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SINTESI IN PRIMO PIANO – 1 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Coronavirus, salgono i contagi
– Coronavirus. l’intervista al premier Conte
– Coronavirus, le misure del Governo
– Coronavirus, gli Usa alzano il livello di allerta sull’Italia
– Profughi dalla Turchia Scontri al confine greco
– Afghanistan, siglato a Doha l’accordo tra Usa e Talebani

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fabrizio Caccia  – Giampiero Rossi
Titolo: Più contagi ma anche più guariti – Virus, superati i mille casi Guarigioni salite del 10%
Tema: Coronavirus, salgono i contagi
«Ci sono quattro nuovi guariti in Liguria», annuncia il commissario per l’emergenza del coronavirus, Angelo Borrelli, al termine di un’altra lunga giornata passata in trincea. E ora così sono saliti a 50 i guariti in tutta Italia. Purtroppo, però, salgono anche i decessi: erano 21 venerdì, ora siamo arrivati a 29. Altri 8 anziani, 5 uomini e 3 donne, di età compresa tra 79 e i 90 anni, non ce l’hanno fatta. Tutti gli 8 nuovi decessi – 6 in Lombardia (4 uomini e 2 donne) e 2 in Emilia-Romagna (un maschio e una femmina) – «sono collegati al focolaio lombardo», fanno sapere dalla Protezione civile. Il totale delle vittime è salito così a 29 (23 in Lombardia, 2 in Veneto e 4 in Emilia-Romagna). Intanto, sono saliti a più di mille i contagiati dal coronavirus:da quando è cominciata l’emergenza, sono 1.128 le persone risultate positive, secondo gli ultimi dati diffusi ieri da Borrelli. Tolti i guariti (50) e i deceduti (29), dei 1.049 restanti – dice il capo della Protezione civile – il 52%, 543 persone contagiate, si trova ora in isolamento domiciliare; altre 401 persone, il 38%, sono invece ricoverate con sintomi; infine, il 10%,105 persone, sono attualmente in terapia intensiva..
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore: Marco Travaglio  – Paola Zanca
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – Conte: “Sul virus vogliamo avere più deficit” – “All’Italia serve unità: chi ne approfitta per tentare spallate è irresponsabile”
Tema: Coronavirus. l’intervista al premier Conte

Il premier Conte traccia nell’intervista un bilancio delle misure adottate dal Governo per fronteggiare l’emergenza da coronavirus. Si sofferma sui rapporti tra il Governo e le amministazioni locali: «Con i presidenti delle Regioni del Nord – dice –  stiamo lavorando con spirito di piena collaborazione. Ci sentiamo anche più volte al giorno nella consapevolezza che per le decisioni che ci spettano non possono contare colori politici o arroganze territoriali». Giudica le proposte di governo di unità nazionale lanciate da Salvini :«logore ed equivoche», e aggiunge: «Quando il Paese affronta sfide così impegnative, bisogna che tutti facciano la loro parte, responsabilmente. Approfittarne per tentare di dare spallate o proporre ammucchiate è irresponsabile». Da Renzi dice di aspettarsi disponibiltà «a sacrificare interessi personali pur di raggiungere un più ambizioso obiettivo comune». Assicura che il Governo è impegnato a definire, oltre alle misure economiche già predisposte per le zone rosse, un ampio programma di sostegno e rilancio dell’economia «stiamo già lavorando – afferma – al secondo decreto che conterrà finanza aggiuntiva, ma abbiamo bisogno dell’autorizzazione del Parlamento per ampliare il deficit. E chiederemo di poterlo fare, in accordo con le autorità europee. Con un terzo intervento, ancora più complessivo e sistematico, faremo ripartire l’intera economia, con accelerazione della spesa per investimenti e una poderosa opera di semplificazione». Si tratterà di  «una terapia d’urto che dovrà scuotere il nostro sistema burocratico e amministrativo dalle fondamenta».
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Testata:  Repubblica 
Autore: Annalisa Cuzzocrea
Titolo: Il retroscena – “Soldi veri e chiese aperte” i governatori danno battaglia Marche di nuovo in rivolta
Tema: Coronavirus, le richieste delle Regioni

