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RASSEGNA STAMPA – 26 novembre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Oggi il vertice di governo sul Dpcm che sarà in vigore per le festività, vincoli al ritorno dall’estero.
– Corte dei Conti contro le Regioni: “Inadempienti”. Solo 12 governatori fecero i piani per l’assistenza sul territorio e attuarono i protocolli emergenza Covid.
– Salva-Stati, la riforma del Fondo spacca la maggioranza al governo, mentre il ministro Mef Gualtieri accoglie le richieste di Forza Italia in tema di aiuti ai lavoratori autonomi.
– USA: contagi a quota 170mila casi al giorno. Biden per il Ringraziamento invoca l’unità: «Il nemico comune è il virus».


PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Quarantena per chi a Natale va all’estero – Natale, quarantena per chi viaggia
Tema: Dpcm Natale

Chi sceglierà di andare all’estero per le vacanze natalizie, al ritorno dovrà osservare un periodo di quarantena obbligatoria che potrebbe essere di due settimane. È questa la soluzione che il governo potrebbe adottare per evitare gli spostamenti e soprattutto scongiurare i rischi di un’impennata dei contagi da coronavirus, come accaduto la scorsa estate. Una nuova ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza aggiornerebbe la lista dei Paesi a rischio — che già comprende Belgio, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Regno Unito — aggiungendo l’Austria, la Svizzera e gli altri Stati che non aderiranno all’accordo europeo per chiudere le piste da sci. Nel corso della riunione di oggi tra governo e capidelegazione si affronteranno tutti i nodi ancora aperti in vista del nuovo Dpcm in vigore dal 4 dicembre, con le regole per il periodo di Natale, che, come ha ricordato Conte, obbliga a «maggiori cautele per prevenire un’impennata di contagi».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Russo Paolo 
Titolo: Corte dei Conti contro le Regioni: “Inadempienti” – La Corte dei Conti accusa le Regioni: non hanno attuato tutti i protocolli
Tema: Regioni 

«Nella gestione dell’emergenza la grande assente è stata la medicina del territorio, che avrebbe dovuto impedire il collasso degli ospedali». Adesso a frustare le Regioni è la Corte dei Conti, che nel suo report presentato al Parlamento fa un bilancio impietoso sulla mancata attuazione di quelle misure che avrebbero dovuto scavare la prima trincea da contrapporre al virus. Perché i piani per rafforzare l’assistenza sul territorio li hanno presentati poco più della metà delle regioni. «A fine ottobre – è la prima frustata dei magistrati contabili – solo 13 regioni avevano presentato un piano per la revisione dell’assistenza territoriale», come previsto dal Decreto agosto, che proprio per questo aveva stanziato 734 milioni, ricorda sempre la Corte. Che la seconda frustata alle regioni la sferza denunciando la defaillance nell’attuazione dei piani regionali per il recupero delle liste di attesa, che si sono accumulate durante la prima ondata. Qualcosa come un milione di ricoveri saltati, 600mila interventi chirurgici rinviati sine die, 12 milioni e mezzo di esami diagnostici e 14 milioni di visite specialistiche annullate. C’era di che rimboccarsi le maniche. Eppure «solo 12 regioni – rivela il report – hanno provveduto». Mentre, al 31 ottobre, «mancavano i piani di Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lombardia, Bolzano, Piemonte, Puglia e Sardegna».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Dagli 007 ai fondi Ue, il Pd irritato da Conte: accentra tutti i dossier
Tema: PD

I rapporti tra il Pd e Giuseppe Conte si complicano ogni giorno di più. Le ultime tensioni tra i dem e il premier sono nate dalla decisione di quest’ultimo di prorogare Gennaro Vecchione ai vertici del Dis. L’altra notte in consiglio dei ministri il sempre pacato Lorenzo Guerini ha fatto presente che sulla questione «ci sono problemi di metodo», ma Conte è andato avanti lo stesso. «Un’evidente forzatura», hanno commentato ieri al Nazareno. L’abitudine del premier di accentrare tutti i dossier importanti nelle sue mani non convince Nicola Zingaretti, anche perché a questo non corrisponde poi, secondo il leader dem, una capacità di decisione e invece bisogna uscire dalla «palude». L’altra nota dolente, oltre al Mes, su cui lo scontro con il premier è ancora aperto, riguarda la cabina di regia sul Recovery Fund a Palazzo Chigi. Il Pd è contrario e l’altro ieri Zingaretti, i ministri dem e i capigruppo di Camera e Senato, ne hanno parlato in una videoriunione. La lunga lista di lamentele degli esponenti del Pd non finisce qui. Paola De Micheli a settembre ha mandato a Conte una lista di 43 opere da sbloccare: allo scopo vanno nominati altrettanti commissari. Ma il premier non le ha fatto avere nessuna risposta. Dopodiché ha spedito la lista al ministero dell’Economia, dove la Ragioneria di Stato l’ha bocciata. Perciò ieri ha deciso di investire le Ferrovie e l’Anas di poteri straordinari per andare avanti. Insomma, la tensione tra il Nazareno e Palazzo Chigi aumenta.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buzzi Emanuele 
Titolo: 5 Stelle, l’ultimatum di Di Battista: si votino online le mie condizioni
Tema: M5S

