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REFERENDUM

CIVILTÀ DEL LAVORO

IV • V - 2016

12

DOBBIAMO

ADEGUARE

IL

SISTEMA

ALLA

MODERNITÀ

Franco Bassanini, professore universitario e già ministro della Funzione pubblica, spiega i motivi

del “sì” illustrando la necessità di avere istituzioni democratiche capaci di decidere rapidamente

in situazioni complesse. Senza restare prigionieri di faticose “navette” tra Camera e Senato.

Perché gli italiani dovreb-

bero votare “sì“ al refe-

rendum costituzionale?

La prima parte della Costi-

tuzione non è toccata dal-

la riforma. Resta una delle

“più belle” del mondo. Ma

la seconda va aggiornata al-

la realtà di un mondo che

è molto cambiato. Quando

fu scritta, globalizzazione e

internet erano parole sco-

nosciute, del cambiamen-

to climatico e del terrorismo

globale non c’era sentore,

le grandi migrazioni avve-

nivano dall’Europa verso le

Americhe. La grande crisi

americana del ‘29 impiegò

18 mesi a produrre effetti sulle economie europee: go-

verni e parlamenti europei ebbero 18 mesi per approva-

re le necessarie contromisure.

Oggi, se fallisce a Wall Street una banca “sistemica” o se

due aerei si schiantano contro le Twin Towers, l’impatto

sulle economie di tutto il mondo è immediato.

Oggi occorrono istituzioni democratiche capaci di pren-

dere rapidamente decisioni molto complesse. E anche di

rappresentare efficacemente gli interessi del Paese nel-

le sedi europee e internazionali nelle quali molte di que-

ste decisioni sono prese. Se i governi cambiano ogni an-

no, perché dipendono dalla fiducia di due Camere elette

con leggi elettorali diverse, se le leggi devono percorrere

faticose navette tra Came-

ra e Senato, se molte deci-

sioni strategiche richiedo-

no intese fra lo Stato e 21

Regioni o Province autono-

me, l’Italia rischia di arrivare

sempre in ritardo; e rischia,

nelle sedi europee e inter-

nazionali, di contare poco,

perché il nostro rappresen-

tante è sempre l’ultimo ar-

rivato e non si sa se ci re-

sterà a lungo. Chi difende il

bicameralismo paritario o

le competenze concorrenti

e condivise fra Stato e Re-

gioni non difende dunque

la sovranità popolare e la

democrazia.

Al contrario, le condanna all’impotenza, perché altri deci-

deranno al nostro posto: nel migliore dei casi, i paesi che

hanno istituzioni più moderne delle nostre; nel peggio-

re, paesi non democratici (dalla Russia alla Cina) e attori

globali opachi e irresponsabili (come le shadow bank, le

agenzie di rating, le grandi banche d’affari). Saranno loro

a decidere, al posto del parlamento e del governo libera-

mente eletti dagli italiani.

Cosa fa, dunque, la riforma?

La riforma comincia ad attrezzare le nostre istituzioni al

mondo della globalizzazione e di internet. Fa dipendere il

governo dalla fiducia della sola Camera (eliminando un’as-