Soldi veri. È questo che, uniti, i governatori delle zone più colpite dal coronavirus hanno chiesto al governo nella riunione a porte chiuse di ieri. Ed è questo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è impegnato a fare nei prossimi giorni, fissando per mercoledì un incontro con sindacati e parti sociali per condividere tutte le misure che l’esecutivo ha intenzione di mettere in campo per contrastare l’emergenza coronavirus. II presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, in accordo con il governatore lombardo Attilio Fontana e con quello del Veneto Luca Zaia, ha chiesto a Conte misure robuste su estensione degli ammortizzatori sociali, mutui, accesso al credito, cartelle esattoriali, sostegno al turismo.Restano forti divergenze tra Governo e Regioni sulla questione delle chiusure di scuole, musei, teatri, biblioteche. Zaia più di tutti; si è presentato con una mappa del Veneto chiedendo che Vo’ – dove la situazione sembra sotto controllo – possa uscire dalla zona rossa, quella dei comuni completamente chiusi. E che le province di Verona, Rovigo e Belluno possano essere escluse dalle misure restrittive prorogate in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Il premier ha detto no, le misure devono essere il più possibile omogenee. Passa solo la richiesta di Bonaccini di mantenere la chiusura delle scuole ma attraverso una «sospensione dell’attività didattica» che consenta di lavorare al personale amministrativo e ai docenti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Daria Gorodisky
Titolo: Intervista a Mariastella Gelmini – «Governo di unità nazionale? Sarebbe letale per il Paese»
Tema: Fi, “no” a ipotesi di governissimo

Secondo Mariastella Gelmini, capogruppo alla Camera di Forza Italia, un governo di unità nazionale  «sarebbe un virus letale per il Paese oltre che per il nostro partito, che lo ha già sperimentato con l’appoggio a Monti e pagato un prezzo altissimo in fatto di consensi». Per fare fronte all’emergenza coronavirus, dice,  «non serve un governo nuovo […]. Noi lo abbiamo dimostrato votando il decreto sull’emergenza sanitaria e dando un contributo con proposte concrete: alcune sono già state accolte. Ma non esiste – avverte – uno “sconto” coronavirus: finita l’emergenza, faremo solo opposizione per mandare a casa Conte».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Nando Pagnoncelli
Titolo: Conte tiene meglio di Salvini Cala Renzi – Consensi e popolarità, Renzi scende ancora Conte regge meglio di Salvini
Tema: Coronavirus, il sondaggio di Pagnoncelli

Nando Pagnoncelli riassume i dati dell’ultimo sondaggio che cadeal termine di una settimana atipica, caratterizzata dalle misure adottate dalle autorità per contenere la diffusione del coronavirus. Si tratta di misure che hanno avuto un grande impatto sulla vita di milioni di cittadini e riflessi non indifferenti sulle opinioni degli italiani.Dal sondaggio emerge un Paese diviso, con il gradimento del governo che arretra di tre punti e si attesta al 42%.. Anche il  premier Conte, pur mantenendo  un indice di gradimento elevato, al 48%,  perde due punti. Passando ai leader dei partiti, Salvini arretra al 38%, pagando 4 punti; seguono Meloni (37%), Franceschini (31) e Zingaretti (29). Gli orientamenti di voto fanno registrare un aumento degli indecisi e degli astenuti, ora oltre il 40%. In leggera flessione Lega e Pd. Stabile il M5S, mentre raggiunge il livello di gradimento più alto di sempre Fratelli d’Italia, che con un più 1,3 tocca íl 13,3%.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Eugenio Scalfari
Titolo: L’editoriale – La Morale che divide democrazia e dittatura
Tema: Coronavirus, la morale come strumento di lotta politica

