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Ho preso aziende fallite e le ho rilanciate innovando. L’intervista al Cav. Lav. Flavio Repetto (Corriere della Sera, 30 aprile 2018)

30.04.2018

di Francesca Gambarini per il "Corriere della Sera"

* articolo pubblicato sul Corriere della Sera (L’Economia), il 30 aprile 2018

Quando è arrivato a Novi Ligure, ai cancelli ha trovato le bandiere rosse. «Vede, proprio qui dove siamo ora gli operai erano tutti schierati, avevano perso il posto, perché l’azienda era in fallimento» — racconta Flavio Repetto, 87 anni, presidente del gruppo dolciario Elah Dufour Novi Baratti e Milano e Cavaliere del Lavoro, nominato il 2 Giugno 1985 dal presidente Sandro Pertini. Oggi lo stabilimento copre una superficie di circa 65 mila metri quadri e produce in media 15o sacchetti di caramelle al minuto e 55o tavolette di cioccolato al minuto.

Com’è andata a finire?
Bene. Li ho convinti a farmi iniziare il lavoro di ristrutturazione completa della fabbrica perché questo avrebbe portato un bene comune. Per me il capitale umano è fondamentale. La vera ricchezza della fabbrica è l’uomo, la squadra: le migliori macchine 4.o senza la mano dell’uomo non otterrebbero gli stessi risultati.

Comincia nel 1982 l’avventura di Repetto nel triangolo «dolce» tra Piemonte e Liguria. Non la sua storia imprenditoriale, però: a 45 anni il ragioniere di Lerma (Alessandria), era già un industriale dalle molteplici vite, con un’esperienza di successo nel vino, e che aveva poi fondato la Generale Ristorazione, che riforniva aziende come Fiat, Ansaldo, così come la Camera, il Senato e Finmeccanica a Roma. A Biella, come concessionario della Coca Cola per il Piemonte e la Valle d’Aosta, aveva costruito uno nuovo stabilimento, premiato dalla casa madre di Atlanta per la sua efficienza. Ripetendo e applicando mantra come «l’azienda è un capitale di rischio, non di debiti», e seguendo una strategia precisa —reinvestire nell’attività gli utili — oggi quello che Repetto controlla è un gruppo da oltre 200 milioni di fatturato e 235 dipendenti, leader di mercato delle tavolette di cioccolato con una quota del 22%, co-leader delle caramelle di alta gamma e dei preparati per dessert. I fondenti Novi crescono a doppia cifra e sono tra i prodotti più venduti. «Tutto ciò ha creato un ribaltamento dei consumi, rispetto a quando abbiamo iniziato e il cioccolato al latte predominava», dice il presidente. Anche la crema Novi da spalmare alla nocciola e al cacao è stata premiata dal mercato. Il 2018 sarà un altro anno importante: sul fronte investimenti, quelli in fabbrica hanno superato i dieci milioni di euro, con un aggiornamento continuo. Ci sarà poi il lancio di una compressa al latte e frutta per Elah, accompagnato da un nuovo spot. Infine, la svolta green: «Abbiamo firmato un accordo con il gruppo Marengo di Alba per realizzare un impianto di cogenerazione, che sarà inaugurato a giugno e ci consentirà di risparmiare 797 tonnellate equivalenti di petrolio l’anno e quindi di abbattere le emissioni di CO2 di 8 mila tonnellate all’anno, con un conseguente risultato positivo per l’ambiente», prosegue Repetto.

Che cosa lo spinse, allora, a scegliere Elah e Dufour prima, e Novi poi?
Elah e Dufour erano aziende prestigiose, fondate da grandi famiglie, francesi, stabilitesi a Genova. Erano separate e si facevano concorrenza tra di loro. E andavano male perché non era stata capita la trasformazione che gli anni Settanta avevano portato nelle fabbriche: gli uomini non volevano più essere considerati numeri. Per me “padrone” era una parola fuori posto già negli anni Cinquanta, ma dopo il’68, era chiaro che serviva una nuova interpretazione del lavoro.

Con quelle acquisizioni ci fu un ritorno, per lei, partito da Genova per cercare fortuna nella Capitale. In seguito il legame col territorio è stato cruciale per plasmare l’identità del gruppo. Per esempio, oggi poi consumate in un anno circa il 40% delle nocciole «tonde» della vostra regione.
Noi siamo un’impresa del territorio. Siamo in Piemonte, ed è un grande vantaggio: per questo abbiamo diritto a essere sul mercato solo se facciamo i migliori prodotti con le materie prime che abbiamo a disposizione. Quindi nessuno spreco, ma anche nessun risparmio, su nocciole e cacao. Quando c’è stata una forte gelata, qualche anno fa, il prezzo delle nocciole è schizzato alle stelle. Ma non ho mai pensato di andare a comprarle in Turchia (da dove arriva il 6o% della produzione mondiale, ndr), né di far scendere la percentuale del 45% di nocciole che è contenuta nella nostra crema. L’azienda deve essere in grado di reggere, anche a lungo, in caso di emergenze. Se siamo bravi a trasformare l’ottima materia prima che abbiamo a disposizione, non ci saranno crisi o competitor da temere.

Dopo Baratti e Milano non ha più fatto acquisizioni. Non si è mal guardato intorno?
Comprare è facile, difficile è fondere culture industriali diverse.

