Civiltà del Lavoro, n. 2/2016 - page 9

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2016
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primo piano
Quali sono le principali urgenze per rispettare i punti
dell’Agenda Onu 2030?
Innanzitutto abbiamo bisogno di definire dei “sentieri” che
ci consentano di raggiungere gli obiettivi nei tempi pre-
visti. Poi monitorare il cambiamento e quindi avere indi-
catori che ci consentano di valutare l’impatto delle politi-
che sui singoli obiettivi.
Per questo abbiamo chiesto all’Istat di mettere a dispo-
sizione nel più breve tempo possibile tutti gli indicatori
concordati in sede Onu. Nei prossimi mesi, poi, il Gover-
no dovrà definire la Strate-
gia di sviluppo sostenibile
per l’Italia, indicando azio-
ni e mezzi per affrontare
le priorità e conseguire gli
obiettivi concordati.
Sarebbe importante che il
Governo assumesse que-
sto impegno nella sua col-
legialità, proprio perché gli
obiettivi di sviluppo sosteni-
bile superano la logica pura-
mente ambientale e, come
detto, richiedono una visio-
ne integrata delle politiche.
Naturalmente l’ASviS si è
messa a disposizione del-
le istituzioni per contribui-
re a disegnare la Strategia.
Quali sono state le prime risposte del Governo, del
Parlamento e delle istituzioni nei confronti della vo-
stra iniziativa?
Direi che le prime reazioni alla nascita dell’ASvis sono
state molto incoraggianti. Il fatto stesso che la presidente
della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, ci abbia accolti
con grande entusiasmo partecipando personalmente l’11
marzo scorso al lancio dell’iniziativa, denota un forte in-
teresse della politica a non lasciarsi sfuggire un’occasio-
ne di cambiamento. A questo proposito, come ha ricorda-
to la stessa Boldrini, il cambio di passo richiede di saper
guardare al futuro uscendo dalla logica di programmi a
breve termine, logica che da sempre è caratteristica della
nostra politica. Anche il ministro dell’Ambiente Gian Lu-
ca Galletti, che ha partecipato all’evento di presentazio-
ne dell’ASviS e con il quale abbiamo avuto poi una prima
interazione per la predisposizione della Strategia italia-
na di sviluppo sostenibile, ha di fatto riconosciuto l’ASviS
come interlocutore “chiave” del Governo. Proprio in tale
occasione abbiamo avanzato sette proposte concrete al
Governo – si veda
– sulle quali continuere-
mo a confrontarci.
Chi sono i soggetti sociali più riluttanti ad adottare
comportamenti sostenibili?
Quelli che resistono al cambiamento e non hanno capi-
to che questa è una grande occasione per dare un futuro
al nostro Paese, all’Europa e al mondo, oltre che di busi-
ness per le imprese. Se, in-
fatti, tutti i paesi del mondo
orientano le proprie scel-
te verso consumi e sistemi
di produzione più sosteni-
bili, più efficienti sul piano
energetico, più portatori di
benessere per le comunità
locali, le imprese italiane
che in questi anni sono già
andate in questa direzione,
hanno un mercato stermi-
nato davanti a loro.
D’altra parte, visto che ogni
Paese, compresa l’Italia, de-
ve fare la sua parte, è ne-
cessario un coinvolgimento
di tutte le componenti della
società. E nessuno può au-
toescludersi da questo processo. Chi va contro i 17 obiet-
tivi va contro l’unico progresso possibile della società. E
non è un caso che nell’ASviS siano rappresentati soggetti
che operano in così tanti campi, comprese le organizza-
zioni delle imprese.
Quali saranno i prossimi passi dell’Asvis e come riu-
scirete a far lavorare insieme il centinaio di associa-
zioni che la compongono?
Abbiamo già avviato alcuni gruppi di lavoro per i singoli
goal (povertà, educazione, uguaglianza di genere, ambien-
te e così via), mettendo insieme gli aderenti per ciascun
settore di interesse. I gruppi analizzeranno, obiettivo per
obiettivo, la situazione italiana e svilupperanno proposte.
Sono organizzazioni che già hanno maturato una for-
te esperienza e che hanno competenza e conoscenza di
pratiche esistenti sul territorio, un patrimonio straordinario
da cui attingere per fare dell’Italia uno dei campioni del-
la sostenibilità. Questi contributi verranno riuniti in un
»
Enrico Giovannini
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