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Nautica, fratelli Cosulich guarda al Mediterraneo

Da gruppo genovese ha una certa predisposizione per il mare e la scoperta. Un destino che Fratelli Cosulich ha compiuto in 165 anni. L’organizzazione di spedizioni fondata a Genova nel 1857 e attiva anche a Trieste e nel Nordest è una delle aziende leader nel settore dello shipping. E ora che ha acquisito il 51% della turca Mesco punta a conquistare il Mediterraneo. Mesco ha il suo quartier generale a Izmir e diverse filiali a Istanbul e Mersi. La società opera nel comparto dei trasporti internazionali dal 2008 con un’estesa rete di agenzie nella logistica.

Si tratta della 112esima azienda controllata d Fratelli Cosulich, che sia conferma player globale del trasporto navale. «Attraverso questa operazione di fusione e acquisizione, la forza innovativa, energetica e tecnologica di Mesco si fonderà con la storia e l’esperienza radicata nel settore del gruppo Fratelli Cosulich», ha spiegato il presidente Augusto Cosulich. «Turchia e Nord Africa sono due dei quattro settori geostrategici nel Mediterraneo insieme col Mar Tirreno e l’Adriatico in cui abbiamo investito molto, soprattutto nella siderurgia. La Turchia è stata un grosso successo, così come la nostra nuova acquisizione, che è un operatore logistico di Izmir con uffici a Istanbul». La Turchia è un importante hub internazionale di smistamento di materie prime nel benchmark mediterraneo. E storicamente è tra le prime 15 destinazioni al mondo delle esportazioni italiane, mentre l’Italia, per la Turchia, è il quinto Paese fornitore e il terzo acquirente.

«Negli anni 2000 un nostro collaboratore della sede di Londra ci aveva presentato le opportunità che offriva questo Paese», ha proseguito Cosulich. «Grazie al suo intuito abbiamo acquisito una società da un operatore turco tramite il quale abbiamo sviluppato una collaborazione col Gruppo Arcese. E abbiamo creato due joint-venture: una di autotreni che fanno la spola tra Turchia e Italia e una con una società israeliana di trasporti che opera sulla rotta Israele-Turchia, mentre in Nord Africa abbiano progetti in Tunisia e Algeria». Secondo i dati Istat-Ice elaborati dall’ambasciata d’Italia, l’interscambio tra Italia e Turchia, nel 2021, è stato di circa 19 miliardi di euro, quasi in equilibrio con un saldo di meno di un miliardo a favore di Ankara. Principali voci dell’export italiano: macchinari e apparecchiature, prodotti chimici, automezzi.

Principali voci dell’import: prodotti metallurgici, tessili, macchinari e attrezzature. «Riteniamo che con l’attuale cambio tra lira turca ed euro gli scambi commerciali possano raddoppiare nel prossimo futuro», ha aggiunto il presidente della società genovese. «Le navi che partono dai porti turchi verso l’Italia sono sempre a pieno carico, e trasportano soprattutto materie prime. Mentre, proprio per l’effetto valutario, quelle verso la Turchia, naturalmente, non sono strapiene».

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Articolo pubblicato il 6 ottobre da Italia Oggi

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