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Fondazione Mast, al via la IV Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro

Ha preso il via a Bologna la quarta edizione della Biennale Foto/Industria 2019 promossa e organizzata dalla Fondazione Mast, presieduta dal Cav. Lav. Isabella Seràgnoli.

Con il titolo TECNOSFERA: L’UOMO E IL COSTRUIRE, protagonista della manifestazione è il tema del costruire. Un‘azione radicata nella natura umana che dà forma alla tecnosfera, l’insieme di tutte le strutture che gli esseri umani hanno costruito per garantire la loro sopravvivenza sulla terra. Industrie, infrastrutture, immobili, utensili: decine di miliardi di miliardi di tonnellate che creano uno strato artificiale al di sopra della crosta terrestre che il geologo Peter Haff ha definito tecnosfera.

A partire dall’esposizione «Anthropocene» ospitata nella sede del Mast e centrata sull’analisi dei segni indelebili lasciati dall’uomo sulla superficie terrestre, sono undici le mostre in programma allestite in luoghi storici della città. Oltre 430 le fotografie, 16 le proiezioni video, un film e decine di appuntamenti tra convegni, presentazioni, concerti e incontri.

Un percorso espositivo a cui partecipano nomi internazionali, a partire da grandi maestri dei primi del Novecento come Albert Renger-Patzsch, esponente della Nuova Oggettività, che nel 1927 attraversando la zona della Ruhr mostra attraverso la fotografia la trasformazione della Germania da ambiente agricolo a cuore dell’industria siderurgica.

Accanto a lui altri autori come Luigi Ghirri e Andrè Kertesz indagano sui processi di produzione all’interno delle fabbriche: del primo vengono mostrate le sue «Prospettive industriali», quattro commissioni per marchi come Ferrari, Costa Crociere, Bulgari e Marazzi (nei sotterranei di Palazzo Bentivoglio), del secondo la serie ‘Tires/Viscosè, due reportage degli anni quaranta tra le industrie dell’America più profonda (alla Fondazione Carisbo).

Altri artisti si focalizzano sulle implicazioni sociali che questi processi hanno, come Lisetta Carmi, che attraverso la sua macchina fotografica osserva la realtà dei lavoratori del porto di Genova, o Délio Jasse, le cui fotografie parlano della crescita edilizia di Luanda fino ad arrivare a Matthieu Gafsou e la sua H+, un’indagine sul transumanesimo e il progresso tecnologico legato ai corpi umani.

Il programma completo della biennale, aperta fino al 24 novembre 2019, è consultabile sul sito fotoindustria.it

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