Menu

Paolo Vitelli: Azimut con Eni nel biocarburante Emissioni in discesa fino al 90%

05.06.2023

A partire da quest’estate gli yacht del gruppo Azimut Benetti, per quanto riguarda test tecnici, movimentazione dei modelli prototipo e prove in mare, saranno riforniti con il biocarburante Hvolution prodotto da Eni, che sostituirà quello normalmente usato, di origine fossile. Non solo: i nuovi modelli Azimut potranno essere consegnati agli armatori con un primo rifornimento di biofuel. E l’obiettivo futuro è di mettere a disposizione dei clienti la possibilità di rifornirsi di Hvolution in diversi porti turistici del Mediterraneo. Sono i target dell’accordo, appena firmato, tra l’azienda numero uno al mondo nella produzione di yacht sopra i 24 metri ed Eni Sustainable Mobility e si tratta, spiega Marco Valle, ceo di Azimut Benetti, «del primo agreement di questo tipo fatto nel mondo dello yachting»; un’intesa finalizzata, ovviamente, alla decarbonizzazione del settore della nautica da diporto.

Hvolution è un biocarburante composto al i00%da Hvo (olio vegetale Idrogenato): viene prodotto, nelle bioraffinerie Eni di Venezia e Gela da materie prime di scarto e residui vegetali o da olii generati da coltura. Se si considera tutta la filiera logistico-produttiva, spiegano i tecnici Eni, la riduzione delle emissioni da parte di Hvolution oscilla tra il 60 e il 90%, rispetto al mix fossile di riferimento, a seconda delle materie prime utilizzate perla sua produzione. La collaborazione tra il gruppo che fa capo alla famiglia Vitelli ed Eni sarà inaugurata con il viaggio da Savona a Taormina, ai primi di giugno, del nuovo Magellano 6o, perla premiere internazionale all’Azimut Yachting Gala. «Quando un’azienda è leader e riconosciuta come tale – afferma Valle – deve essere anche capace di fare passi ambiziosi e costosi. Al boat show di Düsseldorf, a gennaio 2023, in un’ottica di sostenibilità, ho chiesto agli stakeholder del settore di spingere perché si arrivasse a una valutazione oggettiva dei consumi e delle emissioni della nautica, analoga a quella che già esiste nell’automotive.

Visto, però, che la proposta è stata accolta freddamente dai nostri competitor, abbiamo fatto un accordo coi Lloyd’s per avere, da un ente terzo, la certificazione dei consumi delle nostre barche. Certificazione che è iniziata un mese fa e che ovviamente ci espone a un rischio, visto che siamo gli unici a farlo, masi tratta di una mossa rivolta all’industria del settore, per cercare di mobilitarla. Il successivo step è stato, appunto, questo accordo con Eni, fortemente voluto da Paolo Vitelli (il fondatore del gruppo, ndr). Un’operazione che ci porterà degli extracosti che, peraltro, non saranno trasferiti sui clienti ma assorbiti dall’azienda». L’intesa, prosegue Valle, «riguarda test e prove in mare, con una spinta verso il cliente finale ma con un occhio anche al problema della logistica del rifornimento.

Ci stiamo adoperando con Eni, infatti, anche per collaborare nei più importanti porti turistici: in diverse marine, infatti, saremo in grado di mandare un camion di fuel Hvolution grazie al quale le imbarcazioni, specie quelle più grandi, potranno essere rifornite direttamente dalla banchina. II biocarburante è compatibile con tutti i motori (creati per il fuel tradizionale, ndr) degli yacht di nuova fabbricazione». Per le barche più vecchie bisogna verificare caso per caso. «Questa prima fornitura di biocarburante alla nautica da diporto conferma come Eni Sustainable Mobility – sottolinea l’ad della società, Stefano Ballista – possa accompagnare anche gli operatori del settore navale nel percorso verso la decarbonizzazione».

Leggi l’articolo

Articolo pubblicato l’1 giugno 2023 da “Il Sole 24 Ore”

SCARICA L'APP