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Intervista a Nerio Alessandri: «Volevo fare lo stilista e poi ho inventato il wellness»

13.11.2023

Vengono forgiati a Cesena gli attrezzi per lo sport e il tempo libero dal logo giallo fuoco e plurimi spigoli. È Technogym, fornitore ufficiale di nove Olimpiadi, inclusa la prossima di Parigi, 721,5 milioni di euro di ricavi, 2.300 dipendenti fra la sede romagnola, lo stabilimento in Slovacchia e le 14 filiali nel mondo. Con questi strumenti si allenano 55 milioni di persone in 85mila centri wellness e 400mi1a abitazioni private, sono performanti e nel più puro spirito italiano: belli.

L’Ur-Technogym prendeva forma nell’ottobre 1983 nell’autorimessa dell’allora ventiduenne Nerio Alessandri, diploma in disegno industriale e contratto a tempo indeterminato in un’azienda di grido; non vi rimase a lungo, il prode Nerio, troppe le idee per la testa, la propensione al rischio, l’istinto imprenditoriale, e su tutto la fame di farcela di lui cresciuto in una casa colonica con papà contadino a mezzadria poi muratore e mamma operaia in un magazzino di frutta. Quarant’anni fa nasceva Technogym. Atto di nascita: la prima hack squat. «L’avevo progettata e assemblata nei fine settimana perché già lavoravo in azienda. Mi licenziai l’anno successivo». Con grande disappunto di mamma. «Per un mese mi terme il muso, avevo lasciato posto fisso e la cosa la preoccupava molto. Però avevo creato una tale confusione in casa che alla fine si arrese, c’erano pezzi ovunque, un viavai di camion. Una specie di tsumani, con la compassione dei vicini».

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