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Dinastie silenziose/Beretta. La storica famiglia delle armi da 500 anni fa sempre centro

26.04.2022

Essere riconosciuti dall’associazione “Les Hénokiens”, che comprende le dinastie industriali più antiche, è un privilegio che pochi possono vantare in Europa. Tra questi figurano i Beretta, che vantano oltre 500 anni di storia imprenditoriale arrivata ormai alla 15esima generazione. La Beretta Holding controlla 32 società tra l’Italia e i mercati esteri, tra cui la Fabbrica d’Armi Pietro Beretta Spa, azienda produttrice di armi da fuoco con sede a Gardone Val Trompia (Brescia), attiva sul mercato dal 1526. Al timone della holding oggi ci sono oggi Pietro e Franco Gussalli Beretta: entrambi rivestono l’incarico di consiglieri delegati, con il primo che è anche presidente e il secondo vice.

Pietro, sessant’anni da poco compiuto, è entrato nell’azienda di famiglia dopo la laurea in Economia e commercio per seguire la parte finanziaria e il controllo di gestione. Quindi è passato a occuparsi dello sviluppo e della pianificazione strategica e, nel 1996, dopo averne riacquistato la quota minoritaria da un socio industriale belga, ha guidato la ristrutturazione societaria attraverso la creazione della capogruppo Beretta Holding. Nel 2009 ha sposato Gretchen Alexander Harnischfeger, da cui ha la figlia Maria Teresa. Gretchen, laureata a Princeton e con un master a Yale in architettura, in Italia è nota per il suo progetto di restauro delle proprietà delle Assicurazioni Generali in Piazza San Marco a Venezia e per la sua partecipazione alle attività del Guggenheim di Venezia: proviene infatti da un’antica famiglia americana che nel 1820 ha fondato la Harnischfeger Industries, azienda produttrice di attrezzature perla lavorazione nelle miniere. Forte delle competenze finanziarie, Pietro sedeva fino allo scorso anno anche nel consiglio d’amministrazione di Ubi Banca, istituto del quale la famiglia imprenditoriale deteneva circa l’1% tramite la cassaforte lussemburghese di famiglia Upifra, pacchetto poi consegnato all’offerta di acquisto da parte di Intesa Sanpaolo. Pietro è poi membro del Consiglio per le Relazioni fra Italia e Stati Uniti, di Henokiens e dell’Associazione italiana delle aziende familiari (Aidaf). Ritmi di vita frenetici che portano il manager a passare molto tempo all’estero e non poterne dedicare molto alle sue passioni, in primis la caccia, il collezionismo d’arte moderna e orientale e l’opera lirica.

LA CRESCITA

L’altra colonna portante dell’azienda è Franco Gussalli Beretta, classe 1964, sposato con Umberta Gnutti, appartenente alla storica famiglia imprenditoriale bresciana, e con un figlio, Carlo Alberto, oggi studente universitario. Dal 1996 è amministratore delegato di Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, di cui ha assunto anche la presidenza nel 2015.O1tre a essere vice presidente e consigliere delegato di Beretta Holding ed executive vice president di Beretta Usa Corp, è presidente del comitato scientifico della Fondazione Aib e membro del consiglio di amministrazione di 1000 Miglia e Croce Bianca. Detto che la storia imprenditoriale dell’azienda si snoda lungo oltre 500 anni, il periodo di maggiore sviluppo del business ha preso il via all’inizio del ventesimo secolo quando nel 1903 Pietro Beretta ereditò dal padre Pier Giuseppe l’azienda armaiola. Quindi restaurò la fabbrica e iniziò la costruzione su larga scala di armi da caccia. Nel 1949, poi, la ditta assunse la ragione sociale di Fabbrica Italiana d’Armi Pietro Beretta Spa. Dopo la sua scomparsa ne11957, i figli Giuseppe e Carlo continuarono l’opera di modernizzazione dell’azienda. Un anno importante è i11985, quando Beretta venne scelta, al termine di una contrastata selezione, per produrre la M9 (un prodotto simile al modello 92 in calibro 9 mm Parabellum) come arma individuale d’ordinanza in dotazione al personale militare degli Stati Uniti. Per adempiere alla commessa dell’esercito americano, la società costituì quindi la consociata Beretta Usa. Dal 1995 il gruppo è controllato dalla Beretta Holding, guidata dai figli di Ugo Gussalli Beretta, diretto discendente di Bartolomeo da parte di madre. Dopo quest’ultimo, nella catena dinastica si sono quindi susseguiti Pietro, il primo a portare questo nome nella famiglia, che ha iniziato i lavori d’espansione dell’azienda, il figlio Giuseppe, che ha potenziato la distribuzione creando nuove relazioni commerciali, il secondo Pietro, che ha saputo trasformare l’azienda da artigianale a industriale, e i figli Giuseppe e Carlo, sotto la cui guida l’impresa ha assunto una dimensione multinazionale nei settori militare e sportivo.

