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Gaetano Miccichè: Ripartire non può essere un tabù

La domanda che ci stiamo ponendo tutti è anche la domanda a cui nessuno oggi è in grado di rispondere. E più che una domanda singola, è una raffica di domande. Quando finirà? Come finirà? Come ripartiremo? Quando si ricomincerà? E quando potremo tentare di dare alle nostre vite una direzione che ci riporti con gradualità a una vita se non normale quanto meno diversa rispetto a quella che stiamo vivendo in questi giorni? Gaetano Miccichè è uno dei manager più apprezzati d’Italia: è arrivato anni fa alla guida di Banca Imi, dopo diverse esperienze industriali e molte ristrutturazioni aziendali, ed è stato da poco nominato vicepresidente di Prelios, dopo aver guidato per diciotto mesi la Lega calcio di serie A. Da qualche tempo, Miccichè, come diversi soggetti del business italiano, scruta con preoccupazione il dibattito pubblico del nostro paese e si chiede ciò che diversi imprenditori si do- mandano in queste ore senza trovare una risposta definitiva: quando è esattamente che l’opinione pubblica ha scelto di creare una contrapposizione tra la salute dei cittadini e il benessere di un paese? “Nessuno – dice Miccichè – può pensare che occuparsi delle imprese sia più importante che occuparsi della salute degli italiani, è ovvio. Ma quando in un paese la demagogia trasforma l’economia reale in un nemico della salute qualche problema onestamente c’è”.

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