Civiltà del Lavoro, n. 2/2016 - page 8

CIVILTÀ DEL LAVORO
II - 2016
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primo piano
IN CAMPO
PER
“SALVARE IL MONDO”
Enrico Giovannini, oggi portavoce dell’ASviS e già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, spiega
in questa intervista gli obiettivi dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile: sensibilizzare la
società, le istituzioni e sollecitare l'azione dei soggetti economici e dei Cavalieri del Lavoro rispetto
agli impegni assunti in sede Onu, affinché ciascuno si senta promotore della sostenibilità.
Che cos’è e cosa fa l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo
Sostenibile (ASviS)?
L’obiettivo principale dell’ASviS è quello di fare crescere
nella società, nei soggetti economici e nelle istituzioni la
consapevolezza dell’importanza dell’Agenda Globale 2030
e dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, approvati dall’O-
nu nel settembre del 2015.
In pratica l’ASviS vuole sensibilizzare ogni componente
della società affinché l’Italia rispetti appieno gli impegni
assunti in sede Onu nei tempi stabiliti. E questo è possi-
bile solo se ognuno, nel proprio ambito di interesse, che
sia cittadino, imprenditore o politico, si senta parte in cau-
sa e si muova nella direzione giusta.
Per aiutare questo processo l’Alleanza mette in rete oltre
cento soggetti tra i più importanti e rappresentativi del-
la società civile, interessati a raggiungere gli obiettivi di
sviluppo sostenibile. Aderiscono all’ASviS confederazio-
ni sindacali, associazioni imprenditoriali, reti di organiz-
zazioni femminili, fondazioni, associazioni ambientaliste,
le quali si sono alleate per contribuire alla più grande sfi-
da dei nostri tempi, cioè quella di “salvare il mondo”, co-
me hanno detto i leader dei paesi dell’Onu sottoscriven-
do l’Agenda Globale.
Gli obiettivi dell’ASviS sono quattro: orientare alla soste-
nibilità i modelli di produzione e di consumo, analizzare
le implicazioni e le opportunità per l’Italia legate all’A-
genda 2030 e contribuire alla definizione della Strategia
nazionale per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo
sostenibile, educare la popolazione, specialmente le nuo-
ve generazioni, allo sviluppo sostenibile. È un programma
ambizioso, ma possibile.
Quali sono i maggiori ostacoli che individua nel per-
seguire le vostre finalità?
Per il momento beneficiamo di un grande entusiasmo da
parte delle organizzazioni aderenti e ci muoviamo deter-
minati a svolgere le attività che la nostra missione pre-
vede. La difficoltà principale sarà quella di integrare le
“agende” settoriali (economia, energia, diritti civili, oc-
cupazione, qualità dell’ambiente, ecc.) in un quadro inte-
grato e coerente.
Non sarà facile riuscire a far capire ai nostri interlocutori,
dalle imprese alla politica, dalle istituzioni ai singoli cittadi-
ni, che è necessario un cambio di passo a tutti i livelli per
poter rispettare l’Agenda 2030, ma questa è la sfida da cui
dipende il futuro di questa e delle prossime generazioni.
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