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D’Amato: “Fisco, giustizia e infrastrutture: le priorità dell’intervento pubblico”

“Serve più Stato e più mercato. Oggi mancano entrambi, mentre il capitalismo finanziario continua ad essere senza controllo. Ha già fatto scoppiare la bolla finanziaria e potrebbe provocarne anche altre”. Lo ha detto il presidente della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, Antonio D’Amato, intervenendo alla presentazione dell’ultimo libro di Franco Debenedetti, “Scegliere i vincitori, salvare i perdenti. L’insana idea della politica industriale” (Marsilio), che si è svolta mercoledì 6 luglio all’Unione degli industriali di Napoli. All’incontro, introdotto da Ambrogio Prezioso, presidente degli industriali partenopei, e moderato da Marco Demarco, sono intervenuti, oltre l’autore, anche Antonio Bassolino e Paolo Cirino Pomicino.

Per D’amato, “la linea di demarcazione tra l’intervento pubblico e la libertà di mercato deve essere tracciata nel rispetto degli spazi. L’intervento pubblico non può scegliere a tavolino i vincitori, perché così rischia di danneggiare i migliori. Non è questa la politica industriale di cui abbiamo bisogno”.

Di qui, la necessità, per il presidente dei Cavalieri del Lavoro, di premere l’acceleratore sulle riforme. “L’unica vera riforma fatta dal governo Renzi – ha aggiunto D’Amato – è quella del mercato del lavoro. Una riforma che l’esecutivo ha trovato già realizzata, per almeno la metà, da chi è venuto prima di lui. Ricordo ancora quando ero presidente di Confindustria, la mia insistenza con l’allora ministro del Lavoro, Antonio Bassolino, per l’abolizione dell’articolo 18. Questa riforma ha dato a Renzi una certa credibilità per confrontarsi con l’Europa. Ma non basta”.

“Le politiche per le industrie – ha concluso D’Amato – sono assolutamente necessarie. Il pubblico deve occuparsi di creare le condizioni per lo sviluppo. E, quindi, ad esempio, dedicarsi alla riforma del fisco, con l’obiettivo di ridurre le tasse, assicurare una giustizia più efficiente e garantire quindi la certezza del diritto, e realizzare quelle infrastrutture indispensabili per la crescita”.

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