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Fondazione Cosso, al via “Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana”

12.03.2019

Un nuovo progetto espositivo sul tema dell’informale nell’arte internazionale prende avvio al Castello di Mirandolo dal 6 aprile al 14 luglio.

La mostra, dal titolo Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana, è presentata dalla Fondazione Cosso, presieduta dal Cav. Lav. Maria Luisa Cosso Eynard e curata da Francesco Poli.

Oltre 60 opere di alcuni dei protagonisti dell’Informale accompagneranno il visitatore tra dipinti, disegni e sculture, in un percorso attraverso le riflessioni artistiche nate dopo il secondo conflitto mondiale, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta.

L’esposizione si svilupperà in 12 sale, in cui saranno esposte opere che documentano le ricerche informali in Europa, in Giappone e quelle dell’espressionismo astratto americano.

Un focus speciale sarà dedicato alla scena artistica torinese degli anni Cinquanta e Sessanta attraverso la presentazione di opere di Spazzapan, Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri, Galvano e Carol Rama.

In occasione della mostra, il progetto artistico Avant-dernière pensée proporrà al pubblico una propria riflessione musicale sul tema dell’informale attraverso un’inedita installazione sonora che accompagnerà la visita. Le opere esposte avranno un ideale controcanto nelle armonie, nei suoni, nei rumori, nelle linee vocali e strumentali di tre autori che, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, hanno sperimentato, ciascuno con il proprio linguaggio, la materia sonora.

Dialogheranno tra loro le esperienze musicali di Dubuffet, Miles Davis e la voce di Cathy Berberian nelle Folk Songs.

Lo speciale allestimento didattico Da un metro in giù, già sperimentato con successo in precedenti esposizioni e nato per suggerire al pubblico differenti prospettive di fruizione dell’opera d’arte e degli spazi museali, porterà i visitatori di ogni età a scoprire spunti di approfondimento e di gioco, in continuità con lo spirito che anima le opere, e li inviterà ad adottare lo “sguardo di un bambino” e a mettere alla prova i cinque sensi e liberare la curiosità.

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