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Quarant’anni di Innovazione Cosberg, automazione su misura

30.12.2022

Un milione e centoventimila risultati in 0,25 secondi. Provate a googlare «tenditore idraulico automotive» (si tratta del componente che controlla il tensionamento della cinghia e i movimenti dinamici della trasmissione dell’auto) e al primo posto comparirà «impianto d’assemblaggio Cosberg». Basterebbe questo per capire come e quanto la realtà di Terno d’Isola, nata da un’intuizione del terzetto dei fratelli Viscardi, Gianluigi, Ermanno ed Antonio esattamente 4o anni fa, sia riconosciuta come un’eccellenza nell’automazione. Un universo industriale tanto variegato quanto af fascinante. Anzi, sorprendente. Avete presente le pinze per togliere le graffette? Cosberg produce un impianto che, doPo che tutti i componenti sono caricati in macchina alla rinfusa, è in grado di sfornare 360 levapunti per ufficio in un’ora. O ancora un macchinario capace di realizzare 95 molle respingenti al minuto. Oggetti con una genesi nel processo di montaggio che rimanda alla capacità di Cosberg di guardare all’innovazione come elemento distintivo. «Quello che facciamo oggi è preistoria, quello che faremo domani è già vecchio, quello che faremo dopodomani forse va bene.

I clienti ci scelgono perché sappiamo guardare al futuro», dice Michele Viscardi, amministratore e seconda generazione della Viscardi family. «La nostra è un’azienda solida e robusta», puntualizza a fronte di un anniversario che «è un tassello della nostra storia aziendale, un traguardo che ci consente di guardare la strada percorsa. Che non è poca». Del resto, chi conosce Gianluigi, il più istituzionalmente in vista di Cosberg (in virtù delle diverse cariche ricoperte) sa che la mission aziendale ha sempre puntato ad una straordinarietà proiettata al futuro. Ogni anno l’azienda ha investito più del 109 del fatturato nello sviluppo prototipale e nello studio di nuove soluzioni per l’automazione industriale. In un mercato che prediligeva le macchine a tavola rotante (sulla quale si affacciano tutte le unità che le compongono), Cosberg ha puntato tutto sulle macchine in linea che, sviluppandosi una a fianco all’altra, sono in grado di funzionare in modo indipendente l’una dall’altra.

II concetto è di tipo industriale-sartoriale: il cliente ha un’esigenza particolare? Nessun problema; l’azienda che si configura come un centro di ricerca e sviluppo costante, è in grado di produrre pezzi unici, prototipi ogni volta diversi creati per rispondere ad esigenze di produzione specifiche. «Noi non abbiamo macchine: costruiamo macchine — sintetizza Gianluigi Viscardi —. E in un mercato che chiede di essere sempre più veloci, flessibili e riconfigurabili, il vero valore che abbiamo è il capitale umano. Più ha valore il capitale umano della Cosberg, più ha valore la Cosberg». Un capitale composto da io5 dipendenti, mentre quello finanziario vede i ricavi del gruppo veleggiare intorno ai 24 milioni di euro. Dall’automotive all’industria elettromeccanica, dal medicale all’oggettistica domestica Cosberg reali77a sistemi per tutti i principali ambiti dell’industria, con un’attenzione particolare all’economia circolare e alla sostenibilità. Ogni macchina, infatti, può essere riconfigurata per adattarsi a nuove esigenze sostituendo meno del 40% dei materiali e contiene i consumi grazie all’uso della tecnologia piezoelettrica (anche se non l’avete mai sentita nominare fa parte della nostra vita di tutti i giorni; accendini, orologi, rilevatori di fumo, griglie a gas e radio utilizzano piezoelettricità) e all’ottimizzazione del sistema pneumatico.

Certo, non è materia che tutti masticano. Per ritornare al tenditore idraulico di cui sopra, non è facile capire come «autodistributori elettrorisonanti» siano in grado di far «avanzare i pezzi in due distinte guide vibranti». Per i comuni mortali che si rivolgono al meccanico è un pezzo che deve garantire il funzionamento della cinghia del motore. Sapere, però, che la macchina che lo produce porta in dote un know how di 4o anni di studio e progettazione, è una garanzia in più.

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Articolo pubblicato il 28 dicembre dal Corriere della Sera di Bergamo

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