Eugenio Scalfari  riflette sugli aspetti morali insiti negli atteggimenti assunti dalle forze politiche nel nostro Paese di fronte all’emergnza coronavirus.La morale, scrive, “distingue il bene dal male, ma effettua questa distinzione in modo individuale o collettivo. L’Io è la morale individuale. Quella collettiva è rappresentata dal Popolo e dallo Stato. La prima è democratica, la seconda è una dittatura”. E sottolinea come Matteo Salvini giochi “molto abilmente” con la morale. Il leader leghista “la morale la porta ovunque con sé, ne fa uno strumento della massima importanza, che chiude i porti e le vie d’ingresso. E usa la morale politica per motivare questo suo atteggiamento col quale spera di convogliare verso il suo partito la maggioranza del voto popolare”. Sottolinea la distanza che su questo terreno oppone Renzi al premier Conte (“Renzi e Conte: sono questi i veri avversari”, scrive) e rivendica alla sinistra e al Pd il ruolo di incarnare i valori della morale democratica: “la sinistra liberaldemocratica – così conclude il suo articolo — coltiva la moralità politica che fu impersonata a suo tempo da Enrico Berlinguer e da quelli che dopo di lui fecero una forza di rilievo del Partito comunista democratico, che oggi è ancora tra le forze storiche d’un passato più che mai proiettato verso il presente e sperabilmente il futuro. Questa è la moralità storica e di questa siamo i sostenitori”.
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Testata:  Repubblica 
Autore: Concetto Vecchio
Titolo: Mattarella: “L’odio non è sconfitto ma l’Ue è l’antidoto ai fanatismi”
Tema: Sant’Anna di Stazzema, il monito di Mattarella

«Dobbiamo essere vigili», avverte il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando a Sant’Anna di Stazzema. «I mutamenti epocali in atto ci offrono opportunità straordinarie, in ogni campo, ma al tempo stesso provocano paure, disorientamenti, chiusure. Il germe dell’odio non è sconfitto per sempre. Il timore del diverso, il rifiuto della differenza, la volontà di sopraffazione, sono sentimenti che possono ancora mettere radici, svilupparsi, e propagarsi». Il Presidente della Repubblica pronuncia queste parole alla cerimonia per il cinquantesimo anniversario del conferimento della medaglia d’oro al valor militare al Cornu ne di Stazzema, teatro dell’eccidio nazifascista che il 12 agosto 1944 fece 560 vittime.E ricorda come l’Unione europea, “pur essendo imperfetta, fragile, incompiuta” rimanga «il più forte antidoto al ritorno dei muri, dei risentimenti nazionalisti, dei fanatismi che non di rado esibiscono la loro carica distruttiva».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Marzio Bortoloni  –  Claudio Tucci
Titolo: Scuole chiuse in metà del Nord Smart working esteso a tutta Italia – Scuole ancora chiuse in tre Regioni
Tema: Coronavirus, le misure del Governo

Lunedì le scuole potranno riaprire in quasi tutte le regioni, tranne in Lombardia, Emilia Romagna, e Veneto dove le aule resteranno chiuse un’altra settimana, fino cioè all’8 marzo. Solo in Piemonte l’apertura agli studenti slitterà a mercoledì, ma solo per effettuare un’igienizzazione straordinaria. Ma il ritorno a un po’ di normalità ci sarà anche nelle tre regioni della cosiddetta «area gialla», quella con più casi di contagio e con più restrizioni dopo la zona rossa degli n Comuni del focolaio: in Lombardia, Emilia e Veneto scatterà infatti da domani l’apertura di tutte le attività commerciali senza più restrizioni, ma con «modalità contingentate» ed evitando «assembramenti» e garantendo il «mantenimento di una distanza di almeno un metro tra visitatori».Ci sarà invece un ritorno a tutte le attività e a una quasi completa normalità per Friuli Venezia Giulia, Marche e Liguria che escono dunque dalla zona gialla. A ridisegnare la geografia dell’Italia che di fatto resta divisa in tre (zona rossa, gialla e bianca in base al rischio), è il nuovo Dpcm atteso per oggi che sarà valido per tutta Italia e prenderà il posto delle ordinanze regionali: l’articolato sarà «in pieno raccordo con le valutazione dei governatori» ha sottolineato ieri il premier, Giuseppe Conte. Tra le altre misure, queste valide per tutta Italia, c’è la possibilità che durante l’intero stato di emergenza dichiarato dal governo lo scorso 31 gennaio, le aziende su tutto il territorio nazionale potranno ricorrere a modalità di lavoro agile con regole più snelle (lo smart working, anche senza accordo individuale, quindi, non verrebbe più disciplinato come sola misura tampone limitata ad alcune regioni e fino al 15 marzo).
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Testata:  Stampa 
Autore:  …
Titolo: Il governo: deficit contro il virus – Più deficit per rilanciare l’economia Il governo prepara un nuovo decreto
Tema: Coronavirus, il piano del Governo per il sostegno all’economia

