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Intervista a Piero Antinori. I suoi vini simboli del made in Italy

29.04.2024

È un momento d’oro per la famiglia Antinori. Tanti e preziosi negli ultimi due anni i momenti che hanno arricchito la loro storia di produttori vitivinicoli e di impresa attenta al territorio in cui nasce. A partire dalla finalizzazione dell’acquisto della famosa cantina della Napa Valley, Stag’s Leap, ancora il riconoscimento come Miglior Cantina al mondo nel 2022 perla Marchesi Antinori (World’s Best Vineyards), la nascita di una società di import dei propri vini negli States e non per ultimo, d’importanza, l’annuncio alla partecipazione del restauro conservativo di Ponte Vecchio per festeggiare i 50 anni di Tignanello, vino icona nel mondo della casata toscana. Rientrati da Vinitaly, dove Piero Antinori, imprenditore illuminato del vino italiano è stato celebrato con un riconoscimento dal Comitato Grandi Cru, si prova a tirare qualche bilancio sulla salute di questo settore minacciato da venti di crisi mondiali. «Dedico il premio a mio padre — ha detto sul palco del teatro Ristori a Verona — un grandissimo maestro, mi ha aiutato ed incoraggiato.

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