laszlo Trocsanyi, 63 anni, ex ministro della Giustizia nel governo di Viktor Orbán, pronto ad assumere il ruolo di commissario a Politica di vicinato e negoziati per l’allargamento. I due candidati proposti dai governi di Bucarest e Budapest «non sono in grado di esercitare le proprie funzioni conformemente ai trattati e al codice di condotta», hanno spiegato gli eurodeputati, confermando il parere negativo che avevano espresso già la scorsa settimana.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Guerrera Antonello 
Titolo: “Urla e pistole” Dentro lo show proibito di Boris – Parola di Boris
Tema: Brexit

Sono eventi vietati ai giornalisti. Sono ammessi solo i membri del partito conservatore di un Regno Unito sempre più pericolante. Ma la ressa è tanta e riusciamo a infilarci nella sala strapiena confondendoci tra gli uomini della scorta, sua ombra perpetua. Mentre nella tarda serata di domenica tutti sono a cena, Boris Johnson, che qui parlerà ufficialmente soltanto domani, fa tre comparsate inattese: una presso un ricevimento organizzato dai tory gallesi, una seconda dai conservatori scozzesi e infine un evento di un’associazione femminile. Dove, a sorpresa, c’è anche la sua attuale compagna, Carrie Symonds, 31 anni e 24 meno di lui, con una vistosa fascia verde sui capelli biondissimi. Carrie è radiosa, nonostante le ultime accuse di molestie sessuali contro il suo Boris. È stata una lunga giornata per il premier. Ma alle venti e trenta locali è ancora incontenibile.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Migranti, il pressing della Tunisia
Tema: Migrazione: Tunisia

È un flusso che non si arresta e batte una rotta diversa da quella libica. Perché gli stranieri sbarcati nell’ultima settimana in Italia a bordo di barchini e gommoni provengono soprattutto dalla Tunisia. E tanto basta per accreditare il sospetto che il governo di Tunisi abbia allentato i controlli in vista della trattativa avviata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che anche ieri è tornato ad annunciare «un provvedimento per dichiarare quel Paese “non pericoloso” e accelerare i rimpatri grazie a nuovi accordi». Un modo per fare pressioni e ottenere così il massimo da un’eventuale intesa che l’Italia ha interesse a siglare con la massima urgenza. L’aumento di arrivi dell’ultima settimana, su cui batte Salvini accusando «II signor Conte di aver calato le braghe per fare un favore alla Merkel», rischia infatti di pregiudicare il buon esito della trattativa con gli altri Stati europei che dovrebbero aderire all’accordo siglato a Malta per la redistribuzione automatica di chi arriva a bordo delle navi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Serafini Marta 
Titolo: Morte tra le fiamme nel campo profughi – Nel campo profughi Donna e bimbo morti nell’incendio di Lesbo L’Ue: è insostenibile
Tema: Migrazione: Lesbo

Sono almeno due i morti per l’incendio divampato domenica a Moria, hotspot dell’isola greca di Lesbo. Pochi e confusi i dettagli diffusi dalle autorità di Atene. È l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite a confermare ieri che le vittime sono «una donna e un bambino». Diverso il racconto all’Afp di Fadouz, 15 anni, dall’Afghanistan: «Abbiamo trovato due bambini completamente carbonizzati e una donna morta. E li abbiamo consegnati ai vigill del fuoco avvolti nelle coperte». Incerta poi anche la ricostruzione dei fatti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: Casaleggio spiega Rousseau all’Onu
Tema: Casaleggio all’Onu