Dopo il primo decreto varato venerdì notte il governo prepara una «terapia d’urto» per l’economia. Slittamento dei pagamenti e degli adempimenti fiscali, sospensione delle rate dei mutui e cassa integrazione in deroga, ha spiegato ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, «rappresentano solamente un primissimo intervento». La prossima settimana dovrebbe infatti vedere la luce un piano «più organico e incisivo» di sostegno al tessuto produttivo delle regioni colpite ed un intervento di rilancio complessivo del Paese. Per effetto del coronavirus l’Italia quest’anno rischia infatti di finire in recessione: nel primo e nel secondo trimestre di quest’anno, stima Ref ricerche, il Pil calerà tra l’1 ed il 3%. Per varare il nuovo pacchetto di interventi il governo conta di aumentare l’indebitamento: al Mef ipotizzano di fare un poco più di deficit evitando però di sforare il tetto del 3%. Prima, però, occorre che il Parlamento autorizzi lo sforamento. I tecnici dovrebbero mettersi a lavoro già da domani per fissare la nuova soglia di deficit che potrebbe attestarsi ad un massimo del 2,6% (dal 2,2 attuale) in modo da liberare sino ad un massimo di 7,2 miliardi di euro. Si punta su interventi strutturali come crediti d’imposta per chi ha avuto cali di fatturato, una specie di 4.0 esteso a settori come turismo, logistica e servizi, assieme ad incentivi e indennizzi diretti alle imprese. Oltre a questo il governo pensa anche di sondare Bruxelles per accedere anche ai fondi europei destinati alle catastrofi. Il governo punta ad ottenere il via libera tra mercoledì e venerdì in modo da varare un nuovo decreto tra il 10 e 1’11 marzo. Matteo Salvini è disponibile a votare a favore, ma a suo parere i miliardi da stanziare dovrebbero essere almeno 20.
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Testata:  Repubblica 
Autore:   Massimo Giannini
Titolo: Intervista a Roberto Gualtieri – “Aiuti per 3,6 miliardi e l’Europa ci dirà sì” – Gualtieri “Spenderemo 3,6 miliardi per affrontare la crisi E l’Ue ci darà via libera”
Tema: Coronavirus, il piano del Governo per il sostegno all’economia