Negli ultimi 15 anni la holding ha realizzato importanti investimenti, anche tramite acquisizioni, nel settore dell’opto elettronica, che oggi vale circa il 20% del fatturato di gruppo. Agli inizi degli anni ‘9o, inoltre, ha affiancato alla sua tradizionale produzione di armi sportive, una linea di accessori e abbigliamento per la caccia, il tiro a volo e il tempo libero, che si distingue perla scelta di materiali tecnici performanti, chiamata Beretta Clothing e Accessories. Nel 1995 infine è arrivato il primo flagship store in Madison Avenue a New York seguito ben presto da altri 9 punti vendita a Dallas, Memphis, Buenos Aires, Parigi, Londra, Mosca, Madrid e Milano.

I NUMERI DEL GRUPPO

I prodotti del gruppo Beretta sono utilizzati in molti stati del mondo da militari, polizia e civili. Il bilancio consolidato 2020 della lussemburghese Beretta Holding SA (controllata a sua da Upifra), che controlla 32 società specializzate nelle armi portatili ma anche nell’abbigliamento e negli accessori per la caccia, lo sport e la difesa, ha segnato un fatturato pari a 810 milioni, con un aumento di 130 milioni rispetto al 2019 e un utile netto consolidato di 93,3 milioni contro i 58 dell’anno prima. I prodotti «non firearm» rappresentano circa il 28% del fatturato, con 1o8 milioni a carico del comparto ottiche (Steiner e Burris), e 39 milioni per quanto riguarda l’abbigliamento. A disposizione per eventuali future acquisizioni, sulle quali tuttavia il presidente Pietro Gussalli Beretta ha preferito non fornire anticipazioni, risulterebbero disponibili risorse finanziarie pari a 36o milioni. Per quanto riguarda, invece, Beretta industrie, società capogruppo che governa le aziende italiane (Fabbrica d’Armi Pietro Beretta, Uberti, Benelli, Meccanica del Sarca, con i brand collegati, ma anche le francesi Chapuis e Humbert Ctts), il giro d’affari consolidato è risultato di 372,8 milioni (contro i 362,8 del 2019), con un risultato operativo stabile a 44,2 milioni di euro e un utile netto in lieve calo a 37,2 milioni.

Un altro focus dell’azienda è sempre stato quello della sostenibilità: già nel 1913 il gruppo aveva iniziato un percorso verso l’efficienza energetica, che la porta oggi ad auto-produrre con fonti rinnovabili l’85% del proprio fabbisogno. Il gruppo ha inoltre avviato il progetto di Welfare “BWe”, attivo con oltre 4o iniziative dedicate ai collaboratori e alle loro famiglie nelle cinque aree tematiche: tempo libero, ambiente, sicurezza, crescita e salute. I riflettori sono puntati oggi su Carlo Gussalli Beretta, il giovane figlio di Umberta e Franco, che pur essendo il discendente della famiglia, per ora ha deciso di costruirsi da solo la sua strada. La sua prima esperienza nel mondo del lavoro è stata infatti in qualità di stagista presso l’Accademia militare degli Stati Uniti a West Poirit mentre attualmente è impiegato, sempre come stagista, presso Bombardier Transportation a Berlino, in Germania. Una delle passioni di Carlo? Da buon Beretta, le armi.

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Articolo pubblicato il 22 Aprile 2022 da Verità e Affari

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