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Di Amato (Maire): ecco il progetto peri rifiuti di Roma

18.07.2022

A Roma la raccolta dei rifiuti è diventata esplosiva e il sindaco Gualtieri grazie al dl Aiuti avrà poteri commissariali per gestire l’emergenza che, dal punto di vista idrico, è anche nazionale. MF-Milano Finanza ne ha parlato col Fabrizio Di Amato, presidente di Maire Tecnimont.

L’Italia è in piena emergenza idrica ed energetica. Lo smaltimento e riciclo dei rifiuti che contributo può dare?

I rifiuti sono una risorsa che, trasformata, può sostituire gas e derivati del petrolio. I rifiuti hanno un contenuto energetico alto, molecole di carbonio e di idrogeno che possono essere recuperate con la produzione di biometano.

Draghi ha detto che l’Italia ha ridotto al 25% la dipendenza dal gas russo, che succede se rutin in autunno taglia le forniture?

R. Se trasformassimo i 16 milioni di tonnellate di nuovi rifiuti urbani e speciali che ogni anno si producono, si potrebbero produrre gas di sintesi. Dieci impianti di questo tipo da 600 mila tonnellate l’anno di rifiuti potrebbero sostituire entro cinque anni il 10% del gas necessario a tutto il sistema termoelettrico italiano.

A Roma è preda degli incendi e lo smaltimento rifiuti appare fuori controllo. Le cose sono collegate?

C’è una occasione straordinaria: i fondi del Pnrr, le procedure semplificate, la possibilità di avere un commissario straordinario per accelerare. li La sua società ha proposta una soluzione al sindaco Gualtieri. E vero? E qual è questa soluzione?

Si, abbiamo proposto proprio la nostra soluzione di conversione dei rifiuti: con questa tecnologia possiamo recuperare rifiuti plastici e secchi non riciclabili. Il gas di sintesi circolare ottenuto può essere usato come materia prima per produrre molecole come idrogeno, metanolo o etanolo circolari e con ridotta impronta carbonica, da impiegare per la mobilità sostenibile o nell’industria manifatturiera. Per Roma abbiamo pensato al sito industriale di Pantano di Grano con un impianto che produca etanolo e idrogeno circolari, con vantaggi in termini di riduzione di Co2 emessa, che potrebbe arrivare fino al 90% se consideriamo tutto il ciclo di vita, ma anche con i vantaggi occupazionali e la creazione di una filiera di indotto che oggi non c’è, con opportunità per nuove imprese del settore industriale e dei servizi. Un investimento sostenuto da capitali privati che porterebbe beneficio per i cittadini in termini di minore imposte. Una soluzione complementare all’impiantistica più tradizionale che può dare una mano svuotando al contempo la discarica di Malaarotta.

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Articolo pubblicato il 14 Luglio da MF

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