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II Piano per cavalcare la transizione energetica

21.03.2023

Alle spalle una storia che affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando nacquero Edison (1883), Montecatini (1888) e Fiat (1889), gruppi industriali le cui divisioni ingegneristiche sono al centro dell’attuale Maire. Di fronte un futuro che vuole essere da protagonista di primissimo piano della transizione energetica. L’obiettivo è ambizioso, ma il gruppo leader dell’ingegneria made in Italy, sa come raggiungerlo. E lo ha messo nero su bianco nel piano strategico 2023-2032 che è stato presentato lo scorso 2 marzo dal top management della società in occasione del suo primo capital markets day, «Unbox the future«. Nell’headquarter milanese del gruppo, che è presente in 45 paesi e controlla circa 50 società operative, il presidente Fabrizio Di Amato e il ceo Alessandro Bernini hanno accolto per la prima volta la comunità finanziaria e i rappresentati del tessuto imprenditoriale per illustrare i risultati consolidati 2022, che si sono chiusi positivamente con ricavi che ammontano a 3,46 miliardi di euro (+20,9% rispetto all’anno precedente), Ebitda di 209,3 milioni (+20,5%), utile netto di 90,4 milioni (+12,3%) e con un dividendo di 40,7 milioni. E, soprattutto, per presentare il piano decennale che mira a consolidare la posizione di Maire nella transizione energetica utilizzando tecnologie sostenibili e un approccio integrato per il settore ingegneria e costruzioni.

CLUSTER E PILASTRI CHIAVE

Maire ha identificato quattro cluster che sono influenzati dalla trasformazione richiesta dalla transizione energetica e che sono già parte del suo core business: Nitrogen, H2 and Circular Carbon, Fuels and Chemicals, e Polymers. Il settore industriale – è l’analisi del top management – sta affrontando nuove ondate di cambiamenti secolari e rapidi shock nei diversi core businesses. Le attività di Maire sono basate su cinque pilastri chiave: know-how tecnologico, ampio portafoglio di soluzioni, innovazione abilitante, esecuzione progettuale impeccabile in ambienti complessi, abilità nella gestione a sistema di ecosistemi più ampi.
Questi pilastri rappresentano le fondamenta dell’approccio strategico di Maire. «Siamo di fronte a una vera svolta», ha commentato il presidente Di Amato. «L’obiettivo, sfidante, che ci siamo dati è quello di essere un’azienda molto più tecnologica, vogliamo ampliare il nostro portafoglio di tecnologie. Per questo faremo importanti investimenti su un arco temporale di dieci anni«. Oltre 1 miliardo di euro, per acquisire tecnologie abilitanti su cui fare scale up, co-investire in iniziative di project development per progetti generati da soluzioni tecnologiche sostenibili, nonché investimenti ricorrenti per supportare la digitalizzazione e investimenti organici per la crescita del capitale umano. In quest’ottica si inquadrano le recenti acquisizioni di CatC da BioRenova e di Conser.

NUOVE BUSINESS UNIT

Facendo seguito alla riorganizzazione già annunciata nel 2022, Maire ha adottato una nuova struttura di reporting basata su due business unit: Sustainable Technology Solutions (STS) e Integrated EeC Solutions (IEeCS). «In una», ha spiegato il ceo Bernini, «concentreremo tutte le soluzioni tecnologiche sostenibili del Gruppo Maire, nonché i servizi ad alto valore aggiunto rivolti prevalentemente alla transizione energetica«. Questa business unit, data la natura tecnologica, esprimerà volumi contenuti ma con una marginalità significativamente alta, accompagnate anche da un basso livello di rischio. «L’altra ha il compito di consolidare la nostra operatività come general contractor di eccellenza, capace di trasformare le soluzioni tecnologiche in progetti su scala industriale». Per questa business unit si attendono volumi elevati e una marginalità in linea con quella mediamente espressa dai contratti EPC. «Queste due anime», ha aggiunto Bernini, «possono muoversi in autonomia sul mercato oppure operare in maniera integrata per dare alle controparti un unico punto di responsabilità«.

I TARGET FINANZIARI 

Per quest’anno Maire prevede ricavi tra i 3,8 e i 4,2 miliardi di euro, un Ebitda margin tra il 6 e il 7% e un Capex tra i 95 e i 115 milioni di euro. Mentre per il 2032 si attende quasi 7 miliardi di euro di ricavi, ossia il doppio di quanto registrato nel 2022, e un Ebitda tre, quattro volte quello del 2022. Sulla base di queste previsioni le disponibilità nette positive che a dicembre 2022 erano di 94 milioni di euro, dovrebbero raddoppiare dal 2027, un periodo temporale in cui è stato pianificato circa il 60% della spesa per investimenti. Nella seconda parte del piano, grazie alla importante crescita attesa nei flussi di cassa operativi, insieme a un livello di investimenti più normalizzato, le disponibilità nette positive sono attese crescere dieci volte nel 2032 rispetto al 2022, anche dopo aver considerato un potenziale incremento del payout ratio dal 45%, atteso prevalentemente nella prima metà del piano, fino a raggiungere due terzi nella seconda metà.

UN LOGO TUTTO NUOVO

La presentazione del piano strategico è stata l’occasione per annunciare anche il rebranding della società, volto a rafforzare l’identità e la visione imprenditoriale di Maire. »Il nuovo marchio», ha commentato Di Amato, »è un’evoluzione, una rappresentazione di questo cambiamento. Ma i tre archetti ci sono ancora…».

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Articolo pubblicato il 21 marzo da MF

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