Civiltà del Lavoro, n. 6/2015 - page 68

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2015
Vainer Marchesini
Industria meccanica/Impiantistica elettrica – Modena
macchinari
per un
export
di
successo
Ha cominciato dal nulla e oggi guida un gruppo in-
ternazionale. Storie come la sua sarebbero impossi-
bili ai nostri giorni?
Anche se negli anni ’60, quando ho cominciato, le condi-
zioni erano molto favorevoli anche per i giovani – si pensi
al boom economico, alla ridotta burocrazia – attualmente
in certi settori si possono creare imprese che potenzial-
mente possono avere successo. Nella nostra Italia si do-
vrebbe avere una maggiore attenzione alla creazione di
imprese giovanili. Lo Stato, la società, il mondo economi-
co e industriale dovrebbero, come in altri paesi, agevola-
re e facilitare il percorso di formazione imprenditoriale e
accollarsi almeno in parte il rischio economico di tali po-
tenziali giovani imprenditori. Vedo pochi giovani metter-
si in gioco, sia per le difficoltà che oggettivamente per-
cepiscono, sia per una certa cultura ostile alle imprese.
Ha stabilimenti produttivi e società in tutto il mondo.
Dove ha trovato le migliori condizioni per fare impresa?
Le difficoltà che un imprenditore deve affrontare in Italia
sono tali e tante che può affrontare anche le condizioni
più difficili in ogni paese e mercato. Le condizioni fonda-
mentali per favorire lo sviluppo delle imprese, oltre alle
infrastrutture, sono la preparazione scolastica, la ricerca,
la protezione della proprietà intellettuale, la burocrazia e
il sistema giudiziario. Queste condizioni si trovano al mas-
simo grado negli Stati Uniti e nei paesi del Nordeuropa
unitamente a una cultura favorevole alle imprese.
Nei paesi terzi, più prossimi alla industrializzazione, si
stanno facendo sforzi per adeguare le condizioni per lo
sviluppo del sistema industriale interno e per attirare ca-
pitali, tecnologia e imprese straniere.
Internazionalizzazione e delocalizzazione. Qual è la
differenza tra le due?
Molto inchiostro è stato versato su questi concetti. Per
quanto mi riguarda ritengo che queste parole abbiano
avuto significati diversi nei vari periodi storici della evo-
luzione mondiale della industrializzazione.
Negli anni ’70 il mio obiettivo era l’esportazione dei miei
È presidente e amministratore delegato
del Gruppo Wam, leader mondiale nello sviluppo
e produzione di apparecchiature e componenti
per grandi impianti di movimentazione
e trattamento di materiali alla rinfusa.
Trentotto le invenzioni protette da 175
brevetti internazionali. Il gruppo occupa
2.100 dipendenti.
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