«Siamo pronti per la fase due: entro venerdì prossimo vareremo un nuovo decreto legge per il sostegno dell’occupazione e dei settori più colpiti dagli effetti del coronavirus: sarà un pacchetto da 3,6 miliardi di risorse eccezionali e aggiuntive. Poi, se serve, scatterà la fase tre: da martedì prossimo avvierò una discussione con i miei colleghi europei per studiare un piano straordinario e coordinato dalla Ue». Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, spiega nell’intervista la strategia del Governo per fronteggiare una crisi che non è solo sanitaria, ma anche finanziaria. Si dice certo che l’Unione europea non si opporrà al piano del Governo. gli stanziamenti aggiuntivi, dice, «sono compatibili con la flessibilità prevista dalle regole del Patto di stabilità, visto che siamo in presenza di “circostanze eccezionali” oggettive». «Non ho ragione di temere – aggiunge -che Bruxelles possa contestare la nostra richiesta».E rigetta le accuse mosse all’esecutivo da Matteo Salvini, secondi il quale le misure fin qui adottate sono “acqua fresca”. «Non accetto polemiche del genere – risponde il ministro – evidentemente Salvini ignora le procedure costituzionali che richiedono un passaggio parlamentare per modificare i saldi di bilancio».
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Testata:  Giornale 
Autore: Pier_Francesco Borgia
Titolo: Solo elemosine – Da Berlusconi ai sindaci: decreto inutile, solo spiccioli
Tema: Coronavirus, il piano del Governo per il sostegno all’economia
Misure insufficienti. Così l’Italia rischia di essere messa al tappeto non dal Covid-19 bensì dalla troppa prudenza del governo nell’approntare misure adatte contro lo shock economico. Il dl predisposto l’altra notte non basta. Sono in tanti a bocciare il Decreto «zona rossa»: da Forza Italia ai sindacati, dalla Coldiretti ai rappresentanti del comparto turistico. «Un’elemosina inaccettabile e un’offesa nei confronti del nostro territorio che sta facendo sforzi inimmaginabili per arginare l’epidemia» commentano i sindaci dei comuni più estesi e popolosi della zona rossa. «Non può essere sufficiente la sola sospensione dei pagamenti delle imposte e dei contributi previdenziali – spiega il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi – se non si mette in campo un progetto serio di sostegno e di accompagnamento delle aziende attraverso le prevedibili difficoltà. Inoltre, la Banca centrale europea deve proseguire col suo ruolo attivo, sostenendo spese e investimenti, ma la filosofia del whatever it takes ideata da Mario Draghi, che ha consentito al Continente di superare un periodo complesso, non deve valere soltanto per le politiche monetarie, ma anche per le politiche economiche, di bilancio e fiscali». Serve insomma un «grande Piano Marshall per lo sviluppo», a vantaggio di tutti, come sottolineano Antonio Tajani, numero due del partito, e Renato Brunetta, responsabile economico di Fi, in una lunga nota.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Maurizio Ferrera
Titolo: Le nostre incertezze
Tema: Coronavirus, il ruolo della Ue

Maurizio Ferrera  sottolinea come, nel clima di incertezza creato dall’epidemia da coronavirus,si stiano sviluppando “due linee di tensione: fra sfera della salute pubblica e sfera economica; fra categorie e settori danneggiati e quelli non danneggiati. Priva di punti di riferimento oggettivi- aggiunge – la politica subisce un sovraccarico di responsabilità che ne limita l’efficacia decisionale in un contesto di visibilità e aspettative crescenti”. Occorre invece promuovere con decisione soluzioni ispirate al principio della “condivisione su base universalistica”. E nel definire misure di poitica economica efficaci per contrastare i rischi di recessione, chiede il pieno coinvolgimento dell’Unione europea, “di cui – sscrive – facciamo parte avendo creato una unione economica e monetaria. Di fronte al coronavirus – avverte – non ci sono Paesi bravi o cattivi, siamo tutti egualmente esposti a una sorte che può accanirsi a Sud come a Nord, a Ovest come a Est. Per questo oggi la Ue è chiamata a una nuova grande prova: fare whatever it takes (tutto ciò che è necessario, come disse Mario Draghi nel 2012 durante la crisi dell’euro) per combattere l’epidemia, dando effettiva concretezza a quella «clausola di solidarietà» fra i Paesi membri che è stata introdotta dieci anni fa, col Trattato di Lisbona”
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Marco Valsania
Titolo: Per le Borse mondiali uno shock che vale come il Pil giapponese – Il crack delle Borse, un falò da 6mila miliardi
Tema: Coronavirus, il crollo delle Borse

