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Colazione d’autore, i biscotti di Roma conquistano il mondo

11.07.2022

Di solito, a colazione, si tenta di fare il bis dei biscotti mangiandosene sempre uno in più. E la Gentilini, che i biscotti li fa e che rappresenta uno dei marchi storici della gastronomia romana, stavolta vuole fare il bis dei suoi impianti produttivi. È infatti allo studio un nuovo stabilimento che raddoppierebbe l’attuale produzione, rafforzando di fatto la propria attività che già oggi porta a realizzare, ogni giorno, due milioni di biscotti e un milione di fette biscottate. L’azienda da tempo ha il suo quartier generale su via Tiburtina, a pochissimi passi dal Raccordo Anulare, ma ha già acquistato un terreno a Castel Madama e lì ha tutta l’intenzione di disegnare il suo futuro. «L’obiettivo è di arrivare a raddoppiare i volumi di produzione – dice Paolo Gentilini, presidente e amministratore delegato della nota azienda capitolina – Spero che tra quattro o cinque anni il nuovo stabilimento riesca a essere già operativo». Il mondo italiano dei biscotti è molto variegato e risente di tantissime influenze e tradizioni regionali.

La concorrenza è molto vasta, ma Roma si attesta come uno dei player del settore. Il futuro di Gentilini e del suo nuovo impianto passerà anche attraverso un nuovo percorso: oltre alle famiglie (suo classico mercato che ha permesso la crescita del marchio oltre che in Italia anche all’estero) punterà anche a tutto quel mondo che approfitta delle monoporzioni per uno snack dolce e gustoso. Quindi, anche al mondo del lavoro che potrebbe così accompagnare la “pausa caffè” con un’abbinata tra il biscotto e una bevanda. Un’operazione che sembra moderna ma che ha radici antiche: l’azienda aveva già creato bustine monodose per la vendita di merendine ai bambini della scuola che si trovava di fronte allo stabilimento di via Alessandria, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento. Piccole bustine di carta che oggi sarebbero alla base dello snack a portar via che con la pandemia di Covid ha avuto un vero e proprio boom.

L’IMPRESA

Tra lavoratori fissi, con contratto a termine e stagionali oggi l’impresa conta su HO persone. «Ma entro il 2030 puntiamo a raddoppiarne il numero», prosegue Gentilini, esponente della famiglia che ormai da tre generazioni ha legato il suo nome a quello dei biscotti. «Vedo il futuro con molto ottimismo», spiega ancora l’ad. «Abbiamo grandissimi competitor in Italia, ma sappiamo di avere un grande nome e un grande marchio perché abbiamo mantenuto uno standard di qualità e di prezzo che ci hanno permesso di continuare a essere noi stessi», dice Gentilini, che da 45 anni lavora nell’impresa di famiglia e che è stato insignito del titolo di cavaliere del lavoro: un riconoscimento sulle orme del nonno Pietro, che ne11911 venne insignito della nomina di Cavaliere dell’ordine della corona d’Italia.

L’EXPORT

Gentilini non è solo il sinonimo di un pezzo della gastronomia dolce romana. È anche un marchio che presenta l’Italia all’estero. «Da un paio di anni abbiamo una certificazione per presentarci meglio ai grandi clienti stranieri e un’altra che conferma la qualità dello stabilimento. Oggi esportiamo principalmente dove maggiore è stata l’emigrazione italiana: Usa, Canada, Australia, Sudamerica, ma anche Europa, Giappone e Dubai», prosegue l’amministratore delegato.

GLI INGREDIENTI

La storia di Gentilini passa dai suoi biscotti più iconici: gli Osvego. E poi ci sono i Novellini, le Fette Biscottate, i Frollini gustati da intere generazioni e ancora oggi amati in tutta la loro genuinità e autenticità. Le ricette sono, in larga parte, le stesse di quando vennero sfornati per la prima volta e vengono prodotte con uova e latte freschi, miele, burro, farina e zucchero. Ma la ricerca continua. «Negli Osvego tanti anni fa mettevamo fecola di patate – prosegue Gentilini – ora si usa l’amido di mais per renderli più friabili e con n sapore migliore. Ma dal dopoguerra in poi le ricette sono rimaste le stesse».

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Articolo pubblicato il 10 Luglio 2022 da Il Messaggero, Cronache di Roma

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