«Il tempo degli esperimenti è finito»: dobbiamo usare le tecnologie digitali per consentire ai cittadini di godere realmente dei diritti garantiti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. E partito da qui l’intervento di Davide Casaleggio al dibattito sulla cittadinanza digitale tenutosi ieri all’Onu in margine ai lavori dell’Assemblea generale per iniziativa della delegazione italiana insieme a quella dell’Unione europea e di altri Paesi come Finlandia e Bangladesh. Le polemiche italiane sull’evento non sono arrivate fino dentro l’aula 6 dell’Onu dove Casaleggio, intervenuto dopo la ministra Pisano come rappresentante della società civile in quanto presidente del’associazione Rousseau, ha discusso con altri rappresentanti di governi, aziende e centri di ricerca e consulenza come McKinsey, delle implicazioni delle tecnologie digitali perla democrazia e lo sviluppo sociale. L’imprenditore ed esponente del M5S ignora le accuse di conflitto d’interessi ricevute in Italia : «Ne so poco, fino a ieri ero in Silicon Valley a visitare centri di ricerca e imprese innovative».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Iacoboni Jacopo 
Titolo: Il punto – Casaleggio all’Onu fa lo spot a “Rousseau”
Tema: Casaleggio all’Onu

Casaleggio all’Onu fa lo spot a “Rousseau” suo obiettivo: proporsi come un player globale nel mercato delle piattaforme di voto online. Poco prima, il rappresentante permanente del Bangladesh all’Onu, Masud Bin Momen, aveva espresso preoccupazioni sul bisogno globale di cybersecurity, «la protezione dei dati è fondamentale, come lo è la privacy». Casaleggio, sanzionato in Italia proprio per mancata protezione di dati, era seduto subito alla sua sinistra, ma non ha fatto una piega. Anir Chowduri ha spiegato che «il problema numero uno è la privacy». Jarmo Sareva ha esposto la necessità di «rigidi protocolli etici». Tutte frontiere sulle quali la piattaforma ha registrato qualche lievissimo problema. Il blog delle stelle sostiene che «la partecipazione (di Casaleggio) era già stata programmata con l’allora ministro degli Esteri Moavero». Il quale ha però ha precisato di non aver mai invitato Casaleggio, aveva solo accettato un invito sul digitale suggerito da Di Maio, che si era guardato dal dirgli che ospite sarebbe stato Casaleggio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Battistini Francesco 
Titolo: Somalia, attacco agli italiani e caos continuo
Tema: Attentato in Somalia
Un’autobomba a Mogadiscio, mentre passano tre blindati di ritorno da un addestramento nel quartier generale somalo di Villa Gashandigha. Due Lince danneggiati e «nessun soldato colpito nell’esplosione». Cosi ieri mattina, con un comunicato del ministero della Difesa, l’Italia s’è ricordata dei 123 istruttori militari e dei venti mezzi che da quasi dieci anni sono impiegati in uno dei più pericolosi scenari mondiali. Un testimone ha raccontato all’Afp che gli italiani hanno chiuso la zona e chiamato diverse ambulanze. Ma da questa missione europea d’addestramento, che si chiama Eutm e dal 2014 è sotto comando italiano, nessuno conferma se ci siano state vittime civili. Ai nostri è andata bene: sempre ieri, due forti esplosioni a Baledogle avrebbero causato decine di morti. Cento, rivendica Al Shabaab, dopo che un gruppo di jihadisti su un camion ha «combattuto ferocemente i crociati».
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Autobomba contro soldati italiani Lo Stato islamico rivendica l’attacco
Tema: Attentato in Somalia

Una bomba è esplosa ieri nella tarda mattina a Mogadiscio, capitale della Somalia, colpendo un convoglio militare su cui viaggiavano anche alcuni soldati italiani, che sono rimasti illesi. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo jihadista somalo AlShabaab. L’esplosione è stata causata da un ordigno di costruzione artigianale ed è scattato al passaggio di tre mezzi militari italiani. II convoglio si trovava sulla strada Jaale-Siyaad nel distretto di Hodan, una delle vie principali a nord dell’aeroporto, e aveva appena lasciato la green zone per dirigersi verso il ministero della difesa somalo, dopo un’attività d’addestramento a favore della forze di sicurezza del Paese.
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