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Caprai, Il vino «verde» fa bene alla comunità

16.11.2021

«Ci sentiamo dei custodi del territorio. Per questo facciamo il possibile per tutelare l’ambiente, le nostre terre e la nostra comunità». Così Marco Caprai, al timone dell’azienda vitivinicola fondata da suo padre, il Cavaliere del Lavoro Arnaldo Caprai, fin da giovanissimo, spiega la decisione di pubblicare il primo Bilancio di sostenibilità della storica realtà umbra.

L’altra parola che ripete nello spiegare il percorso t41e ha portato al primo bilancio verde è «misurare». Secondo l’imprenditore i numeri e i risultati sono infatti fondamentali quando si parla di sostenibilità in agricoltura. «Il primo passo – dice – sono state le certificazioni ambientali che ci hanno aiutato a valutare le nostre attività. Poi abbiamo iniziato a raccogliere i dati sui consumi di acqua e sull’utilizzo di fitofarmaci». Conoscere e misurare, appunto, è servito all’azienda – che conta 117 dipendenti e i6o ettari di vigneti – per mettere a terra azioni concrete investendo in nuovi macchinari progettati per ridurre gli sprechi. Un perfetto esempio di agricoltura 4.o e di produzione data driven, guidata cioè dai dati. Tra i numeri del Bilancio di sostenibilità 2021, il primo depositato alla Camera di Commercio dell’Umbria, spiccano così: il 62% in meno di consumo totale d’acqua (reso possibile anche dal recupero delle acque piovane), il 50% in meno di consumo di fitofarmaci, le 7 certificazioni ambientali e il protocollo aziendale all’avanguardia per la produzione territoriale. Senza dimenticare l’investimento sul fotovoltaico per rendere «autosufficiente e alimentata da energia green la nuova ala produttiva dell’azienda», aggiunge Caprai. Dalle pagine del Bilancio si ricava, in breve, l’immagine di un’azienda del vino, famosa per aver fatto conoscere il Sagrantino di Montefalco in Italia e nel mondo, che guarda oltre i confini della propria tenuta. Lo si vede soprattutto mettendo in fila le iniziative dedicate alla comunità locale: dal progetto con la Caritas di Foligno per l’inclusione dei profughi all’attenzione per la formazione delle nuove generazioni.

In ambito di criteri Esg la famiglia Caprai non si è infatti fermata alla E di «Environmental» ovvero «Ambiente». Ha investito molto sulla S, ovvero sulle iniziative a carattere sociale. Ad esempio contribuendo al turismo enogastronomico, con iniziative ed eventi, e rilanciando un comune come quello di Montefalco. Un borgo da oltre 5 mila abitanti che conta oggi il museo più visitato dell’Umbria. Per far capire quanto l’azienda sia attenta alle esigenze e alla cultura basta poi guardare all’ultima campagna di comunicazione lanciata per il restauro degli affreschi dell’abside della Chiesa Museo di San Francesco dipinti da Benozzo Gozzoli. Un lavoro reso possibile dai fondi raccolti con il progetto #Caprai4love. Imprescindibile poi il rapporto della cantina con le università e gli Its, gli Istituti tecnici superiori che preparano quei profili tecnici oggi considerati introvabili dalle aziende del Paese.

«Da diversi anni siamo una sede didattica, al momento abbiamo una ventina di ragazzi che studiano sul campo le tecniche e le tecnologie della nuova agricoltura di precisione. ln più di un caso li abbiamo assunti dopo l’esperienza in tenuta. Del resto sono i futuri agronomi e gli innovatori di domani», aggiunge l’imprenditore. Giovani che, in una realtà capace di guardare al lungo periodo come la Arnaldo Caprai, trovano fiducia, competenze e occasioni di crescita professionale. Non a caso, l’impresa ha finanziato io borse di studio e conta ben 53 tesi di laurea incentrate sulla sua attività. Un business storico reso all’avanguardia anche dagli investimenti annuali in ricerca e sviluppo. Gli ultimi esempi d’innovazione? I progetti GrapeAssistance, un modello innovativo di difesa della vite e 3K.o, un sistema per la timbratura digitale delle ore lavorate in campo. Dall’ambiente al sociale quindi per un’agricoltura che sia non solo rispettosa del Pianeta ma anche etica.

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