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Giovanni Pomarico: Quando assumo sono felice. Rilanciare il Sud

01.05.2021

Giovanni Pomarico, è il giorno del lavoro. Lei è un Cavaliere del Lavoro e con la sua azienda, la Megamark di Trani, ne dà tanto. E oggi ha deciso di chiudere supermercati regalando ai dipendenti cento euro di buoni spesa. Cosa significa per una comunità sostenere l’occupazione?
«Ogni volta che posso firmare un contratto di assunzione, mi sento una persona felice. Poter aprire le porte della mia azienda a un nuovo collaboratore significa che la famiglia cresce. Oggi il Gruppo Megamark dà lavoro a oltre 3.000 persone direttamente e, attraverso la rete del franchising, ad altre 2.500. Questo per è un grande motivo di orgoglio ma anche di preoccupazione. Oltre 5.000 nuclei familiari si fidano e si affidano a questa azienda, persone che nel tempo hanno comprato casa, acceso mutui e che mi dicono “presidente grazie a lei mi sono potuto sposare”. Sono parole che spesso mi commuovono».

Siamo in piena pandemia. Forse non tutto sarà più come prima. Cosa è cambiato per il settore in cui opera?
«Il consumatore è cambiato ed è mutato il suo potere d’acquisto. Tutti questi mesi di chiusure hanno inciso anche sul carrello dei nostri clienti. Poi ci sono anche quelli che non rinunciano ad una coccola anche a tavola scegliendo sempre prodotti premium. Abbiamo cercato di andare incontro alle esigenze del cliente».
L’alimentare non ha mai chiuso i battenti e si conferma un settore fondamentale. E arrivato il momento di pensare a una vaccinazione di chi si occupa di produzione, commercio e servizi?
«Siamo impegnati in un tavolo di confronto a livello nazionale per fare in modo che i collaboratori in prima linea possano vaccinarsi quanto prima. Purtroppo, la politica ci ha dimenticato e ora tocca a noi prendere in mano la situazione e tutelare i diritti di chi, ogni giorno, è in prima fila, a contatto con il pubblico senza mai fermarsi. Su questo occorrerebbe una corsia preferenziale».

Lavorare al Sud ha pregi e svantaggi. Ma anche condizioni oggettive distanti da altre aree del Paese. Cosa si può fare per realizzare un riequilibrio?
«La riduzione del gap infrastrutturale tra il Mezzogiorno e il centro-nord Italia è quello che noi imprenditori auspichiamo da sempre. Parliamo di strade, autostrade, ferrovie ad Alta Velocità, tutti interventi che, oltre a favorire i flussi turistici, verso il Mezzogiorno, ridurrebbero i costi di trasporto, soprattutto per le aziende del Sud. La speranza è che i tanti miliardi previsti nel Pnrr per ridurre questo gap siano spesi presto e bene».

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