«O mettono in votazione le condizioni che abbiamo posto oppure ci vedremo tra due anni al termine della legislatura»: Alessandro Di Battista ha tutta l’intenzione di far sentire la sua voce. E di fare le sue mosse in vista della scelta del nuovo direttivo M5S. Chi l’ha sentito negli ultimi giorni racconta di quello che suona come un ultimatum chiaro ai vertici 5 Stelle. «Tra poco ci saranno dei quesiti da far approvare dalla base, aggiungano tra le domande anche le questioni che abbiamo messo sul tavolo noi, ovvero io, tanti portavoce che lavorano con me e migliaia di attivisti», dice l’ex deputato. E chiarisce: «Si tratta di istanze politiche, non personali: io sono stato il più votato tra i delegati ed è corretto che chi mi ha appoggiato ritrovi tra i punti dirimenti anche ciò che io e il mio gruppo rappresentiamo». Poi chiosa: «Su questo sono inflessibile».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Casadio Giovanna 
Titolo: Berlusconi, mano tesa a Conte Salvini e Meloni resistono
Tema: Centrodestra

La strada è tracciata: oggi sullo scostamento di bilancio, Forza Italia vota Sì. Ad essere accolte dal ministro Gualtieri infatti sono le proposte messe sul tavolo dai forzisti. Ma cosa faranno Matteo Salvini e Giorgia Meloni non è scontato: o si allineano al Sì o si asterranno. Nonostante tutta la giornata di ieri sia passata a sbandierare la ritrovata unità, dopo il vertice della riconciliazione tra Salvini, Meloni, il forzista Antonio Tajani e Berlusconi collegato da remoto, ancora a tarda sera la risoluzione comune che il centrodestra presenterà oggi alle Camere non era pronta. L’apertura di Gualtieri a Berlusconi imprime una accelerazione al dialogo maggioranza-opposizione, a vantaggio però di Forza Italia. «Siamo compatti su tutto», garantisce il leader leghista. Non è proprio così. Berlusconi il dado l’ha tratto, Lega e Fratelli d’Italia ancora no.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela – Trovati Gianni 
Titolo: Riforma fondo Salva Stati, confronto ad alto rischio per il Governo alle Camere – Doppia guerra sul Mes: rischio crisi per i veti M5S
Tema: Dibattito su Mes
Il fantasma del Mes torna a incombere sulla maggioranza, questa volta nelle vesti della riforma del Salva Stati attesa ai passaggi decisivi all’Ecofin del 30 novembre e al Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre. ll 9 dicembre il passaggio parlamentare toccherà al premier Conte con le sue «comunicazioni», che richiedono il voto per ufficializzare la posizione italiana sulla riforma. II no isolerebbe l’Italia in Europa. Inoltre il voto rischia di spaccare i Cinque Stelle. Tra Camera e Senato ci sarebbero 30-40 duri e puri pronti a opporsi a un via libera italiano. In soccorso potrebbero arrivare i voti di Forza Italia, ma questo significa la fine dell’alleanza di Governo, nel pieno della sessione di Bilancio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: l francese Le Maire “L’Italia adotti la riforma del fondo Salva-Stati” – Le Maire “L’Italia adotti la riforma del Mes per evitare nuovi choc”
Tema: 
Intervista a Bruno Le Maire
Il ministro delle Finanze francese oggi incontra Gualtieri e Patuanelli. «L’Italia è una grande nazione, la più vicina alla Francia in Europa dal punto di vista culturale, e sta affrontando le nostre stesse difficoltà: una crisi sanitaria di terribile violenza e un impatto molto brutale sulla vita economica». Nell’incontro previsto oggi con Roberto Gualtieri lo spinoso tema del Mes sarà inevitabile. «E’ essenziale che la riforma del Mes sia definitivamente adottata e ratificata» dice il ministro. «Credo che la situazione migliorerà dal punto di vista sanitario ed economico ma la nostra responsabilità è anche anticipare nuovi choc». La riforma del fondo Salva-Stati, su cui l’Italia aveva messo un veto, rappresenta secondo il ministro francese una sorta di «polizza vita» e una «ulteriore rete di sicurezza per il settore bancario e quindi per tutti i risparmiatori europei».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Cellino Maximilian 
Titolo: Costo del debito sempre più giù: nel 2020 è vicino al minimo storico – Il Tesoro al traguardo dei Btp: completate le emissioni 2020
Tema: Emissioni del Tesoro

