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Parkinson, tutto in una «casa»: cure, riabilitazione, boxe e pittura

14.11.2022

Una casa per i malati di Parkinson. E stato inaugurato ieri a Firenze, ma sarà a disposizione di tutta la Toscana, un nuovo centro che si fa carico a tutto tondo dei pazienti affetti dalla malattia degenerativa: dalle cure, alla riabilitazione, fino alle attività complementari — come danza, boxe e pittura — utili a ridurne le conseguenze. Al di là di esperienze che esistono all’interno degli ospedali universitari, per la nostra regione si tratta della prima realtà territoriale di questo tipo.

«Casa Parkinson», nata nel distretto ambulatoriale di via Canova, nasce da un progetto pubblicoprivato dell’Asl Centro e della Fresco Parkinson Istitute Italia onlus. Ma conta sulla collaborazione della Regione, di Palazzo Vecchio, della Società della Salute, della Fondazione Santa Maria Nuova e di un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Tutto nasce dalla volontà di Paolo Fresco, ex amministratore delegato della Fiat, toccato dalla malattia della moglie Marlène, scomparsa sette anni fa: «li Parkinson non colpisce una persona, ma l’intera famiglia. E un motivo d’orgoglio destinare risorse per aiutare le persone a coinbatterlo», ha spiegato, per poi ricordare che il modello è ispirato dalla New York University. II segreto di «Casa Parkinson» sta nell’approccio interdisciplinare: non solo gli ambulatori medici, ma anche la palestra di riabilitazione motoria, il centro logopedico e i laboratori di pittura gestito dalla pittrice iraniana Tannaz Lahiju (nel vicino centro culturale Canova), di musica (al centro Sonoria), ma anche di pugilato (nella palestra dei Rossi del calcio storico fiorentino). Tutte attività che la scienza sostiene possano aiutare i malati. E tutte raccolte nel raggio di pochi metri per evitare che i pazienti debbano essere trasportati in giro dai famigliari, o da un’ambulanza, in diversi ambulatori.

«Questo luogo è la dimostrazione di come siano possibili per i pazienti progetti di vita sul territorio, fuori dall’ospedale — spiega la neurologa Paola Vanni, responsabile del progetto — Qui i pazienti non sono più soli, sanno di potersi rivolgere a Casa Parkinson non solo per i bisogni legati alla terapia medica, ma anche per trovare spazi socializzanti». Al taglio del nastro, ieri mattina, oltre a Paolo Fresco, hanno partecipato il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’assessore comunale al Welfare Sara Funaro, il dg dell’Asl Centro Paolo Morello, il presidente e il direttore della Fondazione Cr Firenze, Luigi Salvadori e Gabriele Gori, il direttore del Fresco Parkinson Istitute Da- niele Volpe, il presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Giancarlo Landini, il direttore della Società della Salute di Firenze Marco Nerattini e il responsabile della Neurologia dell’Asl fiorentina Massimo Cincotta. All’inaugurazione una confessione intima è arrivata dal sindaco Nardella: «Quando ero piccolo ho avuto una zia carissima malata di Parkinson. La sua vita si svolgeva solo tra il letto e la cucina. Se avesse avuto un luogo come questo avrebbe avuto una vita meno dolorosa, almeno dal punto di vista esistenziale».

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Articolo pubblicato l’ 8 novembre da il Corriere Fiorentino

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