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Brunello Cucinelli: «Così sosteniamo la rigenerazione»

13.05.2022

Non più solo le cose, gli oggetti, ma anche i terreni, le comunità, le loro culture: perla circolarità, termine protagonista di ogni odierna riflessione sulla sostenibilità, è tempo di evoluzioni, di espansioni. E ridare vita a un territorio e dunque ai suoi abitanti può accadere in Umbria come alle pendici dell’Himalaya. È lì, nel nord est nell’India, che si concentrerà l’Himalayan Regenerative Living Lab: si tratta del secondo progetto lanciato dalla task force sulla moda (guidata da Federico Marchetti, fondatore di Yoox) della Sustainable Markets Initiative, lanciata nel 2020 dal principe Carlo per spingere gli operatori del settore pubblico, privato e filantropico a generare valore economico in armonia con la sostenibilità sociale e ambientale. Una filosofia affine al «capitalismo umanistico» che anima Brunello Cucinelli, che di questo progetto sarà finanziatore, con un’iniziale partecipazione di un milione di euro. «Attiveremo subito il progetto, e non vedo l’ora di partire insieme a Federico per andare a visitare qui luoghi, così antichi e vicini al cielo – racconta l’imprenditore -. Magari faremo un gemellaggio con Solomeo (il borgo umbro dove ha sede l’azienda, ndr), riprendendone la filosofia: 40 anni fa aveva 30o abitanti, oggi ne ha 800, soprattutto giovani famiglie con bambini.

Come abbiamo fatto da noi, anche lì lavoreremo per rigenerare l’agricoltura e sostenere anche la produzione di cotone, seta, cashmere». Il progetto, attivo fino al 2023, prevede la piantumazione di un milione di alberi, in una zona colpita da deforestazione e impoverimento del suolo e dunque delle comunità, la rigenerazione di 9oo ettari di foresta e di 1oo ettari di agroforesta: sul campo se ne occuperanno le associazioni Reforest Action e la Circular Bioeconomy Alliance guidata dallo scienziato Marc Palahi. La responsabilità si conferma motore di una rinnovata industria del lusso, dove chi lo acquista, per la prima volta lungo la sua millenaria storia, non bada solo al valore e all’estetica di un oggetto, ma anche a chi lo ha creato, dove e in che modo, con quali materiali. «Il contratto sociale teorizzato da Platone e Aristotele deve oggi essere un contratto con il creato – prosegue Cucinelli -.

Bisogna rapportarsi con gli esseri umani, certo, ma anche con la natura e le sue altre creature. Questo cambiamento è in corso, lo vedo chiarissimo nei più giovani. La pandemia ci ha dato molto tempo per riflettere e abbiamo capito quanto dipendiamo dal creato e l’importanza di riutilizzare, riparare, rigenerare. Noi non siamo, non dobbiamo essere consumatori, ma utilizzatori, come sosteneva Epicuro».

Valori che continuano anche a sostenere la crescita del marchio: «Il primo trimestre è stato meraviglioso, e sono molto fiducioso sull’andamento dell’anno – nota -. Il brand sta inoltre vivendo un bei momento sotto II profilo stilistico, le persone apprezzano il vestire in un modo elegante, moderno, chic. Certo, i nostri capi sono costosi, ma anche perché per 1152% sono fatti a mano. Ma le persone apprezzano il fatto di avere cose che restano nel tempo. L’America sta andando benissimo, si conferma il nostro primo mercato, in Europa abbiamo una solida clientela, e anche la Cina, per quanto sia per noi un mercato più piccolo, sta andando molto bene. Certo, c’è la guerra in Ucraina e mi dispiace profondamente. Ma pensando alle conseguenze per la nostra industria, non credo che l’aumento dei prezzi delle materie prime impatterà più di tanto sul prezzo finale. Noi ci siamo organizzati, siamo coperti sotto questo profilo. La guerra porterà un insegnamento, perché come notava Sant’Agostino, il dolore è maestro dell’umanità. Cresceremo e miglioreremo anche grazie a questo. Non posso non immaginare un secolo d’oro».

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Articolo pubblicato il 13 Maggio da Il Sole 24 Ore Moda

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