È stata una ritirata che definire precipitosa rischia di apparire un eufemismo: dal 20 febbraio Wall Street e le Borse mondiali, incalzate dalla diffusione del coronavirus, hanno bruciato 6mila miliardi di capitalizzazione, 5mila solo nell’ultima settimana, l’equivalente del Pil del Giappone in un anno. La tensione potrebbe continuare con il crescente impatto dell’epidemia sull’economia e il timore di recessione globale. Domani i mercati sono attesi ad un’altra prova: sabato la Cina ha reso noto che a febbraio l’indice Pmi è crollato a 35,7 da 50 e gli analisti prevedono crescita nulla o addirittura negativa nel primo trimestre.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Monica Sargentini Ricci Titolo: L’America alza l’allerta sull’Italia: «Evitate i viaggi nelle aree colpite»
Tema: Coronavirus, gli Usa alzano il livello di allerta sull’Italia
Viaggi sconsigliati nelle regioni italiane a rischio e controlli medici su chi parte per gli Stati Uniti. La Casa Bianca alza a quattro l’allerta nei confronti del nostro Paese e, anche se non vieta voli, prende misure drastiche. «Siamo preparati a combattere il coronavirus», ha detto Donald Trump in conferenza stampa. Intanto nei pressi di Seattle è morta la prima persona affetta da Covid-19 e il governatore ha dichiarato lo stato di emergenza. Sulla West Coast anche i primi casi di scuole chiuse: una sempre nello stato di Washington, l’altra in Oregon. Intanto nel mondo si moltiplicano i tentativi di evitare che il coronavirus da epidemia si trasformi in pandemia. Sono quasi 86 mila i casi confermati e le morti sfiorano le tremila unità. La maggioranza dei malati rimane in Cina, 79.251 contagi e 2.835 decessi, seguita dalla Corea del Sud (3.150 casi, 17 morti) e dall’Italia (1.128 casi, 29 morti). Anche Hong Kong ha emesso un’allerta rossa per l’Italia, sconsigliando i viaggi non necessari. Dopo Israele, Seychelles, Mauritius e Giordania si allunga sempre di più la lista delle nazioni che sbarrano le loro frontiere agli italiani e a chi arriva dal nostro Paese. Ultimi ad aggiungersi sono stati le autorità delle isole pacifiche di Tuvalu. Scelta analoga hanno fatto le Isole Cook, sempre nel Pacifico, e il Kuwait. Si infoltisce anche l’elenco di chi impone o suggerisce una quarantena di 14 giorni per i passeggeri in arrivo dall’Italia.  Ultimi a introdurre la misura, già in vigore da giorni nel Regno Unito e in Romania, sono stati con varie gradazioni di obbligo Macao, Panama, Ciad, Malta, Eritrea, Montenegro e Territori Palestinesi.
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Testata:  Stampa
Autore:  … 
Titolo: C’è la prima vittima americana del virus Trump alza l’allerta: non andate in Italia
Tema: Coronavirus, gli Usa alzano il livello di allerta sull’Italia

Italia sale al massimo livello di allerta peri viaggi del dipartimento di Stato, che consiglia a tutti gli americani di evitare le zone più colpite nel nostro paese. Washington non blocca ancora i voli, ma Roma si è impegnata ad avviare un sistema di controllo alla partenza, per garantire che le persone malate non possano andare negli Usa. La situazione ieri si è aggravata perché venerdì notte nello stato di Washington c’è stata la prima vittima americana dell’epidemia. Si tratta di una donna di quasi sessant’anni, che aveva già condizioni di salute compromesse, e quindi il suo corpo non ha resistito al virus. Questo però è anche il terzo caso negli Usa senza origini chiare, dopo quelli già registrati in California e Oregon. Ció conferma l’esistenza di una diffusione nella comunità, non legata a viaggi o contatti con la Cina e gli altri paesi più colpiti, e quindi aumenta la possibilità di un contagio più esteso che finora non è stato individuato. Per queste ragioni il presidente Trump ieri ha deciso di tenere una conferenza stampa, allo scopo di aggiornare i cittadini sull’epidemia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  G.D.D. 
Titolo: Profughi dalla Turchia Scontri al confine greco – Profughi dalla Turchia: scontri al confine greco
Tema: Profughi dalla Turchia Scontri al confine greco

