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Fondazione per l’Osteoporosi: ricerca e attività di informazione per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi

Nel 1986 un gruppo di medici e persone appartenenti alla società civile, tra cui l’attuale Presidente, Cav. Lav. Claudia Matta, diedero vita alla Lega per l’Osteoporosi Piemonte per sostenere e promuovere la ricerca scientifica e l’attività clinica nel campo della prevenzione e del trattamento dell’Osteoporosi. Nel 1993 fu trasformata in Fondazione per l’Osteoporosi Piemonte o.n.l.u.s. grazie al Cav. Lav.  Enrico Salza che fece avere i capitali necessari da parte di importanti enti.

Nel 2016 la Prefettura di Torino ha riconosciuto giuridicamente il livello di attività nazionale e quindi il nome attuale “Fondazione per l’Osteoporosi o.n.l.u.s”.

Nell’ambito di dette finalità, la Fondazione contribuisce in maniera significativa alla informazione e alla sensibilizzazione della popolazione, dei medici e dell’autorità pubblica su gravità e diffusione della malattia sottolineandone le possibilità di prevenzione e cure.

I numeri sull’osteoporosi sono infatti allarmanti. In Italia sono 4 milioni e mezzo le persone colpite dalla malattia (di cui un milione uomini) delle quali 18mila all’anno diventano disabili a causa di una frattura del femore da osteoporosi con una mortalità negli uomini superiore a quella femminile.

Nell’ambito di intervento della Fondazione e delle attività da essa promosse, vanno segnalati progetti di recente realizzazione come la ricerca AMMEB (Age Menopausal MEnarch BMI – Body Mass Index).

Lo studio, progettato e finanziato dalla Fondazione con il sostegno della Compagnia di San Paolo e altri privati è stato realizzato tra il 2006 e il 2012, con i ricercatori della Struttura Complessa Universitaria di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso dell’Università di Torino, coordinati dal Direttore Prof. Giancarlo Isaia, per valutare la prevalenza dell’osteoporosi nella popolazione femminile evidenziando i più significativi fattori di rischio della malattia.

La ricerca, unico studio disponibile che misura l’incidenza della malattia, ha rilevato come nella popolazione femminile over 65, oltre il 33% sia colpita da Osteoporosi, il 47% da Osteopenia e come il 17% delle donne sia andato incontro ad almeno una frattura non traumatica.

Il dato che emerge è sorprendente – osserva il Presidente della Fondazione Cav. Lav. Claudia Matta – soprattutto perché rivela con certezza che molte donne non sono consapevoli di essere a rischio. La sensibilizzazione sulla malattia è quindi fondamentale. È questa la “mission” della nostra fondazione: fare informazione alla popolazione per richiamare l’attenzione sulla malattia e stimolare la disponibilità alla prevenzione. L’osteoporosi ha infatti un’enorme rilevanza sociale ed economica, perché comporta un alto rischio di fratture che, tra gli anziani, sono tra le maggiori cause di mortalità. Inoltre, il 50% delle persone con frattura del femore subisce una forte riduzione della propria autosufficienza e, in circa il 20% dei casi, richiede un’ospedalizzazione a lungo termine, con gravi oneri economici per il sistema sanitario e le famiglie”.

L’impegno della fondazione per una ottimizzazione dei percorsi di diagnosi e cura ha consentito al gruppo di ricerca del reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso della Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal Prof. Isaia, di realizzare nel 2011 il progetto “Geros Networking”. Il software, attraverso l’accesso ad una piattaforma informatica dedicata, consente a medici specialisti di altri ospedali di inviare al Centro di riferimento regionale per le malattie metaboliche dell’osso, presso il reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso dell’ospedale Molinette di Torino, l’anamnesi di pazienti affetti da osteoporosi severa complicata da fratture e di ricevere indicazioni sulla condotta clinica e sulle terapie da eseguire senza dover trasportare pazienti con difficoltà motorie.

Assoluta rilevanza tra le attività di ricerca che vedono coinvolta la Fondazione, nelle persone del Prof. Isaia Giancarlo e della Prof.ssa Patrizia D’Amelio, rispettivamente consigliere della Fondazione e vice presidente del Comitato Scientifico e consigliere del Comitato Scientifico, riveste l’importante scoperta di una nuova molecola per la cura dell’osteoporosi e delle metastasi ossee avvenuta nel corso di quest’anno.

La scoperta medica ha permesso alla start-up fondata dai ricercatori della Università del Piemonte Orientale e dalla Prof.ssa D’Amelio del gruppo di ricerca afferente al reparto di Geriatria e Malattie Metaboliche dell’osso universitario della Città della Salute di Torino – diretto dal Professor Giancarlo Isaia – di vincere il primo premio nell’ambito del progetto Unicredit Start Lab.

La Professoressa Patrizia D’Amelio – ricercatore della Geriatria torinese e del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino – ha presentato, a nome della start-up Novaicos, a cui partecipa insieme ai ricercatori dell’Università del Piemonte Orientale una nuova molecola (ICOS-Fc), della quale è stata depositata domanda di brevetto nazionale ed internazionale.

Lo scorso anno è stato dimostrato dallo stesso gruppo di ricercatori, che hanno poi dato vita a Novaicos, che questa molecola è in grado di modulare il metabolismo scheletrico, in quanto capace di attivare un recettore espresso a livello degli osteoclasti, le cellule che distruggono l’osso.

In particolare è stato evidenziato che la somministrazione di ICOS-Fc, stimolando questo recettore, inibisce selettivamente il danneggiamento dello scheletro in modelli di osteoporosi da carenza estrogenica e da infiammazione cronica e riduce anche la formazione delle metastasi ossee, senza sopprimere le cellule deputate a tale compito, consentendo così la normale formazione di nuovo osso.

Il progetto, che avrà significative ricadute sulla salute dei pazienti e sull’economia del territorio, è risultato vincitore su oltre 700 start-up partecipanti.

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l’Osteoporosi o.n.l.u.s., ha recentemente deliberato di fare una ricerca sulla Osteoporosi maschile finora poco riconosciuta e poco curata. Il progetto è nella fase di definizione dei dettagli per la presentazione, al fine di reperire i fondi necessari.

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