Civiltà del Lavoro, n. 2/2016 - page 79

UN
PAESE
CHE PUNTA SULL'
ISTRUZIONE
INTERVISTA
Intervista ad Anil Wadhwa, Ambasciatore dell'India in Italia
HA COMINCIATO
a lavorare al ministero degli Af-
fari esteri dell'India nel 1979, ma i suoi incarichi diploma-
tici lo hanno portato presto a Pechino, Hong Kong, L’Aia e
Ginevra; Anil Wadhwa è stato ambasciatore dell’India in
Polonia, Oman e Tailandia prima di ricoprire questo inca-
rico in Italia da marzo di quest’anno.
L’Ambasciatore è stato ospite del Collegio Lamaro Poz-
zani dove ha parlato agli studenti del peso politico e del
ruolo economico che l’India sta assumendo nello scenario
internazionale e dei grandi investimenti che il suo Paese
sta mettendo in campo in ricerca, commercio e istruzione.
A margine di quell’incontro, Civiltà del Lavoro lo ha inter-
vistato sulle sfide che l’India dovrà affrontare nel prossi-
mo futuro.
Ogni anno in India si laureano due milioni di ingegneri
e il numero dei laureati e titolari di master in discipli-
ne scientifiche è raddoppiato negli ultimi dieci anni.
Quali sono le ragioni di questa scelta di scommettere
di più sul versante scientifico che su quello umanistico?
Sono due i fattori principali di questo trend. Il primo è il
fatto che il mercato richiede un maggior numero di lau-
reati in discipline scientifiche, quali ad esempio ingegneri
per il settore dell’edilizia e delle infrastrutture. In secondo
luogo, con una popolazione che ha raggiunto il miliardo e
duecento milioni, c’è bisogno di un gran numero di medi-
ci ed operatori del settore sanitario. Vorrei anche ricordare
che l’India ha vissuto, in epoche recenti, un boom del set-
tore dell’IT, nato e sviluppatosi interamente all’interno
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CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2016
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