Con la tre giorni di aste avviata ieri, il Tesoro punta a chiudere il 2020 abbassando ulteriormente il costo medio all’emissione per il debito pubblico. L’obiettivo è il minimo storico dello 0,55% registrato quattro anni fa: il dato ufficiale più aggiornato, a fine settembre, indicava un valore dello 0,66 per cento. Da allora i tassi sono ulteriormente scesi, con il minimo sotto lo 0,60% toccato dal BTp decennale sul secondario. E come dimostrano le operazioni di ieri: assegnati CTz per 2 miliardi di euro e BTp€i per altri 1,25 miliardi con rendimenti sempre più negativi: -0,369% per il titolo a 24 mesi e -0,84% per l’indicizzato all’inflazione europea.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tucci Claudio 
Titolo: Pensioni, scivolo anti licenziamenti – Uscite per crisi aziendali, platea più larga
Tema: Occupazione
L’ampliamento del contratto di espansione per gestire i piani di riorganizzazione nelle imprese una volta esauriti, a inizio 2021, gli effetti delle misure d’emergenza come cassa integrazione covid e blocco dei licenziamenti: da aprile il governo si aspetta almeno 250mila profili in uscita. L’esecutivo ha acceso un faro sullo strumento introdotto nel 2019: il contratto di espansione è in vigore, in via sperimentale, fino a dicembre e presuppone un accordo al ministero del Lavoro tra le parti sociali. La manovra all’esame ha già apportato delle modifiche, consentendone il ricorso anche nel 2021 e pure per le aziende con oltre 500 dipendenti (non più oltre i mille). Il governo pensa ora a un nuovo intervento sullo strumento. Tra le ipotesi allo studio, ampliamento della platea di imprese interessate, abbassando la soglia di accesso a 250 dipendenti; vincoli sulle assunzioni; applicazione anche alle ricollocazioni. Primi segnali di apertura da parte della Cgil.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cesaretti Laura 
Titolo: Gualtieri apre a Forza Italia Governo in crisi (anche sul Mes) – Gualtieri: «Positive le proposte di Fi» Ma scatta un asse contro il dialogo
Tema: Aiuti agli autonomi
Il ministro dell’Economia Gualtieri apre alle proposte dell’opposizione, e «in particolare da Forza Italia», promettendo di «incrementare il sostegno a autonomi, commercianti e professionisti» nella manovra. La tensione tra Palazzo Chigi e Nazareno è altissima. Sul Mes, con Conte schierato con il M5s nel negare che all’Italia servano le risorse di quello sanitario, invocato invece dai dem e dal ministro Speranza, e con il Pd che avverte che il 9 dicembre, quando il premier dovrà chiedere al Parlamento il mandato per votare in Unione europea la riforma del Fondo salva Stati «rischia di non esserci più la maggioranza».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Rosa Federico – Massaro Fabrizio 
Titolo: Tim, l’affondo di Vivendi Ma la sfida è su Mediaset
Tema: Tim, Mediaset-Vivendi

La manovra di sbarramento a Vivendi su Mediaset mette sotto pressione Tim. Mentre gli avvocati dei francesi stanno cercando di disinnescare l’emendamento del governo che rimette in discussione i diritti sul Biscione, da Parigi avrebbero iniziato ad alzare il tiro sul gruppo telefonico, di cui la media company ha il 24%. Nel corso dell’ultimo consiglio d’amministrazione raccontano che i rappresentanti di Vivendi avrebbero cambiato all’improvviso i toni puntando il dito contro l’andamento deludente del titolo e lo scarso impatto che avrebbe avuto la gestione operativa sul prezzo di Borsa. Una critica che ha certamente delle basi — nei giorni scorsi Tim ha toccato in Borsa il minimo storico a 0,29 centesimi — ma che avrebbe sorpreso perché inattesa, nei toni e nei modi. E soprattutto perché arrivata al termine di un consiglio tranquillo, in cui l’amministratore delegato, Luigi Gubitosi, aveva portato i risultati per i primi nove mesi, ottenendo l’approvazione all’unanimità. Un segnale probabilmente del nervosismo per la piega che ha preso l’affaire Mediaset, con l’emendamento al decreto Covid che rimette nelle mani dell’AgCom il potere di stabilire cosa può e non può fare Vivendi nel Biscione, proprio dopo che Vincent Bolloré ha ottenuto dalla Corte di giustizia Ue una sentenza che ripristina i diritti di voto della media company in Mediaset.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: Panorama – A Biden le congratulazioni di Xi: «Il nostro legame sia forte»
Tema: USA-CINA

