Prestò la sua opera in importanti organismi industriali in Italia e in Germania. Nel 1938 fu assunto dalla società di raffinazione petrolifera L'Aquila di Trieste, nella quale raggiunse il grado di direttore generale. Legò il suo nome alla ricostruzione e al potenziamento dell'azienda e alla sua espansione commerciale in Italia e all'estero. Entrò poi nella Shell italiana. Ne divenne presidente e consigliere delegato, come anche della Monteshell e di altre società collegate. Seppe sviluppare l'attività industriale e commerciale della azienda. Rimodernò e potenziò infatti la raffineria di La Spezia e acquistò e consolidò quella di Rho. Costruì inoltre un terzo grande impianto a Taranto. In tal modo il Gruppo Shell investì ingenti somme in Italia, vi fece affluire grossi quantitativi di valuta estera e impiegò 4000 dipendenti. In campo sociale fu propugnatore della preparazione professionale e dell'assistenza tecnico - agraria per lo sviluppo della classe rurale. Fu presidente dell'Unione petrolifera e della Società sviluppo trasporti internazionali marittimi - terrestri.