La crisi umanitaria siriana torna a premere alle porte dell’Europa. Venerdì, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto di aver aperto i confini europei al rifugiati, come risposta per il mancato sostegno ricevuto dopo l’escalation del conflitto siriano, e di aver lasciato passare 18mila profughi. Non si tratta dei disperati in fuga da Idlib: la Turchia ospita da anni 3,7 milioni di rifugiati siriani, in base all’accordo raggiunto nel 2016 con la Ue, in cambio di finanziamenti. In prima linea, su questa nuova emergenza, c’è la Grecia. Il Governo di Atene ha detto di aver impedito a 4mila migranti dalla Turchia di entrare illegalmente nel suo territorio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Maurizio Molinari
Titolo: La tempesta perfetta sull’Europa
Tema: Profughi dalla Turchia Scontri al confine greco
Il direttore del quotidiano torinese lancia l’allarme sulla “tempesta perfetta” che sta per abbattersi sull’Unione europea e le democrazie del vecchio Continente. Scrive:”La crisi del coronavirus e la nuova ondata di migranti in arrivo dalle frontiere turche  pongono l’Europa davanti al rischio di precipitare in una tempesta perfetta, che può giocare a vantaggio dei gruppi populisti-sovranisti indebolendo ancor più gli Stati nazionali sul Vecchio Continente”. I movimenti di protesta, sovranisti e populisti, potrebbero infatti “facilmente giovarsi della recessione economica sommata ad un nuovo pericolo-migranti per lanciare un rinnovato, è più temibile, assalto ai già indeboliti Stati nazionali europei, puntando a travolgerli. È uno scenario – avverte – ad alto rischio per le democrazie europee, chiamate a reagire in fretta ed assieme tanto per arginare l’impatto della crisi sanitaria globale che per fronteggiare le spregiudicate sfide di Erdogan”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Romano Prodi
Titolo: Le conseguenze dello strappo Russia-Turchia
Tema: Profughi dalla Turchia Scontri al confine greco