Alla vigilia di Thanksgiving, il presidente eletto Joe Biden ha finalmente ricevuto le congratulazioni di Xi Jinping. Il presidente cinese, che il 13 novembre scorso si era fatto anticipare da un messaggio del ministero degli Esteri, ha inviato ieri un messaggio personale a Biden. Scrivendo, come riporta l’agenzia di Stato Xinhua, che un legame solido tra le due prime economie mondiali non è solo nell’interesse delle rispettive popolazioni, ma è anche auspicato dall’intera comunità internazionale. Ai gravi motivi di attrito tra Cina e Stati Uniti che hanno caratterizzato la presidenza Trump in questo ultimo anno si è aggiunta l’emergenza coronavirus, bollata a volte pubblicamente come «la peste cinese» dal presidente che ha criticato la gestione della pandemia in Cina. È da questa emergenza che prenderà spunto Biden oggi nel messaggio che rivolgerà agli americani: la celebrazione della festa del Ringraziamento è segnata dall’aumento inesorabile dei contagi, destinati a crescere ancora proprio per la festività, i viaggi e le riunioni familiari che la accompagnano. Solo martedì il bilancio dei morti americani ha superato le 2.000 persone.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  G.Sar. 
Titolo: Biden: non siamo in guerra tra noi
Tema: USA

Il nuovo leader chiede ora di archiviare le divisioni: «La battaglia è finita, non siamo in guerra gli uni contro gli altri, siamo tutti in guerra contro questo virus. II governo federale farà tutto ciò che è necessario. Stanno arrivando i vaccini. Alla fine supereremo anche questa crisi. Ma nel frattempo dobbiamo fare tutti la nostra parte. Non arrendiamoci alla stanchezza. Indossate la mascherina, perché è un atto di patriottismo». Molte persone, però, sono già in viaggio, come mostrano le immagini degli aeroporti affollati. L’appello di Biden sembra un po’ sfasato: «Noi quest’anno staremo a casa. Saremo solo in quattro: io, mia moglie Jill, mia figlia e mio genero. E’ un sacrificio necessario». Donald Trump, invece, da settimane ha smesso di rivolgersi al Paese. Con una ristretta cerchia di fedelissimi continua a rivendicare la vittoria
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Testata:  Repubblica 
Autore:  … 
Titolo: Dal Recovery al Covid “forte sintonia” Italia-Spagna
Tema: Italia-Spagna

Dal Recovery fund alle misure anti-Covid il vertice intergovernativo di ieri tra Italia e Spagna ha rinsaldato l’asse tra i due Paesi. «C’è una forte sintonia nell’approccio europeo solidale nella crisi Covid» ha detto Giuseppe Conte durante la conferenza stampa col premier spagnolo Pedro Sanchez a Palma di Maiorca. «Non ci nascondiamo le difficoltà, il prossimo Consiglio Ue sarà risolutivo per rendere operativi gli impegni ma siamo fiduciosi che continuando a lavorare insieme anche i Paesi che portano una frenata si convinceranno che i cittadini europei non possono assolutamente aspettare il Recovery Fund». Sanchez ha sottolineato che esistono «molti punti dell’emergenza Covid che richiedono una risposta europea. Per questo abbiamo definito – ha aggiunto – delle risposte non solo tra i due Paesi ma anche per l’Ue».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Cassani Max – Rigatelli Francesco 
Titolo: Austria e Svizzera si preparano “Italiani, venie a sciare da noi”
Tema: Austria e Svizzera

Impianti di sci spenti di sicuro a Sant’Ambrogio. Quasi certamente anche a Natale, come anticipato dal premier Conte, che ha gelato le speranze di sciatori e operatori alpini sulla possibilità di infilare gli sci durante le feste. Oltrefrontiera Macron gli ha fatto sponda («Mi sembra impossibile prevedere un’apertura dello sci per le festività»), mentre l’Austria ha detto nein, e dopo il 6 dicembre si prepara ad aprire le piste: «Le vacanze invernali da noi saranno sicure – hanno fatto sapere da Vienna -. Se anche le nostre stazioni sciistiche rimarranno chiuse durante le feste, la Ue dovrà fornire un risarcimento». Se sul piano politico la guerra dello sci è aperta, su quello turistico si apre un altro fronte. E cioè: sempre che la situazione contagi consenta di tornare a muoversi tra le regioni, dove andranno a sciare gli irriducibili se in Italia le piste rimarranno in quarantena fino all’Epifania? Non facendo parte della Ue, la Svizzera potrebbe essere la meta più ambita. Sempre ammesso che si possa varcare il confine.
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