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Severino (Luiss): “Come fare dell’Italia un Paese normale”

Fare dell’Italia un Paese normale in cui ognuno si impegni nel proprio lavoro secondo le proprie competenze e se ne assuma la responsabilità. Un Paese in cui non si debba delegare alle “sentenze” l’incapacità o la paura di decidere, come accade ormai costantemente, e come è avvenuto anche recentemente con l’attesa quasi spasmodica della sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale o con i numerosi quesiti posti all’Anac sulle vicende relative al Comune di Roma, o con il continuo ricorso delle aziende ai Tribunali per vedere riconosciuti i propri diritti. In definitiva un Paese normale in cui valga la pena di investire e crescere, anche in tema di risorse umane, così come vogliono fare gli imprenditori.

Quesiti fondamentali, di cui il presidente del Gruppo Centrale dei Cavalieri del Lavoro, Vittorio Di Paola, si è reso interprete nel primo incontro mensile del 2017, svoltosi a Roma il 2 febbraio scorso, e  da lui posti all’ospite professoressa Paola Severino, neo Rettore della Luiss.

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Esistono tre aspetti, ha osservato Di Paola, nell’attività di Paola Severino che la pongono in perfetta sintonia con i Cavalieri del Lavoro: prestigioso avvocato di società e di rilevanti gruppi privati, conosce perfettamente l’attività di impresa; importante ministro della Giustizia nel governo Monti, conosce l’attività parlamentare seppure come tecnico prestato alla politica durante la quale ha legato il suo nome in particolare alla legge 190/2012 riguardante non solo i temi dell’incandidabilità dei politici  negli enti locali, ma anche a importanti misure per la prevenzione della corruzione; e infine  la carriera universitaria ( oggi rettore della Luiss ma precedentemente, dal 2006, vice Rettore e dal 2002 preside della facoltà di giurisprudenza) per cui conosce a fondo l’attività di formazione.

Ed è su questo ultimo aspetto, legato alla preparazione di una classe dirigente in grado di rendere l’Italia un Paese normale, che la professoressa Severino si è in particolare soffermata auspicando in primo luogo la creazione di un circolo virtuoso di legalità che parta dalle scuole e attraverso la prevenzione inneschi un nuovo modello culturale in grado di superare il fallimento degli itinerari parlamentari e nel quale anche la riforma della giustizia sia funzionale alla crescita del paese. In tale contesto innovativo, ha proseguito, occorrerà trovare un argine all’attuale abnorme ricorso alla regolamentazione attraverso il quale si finisce con il delegare ad altri responsabilità e competenze proprie.

Un nuovo modello politico dunque, incentrato su prevenzione e cultura, ha osservato la professoressa Severino, e che dovrà essere accompagnato da un modello amministrativo adeguato ai tempi , che imponga alle imprese un alto livello di formazione dei dirigenti. Maturità e cultura della legalità sono necessari affinché la cultura dell’illecito non finisca per costituire invece una caratteristica comune nella nostra vita, che sente sempre più l’assenza di quei principi di educazione civica ormai trascurata tra le materie di insegnamento. Impegno comune per creare anticorpi  a vari livelli ed  obiettivi per i quali è auspicabile anche una  ampia interazione tra gli istituti universitari e tra gli stessi atenei e la società.

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Il presidente Di Paola, nel ringraziare la professoressa Severino per il suo intervento che ha suscitato ampia condivisione tra i numerosi Cavalieri del Lavoro presenti, ed estendendo il suo saluto anche al consorte dell’ospite, professor Paolo Di Benedetto, con riferimento all’impegno della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro nella formazione di giovani risorse attraverso il Collegio universitario Lamaro Pozzani,  ha espresso apprezzamento per l’attività svolta per 20 anni dal direttore scientifico del Collegio stesso, prof. Stefano Semplici, che ha lasciato il suo incarico per un naturale avvicendamento.

 

 

 

 

 

 

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