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Intervista a Gianfranco Dioguardi: “La cultura interessa poco nell’Italia dei troppi libri: dopo Sciascia c’è un vuoto”

20.11.2023

Dianfranco Dioguardi, 85 anni trascorsi fra libri e cantieri, sempre leggendo, scrivendo, studiando, progettando, costruendo e insegnando, vive a Milano, ma il suo cuore pulsa in prevalenza per Bari. Lo abbiano raggiunto mentre è alle prese con una nuova iniziativa editoriale.

Professore, allora la sua giornata tipo non è mai cambiata?

«Gli anni che si avvertono. Ora sono assai più stanziale. Trascorro le giornate nella lettura e nella scrittura. Col tempo ho avvertito sempre di più la spinta a mettere nero su bianco cib che ho assimilato durante la mia vita».

Una vita guidata dalla curiosità (non solo) intellettuale.

«Sì, mi ha sempre guidato la curiosità, la voglia di imparare. In quest’ultimo periodo sono stato incuriosito dal concetto di “made in Italy”, che va molto di moda e a cui fa espressamente riferimento la denominazione di un ministero. Il “made in Italy” pub essere inteso come un prodotto italiano, suscettibile perb di essere imitato o pub essere inteso come esempio, inimitabile, di eleganza, stile, innovazione continua, servizio al consumatore. Tutte qualità specifiche dell’imprenditore italiano, il cui dna si ritrovava nelle botteghe Sefamiglie e docenti non modificheranno i loro atteggiamenti, avremo una nuova classe dirigente che ci porterà al disastro rinascimentali».

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