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Fondazione MAST, al via la terza edizione della biennale di fotografia dell’industria e del lavoro

La Fondazione MAST ha inaugurato lo scorso 12 ottobre Foto/Industria, la terza edizione della Biennale dedicata alla fotografia dell’industria e del lavoro.

L’esposizione, aperta fino al 19 novembre, si sviluppa attraverso quattordici mostre in 13 sedi storiche del centro storico di Bologna e una nella PhotoGallery del MAST.

Questa terza edizione della Biennale, con il direttore artistico Francois Hébel, ha inteso portare in Italia grandi fotografi per permettere di scoprire i loro progetti più rilevanti, il loro sguardo e la loro capacità di indagare il rapporto tra l’uomo e il lavoro nei suoi aspetti sociali, economici, politici e geopolitici, filosofici, spirituali.

La Biennale, promossa e prodotta dalla Fondazione MAST presieduta dal Cav. Lav. Isabella Seràgnoli, è nata quattro anni fa con l’intento di ampliare e condividere con il centro storico di Bologna l’idea imprenditoriale e culturale della Fondazione, ente non profit internazionale legato al gruppo industriale Coesia, concepito come tramite tra l’impresa e la comunità.

Il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) si configura come un luogo di condivisione e collaborazione che ospita molteolici attività e funzioni tra cui la PhotoGallery che, con la propria collezione di fotografia industriale e del lavoro curata da Urs Stahel e con l’allestimento di mostre temporanee, è oggi l’unica istituzione al mondo dedicata a un genere fotografico che è quello della civiltà del lavoro.

Le mostre di Thomas Ruff e Carlo Valsecchi sono curate da Urs Stahel.

La prima, sul tema Machina & Energia, è allestita nella PhotoGallery del MAST e presenta le immagini di un fotografo che incarna il prototipo dell’artista dedito alla ricerca. L’apparecchio fotografico non è solo un mero dispositivo meccanico di registrazione ottica, quanto una macchina generatrice di scatti attraverso i quali trasforma gli elementi della realtà in un nuovo materiale visivo che parla di macchine, di energie e di serie.

La seconda, sul tema Sviluppare il Futuro, ospitata presso l’ex Ospedale dei Bastardini, mostra le immagini di grande formato che Carlo Valsecchi ha realizzato su commissione di Philip Morris in uno dei più innovativi stabilimenti costruiti in Italia, a Bologna, negli ultimi venti anni. Un luogo dove la ricerca tecnologica punta a rivoluzionare la vita di molte persone, creando un futuro migliore. Per catturare il formato di questa fabbrica d’eccellenza, Valsecchi ha scelto immagini vicine al disegno tecnico con linee infinite, costituite da pilastri d’acciaio che strutturano gli edifici a perdita d’occhio.

Le altre mostre accompagnano il visitatore alla scoperta del centro storico di Bologna narrando “il lavorare” con una selezione di opere dal Museo di Arte Multimediale di Mosca del russo Alexander Rodchenko (Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna – Casa Saraceni); con una eccezionale mostra di paesaggi industriali fotografati nell’arco di trent’anni del ceco Josef Koudelka (Museo Civico Archeologico) e con le migliori immagini realizzate per l’impresa nel corso della sua carriera dall’americano Lee Friedlander (Fondazione del Monte – Palazzo Paltroni).
Due le serie provenienti dalla Collezione Walther (Pinacoteca Nazionale): un corpus di fotografie anonime del primo Novecento su una città americana costruita per lo sfruttamento del carbone e il ciclo American Power di Mitch Epstein che documenta, un secolo dopo, come la produzione di energia sia onnipresente nello stesso paesaggio.

Il francese Mathieu Bernard-Reymond (Spazio Carbonesi) trasforma in composizioni astratte fotografie di siti di produttivi energetici mentre il connazionale Vincent Fournier (MAMbo) mostra con imponenti immagini l’addestramento degli astronauti e i robot umanoidi.
Il catalano Joan Fontcuberta (Palazzo Boncompagni) presenta le prove fotografiche sul cosmonauta sovietico che avrebbe dovuto essere il primo uomo sulla luna;  lo svedese Mårten Lange (Centro di Ricerca Musicale | Teatro San Leonardo) racconta la solitudine degli impiegati negli spazi di lavoro di oggi e la complessità delle più sofisticate apparecchiature da laboratorio mentre il giapponese Yukichi Watabe (Museo di Palazzo Poggi), con una ambientazione da film noir, segue sul campo un ispettore di polizia in una indagine criminale nel Giappone appena uscito dalla Seconda guerra mondiale.

L’inglese John Meyers (Museo Internazionale e Biblioteca della Musica) è autore di un lirico reportage sugli stabilimenti industriali dismessi che attendono la riconversione in uffici mentre gli italiani guardano alla realtà del nostro paese tra passato e presente: Michele Borzoni (Palazzo Pepoli Campogrande), con immagini di sconfinati spazi di lavoro nelle società di servizi di oggi e Mimmo Jodice (Santa Maria della Vita) con le inedite immagini dei bambini al lavoro nelle vie di Napoli.

Con Foto/Industria, la Fondazione MAST intende offrire al pubblico una testimonianza artistica e creativa di alto valore estetico e consolidare l’attenzione verso i valori etici del “fare” che caratterizzano l’identità industriale di Bologna, presenza imprescindibile e unica nel panorama italiano, promuovendola quale protagonista mondiale della fotografia dell’industria e del lavoro.

 

 

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