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Pianeta De Agostini. Quarta generazione e la dea della finanza

21.03.2022

Il passaggio generazionale è una fase fondamentale per la vita di qualsiasi azienda. Anche se si è arrivati alla quarta generazione. Pur se deciso da tempo, il cambio delle redini, seppure parziale, rappresenta un momento delicato sia sotto il punto di vista imprenditoriale che sotto l’aspetto prettamente umano. A Novara, per la precisione alla De Agostini spa, sta per consumarsi una nuova staffetta. Nelle settimane scorse Marco Drago ha comunicato di essere pronto a lasciare il vertice operativo del gruppo per conservare soltanto la presidenza della cassaforte BeD I Iolding. La piccola rivoluzione avverrà in occasione delle assemblee che si terranno a giugno. In quel contesto verrà proposto Marco Sala come amministratore delegato in sostituzione di Lorenzo Pellicioli che assumerà l’incarico di presidente. Il riassetto manageriale arriva a distanza di qualche mese dal debutto della quarta generazione al vertice della De Agostini spa, controllata da BeD. Lo scorso giugno i figli di Marco Drago, Enrico e Nicola, erano stati infatti nominati vicepresidenti. I due fratelli hanno fatto così il loro ingresso nella capogruppo dopo un percorso manageriale che li ha visti inizialmente impegnati al di fuori dell’azienda novarese. Solo successivamente gli sono stati assegnati incarichi interni che hanno visto Enrico occuparsi del digitale di Igt e Nicola ricoprire il ruolo di ceo di De Agostini Editore. È stato creato anche un comitato esecutivo (di cui fanno parte lo stesso Drago, i due figli, Pellicioli e Sala) che avrà il compito di valutare il posizionamento strategico.

Igt, Generali e Dea Capital

II rinnovamento in De Agostini avviene in concomitanza con le nuove nomine nella holding americana Igt. Pellicioli si è dimesso dalla presidenza mantenendo il ruolo di semplice amministratore. Sala, ex ceo Igt, è diventato presidente esecutivo mentre Vincent Sadusky ha assunto la carica di amministratore delegato. L’arrivo della quarta generazione ha aperto una naturale riflessione sugli asset in portafoglio, specialmente dopo la cessione della quota in Assicurazioni Generali. Se per alcune attività il percorso appare già scritto, per altre sono aperte le ipotesi più svariate. L’attenzione sarebbe concentrata su Dea Capital. L’azienda è una realtà molto particolare. E capofila di una serie di partecipate: Dea Capital Alternative Funds, Dea Capital Real Estate e detiene il 399 di Quaestio. Partendo da questo portafoglio finanziario la società raccoglie l’interesse di molti operatori, specialmente americani. Nessuna decisione formale è stata, comunque, presa. La guerra tra Russia e Ucraina, la crisi economica, la pandemia non favoriscono decisioni affrettate. L’Istituto geografico De Agostini fu fondato a Roma nel 1901 da Giovanni De Agostini. Lo studioso maturò l’idea di pubblicare una cartografia italiana non condizionata dalla sudditanza estera, specialmente tedesca. Il primo lavoro fu il Calendario-Atlante De Agostini. L’idea iniziale era fare un semplice almanacco illustrato, ma il successo fu straordinario. Nel 1908 l’Istituto si trasferì da Roma a Novara e nel 1946 la proprietà passò alla famiglia Boroli. Dopo una fase di consolidamento, cominciò la diversificazione.

Media e digitale

A partire dalla seconda metà degli anni `90 particolare impulso è stato dato al settore multimediale. Oggi gli interessi dell’impero di No- vara passano dall’editoria alla televisione, dai giochi alle lotterie fino agli immobili e alla finanza. De Agostini Editore è organizzata in aree specializzate per tipologia di attività: De Agostini Publishing, DeA Planeta Libri e Digital De Agostini Editore. Per quanto riguarda i media, Banijay Group, dopo l’acquisizione di Endemol, è diventato il più grande player internazionale nella produzione e distribuzione di contenuti audiovisivi. De Agostini detiene indirettamente una quota di minoranza. Banijay, presieduto da Stéphane Courbit e guidato da Marco Bassetti, è controllato peril 68,6% da Ldh e per 31,4% da Vivendi. Ldh è una holding posseduta da Financière Loy (52%), la società dell’imprenditore francese Courbit. Gli altri azionisti sono De Agostini con il 36% del capitale e F7rnalac di Marc Ladreit de Lacharrière. Poi c’è Atresmedia. B gruppo radio-televisivo spagnolo, di cui è detenuta una quota di rilevanza strategica pari a 20,9% in partnership con il socio spagnolo Planeta, è co-leader del mercato televisivo spagnolo. Per quanto riguarda i giochi, International Game Technology è il numero uno mondiale nel campo del gaming entertainment ed è controllata con una partecipazione di maggioranza (50,8%). In Italia Igt è concessionario di tutte le lotterie: Lotto, Gratta e Vinci e Lotteria Italia. Infine, la finanza. DeA Capital opera nell’alternative investment. In Italia è presente attraverso DeA Capital Alternative Funds Sgr e DeA Capital Real Estate Sgr. All’estero tramite le società DeA France, Iberia, Poland e Germany.

II controllo

Ma chi controlla questo impero che fattura oltre tre miliardi? Agli inizi del 2013 la BeD, a cui fa capo il gruppo De Agostini, ha cominciato a ridisegnare la struttura di controllo. All’epoca il 72% del capitale era di proprietà della cassaforte mentre il restante 27,9% era diviso tra i quattro rami. In pratica le famiglie Boroli-Drago hanno modificato i loro pesi azionari ma soprattutto hanno aperto delle finestre per concedere ai discendenti della dinastia la possibilità di poter liquidare le loro partecipazioni. A seguito del riassetto alcuni familiari sono rimasti titolari di partecipazioni in BeD mentre altri hanno avuto anche quo- te in De Agostini. Tutti i soci (i discendenti sono oltre loo) hanno trovato una collocazione tra BeD Holding e De Agostini. Gli azionisti favorevoli a un progetto di lungo periodo hanno scelto di mantenere tutte o parte dei propri titoli nella controllante. Quelli maggiormente interessati ai dividendi, nonché a una liquidabilità dell’investimento, hanno deciso di conservare titoli De Agostini. La riorganizzazione ha, comunque, sancito la leadership della famiglia che fa riferimento a Marco Drago. Questo ramo della dinastia piemontese è l’azionista di riferimento con quote solo in BeD mentre gli altri esponenti che fanno riferimento agli eredi di Achille Boroli, Adolfo Boroli e Anna Boroli Drago hanno sia azioni della cassaforte che titoli della società operativa. Dopo lo scioglimento dei patti parasociali, avvenuto a fine 2019, i rapporti tra i soci sono definiti dallo statuto della cassaforte. Attualmente BeD controlla il 61,2% di De Agostini spa, 1132,6% è nelle mani di alcuni componenti della famiglia” 5,3% è controllato da Investendo Due (una società che nasce come management company per consentire ad amministratori e dirigenti esecutivi di investire nella holding operativa) mentre lo 0.86% sono azioni proprie. Così il bastone del comando è passato alla quarta generazione. E il mercato si aspetta presto delle novità.

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Articolo scritto il 21 Marzo 2022 da L’Economia del Corriere della Sera

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