Menu

Alla ricerca di una nuova normalità. Boscaini: Ecco lo spirito del Premio Masi

16.10.2020

Un segnale di resilienza e di fiducia, giunto alla 39° edizione il Premio Masi si arricchisce di significati e di carica simbolica in un anno segnato dall’emergenza sanitaria mondiale. “Ma la nostra decisione di assegnare i Premi – precisa Sandro Boscaini, vice presidente della Fondazione Masi, presidente di Masi e numero uno di Federvini – non è mai venuta meno. Anzi, abbiamo maturato l’ambizione di rappresentare un preciso e forte segnale di incoraggiamento in un contesto di ripartenza generale”.

Cinque i premiati per le tre categorie storiche del premio: Premio Masi Civiltà Veneta, Premio Internazionale Civiltà del Vino e Grosso d’Oro Veneziano. I tre riconoscimenti del Premio Masi Civiltà Veneta saranno assegnati a Ilaria Capua, ricercatrice e virologa italiana di fama internazionale, a Reinhold Messner, alpinista dalle straordinarie imprese e ad Andrea Rigoni, imprenditore pioniere della sostenibilità ambientale. A Riedel Glass, azienda che ha saputo ergere ad arte la produzione di calici nel segno del riutilizzo del cristallo, andrà il Premio Internazionale Civiltà del Vino. Sarà invece attribuito al diplomatico italiano Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il Grosso d’Oro Veneziano, assegnato a personalità che si sono distinte nel campo dei diritti umani e del progresso civile.

 

Scienza, amore per la natura, sviluppo sostenibile, impegno civile, i valori veicolati dal Premio Masi assumono un sapore ancora più forte in questo momento così complicato. Lei come lo sta vivendo?

La sostenibilità nella sua accezione ambientale, economica e sociale che include anche l’apertura agli altri e il senso civico è il concetto dell’edizione di quest’anno del Premio Masi ma è anche un radicato sentire di Masi nella sua storia e nel suo operare nel settore dell’agroalimentare. La presentazione che proclama i premiati recita infatti: quarant’anni fa, alla fondazione del Premio, quasi nessuno parlava di sostenibilità, ambiente, cultura del territorio, attenzione alle diversità e alle minoranze. Eppure, nella cultura dei fondatori e nelle loro scelte dei premiati, tutti questi temi appaiono già fortemente presenti, con convinzione profonda che non dovessero essere separati o addirittura opposti alla modernità, all’industria, al progresso civile ed economico. Oggi come ieri, dunque, il Premio Masi segnala figure che indicano la strada di un progresso armonico: donne e uomini che si battono per uscire dalle contraddizioni che segnano il nostro presente, evitando decrescita o ripiegamento sul passato. L’edizione di quest’anno in modo particolare guarda alla pandemia, ma anche oltre la pandemia, con quella fiducia che da sempre contraddistingue il nostro Premio e i suoi interpreti.
Al di fuori del Premio calandoci nella realtà di operatori internazionali viviamo chiaramente con forte preoccupazione e disagio questa epidemia globale che crea danno sanitario ed economico,  che limita la nostra socialità e ci impone di ripensare a modelli di comportamento, di sviluppo e di produzione.”

Può anticiparci qualche dettaglio della cerimonia, quest’anno prevista in modalità streaming?
Nella sua quasi quarantennale storia, il Premio Masi ha rappresentato per il Veneto e per L’Italia un momento di cultura e socialità, di condivisione di valori e di sana convivialità: un appuntamento atteso sia dal mondo culturale che da quello più specifico della vite e del vino, sia italiano che internazionale. Quest’anno purtroppo sono impediti gli spostamenti, sono azzardati momenti di socialità e di incontro fisico. Non è pensabile l’usuale firma della botte di Amarone nelle storiche cantine Masi che caratterizza il Premio, né l’incontro serale con i premiati al Teatro Filarmonico di Verona e gli antecedenti e successivi momenti di apprezzamento del cibo e del vino. La Fondazione Masi si è adeguata per far si che la manifestazione sia seguita in Italia e all’estero e per permettere all’alto profilo dei premiati di portare le loro esperienze e le loro visioni ad uno sperato audience nazionale e internazionale attraverso dirette streaming in italiano e in inglese e attraverso emittenti televisive che programmino in tutto o in parte il momento del dibattito della cerimonia di premiazione.

Chi vorrà come potrà seguire l’evento?
La premiazione avrà luogo sabato 24 ottobre alle ore 17 e sarà trasmessa in diretta streaming dalle Cantine Masi di Gargagnago in Valpolicella: sulla pagina Facebook @MasiWines in italiano sulla pagina Instagram @MasiWines in inglese. L’evento si svolgerà senza la presenza di pubblico, nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del Covid-19 e sarà trasmesso integralmente da emittenti locali.

L’emergenza sanitaria ha senz’altro accelerato la transizione verso nuove abitudini di consumo. In che modo questo ha impattato sul mondo vitivinicolo?
Il mondo vitivinicolo ma anche più in generale il mondo degli spiriti vive di socialità, di convivialità, di una sana condivisione e si accompagna ai momenti più belli della vita, sia del lavoro che della famiglia e degli amici. Limitare le occasioni di contatto, i viaggi e il turismo è togliere buona parte delle opportunità di espressione ai nostri prodotti. Quello del vino e degli spiriti è un mondo che ha sofferto terribilmente il lock down e sta soffrendo più degli altri delle crisi delle grandi metropoli e e nelle località di particolare richiamo turistico internazionale che perdono turisti e business men, che non accolgono chi è forzato allo smart-working. La vendita  dei vini e dei prodotti alcolici in grande distribuzione ha limitato solo parzialmente il danno e la vendita online sdoganata finalmente anche in Italia per il settore vini si è dimostrata efficace pur essendo ancora su numeri ridotti.

Guarda con ottimismo al futuro e, nel caso, cosa la spinge ad esserlo?
Purtroppo il futuro roseo non sembra essere dietro l’angolo, la ripresa così virulenta della pandemia di questo inizio autunno, in particolare in Europa ma anche in altri continenti ,ci dice che avremo ancora qualche semestre di grave difficoltà, tutti speriamo in comportamenti responsabili per limitare i contagi e nel miracolo di vaccini in sperimentazione. Mi da ottimismo pensando a quando ne saremo fuori il constatare la volontà di socialità, la sana convivialità, la ricerca di momenti sereni che abbiamo sperimentato nel dopo lock-down e nella scorsa estate. Credo che il mondo della viticoltura e del vino con i suoi collegamenti alla natura, alla terra, all’apprezzamento del territorio e dei suoi prodotti sia ancor più richiesto nella nuova normalità. Una normalità sempre più attenta a valori veri e a esperienze culturali e sensoriali allo stesso tempo quali ci dona l’apprezzamento dei grandi vini e delle storiche denominazioni di cui l’Italia è eccezionalmente ricca.

 

SCARICA L'APP