Bussano alla porta fondi, le multinazionali?
Se volessi, gli assegni sono pronti, dovrei solo mettere la cifra, ma per ora non è di attualità. Stiamo facendo un buon lavoro sul territorio, in Italia e nel mondo, con i prodotti che quotidianamente escono dalla nostra fabbrica. E poi in Italia c è il miglior cioccolato del mondo. Qui, contrariamente a quanto accade in Europa dal 2003, non si usano grassi di origine diversa dal cacao, nemmeno in piccole percentuali. È stata una delle mie battaglie. E da sempre non utilizziamo né olio di palma, né aromi artificiali e coloranti.

L’anno scorso tra soci è arrivato Ermenegildo Zegna. Ci saranno altre operazioni?
L’ingresso di Zegna nella compagine azionaria è stato significativo. Mentre l’acquisto di azioni è avvenuto solo dagli eredi dei vecchi soci Novi. Il diritto di opzione non è stato cancellato e quindi siamo aperti a nuovi acquisti, anche nel breve periodo.

E domani su che cosa scommette?
Sull’estero. Oggi l’export vale circa il 7% del fatturato, ma vogliamo crescere e credo che ora abbiamo le persone giuste per farlo. Penso soprattutto all’Europa. Una volta è venuta una delegazione in visita a Novi per chiedermi di aprire una fabbrica in Estremo Oriente. Ho risposto: “Siete in molti, mi servirebbe uno stabilimento di otto chilometri!”.

Con lei in azienda c’è suo figlio Guido nel ruolo amministratore delegato. Rimarrete un’azienda familiare?
Certamente. Anche se, le confesso, mio figlio ha scelto da sé quello che voleva fare. Io non ho mai voluto influenzarlo e ho sempre tenuto separato l’ambito privato da quello lavorativo. Ho sette nipoti: saranno loro a decidere cosa fare. Credo che i ragazzi debbano fare tanta esperienza, viaggiare, incominciando dalla base — come ho fatto anch’io — prima di capire quale è la loro strada. E imparare la socialità vera, non quella dei messaggini.

È stato presidente della Fondazione Carige lino al 2013. Che cosa pensa di come è gestita la banca oggi?
È un capitolo chiuso, ne sono uscito da tempo e quindi non conosco l’attuale situazione.

Rimpianti?
Rifarei tutto. Spiegando a quel ragazzo che era partito con la valigia da Genova che nella vita non è tutta discesa, c’è anche tanta salita. Come diceva un grande imprenditore genovese, Gerolamo Gaslini, “I denari sono rotondi, rotolano sempre: l’importante è essere dalla parte giusta per raccoglierli”».


Chi è Flavio Repetto.

E’ nato a Lerma (Alessandria) nel 1931. A Genova ha lavorato come cameriere, la sera studiava all’istituto tecnico Avanzini. Dopo il diploma va a Roma, dove dirigerà la filiale di un’impresa americana di impianti contabili. Con l’azienda vitivinicola Vallechiara (1956), nel Monferrato, si mette in proprio. Nel 1960 fonda la G.R. Generale Ristorazione (oggi parte del gruppo con Elah, Dufour, Novi, Barattie Milano), mentre nel 1975 acquisisce la maggioranza di Sibeto, la società che imbottiglia la Coca Cola per il Piemonte e Valle d’Aosta. Nel 1985 Sandro Pertini lo nomina Cavaliere del Lavoro. È stato promotore del Consorzio perla difesa della nocciola Piemonte. Nel 2007 ha ricevuto il Candy Kettle Award, l’Oscar europeo dell’industria dolciaria. Le origini Flavio Repetto rileva due storiche aziende genovesi: Elah (preparati per creme) e Dufour (caramelle) 1985 La seconda acquisizione Nel 1985 rileva la Novi, fondata nel 1903 e specializzata in cioccolato, anch’essa in farse fallimentare 1999 II terzo step Il gruppo acquisisce Baratti e Milano, specializzata nella pasticceria piemontese e ligure, e lo stabilimento di Bra (Cuneo) 1 2003 II primo centenario Novi festeggia un secolo di attività. È il primo dei marchi del gruppo a compiere cento anni. A Duf ur tocca nel 2026 2007 Un dolce premio Il gruppo riceve l’Oscar dell’industria dolciaria, l’«European Can y Kettle Award» 2018 Svolta green A giugno sarà inaugurato un impianto di cogenerazione realizzato in sinergia con il gruppo Marengo di Alba

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I dipendenti del gruppo. Gli stabilimenti produttivi sono a Novi Ligure (Alessandria) per Novi, Elah e Dufour e a Bra (Cuneo) per Baratti e Milano I numeri 200 Milioni II fatturato 2017 del gruppo Elah Dufour Novi Barratti e Milano supera questa cifra ed è in crescita del 5,3% sul 2016 22% 235 La quota di mercato delle tavolette di cioccolato Novi. La linea «Nero Nero» (ad alto tenore di cacao) cresce a doppia cifra Una fabbrica, tante storie Da sinistra: foto di gruppo per i dipendenti dell’azienda, in occasione del centenario di Novi, nel 2003. Una delle storiche pubblicità delle caramelle Cubik di Elah e uno scatto da una famosa campagna del cioccolato Novi. La lavorazione delle nocciole nello stabilimento di Novi Ligure. A destra: un camion alla bocca di carico. Le tavolette di cioccolato Nero Nero.

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