Anche Romano Prodi sottolinea i rischi di destabilizzazione politica degli Stati europei a causa dell’ondata di profughi che, attraverso la Turchia, cercano di arrivare nel vecchio continente. Sottolinea come Erdogan stia usaando i profughi siriani come arma di pressione nei confronti dell’Europa perchè si allinei all’aministrazione Trump nel riconoscere un maggiore sostegno della Nato alla Turchia in Siria e in tutto lo scacchiere mediterraneo. La crisi siriana e la situazione in Libia, infatti, sembrano ormai avere incrinato definitivamente l’alleanza tra Turchia e Russia, a causa dei divergenti interessi dei due Paesi,, entrambi desiderosi di espandere ulteriormente la loro influenza nell’area. Ma l’Europa, lamenta Prodi, è “drammaticamente assente” nel Mediterraneo. Gli Stati europei, scrive, a iniziare da Italia e Francia, sono incapaci di definire una poltica comune; non sembrano, scrive a conclusione del suo articolo, “essere in grado di rendersi conto del fatto che il sud del Mediterraneo si sta irreversibilmente allontanando dalle nostre sponde. Proprio a causa della nostra disunione”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Giuseppe Sarcina
Titolo: Gli Usa firmano l’intesa con i talebani
Tema: Afghanistan, siglato a Doha l’accordo tra Usa e Talebani
Gli Stati Uniti pronti a ritirare i soldati. I talebani si impegnano a tagliare ogni legame con i terroristi. Su questa base poggia l’accordo tra le due parti, firmato ieri a Doha. Un passaggio storico, che potrebbe chiudere 18 anni di guerra, la più lunga di sempre per gli Usa. Il documento stabilisce, in particolare, che l’Emirato islamico dell’Afghanistan, cioè i talebani, e il governo di Kabul cominceranno a trattare il prossimo io marzo. Obiettivo immediato: «un permanente e duraturo cessate il fuoco». La base per «concordare una road map per il futuro politico» del Paese. Washington si impegna a ritirare progressivamente le truppe, ma anche «il personale civile, i consiglieri» dall’Afghanistan. Entro 135 giorni II contingente delle forze armate statunitensi scenderà da 13 mila a 8.600 unità. Diminuiranno, «in modo proporzionale» anche i presidi degli alleati, compreso quello italiano, al momento formato da 900 militari.  Entro aprile 2021, se tutto andrà come previsto, non ci sarà più una sola divisa straniera in Afghanistan. Nel frattempo, entro il 10 marzo 2020, è previsto uno scambio di prigionieri, con la liberazione di cinquemila talebani e di mille afghani dell’esercito regolare di Kabul.
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Testata:  Repubblica
Autore:  G.Cad.
Titolo: L’accordo tra Usa e Talebani chiude la guerra dei vent’anni – Pace in Afghanistan Storico accordo tra Usa e Talebani
Tema: Afghanistan, siglato a Doha l’accordo tra Usa e Talebani
Stati Uniti e Talebani hanno firmato a Doha uno storico accordo per la pace in Afghanistan che mette fine a quasi 20 anni di guerra. Washington ottiene l’impegno a non permettere più che Kabul diventi la base di attentati all’estero. Gli integralisti strappano la promessa che entro 14 mesi le truppe americane e alleate lasceranno il Paese. L’accordo, tutavia, è stato siglato in assenza dei rappresentanti il governo di Kabul, diviso al suo interno dalle polemiche tra il presidente Ashraf Ghani e il premier Abdullah Abdullah, impegnati a contestare l’un l’altro l’esito delle elezioni. Non è chiaro chi rappresenterà Kabul,
nei colloqui inter-afgani, previsti dall’accordo di Doha, per definire il cessate il fuoco permanente e l’avvio di un percorso di pacificazione interna. Il capo negoziatore talebano, Baradar, si è affrettato a dichiarare, commentnddo l’accordo, che l’Afghanistan del futuro tornerà ad essere, come 19 anni fa, un emirato islamico.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Franco Venturini
Titolo: L’analisi – Una pace (zoppa) dopo diciotto anni – Kabul 2020 come Saigon 1975 Cosa accadrà a chi ha lottato per un Afghanistan migliore?
Tema: Afghanistan, siglato a Doha l’accordo tra Usa e Talebani
“E’ la pace di Donald Trump, che vuole avere il tempo e il modo di ritirare dalla «Tomba degli imperi» afghana quasi tutti i suoi 13 mila soldati prima delle elezioni presidenziali di novembre”. E più avanti: “La Casa Bianca, delusa dalla Corea del Nord, trova in Afghanistan il successo di politica estera di cui il Presidente aveva bisogno. Ma nessuno può nascondersi che le insidie sono già in attesa. Questa è una pace singolare, che non ha stabilito nemmeno un cessate il fuoco ma soltanto una approssimativa «riduzione della violenza». Come giocherà la feroce rivalità politica tra i presidente Chani e il suo premier Abdullah quando Kabul dovrà «dialogare» con il fronte compatto e sprezzante dei talebani? Quante clausole degli accordi sono state tenute segrete, e potrebbero esplodere come mine lungo il cammino che porta alla scadenza dei quattordici mesi da oggi (per esempio, i militari Usa vorrebbero garantire a Kabul la copertura aerea contro i talebani anche dopo il ritiro)? E i talebani, a loro volta, si mostreranno uniti, come in realtà non sono mai stati? La pace zoppica, e le sentenze definitive sono rinviate senza ottimismo. Come accade sempre nelle guerre che non si riesce a vincere”
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